mercoledì 27 gennaio 2016

PICCOLA PASTICCERIA SALATA PER IL BUFFET DI CARNEVALE.

Ma il Carnevale è iniziato?
No, perché io ho appena finito di sistemare in soffitta gli addobbi dell’albero, mi sto ancora riprendendo dai pranzi natalizi e già si pensa alle feste in maschera.
La mia Stella di Natale è ancora viva e sembra godere di ottima salute, quindi non ha ancora avuto tempo di maturare tendenze suicide.
Poi è un attimo e ci ritroviamo a pensare al riciclo delle uova di cioccolato.
Sarà l’età ma non riesco più a tenere il ritmo.
Ho bisogno di riprendermi tra una festa e l’altra. Di farle decantare.
Non sono riuscita nemmeno a fallire la dieta post natalizia, anche perché non l’ho mai iniziata.
Quest’anno ho deciso di passare direttamente a quella pro bikini.
Comunque, si il Carnevale è iniziato.





sabato 23 gennaio 2016

ZUPPA DI CECI E MAIALE per l'MTChallenge

Della serie: le ultime parole famose. 
Ecco  a voi la sfida MTCHALLENGE n°53: zuppe e minestroni.

Questa volta è facile. Questa volta la faccio ad occhi chiusi. 
Peccato che si possano presentare solo tre ricette altrimenti li inonderei di zuppe.
Sono una “ragazza” di campagna dopo tutto, origini contadine più che certe, venuta su a minestrone cotto ore ed ore sulla stufa a legna, sempre lo stesso ogni giorno ma sempre diverso a seconda degli ingredienti che l’orto aveva da offrire.
Il minestrone è stato forse la prima cosa che ho cucinato da sola, forse dopo la pasta fresca.
Questa è la mia sfida, la mia ricetta. 



mercoledì 20 gennaio 2016

BUDINI AL LATTE DI RISO: dolce light, vegano, gluten free e senza lattosio.

Tutto insieme? In un unico dessert? Ma davvero?
Va bene che notoriamente non sono molto amante dei dolci. Io prediligo quelli semplici, poco inzuppati, non stucchevoli, che non ti si piazzano sullo stomaco per gli anni a venire insieme al rimorso per aver nuovamente interrotto la dieta.
Ma diciamoci la verità, certi rimorsi di coscienza non mi hanno mai fermata, non più di tanto.




giovedì 14 gennaio 2016

FARINATA DI CECI, FARINATA BIANCA DI SAVONA E Ü TÜRTELLASSÜ.

Oggi è la Giornata Nazionale della Farinata, secondo il Calendario del Cibo Italiano di AIFB e io ne approfitto per parlare di un piatto che è uno dei simboli della mia regione, insieme al pesto e alla focaccia. La si trova in tutta la Liguria, è merenda, street food, aperitivo, cena.
Ci sono un po’  ovunque feste e sagre in cui la farinata è la regina indiscussa.




martedì 12 gennaio 2016

FAGOTTINI DI MORTADELLA PER IL CALENDARIO DEL CIBO ITALIANO DI AIFB.

Sono tornata dopo due settimane di assenza causa qualche contrattempo di natura tecnica. Si sa che io e il pc non siamo amiconi, diciamo che il nostro è un rapporto di amore e odio o forse di nervosa sopportazione. Reciproca. Quindi ogni tanto si offende per qualcosa che ho fatto o che non ho saputo fare e decide di prendersi una pausa.
Così mi sono rimasti in sospeso numerosi post. Li pubblicherò sicuramente ma non sarà la stessa cosa perché erano dedicati al Calendario del cibo italiano di Aifb e come in ogni calendario che si rispetti ogni giorno è dedicato a qualcosa di diverso.
Questa volta non si tratta di santi, fasi lunari, proverbi, citazioni o quant'altro ma solo di cibo, di ricette della nostra cucina tradizionale e di prodotti tipici delle varie regioni, qualcuno più conosciuto, altri meno noti o magari da riscoprire.




Durante le ferie del mio pc io mi sono persa un bel po’ di giornate, per esempio quella del consommè, o quella degli involtini di verza o ancora il baccalà alla vicentina.
Persa per modo di dire perché ho seguito i post sul sito ufficiale di Aifb e i contributi dei blogger, soci e non, che hanno di volta in volta partecipato alle giornate con le loro ricette.
Ma io sono rimasta in panchina.
Oggi no. Oggi dovevo partecipare per tutta una serie di ragioni.
Se non fosse ritornato da me il fedifrago (digito piano perché non vorrei che si offendesse di nuovo) ero già pronta a chiedere asilo politico a qualcuno a caso, persino a fare irruzione nell’ufficio del sindaco al grido “il mio regno per un pc … che funzioni!”.
Invece io e il mio macinino siamo momentaneamente tornati amici. Gli ho perdonato anche il fatto che mentre riposava si è perso misteriosamente le ultime foto, quelle degli involtini di verza, ma chiudiamola qui.
Per cui eccomi.
Le ragioni di tanta smania di partecipazione sono almeno tre: una è la voglia di contribuire seppur alla mia maniera un po’ raffazzonata a questa bella iniziativa, la seconda è che oggi è la GiornataNazionale della Mortadella di Bologna, un prodotto di eccellenza che in casa nostra non manca quasi mai, il terzo motivo è che ho una ricetta che amo molto, che la che vede come protagonista e che avevo in mente di postare già da molto tempo.
È una ricetta semplice, povera e senza pretese perché fatta con ingredienti di facile reperibilità, ma anche gustosa e succulenta. Una ricetta di casa.
Infatti è la ricetta della mia mamma. La fa da che mi ricordo. Non ne conosco l’esatta origine so solo che in casa nostra si mangia da sempre. Non è un piatto da festa, raffinato e delicato, ma è sempre una festa quando compare a tavola.
È stato uno dei primi piatti che il mio fidanzato e attuale marito ha mangiato in casa nostra ed è diventato uno dei suoi preferiti
Si tratta di involtini di mortadella farciti con un ripieno di bietole ed erbette saltate in padella, maggiorana, parmigiano e poche uova, chiusi bene e rosolati per pochi minuti nel sugo di pomodoro.
Tutto qui. Facili, veloci, gustose. Mio figlio in questo modo si mangia le verdure senza battere ciglio. Considerando che nel sughetto poi la scarpetta è d’obbligo, sono praticamente un piatto unico. Meglio di così.
A casa le chiamiamo “mortadelle ripiene” ma detta così mi rendo conto che il nome è un tantino fuorviante, sembra che ci mettiamo a farcire delle mortadelle intere, che poi non è tanto il farcirle, quanto piuttosto il cuocerle nel sugo che darebbe da pensare.
Insomma, non potevo mancare alla Giornata della Mortadella di Bologna, in compagnia della nostra ambasciatrice è Francesca Carloni che ha raccontato tutto ma proprio tutto su questa eccellenza italiana, vanto e amore indiscusso di Bologna ma anche di tutta Italia.













Fagottini di mortadella nel sugo.

Ingredienti per circa 16 fagottini:
1 kg di bietoline ed erbette,
1 cipolla media,
16-18 fette di Mortadella di Bologna non troppo sottili,
1 cucchiaio di foglie di maggiorana, fresca o essiccata,
4-5 cucchiai di Parmigiano grattugiato o Grana,
2 uova medie,
pangrattato,
1 spicchio d’aglio,
1 foglia di alloro,
300g passata di pomodoro, possibilmente rustica e fatta in casa,
1 cucchiaio di triplo concentrato di pomodoro,
olio extravergine d’oliva,
sale, noce moscata.

Trotate molto finemente la cipolla e fatela appassire dolcemente in padella con due cucchiai di olio, bagnatela con due o tre cucchiai di acqua e fatela stufare.
Nel frattempo lavate e mondate le bietole, tagliatele a julienne molto sottile e mettetele in una larga padella antiaderente senza olio ne sale, incoperchiate e fatele appassire per qualche minuto nella loro acqua di vegetazione, scoperchiate e fate asciugare bene.
Tritatele grossolanamente a coltello e fatele insaporire per qualche minuto nella padella con le cipolle, aggiustate di sale e fate raffreddare.
In una terrina mescolate le bietole ripassate con le uova leggermente sbattute, il grana, la maggiorana e un pizzico di noce moscata. Se il composto fosse troppo molle e umido unite poco pangrattato.
Distribuite una bella cucchiaiata di composto al centro di ogni fetta di mortadella, avvolgetela a pacchettino e fermatela con uno stuzzicadenti o legatela con dello spago da cucina o steli di erba cipollina sbollentati.
In una larga padella antiaderente versate 2-3 cucchiai di olio e scaldateli con lo spicchio d’aglio e la foglia di alloro, unite la passata di pomodoro, il concentrato e un mestolino di acqua calda e fate cuocere per 10 minuti, aggiustate di sale.
Adagiate i fagottini, uno accanto all’altro, fateli rosolare nel sugo 3-4 minuti per parte, eliminate aglio e alloro e servite.


Si possono far sbollentare le bietole in acqua bollente leggermente salata, strizzare e tritare a coltello prima di passarle in padella con le cipolle, in questo modo il composto risulta più omogeneo, attenzione al sale. Trovo però che nell’altro modo le bietole perdano meno di colore e sapore e si faccia anche prima. Decidete voi come vi viene meglio.








venerdì 1 gennaio 2016

ZUPPETTA DI LENTICCHIE, FUNGHI E FARRO per celebrare l’anno nuovo e il calendario del cibo italiano.

Buon anno nuovo a tutti!
Spero che il 2016 sia ricco di belle novità o almeno sia più sereno e tranquillo di quello che lo ha preceduto.
Buoni propositi non ne faccio, tanto me li dimentico già dopo l’Epifania.
Come da un po’ di anni a questa parte ho festeggiato la vigilia di Capodanno in casa, in famiglia.
Quindi niente veglione di rito in locali esclusivi, dove per altro di solito si mangia poco e male, niente mega festa danzante in piazza, niente botti. Solo qualche piatto ben cucinato, le persone care e un bicchiere di buon vino italiano. Sul numero dei piatti e su quello dei bicchieri ci sarebbe da discutere, ma sorvoliamo.
Anche il primo dell’anno si preannuncia culinariamente impegnativo.
Ci sono piatti a cui proprio non ci si può sottrarre. Che fanno parte della nostra tradizione.
Uno per tutti è la lenticchia.




lunedì 21 dicembre 2015

BISCOTTI COCCO-CIOCCO-PISTACCHIO PER NATALE

Lo so. Lo so. Lo so che di biscotti in giro ce ne sono a camionate.
Specialmente biscotti di Natale.
Lo so di non essere un genio, soprattutto se con i biscotti ci costruisco casette.
Potevo farli a Luglio, allora si che sarei stata originale, avrei di sicuro battuto tutti sul tempo.
I biscotti di Natale per le feste sulla spiaggia. Una furbata.



mercoledì 16 dicembre 2015

CHRISTMAS BEEF AND GUINNES PIE per un menù stellato.

Questa volta non è stato facile trovare il piatto ideale per Idea Menù.
Questa volta il tema è un po’ particolare. Si tratta di fare un menù tutto stellato.
Ossia con tutte le portate a forma di stella.
Non sapevo che fare. Per tutte le altre portate non avrei avuto così tanti problemi, qualche idea in testa l’avevo. Ma mi è toccato preparare il secondo.
Come si fa un secondo a forma di stella?





venerdì 11 dicembre 2015

JOULUTORTTU, GIRANDOLE DI NATALE O FORSE ANCHE GIRELLE.

Joulutorttu.
Non è uno sbaglio.
Non ho digitato a caso sulla tastiera come fanno i bambini.
O i cani. Perché il mio ogni tanto si vuole intromettere mentre scrivo per reclamare la dovuta attenzione e con le zampine si appoggia al pc.
Stranamente escono sempre righe intere di consonanti e pure quelle meno consuete. Kkkwttyyyzzxxhh … sarà qualche messaggio in codice canino.
Magari vuole dirmi: ”piantala di sbattere su sto coso e dammi un po’ di coccole, o un biscotto che va bene ugualmente. Meglio tutti e due!”.
Invece questa strana parola “Joulutorttu” si scrive proprio così.



giovedì 3 dicembre 2015

VELLUTATA BIANCA SPEZIATA PER IL MENÙ INVERNALE

E anche Dicembre è arrivato.
Avete già fatto l’albero di Natale?
E le decorazioni?
Io non ancora. 
Come ogni anno mi riprometto se non di giocare di anticipo, almeno di arrivare in orario.
Invece niente da fare. Non ho nemmeno preparato il calendario dell’Avvento.
Quando mio figlio era più piccolo mi divertivo a costruirne uno speciale, magari insieme a lui e a nascondere sorpresine in giro per casa.



giovedì 26 novembre 2015

BRIK À L’OEUF DALLA TUNISIA PER L’ABC CULINARIO MONDIALE.

Altra interessante tappa dell’ABC CulinarioMondiale che porta tanti foodblogger virtualmente in trasferta in Tunisia sotto la guida di Resy del blog Le tenere dolcezze di Resy
Per chi non lo sapesse l’ABC Culinario è un gioco creato dal blog Trattoria Muvara, che seguendo l’ordine alfabetico ci porta in giro per il mondo a scoprire tradizioni gastronomiche diversissime ma tutte molto interessanti.
Ogni tre settimane si cambia paese e blog ospitante.
Fino a domenica quindi saremo tutti in Tunisia.



martedì 24 novembre 2015

RAVIOLI CON “TOCCO” DI CARNE ALLA LIGURE PER L’MTC.

E dico ligure e non genovese, non per caso, ma per puntiglio.
Anzi, dovrei proprio dire alla savonese.
Perché la provincia di Savona esiste, è viva e lotta insieme a noi.
Non c’è una landa desolata tra Genova e Sanremo, ci sono paesi, cittadine, spesso con millenni di storia alle spalle, dialetti e tradizioni ben definite.
Anche la cucina ligure di ponente esiste, forse dovrei dire di centro così si capisce cosa intendo.





mercoledì 18 novembre 2015

BACCALÀ, CECI E … UN ANTIPASTO CHE PROFUMA DI LIGURIA PER IDEA MENÙ

Ciao a tutti. Oggi sono un po’ di corsa quindi verrò subito al sodo.
Questo è il mercoledì di Idea Menù in cui io, Carla, Tania e Linda, a blog unificati, vi invitiamo a cucinare insieme a noi un menù a tema in quattro portate. È la volta del Menù Regionale e io ho l’incarico di preparare l’antipasto.
Per trovare un’idea adatta potevo attingere sia dalla tradizione ligure delle mie origini, sia a quella del Piemonte, che mi ha adottata. O perché non quella ferrarese di mia suocera?
Insomma idee molte e ben confuse.
Ma io son ligure, quindi Liguria sia.



lunedì 16 novembre 2015

LA TORTA DI RICOTTA AGLI AMARETTI E CAFFÈ DI ELENA.

Innanzi tutto chi è Elena.
Elena è una blogger di quelle serie, di quelle vere.
Almeno per come intendo io essere una food blogger.
Perché quello che salta subito agli occhi andando nel suo blog (Zibaldone Culinario) è la passione vera per il cibo e per la cucina. Che si manifesta in un elenco lunghissimo di ricette vere, collaudate, che spaziano dai piatti di casa sua, alla cucina tradizionale italiana fino alla cucina etnica.



mercoledì 11 novembre 2015

UNA RICETTA CHE ARRIVA DA MOLTO LONTANO E UN PC DISPETTOSO.

Questo post avrei dovuto pubblicarlo mesi fa. Addirittura questa estate.
In occasione dell’ Abbecedario Culinario Mondiale, per la tappa in Nuova Guinea.
Avevo preparato il piatto e fatto le foto.
Solo che poi le ho perse.
Mi sembrava di averle salvate nella solita cartella sul desktop, ma invece non c’erano.
Ovviamente nella macchina fotografica non c’erano più.
Potevo ripetere la ricetta ma la tappa si avviava al termine e non c’è stato più il tempo.
Inutile farsi prendere dal panico, o dal nervoso. Con calma serafica ho archiviato la ricetta in attesa di rifarla, prima o poi.



mercoledì 4 novembre 2015

FACCINE DOLCI ALLA RICOTTA PER LE FESTE DEI BAMBINI.

Passata la buriana di Halloween. Si respira ormai aria natalizia. 
Fuori fantasmini e ragnatele, dentro pupazzi di neve e stelle di Natale. Comunque il periodo dell’anno più caro ai bambini è ufficialmente iniziato.
Anche se i bambini un motivo per far festa lo trovano sempre: il compleanno di qualche amichetto, del gatto o del pesciolino rosso, l’inizio della scuola, l’arrivo della bella stagione, o di quella brutta, la prima nevicata, la recita scolastica, una ricerca di gruppo. Anche una semplice merenda si più trasformare in una festicciola. Un non-compleanno come direbbe il Cappellaio Matto di Alice.
Quindi perché non organizzare un intero menù intero a loro dedicato?




domenica 25 ottobre 2015

POLLO DISOSSATO E FARCITO ALL’ANTICA ROMA PER L’MTC 51.

Siamo quasi alla fine della sfida n°51 dell’MTC e non ho ancora pubblicato niente. E si, che di idee ne avevo parecchie. Però in queste ultime settimane mi sono sentita un po’ come dentro a un frullatore. Quindi il tempo per mettere in pratica quelle idee non c’era mai.
Poi, come spesso succede a chi tergiversa, quelle idee te le ritrovi realizzate magistralmente da altri e devi rivedere tutto. Alla fine ho smesso di andare a vedere gli altri sfidanti altrimenti mi prendeva l’ansia da prestazione.
Perché questa è una ricetta con le palle cubiche, scusate il francesismo.

Mi è semblato di vedele un pollo!!

Già quella dei croissant è stata tosta, in fatto di tempi di lavorazione che sono inversamente proporzionali al tempo necessario per spazzolarseli tutti.
Questa è tosta perché richiede dimestichezza con i coltelli, con la carne, con le farce e con le cotture. Con la Cucina con la maiuscola, per chiarire. E  se questa dimestichezza non c’è, la si acquisisce, perché ricordiamoci che l’MTC è anche e soprattutto una scuola.
Patrizia ci ha messi alla prova con un piatto principe della cucina, italiana e non, il pollo (o volatili in genere) disossato e ripieno. Sento già le vostre papille fremere al pensiero.
Nel suo blog (Andante con gusto) Patrizia ci ha spiegato benissimo la tecnica del disosso, con fotografie passo passo, ci ha dato un suggerimento golosissimo sul ripieno, ci ha fatto vedere come si ricuce il pollo e infine ce lo ha presentato con tutti i complementi d’obbligo: una salsa vellutata e un contorno raffinato.
Perché questo è il piatto delle grandi occasioni, dei pranzi di festa e deve essere presentato degnamente. Quindi la sfida comprende tutto, disosso, ripieno, cucitura e accompagnamento.
Una cosuccia da niente!
Io vi devo confessare una cosa, non ero tanto preoccupata per il disosso. Mi sono subito procurata un coltello adatto, veramente con la scusa che “non posso andare avanti con questi coltelli vecchi, non ne possono più” mi sono comprata tutta una serie di coltelli da cucina degni di questo nome. Anzi me li sono fatti regalare dal marito ipnotizzato dall’idea del pollo ripieno.
Quando si dice prenderli per la gola. Mia nonna avrebbe detto “l’ommu l’è ‘n bimbin!” ossia l’uomo è un tacchino, si beve di tutto. Tanto siamo in tema.
Comunque mi sentivo abbastanza tranquilla, perché avevo già affrontato il tema durante un corso di cucina anni fa, tanti anni fa, ok erano i tempi delle guerre puniche, dopo ho ripetuto l’esperienza forse due volte e con ampio margine di miglioramento, nonostante questo mi sentivo sicura, quasi sicura, che non sarebbe stato così difficile. Guardando le foto di Patrizia mi sembrava di ricordare tutto. Se non fosse bastato c’è una scheda grafica sul post MTC fatta da Daniela (di Acqua e menta ) che fa sembrare tutto semplicissimo.
Il mio spauracchio, non ridete, era la cucitura. Ok che non si pretende una sutura da chirurgo plastico e nemmeno un rammendo invisibile, ma una cosa fatta bene e resistente si, che non ceda in cottura rovinando tutto il lavoro. Chi è nato in Liguria mi può capire, noi cresciuti con il babau dell’esplosione della Cima lo sappiamo bene. Quella tasca di carne ripiena e soprattutto ricucita che sembra una bomba a orologeria. Perché se non la si riempie bene e soprattutto non la si cuce a dovere poi in cottura scoppia e fa uscire tutto il ripieno.
Quindi mi sono consultata con mamma e zia; anche loro devo dire che non si sono minimamente poste il problema del disosso, neanche un fiato, c’è stato un vero simposio su che ago, filo e punto fosse meglio usare. Quando hanno iniziato a parlare di gigliuccio e macramè e di coefficiente di tensione della pelle del pollo, però le ho fermate.
Alla fine il momento catartico è arrivato: soli io e il pollo. A questo punto confesso che qualche preoccupazione l’ho avuta. In effetti la mia esperienza da macellaio non è così vasta.
Ma con le foto di Patrizia sotto al naso e un po’ di calma è filato tutto liscio. Ho ancora tutte le dita e il pollo non sembrava aver subito troppe sevizie.
Per il ripieno ho seguito l’idea che avevo in testa fin dall’inizio, appena è uscito l’argomento della sfida. Un’idea che avevo anche prima ma non avevo mai avuto la spinta giusta per farla.
Sicuramente assomiglierà a qualcosa che hanno già postato, pazienza non sarò la più originale ma son davvero contenta di averla fatta e mi va bene così.
Ho visto questa ricetta in un libro che ho letto e riletto più volte: “ La cucina degli dei” di Anna Ferrari, dove l’autrice ha riproposto le ricette dell’antica Grecia e Roma, prese dai testi di autori dell’epoca e opportunamente adattate per i giorni nostri, ma nemmeno troppo.
Adoro questo libro perché le ricette sono intervallate da miti, storie e approfondimenti sulla vita dell’epoca, dal punto di vista culinario.
La ricetta a cui mi sono ispirata è il “pullus farsilis” di Apicio, De Re Coquinaria (VI,9,14)
L’ho un po’ rivisitata, prima di tutto perché non era previsto il disosso, ma poi perchè non si trova il garum, la salsa di pesce fermentato, onnipresente in tutte le ricette. La si può sostituire con la colatura di alici o con la salsa di pesce vietnamita (Nuoc Nam) ma anche queste non sono facili da reperire, veramente è più facile trovare la salsa vietnamita che la colatura italiana e sorvolo.
Io ho usato la pasta di acciughe, ma invece di metterla nel ripieno l’ho messa nella salsa. Anche per questa mi sono fatta ispirare dalle salse per le carni di Apicio e colleghi, dove il garum, il miele o il mosto sono d’obbligo. Ma ho fatto un mix con la più nota salsa di pane.
Il miele l’ho usato per condire e caramellare il contorno.
Ok, adesso basta chiacchiere, si cucina.








POLLO FARCITO CON FARRO, UVETTA E  CARNE, CON SALSA DI PANE E CIPOLLINE AL MIELE

Ingredienti:
un pollo da circa 1kg,
un mazzetto di odori (alloro, salvia, rosmarino e timo),
sedano carota e cipolla,
vino bianco,
olio evo, burro,
sale e pepe.

Per il ripieno:
40g farro o cereali misti (riso, avena, orzo e farro),
100g carne macinata tritata,
100g salsiccia,
50g pancetta affumicata tritata fine,
1 cucchiaio di pinoli,
1 cucchiaio abbondane di uvetta passa,
1 uovo piccolo,
pangrattato,
sale, pepe, noce moscata, zenzero in polvere.

Per la preparazione del pollo ho proceduto con il metodo di Patrizia che lei ha spiegato benissimo con tanto di fotografie passo passo. C’è anche una bellissima scheda grafica di Daniela sul blog dell'MTC. Io tenterò di riassumere in breve giusto per accompagnare con qualche spiegazione le fotografie del disosso richieste dalla gara.

Disossate il pollo: innanzi tutto pulitelo bene e togliete tutti i residui di piume, aiutatevi fiammeggiando leggermente sul fornello.
Mettete il pollo col dorso in alto e le gambe verso di voi.



Per prima cosa dovete staccare l’articolazione delle gambe, introducendo le dita nella cavità e tirando verso di voi.
Girate il pollo in modo da avere di fronte l’apertura del collo e, sollevando la pelle tastate la carne e cercate la forcella, l’osso a V che sta attaccato al petto, tiratela e staccatela col trinciapollo.
A questo punto rigirate il pollo con le gambe verso di voi e iniziate a inciderlo lungo la colonna vertebrale, il petto deve rimanere appoggiato al piano di lavoro. Apritelo in due procedendo dal collo alle zampe, tenete con una mano il pollo schiacciato al tagliere in modo che le ossa della colonna si aprano un po’ e sia più facile il taglio. Comunque ci vuole un po’ di forza e pazienza.


Allargate bene l’apertura e staccate le ossa della colonna, prima da una parte poi dall’altra, inserendo la lama del coltello dall’alto verso il basso, cioè dal collo verso le gambe. Per ultima staccate la cassa toracica, cartilagini comprese. Mettetele da parte

il mio pollo non era ruspante quindi la carcassa è venuta via praticamente tutta insieme
Tagliate le ali col coltello all’altezza della prima articolazione, mettetele da parte. Sfilate il resto dell’osso dell’ala e rivoltate la pelle all’interno.
Staccate col coltellino la carne del sovra coscia e togliete le ossa. Lasciate la cosce intere così rimangono più in forma.
A questo punto il pollo è pronto.



Con le ossa della carcassa e le ali preparate un brodo: mettetele in una pentola con sedano, carota e cipolla e 5 litri d’acqua circa, portate a bollore e fate bollire piano per almeno 1 ora e mezza. Filtrate il brodo e tenetelo da parte. Non salate.

Preparate il ripieno. Lessate il farro, o i cereali che volete, al dente, scolate e fate raffreddare. Mescolate con la carne macinata, la salsiccia sbriciolata, la pancetta a dadini piccoli, i pinoli, l’uvetta ammollata e sciacquata. Unite l’uovo e un cucchiaio di pangrattato, mescolate tutto, salate e pepate e aggiungete anche dello zenzero in polvere a piacere. Se volete potete aggiungere anche un po' di pasta di acciughe. Io non l'ho fatto, mi sembrava troppo azzardato. Ma nella ricetta antica è prevista.
Distribuite il ripieno all’interno del pollo, compattandolo bene. 




Avvolgete il pollo su se stesso e chiudetelo bene cucendo con ago e filo lungo tutta l’apertura. Cucite i due lembi di pelle cercando di non tirarla troppo perché in cottura, ritirandosi potrebbe strapparsi.
Legate fra loro le zampe con un pezzo di spago.



Mettete il pollo in una pirofila dove ci sta di misura ben unta d’olio. Adagiatelo sopra il mazzetto di odori col petto rivolto verso il basso, distribuite lungo la cucitura dei fiocchetti di burro, così la pelle rimane più morbida. Salatelo e pepatelo bene sulla pelle. Infornatelo a 180°C per 10 minuti, bagnatelo con un bicchiere di vino bianco e cuocete ancora 10 minuti, a questo punto giratelo sottosopra bagnate ancora con poco vino e un mestolo di brodo caldo.
Cuocete in tutto circa 1 ora e mezza, bagnandolo di tanto in tanto col fondo di cottura e poco brodo. Rigiratelo un paio di volte in modo che si cuoce bene ovunque. Usate cucchiai di legno per non bucare la pelle.
Alla fine la pelle deve avere un colore biondo caramello e dalla cucitura, se premuta leggermente, deve uscire un liquido trasparente. Toglietelo dal forno e avvolgetelo in un foglio di carta forno e alluminio per tenerlo caldo.

Filtrate il fondo di cottura eliminando gli aromi, staccate bene le parti attaccate alle pareti della teglia aiutandovi con poco brodo. Mettetelo in un pentolino con mezzo bicchierino di vino e un mestolo di brodo. Fate sobbollire per 5-10 minuti in modo che si restringa leggermente. Questa sarebbe già un’ottima salsa di accompagnamento, basta legarla con un cucchiaino di fecola e poco burro.

Per la salsa di pane:
50g circa di pangrattato,
1 scalogno,
2dl di latte intero,
chiodi di garofano,
1 foglia di alloro,
1 foglia di salvia,
pepe, noce moscata,
1 cucchiaio di pasta d’acciughe,
fondo di cottura del pollo.

Tritate finemente lo scalogno, fatelo cuocere a fuoco dolce con il latte per almeno 10 minuti con l’alloro, la salvia e due-tre chiodi di garofano.
Eliminate gli aromi e frullate il latte. Stemperatevi la pasta di acciughe e versatevi pian piano il pane mescolando. Cuocete per un paio di minuti poi unite il fondo di cottura del pollo. Regolate di sale e pepe. Dovete ottenere una salsa densa ma cremosa, eventualmente aggiungete altro pangrattato o fondo di pollo.
Servite la salsa ben calda.




Per il contorno di cipolline glassate al miele e zenzero.
500g cipolline borettane,
miele di lavanda o castagno,
aceto bianco,
aceto balsamico,
1 foglia di alloro,
sale, pepe, zenzero in polvere.

Spellate le cipolline. Fatele bollire per 5 minuti in acqua bollente lievemente salata, con la foglia di alloro e due-tre cucchiai di aceto bianco. Scolatele ancora al dente tenendo qualche cucchiaio di acqua di cottura.
Mettete le cipolline in una padella con un filo d’olio, fatele rosolare per un paio di minuti. Sciogliete 1 cucchiaio di miele con due cucchiai dia ceto balsamico e altrettanti di acqua di cottura calda, unite a piacere pepe e zenzero in polvere. Versate il composto sulle cipolline e fatele caramellare a fuoco moderato.








Servite il pollo con il suo fondo di cottura addensato, la salsa di pane speziata e le cipolline al miele. Io ho preparato anche delle semplici patate a tocchetti, rosolate in padella con poco olio e burro e un rametto di rosmarino. In questo modo ho servito un piatto unico.





giovedì 22 ottobre 2015

DIETRO LE QUINTE DI UN COOKING SHOW… E UNA RICETTA SENZA NOME

Oggi voglio raccontarvi com'è andata la mia prima esperienza da food blogger. Come ho già detto precedentemente, sabato 17 ottobre ho avuto l’onore di partecipare a un Cooking Show alla Fiera del Marrone a Cuneo, il mio primo evento pubblico con tanto di nome e cognome e indicazione del blog su locandine e maxi schermo in piazza.


Il palco in Piazza Galimberti a Cuneo in fase di allestimento.