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martedì 28 luglio 2020

IL RISO ROSSO DEI GULLAH GEECHEE: LA PROVA CREATIVA PER MTC


Eccoci alla prova creativa sul Red Rice dei Gullah Geechee, come da consueta tradizione dell’MTChallenge. Nel post precedente ho cucinato, insieme alla community, il piatto originale o almeno ci ho provato.
Per chi ancora non l’avesse assaggiato consiglio vivamente di farlo, non solo perché è un piatto abbastanza veloce da preparare o perché è un modo diverso per preparare il riso, ma soprattutto per il suo gusto caldo e intenso. È confortante.
È sentirsi a casa in un posto nuovo e lontano.



venerdì 9 dicembre 2016

HOLLANDSE STROOPKOEK: LA TORTA OLANDESE ALLO SCIROPPO E BIRRA

Ecco un dolce che sa proprio di Natale, di giornate nevose e fredde, di riunioni di famiglia davanti al caminetto acceso e all'albero decorato. Veramente è buono sempre, anche dopo l’Epifania. Quando le feste son finite ma il freddo ancora no e sia ha voglia di qualche coccola dolce.
Infatti in Olanda, dove è originaria, questa torta si può trovare praticamente durante tutto l’inverno, ma è un dolce tipico delle feste natalizie che qui iniziano il 5 dicembre con Sinterklaas o San Nicola, San Nikolaus, che poi è diventato nei paesi anglosassoni Santa Claus e da noi Babbo Natale.



giovedì 1 dicembre 2016

BISCOTTI AL MIELE E CIOCCOLATO E I PREPARATIVI PER IL NATALE

Primo giorno di Dicembre.
Adesso si. Adesso posso finalmente scatenarmi con i preparativi per il Natale.
Io sono sempre un po’ restia a iniziare troppo presto e ultimamente c’è la tendenza di tirar fuori gli addobbi dell’albero mentre ancora si mettono via sdraio e ombrelloni.
Un filino presto. Forse si.
Io faccio la gnorri, la superiore, la snob, però poi in realtà inizio a pensare a cosa fare per rinnovare le decorazioni, a cosa cucinare per i vari pranzi e cene, a cosa regalare ad amici e parenti, cercando anche di ricordarmi cosa ho regalato l’anno precedente e cosa ho ricevuto per evitare figure barbine.
Diciamo che mi trattengo fino ai Santi, poi mi prende la sindrome dell’Elfo di Babbo Natale e  comincio a scartabellare libri e riviste di cucina e cucito.



venerdì 11 dicembre 2015

JOULUTORTTU, GIRANDOLE DI NATALE O FORSE ANCHE GIRELLE.

Joulutorttu.
Non è uno sbaglio.
Non ho digitato a caso sulla tastiera come fanno i bambini.
O i cani. Perché il mio ogni tanto si vuole intromettere mentre scrivo per reclamare la dovuta attenzione e con le zampine si appoggia al pc.
Stranamente escono sempre righe intere di consonanti e pure quelle meno consuete. Kkkwttyyyzzxxhh … sarà qualche messaggio in codice canino.
Magari vuole dirmi: ”piantala di sbattere su sto coso e dammi un po’ di coccole, o un biscotto che va bene ugualmente. Meglio tutti e due!”.
Invece questa strana parola “Joulutorttu” si scrive proprio così.



domenica 25 ottobre 2015

POLLO DISOSSATO E FARCITO ALL’ANTICA ROMA PER L’MTC 51.

Siamo quasi alla fine della sfida n°51 dell’MTC e non ho ancora pubblicato niente. E si, che di idee ne avevo parecchie. Però in queste ultime settimane mi sono sentita un po’ come dentro a un frullatore. Quindi il tempo per mettere in pratica quelle idee non c’era mai.
Poi, come spesso succede a chi tergiversa, quelle idee te le ritrovi realizzate magistralmente da altri e devi rivedere tutto. Alla fine ho smesso di andare a vedere gli altri sfidanti altrimenti mi prendeva l’ansia da prestazione.
Perché questa è una ricetta con le palle cubiche, scusate il francesismo.

Mi è semblato di vedele un pollo!!

Già quella dei croissant è stata tosta, in fatto di tempi di lavorazione che sono inversamente proporzionali al tempo necessario per spazzolarseli tutti.
Questa è tosta perché richiede dimestichezza con i coltelli, con la carne, con le farce e con le cotture. Con la Cucina con la maiuscola, per chiarire. E  se questa dimestichezza non c’è, la si acquisisce, perché ricordiamoci che l’MTC è anche e soprattutto una scuola.
Patrizia ci ha messi alla prova con un piatto principe della cucina, italiana e non, il pollo (o volatili in genere) disossato e ripieno. Sento già le vostre papille fremere al pensiero.
Nel suo blog (Andante con gusto) Patrizia ci ha spiegato benissimo la tecnica del disosso, con fotografie passo passo, ci ha dato un suggerimento golosissimo sul ripieno, ci ha fatto vedere come si ricuce il pollo e infine ce lo ha presentato con tutti i complementi d’obbligo: una salsa vellutata e un contorno raffinato.
Perché questo è il piatto delle grandi occasioni, dei pranzi di festa e deve essere presentato degnamente. Quindi la sfida comprende tutto, disosso, ripieno, cucitura e accompagnamento.
Una cosuccia da niente!
Io vi devo confessare una cosa, non ero tanto preoccupata per il disosso. Mi sono subito procurata un coltello adatto, veramente con la scusa che “non posso andare avanti con questi coltelli vecchi, non ne possono più” mi sono comprata tutta una serie di coltelli da cucina degni di questo nome. Anzi me li sono fatti regalare dal marito ipnotizzato dall’idea del pollo ripieno.
Quando si dice prenderli per la gola. Mia nonna avrebbe detto “l’ommu l’è ‘n bimbin!” ossia l’uomo è un tacchino, si beve di tutto. Tanto siamo in tema.
Comunque mi sentivo abbastanza tranquilla, perché avevo già affrontato il tema durante un corso di cucina anni fa, tanti anni fa, ok erano i tempi delle guerre puniche, dopo ho ripetuto l’esperienza forse due volte e con ampio margine di miglioramento, nonostante questo mi sentivo sicura, quasi sicura, che non sarebbe stato così difficile. Guardando le foto di Patrizia mi sembrava di ricordare tutto. Se non fosse bastato c’è una scheda grafica sul post MTC fatta da Daniela (di Acqua e menta ) che fa sembrare tutto semplicissimo.
Il mio spauracchio, non ridete, era la cucitura. Ok che non si pretende una sutura da chirurgo plastico e nemmeno un rammendo invisibile, ma una cosa fatta bene e resistente si, che non ceda in cottura rovinando tutto il lavoro. Chi è nato in Liguria mi può capire, noi cresciuti con il babau dell’esplosione della Cima lo sappiamo bene. Quella tasca di carne ripiena e soprattutto ricucita che sembra una bomba a orologeria. Perché se non la si riempie bene e soprattutto non la si cuce a dovere poi in cottura scoppia e fa uscire tutto il ripieno.
Quindi mi sono consultata con mamma e zia; anche loro devo dire che non si sono minimamente poste il problema del disosso, neanche un fiato, c’è stato un vero simposio su che ago, filo e punto fosse meglio usare. Quando hanno iniziato a parlare di gigliuccio e macramè e di coefficiente di tensione della pelle del pollo, però le ho fermate.
Alla fine il momento catartico è arrivato: soli io e il pollo. A questo punto confesso che qualche preoccupazione l’ho avuta. In effetti la mia esperienza da macellaio non è così vasta.
Ma con le foto di Patrizia sotto al naso e un po’ di calma è filato tutto liscio. Ho ancora tutte le dita e il pollo non sembrava aver subito troppe sevizie.
Per il ripieno ho seguito l’idea che avevo in testa fin dall’inizio, appena è uscito l’argomento della sfida. Un’idea che avevo anche prima ma non avevo mai avuto la spinta giusta per farla.
Sicuramente assomiglierà a qualcosa che hanno già postato, pazienza non sarò la più originale ma son davvero contenta di averla fatta e mi va bene così.
Ho visto questa ricetta in un libro che ho letto e riletto più volte: “ La cucina degli dei” di Anna Ferrari, dove l’autrice ha riproposto le ricette dell’antica Grecia e Roma, prese dai testi di autori dell’epoca e opportunamente adattate per i giorni nostri, ma nemmeno troppo.
Adoro questo libro perché le ricette sono intervallate da miti, storie e approfondimenti sulla vita dell’epoca, dal punto di vista culinario.
La ricetta a cui mi sono ispirata è il “pullus farsilis” di Apicio, De Re Coquinaria (VI,9,14)
L’ho un po’ rivisitata, prima di tutto perché non era previsto il disosso, ma poi perchè non si trova il garum, la salsa di pesce fermentato, onnipresente in tutte le ricette. La si può sostituire con la colatura di alici o con la salsa di pesce vietnamita (Nuoc Nam) ma anche queste non sono facili da reperire, veramente è più facile trovare la salsa vietnamita che la colatura italiana e sorvolo.
Io ho usato la pasta di acciughe, ma invece di metterla nel ripieno l’ho messa nella salsa. Anche per questa mi sono fatta ispirare dalle salse per le carni di Apicio e colleghi, dove il garum, il miele o il mosto sono d’obbligo. Ma ho fatto un mix con la più nota salsa di pane.
Il miele l’ho usato per condire e caramellare il contorno.
Ok, adesso basta chiacchiere, si cucina.








POLLO FARCITO CON FARRO, UVETTA E  CARNE, CON SALSA DI PANE E CIPOLLINE AL MIELE

Ingredienti:
un pollo da circa 1kg,
un mazzetto di odori (alloro, salvia, rosmarino e timo),
sedano carota e cipolla,
vino bianco,
olio evo, burro,
sale e pepe.

Per il ripieno:
40g farro o cereali misti (riso, avena, orzo e farro),
100g carne macinata tritata,
100g salsiccia,
50g pancetta affumicata tritata fine,
1 cucchiaio di pinoli,
1 cucchiaio abbondane di uvetta passa,
1 uovo piccolo,
pangrattato,
sale, pepe, noce moscata, zenzero in polvere.

Per la preparazione del pollo ho proceduto con il metodo di Patrizia che lei ha spiegato benissimo con tanto di fotografie passo passo. C’è anche una bellissima scheda grafica di Daniela sul blog dell'MTC. Io tenterò di riassumere in breve giusto per accompagnare con qualche spiegazione le fotografie del disosso richieste dalla gara.

Disossate il pollo: innanzi tutto pulitelo bene e togliete tutti i residui di piume, aiutatevi fiammeggiando leggermente sul fornello.
Mettete il pollo col dorso in alto e le gambe verso di voi.



Per prima cosa dovete staccare l’articolazione delle gambe, introducendo le dita nella cavità e tirando verso di voi.
Girate il pollo in modo da avere di fronte l’apertura del collo e, sollevando la pelle tastate la carne e cercate la forcella, l’osso a V che sta attaccato al petto, tiratela e staccatela col trinciapollo.
A questo punto rigirate il pollo con le gambe verso di voi e iniziate a inciderlo lungo la colonna vertebrale, il petto deve rimanere appoggiato al piano di lavoro. Apritelo in due procedendo dal collo alle zampe, tenete con una mano il pollo schiacciato al tagliere in modo che le ossa della colonna si aprano un po’ e sia più facile il taglio. Comunque ci vuole un po’ di forza e pazienza.


Allargate bene l’apertura e staccate le ossa della colonna, prima da una parte poi dall’altra, inserendo la lama del coltello dall’alto verso il basso, cioè dal collo verso le gambe. Per ultima staccate la cassa toracica, cartilagini comprese. Mettetele da parte

il mio pollo non era ruspante quindi la carcassa è venuta via praticamente tutta insieme
Tagliate le ali col coltello all’altezza della prima articolazione, mettetele da parte. Sfilate il resto dell’osso dell’ala e rivoltate la pelle all’interno.
Staccate col coltellino la carne del sovra coscia e togliete le ossa. Lasciate la cosce intere così rimangono più in forma.
A questo punto il pollo è pronto.



Con le ossa della carcassa e le ali preparate un brodo: mettetele in una pentola con sedano, carota e cipolla e 5 litri d’acqua circa, portate a bollore e fate bollire piano per almeno 1 ora e mezza. Filtrate il brodo e tenetelo da parte. Non salate.

Preparate il ripieno. Lessate il farro, o i cereali che volete, al dente, scolate e fate raffreddare. Mescolate con la carne macinata, la salsiccia sbriciolata, la pancetta a dadini piccoli, i pinoli, l’uvetta ammollata e sciacquata. Unite l’uovo e un cucchiaio di pangrattato, mescolate tutto, salate e pepate e aggiungete anche dello zenzero in polvere a piacere. Se volete potete aggiungere anche un po' di pasta di acciughe. Io non l'ho fatto, mi sembrava troppo azzardato. Ma nella ricetta antica è prevista.
Distribuite il ripieno all’interno del pollo, compattandolo bene. 




Avvolgete il pollo su se stesso e chiudetelo bene cucendo con ago e filo lungo tutta l’apertura. Cucite i due lembi di pelle cercando di non tirarla troppo perché in cottura, ritirandosi potrebbe strapparsi.
Legate fra loro le zampe con un pezzo di spago.



Mettete il pollo in una pirofila dove ci sta di misura ben unta d’olio. Adagiatelo sopra il mazzetto di odori col petto rivolto verso il basso, distribuite lungo la cucitura dei fiocchetti di burro, così la pelle rimane più morbida. Salatelo e pepatelo bene sulla pelle. Infornatelo a 180°C per 10 minuti, bagnatelo con un bicchiere di vino bianco e cuocete ancora 10 minuti, a questo punto giratelo sottosopra bagnate ancora con poco vino e un mestolo di brodo caldo.
Cuocete in tutto circa 1 ora e mezza, bagnandolo di tanto in tanto col fondo di cottura e poco brodo. Rigiratelo un paio di volte in modo che si cuoce bene ovunque. Usate cucchiai di legno per non bucare la pelle.
Alla fine la pelle deve avere un colore biondo caramello e dalla cucitura, se premuta leggermente, deve uscire un liquido trasparente. Toglietelo dal forno e avvolgetelo in un foglio di carta forno e alluminio per tenerlo caldo.

Filtrate il fondo di cottura eliminando gli aromi, staccate bene le parti attaccate alle pareti della teglia aiutandovi con poco brodo. Mettetelo in un pentolino con mezzo bicchierino di vino e un mestolo di brodo. Fate sobbollire per 5-10 minuti in modo che si restringa leggermente. Questa sarebbe già un’ottima salsa di accompagnamento, basta legarla con un cucchiaino di fecola e poco burro.

Per la salsa di pane:
50g circa di pangrattato,
1 scalogno,
2dl di latte intero,
chiodi di garofano,
1 foglia di alloro,
1 foglia di salvia,
pepe, noce moscata,
1 cucchiaio di pasta d’acciughe,
fondo di cottura del pollo.

Tritate finemente lo scalogno, fatelo cuocere a fuoco dolce con il latte per almeno 10 minuti con l’alloro, la salvia e due-tre chiodi di garofano.
Eliminate gli aromi e frullate il latte. Stemperatevi la pasta di acciughe e versatevi pian piano il pane mescolando. Cuocete per un paio di minuti poi unite il fondo di cottura del pollo. Regolate di sale e pepe. Dovete ottenere una salsa densa ma cremosa, eventualmente aggiungete altro pangrattato o fondo di pollo.
Servite la salsa ben calda.




Per il contorno di cipolline glassate al miele e zenzero.
500g cipolline borettane,
miele di lavanda o castagno,
aceto bianco,
aceto balsamico,
1 foglia di alloro,
sale, pepe, zenzero in polvere.

Spellate le cipolline. Fatele bollire per 5 minuti in acqua bollente lievemente salata, con la foglia di alloro e due-tre cucchiai di aceto bianco. Scolatele ancora al dente tenendo qualche cucchiaio di acqua di cottura.
Mettete le cipolline in una padella con un filo d’olio, fatele rosolare per un paio di minuti. Sciogliete 1 cucchiaio di miele con due cucchiai dia ceto balsamico e altrettanti di acqua di cottura calda, unite a piacere pepe e zenzero in polvere. Versate il composto sulle cipolline e fatele caramellare a fuoco moderato.








Servite il pollo con il suo fondo di cottura addensato, la salsa di pane speziata e le cipolline al miele. Io ho preparato anche delle semplici patate a tocchetti, rosolate in padella con poco olio e burro e un rametto di rosmarino. In questo modo ho servito un piatto unico.





martedì 23 dicembre 2014

DOLCETTI E BISCOTTI DI NATALE: qualche idea golosa sotto l'albero.

You better watch out
You better not cry
Better not pout
I'm telling you why
Santa Claus is coming to town

He's making a list,
And checking it twice;
Gonna find out Who's naughty and nice.
Santa Claus is coming to town

He sees you when you're sleeping
He knows when you're awake
He knows if you've been bad or good
So be good for goodness sake!

O! You better watch out!
You better not cry.
Better not pout, I'm telling you why.
Santa Claus is coming to town.
Santa Claus is coming to town.


Ormai manca pochissimo. È quasi tutto pronto.
Albero, Presepe, luci, addobbi. Tutta la casa è in festa.
La letterina è stata spedita. I regali sono stati fatti.
Il menù per il cenone o il pranzo di festa è stato compilato.
Le cucine si riempiono già di rumori di stoviglie, pentole. Sfrigolii, borbottii.
Odori meravigliosi pervadono tutta la casa.
I bambini sono agitati più che mai, aspettando Babbo Natale o Gesù Bambino.

Se ancora vi è rimasto qualche pensierino da fare. Qualcuno da salutare.
O se volete offrire qualcosa di speciale agli amici che passano da casa per scambiare gli auguri. O se semplicemente volete tenere a freno l’impazienza dei più piccini preparando con loro qualcosa di goloso, magari da lasciare sul davanzale della finestra per Babbo Natale.
Ecco che questo post fa al caso vostro.

Vi do qualche idea facile e veloce.
Un po’ di ricette di biscotti e pasticcini che ho postato in quasi due anni di blog.
Da regalare e regalarvi in queste feste che sono ormai dietro l’angolo.

Per confezionarli non c’è limite alla fantasia. Ci sono negozi dove vendono di tutto: vassoi, scatoline, cestini. Vasetti di vetro di varie forme e colori: per esempio sono molto di moda i vasi da conserva, quelli col coperchio con la guarnizione. Oppure un semplice bicchiere, quelli da vino liquoroso grandi col piede, una mug, una tazza da tisana, riempiti con tanti biscottini.

Ma bastano dei semplici piatti di carta o plastica, di quelli natalizi che si trovano nei supermercati. Ce ne sono di diverse misure. Alcuni poi hanno decorazioni bellissime.
Poi un foglio di carta trasparente per alimenti. Oppure dei sacchettini trasparenti, sempre da alimenti, quelli dove si mettono le caramelle sfuse, per intenderci. E tanti nastri colorati.

Nel post precedente vi ho fatto vedere come si preparano i Gingerbread man e la loro Casetta. Che altro non sono che i Piparkakut finlandesi.


 
Vi avevo anche accennato degli Speculoos, i biscotti che in Belgio si preparano per S.Nicola.
 

Oppure potete spostarvi in Inghilterra o negli Stati Uniti e preparare dei semplici Chocolate Chips Cookies che non sono prettamente natalizi ma sono sicura che gli elfi ringrazieranno molto.

 

Se invece ci dirigiamo all’altro capo del mondo troviamo gli australiani ANZAC biscuits con avena e cocco, anche questi non prettamente natalizi ma noi non ci formalizziamo. Poi sono davvero veloci da preparare. Vista la quantità di cose da fare in questi giorni, la cosa non è da sottovalutare.


 
Oppure i golosi Lamingtons con una soffice crema, cioccolato e cocco. Sembrano cioccolatini e come quelli, uno tira l'altro.



 In Brasile invece possiamo trovare i Beijinos de coco e i Brigadeiros. Di una semplicità sorprendente. Fatti semplicemente con latte condensato e cocco o cacao. Sono così buoni che spariranno in un attimo. In più fanno una gran figura.

 
 
In Italia biscotti ne abbiamo moltissimi. Io vi segnalo questi, semplici e golosi:
I Canestrelli Liguri, che adoro particolarmente.



 
I biscotti di pasta di mandorle con gocce di cioccolato.


 
E i biscotti di riso senza glutine.
O quelli di riso e mais con vino bianco e olio d'oliva. Molto leggeri e delicatissimi.



Ho anche preparato dei golosi cioccolatini ripieni con ganache allo zafferano e al croccante. Non senza difficoltà, quella volta ho fatto qualche pasticcio ma poi ci sono riuscita e che goduria. Con la crema del ripieno ho fatto anche dei deliziosi Tartufini. Naturalmente il croccante è fatto con le mie manine.





 
Ma i miei preferiti restano i Biscotti della Fortuna Cinesi. Che tra l’altro sono divertentissimi da regalare proprio per queste feste di fine anno. Preparate delle frasi divertenti e sibilline, scrivetele su delle striscioline di carta che metterete dentro ai biscotti e poi divertitevi a giocare con gli amici.


 
 
Bene, vi ho dato qualche piccolo suggerimento. Ma nell'indice delle ricette troverete ancora altri piccoli dolcetti. Divertitevi a prepararli, a regalarli e a mangiarli. Passate delle feste serene in compagnia di chi vi sta a cuore.
Non so se riuscirà a postare ancora qualcosa prima di Natale. Avevo in progetto ancora tante cose ma il tempo è volato più veloce del previsto.
Sono anch’io in pieno fermento: quest’anno il pranzo del 25 si farà a casa mia e, anche se avrò la collaborazione di mamma, suocera e zia, ho un po’ di cose a cui pensare.
Per questo inizio a farvi fin d’ora i miei più cari auguri.

Buon Natale a tutti.

lunedì 22 dicembre 2014

CASETTA DI PAN DI ZENZERO: Gingerbread Christmas House e un libro ritrovato.

Questi ultimi giorni sono stati un po’ caotici. Mi si sono accumulati impegni, gli ultimi regali di natale da fare. Tempo per il blog davvero poco.
Ma una cosa l’ho preparata. Con l’aiuto di tutta la famiglia. Perché è molto semplice da fare ma richiede un po’ di impegno logistico. E un paio di mani in più.
La casetta di Pan di Zenzero.
O meglio si dovrebbe dire Pan di Spezie. Perché non c’è solo zenzero, ma anche cannella, noce moscata e chiodi di garofano.

Di ricette sul web ce ne sono migliaia. Si rifanno tutte ai biscotti speziati di origine nord europea. Poi diventati famosissimi anche negli Stati Uniti e di recente anche da noi.
Forse i capostipite della serie sono i biscottini di Natale scandinavi: i Pepparkakor svedesi, detti Piparkakut in Finlandia e che diventano Pepperkaker in Norvegia.
Che però sono presenti, poco dissimili, anche in Belgio. Sono gli Speculoos o Speculaas, a seconda della dizione franco- tedesca o fiamminga. Questi li avevo già preparati QUI, ed avevano avuto un successone. Anche a Pasqua.
Nei paesi anglosassoni, Stati Uniti specialmente, si chiamano Ginger snaps o Ginger nuts, ma sono ancora più conosciuti col nome di Gingerbread man: gli Omini di pan di zenzero delle filastrocche dei bambini e dei cartoni animati.
Con l’impasto di questi biscotti, un po’ meno burroso, si può preparare la Casetta di pan di Zenzero, la Gingerbread House.

Come dicevo le ricette sono moltissime. Tutte più o meno simili ma anche con qualche peculiarità. Differisce magari la quantità di burro, per esempio sono molto più burrosi i biscotti di origine belga che quelli scandinavi. Differisce la proporzione di spezie, ma quella credo dipenda anche dal gusto personale.
Insieme allo zucchero possono comparire a seconda del fuso orario: il miele, Golden Syrup, melassa, sciroppo d’acero, Brown Sugar o Cassonade o ancora semplice zucchero di canna.
In alcune ricette, soprattutto in quelle americane, compare anche il cacao amaro.

Io alla fine ho preso una ricetta da un bellissimo sito finlandese (www.finskis.com) e l’ho leggermente modificata secondo i miei gusti personali. Ho aggiunto infatti poco cacao amaro che al gusto non si ente ma da un profumo meraviglioso e colora la pasta di un bel marrone; inoltre ho aggiunto un pizzico di paprika dolce, perché trovo ci stia benissimo.

Chissà cosa ne penserebbe Babbo Natale di questi piparkakut italici?

Babbo Natale. Tra pochi giorni arriverà. L’avete scritta la letterina?
Lui in questo momento è la al Polo Nord, con i suoi elfi, e sta ultimando gli ultimi preparativi, in un turbine di giocattoli, carte da pacchi e nastri colorati. La slitta viene lustrata e lucidata e anche le renne stanno avendo una bella strigliata. Sua moglie Anya (non lo sapevate? Ebbene si esiste una Mamma Natale) sta stirando la sua giacca rossa, mentre in forno cuociono biscotti speziati, magari come questi.

Come faccio a saperlo? Ma perché ho letto un libro bellissimo e suggestivo che racconta la vera storia di Santa Claus, Babbo Natale. Di chi era, di come è arrivato al Polo Nord dagli elfi, di come ha fatto a diventare l’amico di tutti i bambini del mondo. Soprattutto racconta di quella volta che l’elfo Toppa decide di scappare dal Polo Nord, dopo aver combinato un guaio nella fabbrica de giocattoli, e cercare fortuna a New York, dove combinerà altri guai.
Allora babbo Natale dovrà intervenire di persona per rimediare.

Questo libro si intitola semplicemente “Santa Claus. La storia di Babbo Natale”. Sperling & Kupfer Editori. È un vecchio libro di quando ero piccola, tratto dall’omonimo film.

L’ho trovato nella libreria dei miei genitori e mi sono un po’ commossa nel rileggerlo.
È del 1985. Io avevo l’età di mio figlio adesso e come lui ero nella fase in cui volevo disperatamente credere in Babbo Natale. Mi auto convincevo.
Non ricordo quando è stato che ho smesso di farlo, cosa mi abbiano detto i miei genitori per darmi spiegazioni. Come l’ho presa. Sono cose che poi passano di mente. È la vita, si cresce e si superano. Non credo sia stato poi così traumatico.

Solo che adesso sto vivendo la cosa da mamma e mi rendo conto che l’infanzia finisce proprio quando un bambino smette di credere a Babbo Natale. Come si fa a dirgli la verità?
Soprattutto quando. Qual è il momento giusto?
Quando bisogna rispondere con sincerità ai suoi dubbi e lasciar perdere la favola?
Io me lo sto chiedendo e per adesso ringrazio il cielo che lui abbia smesso di fare domande, forse proprio per godersi ancora un po’ a questa magia.

Intanto insieme abbiamo preparato la Christmas Gingerbread House, caso mai qualche elfo di Babbo Natale passasse di qui. E insieme leggeremo questo libro divertente.
Se dovete fare un regalino a qualche bimbo cercatelo. Magari lo si può ancora trovare su internet. Ne vale la pena.

 


 
 
 
 
 
 
 
 
CASETTA DI PAN DI ZENZERO.

Per la base di biscotto:
500g farina 00,
150g burro morbido,
80g zucchero semolato,
80g zucchero di canna integrale,
2 cucchiai di miele di castagno,
1 cucchiaio di cacao amaro in polvere (facoltativo),
2 uova,
1 cucchiaio cannella in polvere,
1 cucchiaio zenzero in polvere,
1 cucchiaino di noce moscata in polvere,
1 cucchiaino di chiodi di garofano macinati,
1 cucchiaino di paprika dolce (facoltativa),
1dl succo d’arancia.

Tenete fuori dal frigo il burro per circa mezz’ora perché si ammorbidisca. In una ciotola lavorate il burro con il miele e gli zuccheri, unite anche le uova e le spezie.
Potete usare anche il mixer con la lama di plastica per impastare.
Unite la farina, il cacao e il succo d’arancia. Lavorate energicamente ma rapidamente per ottenere un impasto liscio ed omogeneo. Formate una palla, avvolgetela nella pellicola per alimenti e mettetela in frigo per almeno un’ora.

Disegnate la sagoma della casetta su dei fogli di cartoncino o meglio ancora su dei fogli di acetato, ritagliateli con le forbici. Basta disegnare la parte davanti con la porta e una finestra, un muro laterale e un lato del tetto. Poi le ritaglierete due volte nella pasta e avrete tutti i  pezzi della cassetta.

Stendete quindi la pasta a uno spessore di circa 1cm, non di meno altrimenti la casetta rimane fragile. Appoggiate i disegni e ritagliate con un coltello pesante ben affilato. Con un coltellino o degli stampini da biscotti ritagliate la porta e la finestrina sul davanti.
Nei muri laterali e dietro se volete potete anche non ritagliare finestre ma disegnarle con la glassa o con cioccolato fuso.

Nel disegnare il tetto cercate di farlo largo abbastanza che copra anche lo spessore dei muri e che esca almeno 1,5cm in fuori dalle facciate della casa. Perché, quando lo andrete a decorare, la glassa non vi coli sui muri rovinandovi tutto. Inoltre una parte deve essere un po’ più alta dell’altra perché si andranno a sovrapporre sulla sommità.

Disponete tutti i pezzi su delle placche foderate di carta forno e infornate a 200° per 10 minuti. Fate raffreddare e procedete con la decorazione.
 
 
 

Per la decorazione:
200g circa di zucchero a velo,
1 limone,
confettini di zucchero colorati o argentati,
codette colorate,
confettini di cioccolato colorati,
cioccolato fuso, bianco o fondente,
cocco grattugiato.

Cominciate a decorare i singoli muri. Preparate una glassa con metà dello zucchero a velo, 3 gocce di succo di limone e due cucchiaini di acqua fredda. Unite i liquidi poco per volta, se occorre unitene ancora. Dovete avere una consistenza come la colla vinilica. Se fosse troppo liquida basta aggiungere dell’altro zucchero.

Riempite di glassa una penna da decorazione (sono in plastica morbida o silicone, si trovano nei casalinghi o nei supermercati). Se non l’avete formate un cartoccio a imbuto con della carta forno, fermatelo con un pezzetto di nastro adesivo riempitelo con la glassa e tagliate la punta ricavando un buchino di 1mm circa.

Decorate i muri a piacere, disegnando porte e finestre, ghirigori, cuoricini, stelline. Completate mettendo confettini colorati a vostro gradimento. Fatelo quando la glassa è ancora umida, così si attaccano. È divertente lasciar fare le decorazioni ai bambini.
Lasciate asciugare perfettamente le decorazioni.
Se volete potete già decorare il tetto disegnando le tegole con la glassa o cioccolato fuso e applicando piccoli confettini.

Una volta che le decorazioni sono asciutte dovete montare la casetta.
Preparate altra glassa con pochissima acqua. Questa volta è meglio che sia più densa, quasi come un dentifricio. Con un pennello o con la penna da decorazione, spalmate una generosa striscia di glassa sui due bordi laterali della facciata, all’interno. Applicate i due muri laterali. Teneteli fermi in piedi per qualche minuto. Cementateli dall’interno con altra glassa.
La glassa, per quanto sia densa, tende a colare in basso, sul piano di lavoro. Non preoccupatevi, quando è asciutta si gratta via col coltello.
In questa fase è meglio farsi aiutare da qualcuno, così mentre questi tiene i muri in posizione voi potete spalmare la glassa che cola con una piccola spatolina mettendola bene sulle giunture, lavorate sempre dall’interno così da fuori non si nota. Con lo stesso procedimento “incollate” anche il retro.

Attenzione: cercate di pulire delicatamente la glassa che esce dalle giunture verso l’esterno, così non si rovinano le decorazioni. Inoltre nel tenere fermi i muri cercate di non mettere le dita sulle decorazioni esterne altrimenti si staccano e si sciolgono.
 
 
 

Quando i quattro muri sono ben solidi procedete con il tetto. Stesso procedimento. Se lo avete già decorato state attenti a non rovinare le decorazioni.

Io non ho decorato il tetto perché volevo creare un effetto nevicata: una volta incollato l’ho spalmato di glassa (densa) partendo dalla sommità perché comunque tende a colare, ho ripetuto l’operazione più volte.
Infine ho cosparso tutto con cocco grattugiato a pioggia, anzi a neve.

Come dicevo, per fare una nevicata di questo tipo occorre che il tetto sia un po’ più largo dei muri, sia sul davanti che sul retro, e che scenda giù dalle parti almeno di 2cm. In questo modo la glassa non cola sui muri rovinando le decorazioni.
 
 
 

Lasciate asciugare la casetta per almeno un paio d’ore. Staccatela delicatamente dal piano di lavoro, aiutandovi con un coltello affilato e disponetela sul vassoio di portata.
Potete incollarla anche direttamente sul vassoio se è bianco, anche se la glassa cola non si vede, anzi sembrerà decorativa se la spolverate di cocco, come neve.

 



Con questa dose ho preparato anche degli omini, delle renne, stelline e alberelli. Con bastoncini di pasta cotti ho fatto dei piedistalli, che ho incollato con la glassa per far stare in piedi renne e abeti. Ho decorato tutto con glassa, cioccolato bianco fuso e confettini.
I biscottini si cuociono separatamente perché sono più piccoli della casetta, bastano 180° per circa 8 minuti.