Avevo detto niente riflessioni, niente bilanci.
Ma è inevitabile.
Ce lo prescrive persino Face book col suo riassuntino del “tuo anno fantastico”.
Che
poi è inutile che ci si indigna perché ci fa rivedere momenti che ci
intristiscono.
Come
le ferie al mare con l’ex, prima che ti cornificasse con la fidanzata di suo
cugino. O di quando hai deciso di farti tatuare il nome della tua ragazza che però ti ha lasciato il giorno dopo che fosse completato. O di quando avevi ancora tutti i capelli normali prima che sbagliassi tinta.
Non è colpa sua, è un algoritmo, come fa a sapere cosa è successo nel frattempo?
È un freddo computer che prende a caso foto dal tuo (TUO) diario che tu (TU) hai postato.
Se non vuoi vederle più cancellale. Non sono mica incise nella roccia come geroglifici.
Ma pare che qualcuno si sia invece arrabbiato. E abbia fatto addirittura causa a Mr. Facebook. Per carità li si trattava anche di eventi molto tristi e gravi. E forse nell’onda del dolore, si dicono e fanno tante cose.
Ma
non si può dare sempre la colpa ai social network. Ci si trova quello che ci si
mette.
Non
ho bisogno di Facebook che mi faccia “improvvisamente” ricordare di eventi,
facce, persone. Quelle foto, quei ricordi, sono comunque i miei.Forse starò diventando cinica. Sarà l’età che avanza.
Se
mi guardo indietro vedo un sacco di cose che mi sono successe, alcune belle,
altre meno.
Ma
ancora di più vedo quelle che avrebbero potuto succedere e invece …Forse è stato meglio così, forse no.
So solo che a volte ci si ritrova con un sacco di cose non dette o non fatte che rimangono li sul groppone. Un sacco di se solo avessi, di magari.
Con la fine dell’anno voglio eliminare tutte queste cose. Questi rimasugli. Queste scorie.
Fare
come si usa in Giappone, che puliscono per bene tutta casa prima che inizi il
nuovo anno, in modo da essere purificati e proseguire più leggeri.
Ecco
ora non vorrei che pensaste che mi sono messa a pulire come Mastro Lindo o a
svuotar cantina e soffitta. Per altro per quel lavoro ci vorrebbe un’impresa.
Ma
la mente e il cuore da tante zavorre inutili quello si.
O
almeno vorrei provarci.
Vorrei
smetterla di preoccuparmi sempre di dire e fare la cosa giusta per gli altri,
tanto la cosa giusta non lo è quasi mai.
Vorrei
imparare a dire più spesso qualche no, qualche basta, senza sentirmi poi in
colpa.Vorrei imparare a non farmi coinvolgere troppo da questioni altrui e magari pensare un po’ prima a me stessa.
Vorrei non sentirmi sempre in dovere di aiutare tutti quelli che mi circondano perché ogni tanto sarebbe bello star li e lasciare che gli altri facciano qualcosa per te.
Mi
piacerebbe riuscire ad “aprire le menti” di quelli che credono di sapere tutto,
di avere sempre la verità in tasca, che si ergono a professori, e se si
offendono pazienza.
Oppure
semplicemente vorrei imparare a fregarmene di quello che pensano o credono di
sapere. Anzi vorrei proprio imparare a fare ogni tanto quello che voglio o
ritengo giusto senza dover dare spiegazioni, o sentirmi in dovere di farlo.
Mi
piacerebbe anche fare una gran cavolata una volta senza pensare alle
conseguenze.
Non
è che sono sempre stata perfetta, per carità. Errori ne ho fatti tanti, ma quasi
sempre per decisioni mai prese o cose lasciate perdere, piccole cavolate, ma le
conseguenze le ho sempre pagate tutte, piccole o meno, a volte persino qualcuna
in più del dovuto.Ecco, più che altro vorrei avere la capacità di fare le cose di impulso, senza ponderare troppo.
Per il gusto di farle. Per me stessa. Una volta sola almeno.
Soprattutto
vorrei imparare definitivamente a non fidarmi così ingenuamente delle persone.
Perché
io alla fine ci casco sempre. Abbocco come un totano. Penso sempre che tutti in
fondo siano buoni. Buoni per il brodo.
Infine
tra le zavorre che mi vorrei togliere da dosso sono quegli amici o amiche che
si ricordano di te nel momento del bisogno, il loro però.
Mi
piacerebbe proprio prendere una bella scopa e far un bel repulisti: via tutto,
alè.
Il
fatto che quella scopa potrei anche girarla nel derrière di qualcuno, è un
dettaglio.
Di
contro vorrei veramente avere la determinazione, la grinta e la capacità di portare
fino in fondo alcuni progetti che ho nel cassetto non so da quanto tempo. Senza
temere o chiedere pareri a nessuno.
Anzi
farò così. Domani appena sveglia farò una bella lista di cose da fare e non
fare nel 2015.
In
questa lista però non ci metterò che devo perdere ancora 3-4 chili.Per quello la determinazione non basta più. L’unico modo che ho di perdere peso è tagliarmi un braccio. Ma me ne servono due per prendere a ramazzate nel didietro le cose negative.
Ultima
ricetta dell’anno. Veloce. Pronta in pochi minuti. Per il cenone è l’ideale.
Un
bel brindisi con un calice di ottimo spumante italiano e siamo già nell’anno
nuovo.
Auguro a tutti di cuore di liberarvi delle vostre
zavorre, di tutto quello che vi impedisce di vivere sereni e che i vostri desideri
più belli possano essere esauditi.
BARCHETTE CON MASCARPONE E
SALMONE AFFUMICATO (O SALAME COTTO).
Per la pasta brisè:
200g
farina 00,130g burro,
mezzo bicchiere di acqua fredda (circa 1dl),
un pizzico di sale.
Impastate
la farina col burro tagliato a dadini piccoli e il sale in modo da avere un
composto a piccole briciole. Unite l’acqua poca alla volta e impastate
velocemente. Dovete ottenere una pasta omogenea, morbida ma consistente (non
molle).
Avvolgetela
nella pellicola per alimenti e tenetela in frigo almeno un’ora.
Potete
usarla per preparare quiche o torte salate cuocendola insieme al ripieno,
oppure foderare uno stampo grosso o tanti piccoli e preparare dei gusci di
pasta da riempire con creme o composti freddi in genere.
Per
fare le tartellette bisogna stendere la pasta a uno spessore di circa 3-4
millimetri e foderare gli appositi stampini ben imburrati. Bucherellateli con
una forchetta e cuoceteli in forno per circa 8-10 minuti a 180°, devono essere
leggermente dorati.
Le
tartellette si possono preparare anche con qualche giorno di anticipo e
mantenere fragranti in un contenitore a chiusura ermetica.
Per dovere di cronaca vi
do la ricetta della pasta brisè anche se in commercio si trova già pronta e
stesa, anche di ottima qualità. Ma è davvero molto facile da fare, ne vale la
pena.
Certo non tutti hanno gli
stampini appositi per le barchette, anche in questo caso le potete acquistare
già pronte nei supermercati più forniti, soprattutto in questi periodi di
festività.
Per circa 30 barchette:
30
tartellette di brisè,200g mascarpone,
50g panna fresca,
3-4 gocce di succo di lime o limone,
un pizzico di sale e pepe,
trota o salmone affumicato,
salame cotto affettato spesso,
semi di papavero.
Lavorate
il mascarpone con la panna, il succo di lime e un pizzico di sale e pepe.
Riempite le tartellette di brisè con la crema aiutandovi con un cucchiaino o
con la tasca da pasticcere.
Tagliate
a dadini piccoli il salmone o il salame e disponeteli sulle barchette.
Completate spolverando con i semi di papavero.
Devo confessare che il
salame cotto è stata un’idea dell’ultimo momento. Ho fatto queste barchette per
il pranzo di Natale. Solo che tra i commensali ce n’era uno, mio padre, che non
mangia pesce. Quindi per non fargli saltare un antipasto (non sia mai che resti
qualcuno indietro di una portata, dobbiamo sacrificarci tutti allo stesso modo)
ho sostituito il salmone col salame cotto. Così qualcuno ha finito per mangiare
un antipasto in più … una a caso.