mercoledì 31 dicembre 2014

BARCHETTE, BRISÈ, SALAME COTTO, SALMONE CRUDO E VIA LE ZAVORRE.

Eccomi qui per un ultimo post prima che quest’anno si concluda definitivamente.
Avevo detto niente riflessioni, niente bilanci.
Ma è inevitabile.
Ce lo prescrive persino Face book col suo riassuntino del “tuo anno fantastico”.

Che poi è inutile che ci si indigna perché ci fa rivedere momenti che ci intristiscono.
Come le ferie al mare con l’ex, prima che ti cornificasse con la fidanzata di suo cugino.
O di quando hai deciso di farti tatuare il nome della tua ragazza che però ti ha lasciato il giorno dopo che fosse completato. O di quando avevi ancora tutti i capelli normali prima che sbagliassi tinta.
Non è colpa sua, è un algoritmo, come fa a sapere cosa è successo nel frattempo?
È un freddo computer che prende a caso foto dal tuo (TUO) diario che tu (TU) hai postato.
Se non vuoi vederle più cancellale. Non sono mica incise nella roccia come geroglifici.
Ma pare che qualcuno si sia invece arrabbiato. E abbia fatto addirittura causa a Mr. Facebook. Per carità li si trattava anche di eventi molto tristi e gravi. E forse nell’onda del dolore, si dicono e fanno tante cose.

Ma non si può dare sempre la colpa ai social network. Ci si trova quello che ci si mette.
Non ho bisogno di Facebook che mi faccia “improvvisamente” ricordare di eventi, facce, persone. Quelle foto, quei ricordi, sono comunque i miei.
Forse starò diventando cinica. Sarà l’età che avanza.

Se mi guardo indietro vedo un sacco di cose che mi sono successe, alcune belle, altre meno.
Ma ancora di più vedo quelle che avrebbero potuto succedere e invece …
Forse è stato meglio così, forse no.
So solo che a volte ci si ritrova con un sacco di cose non dette o non fatte che rimangono li sul groppone. Un sacco di se solo avessi, di magari.
Con la fine dell’anno voglio eliminare tutte queste cose. Questi rimasugli. Queste scorie.

Fare come si usa in Giappone, che puliscono per bene tutta casa prima che inizi il nuovo anno, in modo da essere purificati e proseguire più leggeri.
Ecco ora non vorrei che pensaste che mi sono messa a pulire come Mastro Lindo o a svuotar cantina e soffitta. Per altro per quel lavoro ci vorrebbe un’impresa.

Ma la mente e il cuore da tante zavorre inutili quello si.
O almeno vorrei provarci.

Vorrei smetterla di preoccuparmi sempre di dire e fare la cosa giusta per gli altri, tanto la cosa giusta non lo è quasi mai.
Vorrei imparare a dire più spesso qualche no, qualche basta, senza sentirmi poi in colpa.
Vorrei imparare a non farmi coinvolgere troppo da questioni altrui e magari pensare un po’ prima a me stessa.
Vorrei non sentirmi sempre in dovere di aiutare tutti quelli che mi circondano perché ogni tanto sarebbe bello star li e lasciare che gli altri facciano qualcosa per te.

Mi piacerebbe riuscire ad “aprire le menti” di quelli che credono di sapere tutto, di avere sempre la verità in tasca, che si ergono a professori, e se si offendono pazienza.
Oppure semplicemente vorrei imparare a fregarmene di quello che pensano o credono di sapere. Anzi vorrei proprio imparare a fare ogni tanto quello che voglio o ritengo giusto senza dover dare spiegazioni, o sentirmi in dovere di farlo.

Mi piacerebbe anche fare una gran cavolata una volta senza pensare alle conseguenze.
Non è che sono sempre stata perfetta, per carità. Errori ne ho fatti tanti, ma quasi sempre per decisioni mai prese o cose lasciate perdere, piccole cavolate, ma le conseguenze le ho sempre pagate tutte, piccole o meno, a volte persino qualcuna in più del dovuto.
Ecco, più che altro vorrei avere la capacità di fare le cose di impulso, senza ponderare troppo.
Per il gusto di farle. Per me stessa. Una volta sola almeno.

Soprattutto vorrei imparare definitivamente a non fidarmi così ingenuamente delle persone.
Perché io alla fine ci casco sempre. Abbocco come un totano. Penso sempre che tutti in fondo siano buoni. Buoni per il brodo.

Infine tra le zavorre che mi vorrei togliere da dosso sono quegli amici o amiche che si ricordano di te nel momento del bisogno, il loro però.

Mi piacerebbe proprio prendere una bella scopa e far un bel repulisti: via tutto, alè.
Il fatto che quella scopa potrei anche girarla nel derrière di qualcuno, è un dettaglio.

Di contro vorrei veramente avere la determinazione, la grinta e la capacità di portare fino in fondo alcuni progetti che ho nel cassetto non so da quanto tempo. Senza temere o chiedere pareri a nessuno.

Anzi farò così. Domani appena sveglia farò una bella lista di cose da fare e non fare nel 2015.
In questa lista però non ci metterò che devo perdere ancora 3-4 chili.
Per quello la determinazione non basta più. L’unico modo che ho di perdere peso è tagliarmi un braccio. Ma me ne servono due per prendere a ramazzate nel didietro le cose negative.

Ultima ricetta dell’anno. Veloce. Pronta in pochi minuti. Per il cenone è l’ideale.
Un bel brindisi con un calice di ottimo spumante italiano e siamo già nell’anno nuovo.

Auguro  a tutti di cuore di liberarvi delle vostre zavorre, di tutto quello che vi impedisce di vivere sereni e che i vostri desideri più belli possano essere esauditi.

 

 
 
 
 
 

BARCHETTE CON MASCARPONE E SALMONE AFFUMICATO (O SALAME COTTO).

Per la pasta brisè:
200g farina 00,
130g burro,
mezzo bicchiere di acqua fredda (circa 1dl),
un pizzico di sale.

Impastate la farina col burro tagliato a dadini piccoli e il sale in modo da avere un composto a piccole briciole. Unite l’acqua poca alla volta e impastate velocemente. Dovete ottenere una pasta omogenea, morbida ma consistente (non molle).
Avvolgetela nella pellicola per alimenti e tenetela in frigo almeno un’ora.

Potete usarla per preparare quiche o torte salate cuocendola insieme al ripieno, oppure foderare uno stampo grosso o tanti piccoli e preparare dei gusci di pasta da riempire con creme o composti freddi in genere.

Per fare le tartellette bisogna stendere la pasta a uno spessore di circa 3-4 millimetri e foderare gli appositi stampini ben imburrati. Bucherellateli con una forchetta e cuoceteli in forno per circa 8-10 minuti a 180°, devono essere leggermente dorati.
Le tartellette si possono preparare anche con qualche giorno di anticipo e mantenere fragranti in un contenitore a chiusura ermetica.

Per dovere di cronaca vi do la ricetta della pasta brisè anche se in commercio si trova già pronta e stesa, anche di ottima qualità. Ma è davvero molto facile da fare, ne vale la pena.
Certo non tutti hanno gli stampini appositi per le barchette, anche in questo caso le potete acquistare già pronte nei supermercati più forniti, soprattutto in questi periodi di festività.

Per circa 30 barchette:
30 tartellette di brisè,
200g mascarpone,
50g panna fresca,
3-4 gocce di succo di lime o limone,
un pizzico di sale e pepe,
trota o salmone affumicato,
salame cotto affettato spesso,
semi di papavero.

Lavorate il mascarpone con la panna, il succo di lime e un pizzico di sale e pepe. Riempite le tartellette di brisè con la crema aiutandovi con un cucchiaino o con la tasca da pasticcere.
Tagliate a dadini piccoli il salmone o il salame e disponeteli sulle barchette. Completate spolverando con i semi di papavero.



 
 
 

Devo confessare che il salame cotto è stata un’idea dell’ultimo momento. Ho fatto queste barchette per il pranzo di Natale. Solo che tra i commensali ce n’era uno, mio padre, che non mangia pesce. Quindi per non fargli saltare un antipasto (non sia mai che resti qualcuno indietro di una portata, dobbiamo sacrificarci tutti allo stesso modo) ho sostituito il salmone col salame cotto. Così qualcuno ha finito per mangiare un antipasto in più … una a caso.
 
 
 
 

martedì 30 dicembre 2014

CROQUE EN BOUCHE SALATO CON CARAMELLO BALSAMICO … PER FESTEGGIARE IN COMPAGNIA.

Questo è un post veloce. Velocissimo.
Una ricetta al volo.
Sono così raffreddata che mi si sono incrociati gli occhi a furia di soffiare il naso e starnutire. Tanto per concludere bene l’anno.
Per questo lascerò perdere le mie solite ciance.
Niente bilanci di fine anno. Niente buoni propositi per quello nuovo.
Niente discorsi a reti unificate … no quello è qualcun altro che lo fa.

Solo una piccola ricetta.
Di quelle veloci, facili, furbe e da porca figura.
Valida per tutte queste feste.
Io l’ho preparata per il pranzo di Natale.
Era il mio centrotavola natalizio che poi ci siamo bellamente sbafati nell’arco degli antipasti.
Ma va bene anche per il buffet di S. Silvestro o il pranzo di Capodanno.
Insomma fatelo un po’ quando vi pare.

Anche il 7 Gennaio, per esempio. Per festeggiare il ritorno alla normalità e l’inizio ufficiale della dieta post bagordi.
Che già che si festeggia, allora tanto vale iniziarla direttamente l’8.
Che però è giovedì. Gnocchi. Quindi niente.
Venerdì 9. No il proverbio dice “ne di venere ne di marte …”
Poi c’è sabato e domenica. Nel week end no, dai.
Ok rimandiamo ancora a data da destinarsi.
Come al solito.

Dicevo della ricetta. Si tratta del famosissimo Croque en bouche de Noel.
Quell’impalcatura di bignè tenuta su da mezzo chilo di caramello, di solito tutto artisticamente disposto a filamenti dorati.
Che poi in Francia dov’è nato, questo glielo concedo, lo presentano ad ogni festa, per tutto l’anno. Anche ai matrimoni. Anzi deve essere nato proprio per questo, dopo è stato associato al Natale, per via della sua forma un po’ ad abete.

Io però l’ho fatto salato. I bignè si sa sono neutri e possono essere farciti sia con creme dolci che salate. Ho poi preparato un caramello anch’esso salato, anzi agrodolce.
Il tutto si fa in poco tempo e senza troppa fatica. I bignè si possono fare in anticipo o comprare direttamente già pronti.

Per ottenere una impalcatura ad albero molto alta conviene procurarsi un cono di polistirolo o di spugna da un fiorista, fasciarlo bene con della pellicola per alimenti e attaccare i bignè con degli stuzzicadenti, ben fitti tra loro così non si vede il sostegno sotto.
Oppure si può fare una semplice piramide di bignè attaccandoli col caramello. Viene più bassa ma almeno è tutta commestibile.

 

 





 
CROQUE EN BOUCHE SALATO CON CARAMELLO AL BALSAMICO.

Pasta choux (ricetta presa dal Talismano della Felicità):
4 uova,
150g farina,
100g burro,
250g acqua,
un pizzico di sale.

Mousse al prosciutto:
250g prosciutto cotto (o mortadella),
200g robiola fresca,
2 cucchiai di panna fresca,
noce moscata.

Mousse al formaggio:
200g gorgonzola morbido,
100g formaggio cremoso,
2 cucchiai di panna fresca.

Per il caramello al balsamico:
4 cucchiai di zucchero semolato,
2 cucchiai di zucchero di canna integrale,
2 cucchiai di aceto balsamico,
un pizzico di sale.

Preparate i bignè:
in un pentolino mettete l’acqua, il burro e il sale e fate scaldare a fuoco dolce per sciogliere il burro. Appena il composto inizia a bollire togliete la casseruola dal fuoco eversate tutta la farina in un colpo solo. Mescolate bene con un cucchiaio di lgno e rimettete sul fuoco.
Cuocete a fuoco dolce mescolando sempre per 2-3 minuti, la pasta deve addensarsi e formare una palla che si stacca da sola dalle pareti e deve iniziare a sfrigolare leggermente.
Allora toglietela dal fuoco fate intiepidire e unite le uova uno alla volta, incorporandolo bene prima di aggiungere l’altro. Lavoratela bene fino ad avere un composto vellutato.
A questo punto è pronta per formare i bignè, éclairs, ciambelle, da farcire con creme dolci o salate.

Mettete la pasta in una tasca da pasticcere con bocca liscia e grande e formate, direttamente sulla placca coperta di carta forno, tante palline grosse come una noce, ben distanti tra loro.
Con un pennello umido bagnate la superficie appiattendo anche l’eventuale punta che si forma sulle palline. Se non avete la sac à poche potete formare delle palline con due cucchiaini.
Infornate a 180° per 15-20 minuti. Devono essere ben dorati. Fateli intiepidire nel forno spento e aperto. Lasciate raffreddare bene prima di farcire.
Questa operazione si può fare anche con un giorno o due di anticipo, conservandoli poi, una volta freddi, in un contenitore ermetico o in un sacchetto di plastica per alimenti ben chiuso.

 NB.  Gli éclairs sono semplicemente dei bignè allungati fatti con la tasca con la bocchetta a stella, tagliati a metà e farciti come piccoli panini.
Con la stessa bocchetta a stella si possono creare piccole ciambelline, anche queste da farcire, che si rifanno al Paris-Brest, una grossa ciambella di pasta di bignè farcita con chantilly e fragole.

Prepariamo le creme:
Nel mixer frullate il prosciutto o la mortadella con la robiola, la panna e un pizzico di noce moscata fono ad ottenere un composto omogeneo e soffice.

Stessa cosa per la crema al formaggio: frullate la gorgonzola con la panna e il formaggio cremoso fino ad ottenere un composto omogeneo.
Potete preparare le creme con qualche ora di anticipo, al massimo il giorno prima, e tenerle in frigo ben sigillate fino al momento di utilizzarle.

Farcite i bignè con le creme aiutandovi con una tasca da pasticcere. Oppure tagliate una calottina con un piccolo coltello a seghetto, riempite la cavità con la crema scelta e richiudete.
Disponete i bignè su un vassoio man mano che sono pronti.

Preparate il caramello:
in un pentolino sciogliete gli zuccheri con un cucchiaino di acqua, quando iniziano a caramellare unite il sale e l’aceto e fate sobbollire per un paio di minuti a fuoco dolce in modo che il composto si addensi un po’. Lasciate intiepidire leggermente prima di usarlo.

Prepariamo il croque en bouche:
disponiamo su un piatto di portata uno strato rotondo di bignè ripieni incollandoli fra loro con il caramello. Potete fermarli sul fondo del piatto con una goccia di caramello.
Continuate con un secondo strato rotondo più stretto del primo, appoggiando i bignè nei solchi creati tra quelli di sotto. “Incollateli” sempre con il caramello.
Continuate per altri strati creando una piramide di bignè. Finite con un solo bignè in cima.
Decorate con il caramello fatto sgocciolare tutt’intorno.





 
Potete completare con pistacchi sgusciati e tritati grossolanamente. Io non li ho messi perché … mi sono dimenticata !!!

Questo caramello non fa i fili, non so se è per via dello zucchero di canna che si scioglie meno o dell’aceto balsamico. O magari sono io che non ci sono riuscita. Comunque ha un sapore piacevolmente agrodolce e scrocchiarello che sta bene con creme saporite.

Se volete provare la versione marinara preparate le creme con il salmone e il baccalà.
 
 
 
 

 
Non so se riuscirò a passare ancora da qua domani, per questo inizio ad augurarvi a tutti una buona fine d’anno e un inizio strepitoso ma soprattutto un 2015 pieno di cose belle.

domenica 28 dicembre 2014

BEIGNETS SENEGALESI AL COCCO PER COLAZIONE

"Yalla ma atmi nek atoum Jam ak Kheweul”

Che quest’anno sia un anno di pace e di tanta fortuna.
                                                                                             modumodu.blogspot.it

 E che lo sia veramente, per tutti quanti.

Con questo augurio di un anno felice, mentre fuori è arrivato il gelo e i cannoni “spara neve” sono a pieno regime sulle piste, io vi porto in Senegal al seguito della carovana dell’ABC culinario mondiale. A farci da guida in questa tappa è Lynne del blog Cafe Lynnylu e tra l’altro finisce proprio oggi, quindi mi devo sbrigare se non voglio che mi lascino a terra.

Siamo in Africa occidentale. In una regione di tradizioni antichissime. La popolazione senegalese risale addirittura al paleolitico. Ha subito diverse colonizzazioni, olandese, portoghese e francese. Ognuna delle quali ha lasciato qualcosa di se nella cultura del paese.
L’ultima, la Francia, ha lasciato la lingua ufficiale, anche se sono molti i gruppi etnici presenti.

La cucina senegalese  è molto ricca e varia, considerata forse come una delle migliori di tutta l’Africa, proprio per questo miscuglio di culture diverse e per una gran varietà di prodotti.
Per i senegalesi i pasti principali sono molto importanti perché sono un momento di condivisione e di incontro per la famiglia, molto allargata, che si riunisce tutta intorno allo stesso vassoio. L’ospitalità è una virtù fondamentale per il popolo senegalese che tiene gli ospiti in gran considerazione offrendo loro i cibi e le porzioni migliori.

Come dicevo la cucina è molto ricca. I piatti sono quasi sempre a base di carne, di pollo, montone o bue, il maiale è poco consumato perché proibito dalla religione islamica. La carne viene tagliata a pezzi e poi lasciata marinare (yassa) e stufata a lungo con delle verdure e spezie.
Questi piatti sono profumatissimi e molto colorati, vengono poi accompagnati da riso o couscous di grano o miglio.
Nelle regioni costiere o lungo i fiumi gli stessi piatti vengono preparati anche col pesce.
Deliziose sono le insalate di verdure miste a pesce e deliziosi frutti tropicali.

Si tratta quindi di una cucina molto ricca e saporita.
Forse un tantino pesante, nonostante la latitudine. Quindi dopo i bagordi natalizi non era il caso di imbarcarsi in una preparazione laboriosa e di difficile digestione. Soprattutto se il frigo trabocca di avanzi di ogni tipo.
Però non volevo certo perdermi questa tappa culinaria per insignificanti difficoltà digestive.

Ho fatto delle ricerche e ho notato che non sono molti i dolci tipici senegalesi, che di solito non vengono considerati come dessert da fine pasto, ma vengono serviti a colazione o merenda insieme a una tazza di tè alla menta, di Karkadè o di succo allo zenzero (Jus de gingembre).

I dolci più noti sono delle frittelle al cocco, forse di influenza francese, chiamati appunto “Beignets au coco”. Sono in realtà conosciuti un po’ in tutta l’Africa nord-occidentale.
Le ricette che ho trovato sono tantissime, simili ma diverse tra loro, come ogni ricetta popolare che si rispetti. La quantità di cocco e zucchero nell’impasto varia, come l’uso del latte di cocco al posto di quello vaccino, si possono trovare spezie diverse come noce moscata, cannella, zenzero o cardamomo, o un mix di tutte.
Io ho preso un po’ qua e un po’ la, anche a seconda dei nostri gusti personali. Eccovi quindi i miei beignets da servire sia caldi che freddi con una bella tazza di tè alla menta.

 

 

 
 
 


Beignets senegalais au coco

1 uovo grande, l’altro
250g di farina 00,
60g cocco rapè,
60g zucchero,
150ml latte (anche quello di cocco),
25g burro sciolto,
3 cucchiai di uvetta sultanina,
1 cucchiaino cannella,
1 cucchiaino di zenzero,
un pizzico di noce moscata,
½ cucchiaino di lievito per dolci,
la scorza di ½ limone biologico (io 1 lime).

 
Sciacquate l’uvetta e lasciatela in ammollo per mezz’ora circa.
In una ciotola mescolate la farina col lievito, il cocco, lo zucchero e le spezie. Unite l’uovo, il latte e il burro fuso e iniziate ad amalgamare tutto. Incorporate anche l’uvetta sgocciolata e la scorza del limone grattugiata. Io non avevo il limone così ho unito il succo di mezzo lime, perché non ero sicura che non fosse trattato.
Amalgamate bene ottenendo una pastella liscia e senza grumi, rimane molto densa e corposa. Fatela riposare circa un’ora.

Con due cucchiaini formate delle palline di pastella e tuffatele direttamente in abbondate olio di semi (io di arachide) caldo ma non bollente, altrimenti le frittelle si scuriscono subito fuori e rimangono crude all’interno. Friggete poche palline alla volta, a fuoco moderato, rigirandole spesso. Quando sono ben dorate prelevatele con la schiumarola e fatele asciugare su carta assorbente. Servitele calde spolverate di zucchero a velo o cocco.

 

 
 
 
 
 

ATAYA -Te alla menta senegalese.

Il te si beve in ogni momento della giornata ed è un’occasione di fermarsi a fare due chiacchiere. È sempre il più giovane che lo prepara secondo un rituale preciso.
Le foglie di te verde vanno sciacquate velocemente in poca acqua calda, poi messe nella teiera con menta e zucchero e acqua bollente. Si fa riposare 3 minuti e poi si versa dall’alto nei bicchierini. Questo primo tè è molto forte e amaro e viene riservato agli ospiti e agli anziani.
Nella teiera viene rimessa altra acqua e viene fatto ribollire, questo infuso è meno forte e più dolce e viene riservato ai giovani.
Il procedimento si ripete per una terza volta ottenendo un infuso molto delicato e dolce che viene servito a tutti, anche ai bambini.


 
 
 
 
 
 
 
 


martedì 23 dicembre 2014

DOLCETTI E BISCOTTI DI NATALE: qualche idea golosa sotto l'albero.

You better watch out
You better not cry
Better not pout
I'm telling you why
Santa Claus is coming to town

He's making a list,
And checking it twice;
Gonna find out Who's naughty and nice.
Santa Claus is coming to town

He sees you when you're sleeping
He knows when you're awake
He knows if you've been bad or good
So be good for goodness sake!

O! You better watch out!
You better not cry.
Better not pout, I'm telling you why.
Santa Claus is coming to town.
Santa Claus is coming to town.


Ormai manca pochissimo. È quasi tutto pronto.
Albero, Presepe, luci, addobbi. Tutta la casa è in festa.
La letterina è stata spedita. I regali sono stati fatti.
Il menù per il cenone o il pranzo di festa è stato compilato.
Le cucine si riempiono già di rumori di stoviglie, pentole. Sfrigolii, borbottii.
Odori meravigliosi pervadono tutta la casa.
I bambini sono agitati più che mai, aspettando Babbo Natale o Gesù Bambino.

Se ancora vi è rimasto qualche pensierino da fare. Qualcuno da salutare.
O se volete offrire qualcosa di speciale agli amici che passano da casa per scambiare gli auguri. O se semplicemente volete tenere a freno l’impazienza dei più piccini preparando con loro qualcosa di goloso, magari da lasciare sul davanzale della finestra per Babbo Natale.
Ecco che questo post fa al caso vostro.

Vi do qualche idea facile e veloce.
Un po’ di ricette di biscotti e pasticcini che ho postato in quasi due anni di blog.
Da regalare e regalarvi in queste feste che sono ormai dietro l’angolo.

Per confezionarli non c’è limite alla fantasia. Ci sono negozi dove vendono di tutto: vassoi, scatoline, cestini. Vasetti di vetro di varie forme e colori: per esempio sono molto di moda i vasi da conserva, quelli col coperchio con la guarnizione. Oppure un semplice bicchiere, quelli da vino liquoroso grandi col piede, una mug, una tazza da tisana, riempiti con tanti biscottini.

Ma bastano dei semplici piatti di carta o plastica, di quelli natalizi che si trovano nei supermercati. Ce ne sono di diverse misure. Alcuni poi hanno decorazioni bellissime.
Poi un foglio di carta trasparente per alimenti. Oppure dei sacchettini trasparenti, sempre da alimenti, quelli dove si mettono le caramelle sfuse, per intenderci. E tanti nastri colorati.

Nel post precedente vi ho fatto vedere come si preparano i Gingerbread man e la loro Casetta. Che altro non sono che i Piparkakut finlandesi.


 
Vi avevo anche accennato degli Speculoos, i biscotti che in Belgio si preparano per S.Nicola.
 

Oppure potete spostarvi in Inghilterra o negli Stati Uniti e preparare dei semplici Chocolate Chips Cookies che non sono prettamente natalizi ma sono sicura che gli elfi ringrazieranno molto.

 

Se invece ci dirigiamo all’altro capo del mondo troviamo gli australiani ANZAC biscuits con avena e cocco, anche questi non prettamente natalizi ma noi non ci formalizziamo. Poi sono davvero veloci da preparare. Vista la quantità di cose da fare in questi giorni, la cosa non è da sottovalutare.


 
Oppure i golosi Lamingtons con una soffice crema, cioccolato e cocco. Sembrano cioccolatini e come quelli, uno tira l'altro.



 In Brasile invece possiamo trovare i Beijinos de coco e i Brigadeiros. Di una semplicità sorprendente. Fatti semplicemente con latte condensato e cocco o cacao. Sono così buoni che spariranno in un attimo. In più fanno una gran figura.

 
 
In Italia biscotti ne abbiamo moltissimi. Io vi segnalo questi, semplici e golosi:
I Canestrelli Liguri, che adoro particolarmente.



 
I biscotti di pasta di mandorle con gocce di cioccolato.


 
E i biscotti di riso senza glutine.
O quelli di riso e mais con vino bianco e olio d'oliva. Molto leggeri e delicatissimi.



Ho anche preparato dei golosi cioccolatini ripieni con ganache allo zafferano e al croccante. Non senza difficoltà, quella volta ho fatto qualche pasticcio ma poi ci sono riuscita e che goduria. Con la crema del ripieno ho fatto anche dei deliziosi Tartufini. Naturalmente il croccante è fatto con le mie manine.





 
Ma i miei preferiti restano i Biscotti della Fortuna Cinesi. Che tra l’altro sono divertentissimi da regalare proprio per queste feste di fine anno. Preparate delle frasi divertenti e sibilline, scrivetele su delle striscioline di carta che metterete dentro ai biscotti e poi divertitevi a giocare con gli amici.


 
 
Bene, vi ho dato qualche piccolo suggerimento. Ma nell'indice delle ricette troverete ancora altri piccoli dolcetti. Divertitevi a prepararli, a regalarli e a mangiarli. Passate delle feste serene in compagnia di chi vi sta a cuore.
Non so se riuscirà a postare ancora qualcosa prima di Natale. Avevo in progetto ancora tante cose ma il tempo è volato più veloce del previsto.
Sono anch’io in pieno fermento: quest’anno il pranzo del 25 si farà a casa mia e, anche se avrò la collaborazione di mamma, suocera e zia, ho un po’ di cose a cui pensare.
Per questo inizio a farvi fin d’ora i miei più cari auguri.

Buon Natale a tutti.

lunedì 22 dicembre 2014

CASETTA DI PAN DI ZENZERO: Gingerbread Christmas House e un libro ritrovato.

Questi ultimi giorni sono stati un po’ caotici. Mi si sono accumulati impegni, gli ultimi regali di natale da fare. Tempo per il blog davvero poco.
Ma una cosa l’ho preparata. Con l’aiuto di tutta la famiglia. Perché è molto semplice da fare ma richiede un po’ di impegno logistico. E un paio di mani in più.
La casetta di Pan di Zenzero.
O meglio si dovrebbe dire Pan di Spezie. Perché non c’è solo zenzero, ma anche cannella, noce moscata e chiodi di garofano.

Di ricette sul web ce ne sono migliaia. Si rifanno tutte ai biscotti speziati di origine nord europea. Poi diventati famosissimi anche negli Stati Uniti e di recente anche da noi.
Forse i capostipite della serie sono i biscottini di Natale scandinavi: i Pepparkakor svedesi, detti Piparkakut in Finlandia e che diventano Pepperkaker in Norvegia.
Che però sono presenti, poco dissimili, anche in Belgio. Sono gli Speculoos o Speculaas, a seconda della dizione franco- tedesca o fiamminga. Questi li avevo già preparati QUI, ed avevano avuto un successone. Anche a Pasqua.
Nei paesi anglosassoni, Stati Uniti specialmente, si chiamano Ginger snaps o Ginger nuts, ma sono ancora più conosciuti col nome di Gingerbread man: gli Omini di pan di zenzero delle filastrocche dei bambini e dei cartoni animati.
Con l’impasto di questi biscotti, un po’ meno burroso, si può preparare la Casetta di pan di Zenzero, la Gingerbread House.

Come dicevo le ricette sono moltissime. Tutte più o meno simili ma anche con qualche peculiarità. Differisce magari la quantità di burro, per esempio sono molto più burrosi i biscotti di origine belga che quelli scandinavi. Differisce la proporzione di spezie, ma quella credo dipenda anche dal gusto personale.
Insieme allo zucchero possono comparire a seconda del fuso orario: il miele, Golden Syrup, melassa, sciroppo d’acero, Brown Sugar o Cassonade o ancora semplice zucchero di canna.
In alcune ricette, soprattutto in quelle americane, compare anche il cacao amaro.

Io alla fine ho preso una ricetta da un bellissimo sito finlandese (www.finskis.com) e l’ho leggermente modificata secondo i miei gusti personali. Ho aggiunto infatti poco cacao amaro che al gusto non si ente ma da un profumo meraviglioso e colora la pasta di un bel marrone; inoltre ho aggiunto un pizzico di paprika dolce, perché trovo ci stia benissimo.

Chissà cosa ne penserebbe Babbo Natale di questi piparkakut italici?

Babbo Natale. Tra pochi giorni arriverà. L’avete scritta la letterina?
Lui in questo momento è la al Polo Nord, con i suoi elfi, e sta ultimando gli ultimi preparativi, in un turbine di giocattoli, carte da pacchi e nastri colorati. La slitta viene lustrata e lucidata e anche le renne stanno avendo una bella strigliata. Sua moglie Anya (non lo sapevate? Ebbene si esiste una Mamma Natale) sta stirando la sua giacca rossa, mentre in forno cuociono biscotti speziati, magari come questi.

Come faccio a saperlo? Ma perché ho letto un libro bellissimo e suggestivo che racconta la vera storia di Santa Claus, Babbo Natale. Di chi era, di come è arrivato al Polo Nord dagli elfi, di come ha fatto a diventare l’amico di tutti i bambini del mondo. Soprattutto racconta di quella volta che l’elfo Toppa decide di scappare dal Polo Nord, dopo aver combinato un guaio nella fabbrica de giocattoli, e cercare fortuna a New York, dove combinerà altri guai.
Allora babbo Natale dovrà intervenire di persona per rimediare.

Questo libro si intitola semplicemente “Santa Claus. La storia di Babbo Natale”. Sperling & Kupfer Editori. È un vecchio libro di quando ero piccola, tratto dall’omonimo film.

L’ho trovato nella libreria dei miei genitori e mi sono un po’ commossa nel rileggerlo.
È del 1985. Io avevo l’età di mio figlio adesso e come lui ero nella fase in cui volevo disperatamente credere in Babbo Natale. Mi auto convincevo.
Non ricordo quando è stato che ho smesso di farlo, cosa mi abbiano detto i miei genitori per darmi spiegazioni. Come l’ho presa. Sono cose che poi passano di mente. È la vita, si cresce e si superano. Non credo sia stato poi così traumatico.

Solo che adesso sto vivendo la cosa da mamma e mi rendo conto che l’infanzia finisce proprio quando un bambino smette di credere a Babbo Natale. Come si fa a dirgli la verità?
Soprattutto quando. Qual è il momento giusto?
Quando bisogna rispondere con sincerità ai suoi dubbi e lasciar perdere la favola?
Io me lo sto chiedendo e per adesso ringrazio il cielo che lui abbia smesso di fare domande, forse proprio per godersi ancora un po’ a questa magia.

Intanto insieme abbiamo preparato la Christmas Gingerbread House, caso mai qualche elfo di Babbo Natale passasse di qui. E insieme leggeremo questo libro divertente.
Se dovete fare un regalino a qualche bimbo cercatelo. Magari lo si può ancora trovare su internet. Ne vale la pena.

 


 
 
 
 
 
 
 
 
CASETTA DI PAN DI ZENZERO.

Per la base di biscotto:
500g farina 00,
150g burro morbido,
80g zucchero semolato,
80g zucchero di canna integrale,
2 cucchiai di miele di castagno,
1 cucchiaio di cacao amaro in polvere (facoltativo),
2 uova,
1 cucchiaio cannella in polvere,
1 cucchiaio zenzero in polvere,
1 cucchiaino di noce moscata in polvere,
1 cucchiaino di chiodi di garofano macinati,
1 cucchiaino di paprika dolce (facoltativa),
1dl succo d’arancia.

Tenete fuori dal frigo il burro per circa mezz’ora perché si ammorbidisca. In una ciotola lavorate il burro con il miele e gli zuccheri, unite anche le uova e le spezie.
Potete usare anche il mixer con la lama di plastica per impastare.
Unite la farina, il cacao e il succo d’arancia. Lavorate energicamente ma rapidamente per ottenere un impasto liscio ed omogeneo. Formate una palla, avvolgetela nella pellicola per alimenti e mettetela in frigo per almeno un’ora.

Disegnate la sagoma della casetta su dei fogli di cartoncino o meglio ancora su dei fogli di acetato, ritagliateli con le forbici. Basta disegnare la parte davanti con la porta e una finestra, un muro laterale e un lato del tetto. Poi le ritaglierete due volte nella pasta e avrete tutti i  pezzi della cassetta.

Stendete quindi la pasta a uno spessore di circa 1cm, non di meno altrimenti la casetta rimane fragile. Appoggiate i disegni e ritagliate con un coltello pesante ben affilato. Con un coltellino o degli stampini da biscotti ritagliate la porta e la finestrina sul davanti.
Nei muri laterali e dietro se volete potete anche non ritagliare finestre ma disegnarle con la glassa o con cioccolato fuso.

Nel disegnare il tetto cercate di farlo largo abbastanza che copra anche lo spessore dei muri e che esca almeno 1,5cm in fuori dalle facciate della casa. Perché, quando lo andrete a decorare, la glassa non vi coli sui muri rovinandovi tutto. Inoltre una parte deve essere un po’ più alta dell’altra perché si andranno a sovrapporre sulla sommità.

Disponete tutti i pezzi su delle placche foderate di carta forno e infornate a 200° per 10 minuti. Fate raffreddare e procedete con la decorazione.
 
 
 

Per la decorazione:
200g circa di zucchero a velo,
1 limone,
confettini di zucchero colorati o argentati,
codette colorate,
confettini di cioccolato colorati,
cioccolato fuso, bianco o fondente,
cocco grattugiato.

Cominciate a decorare i singoli muri. Preparate una glassa con metà dello zucchero a velo, 3 gocce di succo di limone e due cucchiaini di acqua fredda. Unite i liquidi poco per volta, se occorre unitene ancora. Dovete avere una consistenza come la colla vinilica. Se fosse troppo liquida basta aggiungere dell’altro zucchero.

Riempite di glassa una penna da decorazione (sono in plastica morbida o silicone, si trovano nei casalinghi o nei supermercati). Se non l’avete formate un cartoccio a imbuto con della carta forno, fermatelo con un pezzetto di nastro adesivo riempitelo con la glassa e tagliate la punta ricavando un buchino di 1mm circa.

Decorate i muri a piacere, disegnando porte e finestre, ghirigori, cuoricini, stelline. Completate mettendo confettini colorati a vostro gradimento. Fatelo quando la glassa è ancora umida, così si attaccano. È divertente lasciar fare le decorazioni ai bambini.
Lasciate asciugare perfettamente le decorazioni.
Se volete potete già decorare il tetto disegnando le tegole con la glassa o cioccolato fuso e applicando piccoli confettini.

Una volta che le decorazioni sono asciutte dovete montare la casetta.
Preparate altra glassa con pochissima acqua. Questa volta è meglio che sia più densa, quasi come un dentifricio. Con un pennello o con la penna da decorazione, spalmate una generosa striscia di glassa sui due bordi laterali della facciata, all’interno. Applicate i due muri laterali. Teneteli fermi in piedi per qualche minuto. Cementateli dall’interno con altra glassa.
La glassa, per quanto sia densa, tende a colare in basso, sul piano di lavoro. Non preoccupatevi, quando è asciutta si gratta via col coltello.
In questa fase è meglio farsi aiutare da qualcuno, così mentre questi tiene i muri in posizione voi potete spalmare la glassa che cola con una piccola spatolina mettendola bene sulle giunture, lavorate sempre dall’interno così da fuori non si nota. Con lo stesso procedimento “incollate” anche il retro.

Attenzione: cercate di pulire delicatamente la glassa che esce dalle giunture verso l’esterno, così non si rovinano le decorazioni. Inoltre nel tenere fermi i muri cercate di non mettere le dita sulle decorazioni esterne altrimenti si staccano e si sciolgono.
 
 
 

Quando i quattro muri sono ben solidi procedete con il tetto. Stesso procedimento. Se lo avete già decorato state attenti a non rovinare le decorazioni.

Io non ho decorato il tetto perché volevo creare un effetto nevicata: una volta incollato l’ho spalmato di glassa (densa) partendo dalla sommità perché comunque tende a colare, ho ripetuto l’operazione più volte.
Infine ho cosparso tutto con cocco grattugiato a pioggia, anzi a neve.

Come dicevo, per fare una nevicata di questo tipo occorre che il tetto sia un po’ più largo dei muri, sia sul davanti che sul retro, e che scenda giù dalle parti almeno di 2cm. In questo modo la glassa non cola sui muri rovinando le decorazioni.
 
 
 

Lasciate asciugare la casetta per almeno un paio d’ore. Staccatela delicatamente dal piano di lavoro, aiutandovi con un coltello affilato e disponetela sul vassoio di portata.
Potete incollarla anche direttamente sul vassoio se è bianco, anche se la glassa cola non si vede, anzi sembrerà decorativa se la spolverate di cocco, come neve.

 



Con questa dose ho preparato anche degli omini, delle renne, stelline e alberelli. Con bastoncini di pasta cotti ho fatto dei piedistalli, che ho incollato con la glassa per far stare in piedi renne e abeti. Ho decorato tutto con glassa, cioccolato bianco fuso e confettini.
I biscottini si cuociono separatamente perché sono più piccoli della casetta, bastano 180° per circa 8 minuti.