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venerdì 25 maggio 2018

MINI ROSE AND RASPBERRIES CHEESECAKE PER IL CLUB DEL 27

Anche se oggi è il 25.
Abbiamo anticipato per ragioni editoriali, visto che la rivista più famosa del web ha in serbo un sacco di articoli uno più bello dell’altro e si è rischiato l’overbooking.
Comunque sempre del Club del 27 si tratta, stesso gruppo di golosi impenitenti che si “sacrificano” a testare ricette di libri, riviste o chef famosi.
Questa volta però ci siamo dedicati ai fiori, o meglio al fiore per eccellenza, la rosa.
Che diventa protagonista in cucina sia con i suoi petali che sotto forma di confetture, sciroppi, essenze.



domenica 15 gennaio 2017

IL CONTEST DI MIELIZIA E UNO SFIZIO AGRODOLCE.

Eccomi. Ci sono ancora, Nonostante le mie lunghe assenze il mio blog è ancora quasi vivo e vegeto. Diciamo che dormicchia un po’.
Anzi attende che la mia voglia di trafficare col computer si manifesti, e questo non accade molto spesso ultimamente, lo ammetto,
La voglia di cucinare c’è sempre, anche se subordinata al tempo, quindi anche quello che preparo si deve adattare a tempi e organizzazione familiare. Quindi ultimamente cucino più che altro cose veloci e facili, che accontentino tutti, che si possano preparare in anticipo e lasciar pronte solo da scaldare per il primo di noi che arriva a casa.




sabato 24 settembre 2016

GNOCCHI DI PATATE PER MTCHALLENGE 59

Per la sfida di settembre dell’MTChallenge ci sono gli gnocchi di patate.
Cosa posso dire se non che sono felice. Confusa (e agitata) e felice.
Felice perché gli gnocchi sono davvero il mio piatto preferito. Lo dimostra il fatto che sul blog ci sono già almeno 6 o 7 ricette, non tutti di patate in realtà, di zucca, castagne, zucchine, persino ricotta e robiola.
Quelli veri però sono di patate.
E senza uovo, come ho imparato a fare da mia nonna e come ci insegna anche Annarita Rossi, la vincitrice della scorsa sfida, quella sulla pizza alla napoletana.





mercoledì 7 settembre 2016

ZUCCHINE RIPIENE FACILI E VELOCI PER IL BRUNCH DI IDEA MENÙ

Dopo la pausa di agosto riprende la rubrica di Idea Menù.
Questa volta l’argomento è il Brunch del ritorno dalle vacanze.
E pazienza se c’è ancora qualche fortunato che in vacanza c’è ancora, spaparanzato su una spiaggia o a zonzo per qualche città d’arte.
Tanto prima o poi a casa devono tornare.
E riprendere il solito tran tran: casa-lavoro-scuola-palestra-impegni vari ed eventuali.
Giusto per amareggiarvi un pochino.
Ma no, dai che è bello anche recuperare le fila del discorso con rinnovata energia ed entusiasmo.
Se proprio proprio tutto sto entusiasmo non lo avete, allora rimediate con una piccola festicciola tra amici, per raccontarvi le vostre vacanze, guardare fotografie, scambiarvi piccoli souvenir, magari enogastronomici.



lunedì 15 agosto 2016

FERRAGOSTO A FRABOSA, FESTA DEI FORMAGGI DI MONTAGNA.

Siamo arrivati alla festa di mezza estate, quella che a Frabosa Soprana vuol dire una cosa sola: la Sagra della Raschera, del Bruss e degli altri formaggi di monatgna.
Di questa festa ho già parlato dettagliatamente in due post (QUI e QUI), dove potete trovare anche il reportage fotografico e qualche accenno storico e folkloristico, oltre a un intero menù dedicato al tema.
Infatti di questi formaggi, tipici delle Alpi monregalesi, ho fatto largo uso nelle mie ricette, anche perché tendo a usare il più possibile ingredienti a me conosciuti e facilmente reperibili, oltre ad essere tra i miei preferiti.



mercoledì 25 marzo 2015

TARTELLETTE AL CACAO, BLU DEL M. MORO, PERE, NOCI E IL MELODRAMMA DEL PIATTO UNICO.

Il piatto unico.
Quel piatto che fa da antipasto-primo-secondo. Tutto insieme.
Una cosa sola in tavola e basta. Al massimo delle verdurine per contorno.
In casa mia questa cosa è inammissibile.
Non sono geneticamente programmata per questo.
Non ci riesco.
Ci provo eh.
Più o meno a ogni primavera. Quando urge correre ai ripari perché il fisico deborda.
Quando mi accorgo che gli addominali sblusati non vanno poi così di moda.
Hai voglia raccontare (e raccontarsi) che dopo il parto il fisico della donna cambia, ammorbidisce, i fianchi diventano più generosi, non si può pretendere di tornate subito come prima. Subito. Si fa per dire.
Dopo 10 anni ormai questa scusa non regge più.
Non regge da almeno 8 anni, veramente.

La colpa non è solo da imputarsi alla mia proverbiale pigrizia, che mi fa trovare scuse per non far sport da far impallidire anche l’avvocato di Al Capone.
“No, non posso andare a correre, devo far compagnia al cane … che deve far compagnia al divano!” “Palestra? No, la mia religione me lo vieta.” “Oggi in piscina non ci vado, è brutto tempo, piove.” “Sciare oggi noooo … ma fa freddo!!!”
Quando poi si parla di dieta divento più falsa di Giuda. Mangio persino le patatine di nascosto.
Infilata con la testa nella lavatrice per non farmi vedere.
Da chi poi, che mio marito è peggio di me.
È che siamo golosi. Ci piace proprio mangiare.
Quindi non riesco proprio a seguire una dieta che si rispetti. Non per più di tre giorni.
Non ho mica chiamato il blog così a caso.
Quindi le varie dissociate, dukan, paleo, vegan eccetera non hanno minimamente scalfito le mie abitudini alimentari. Carboidrati a pranzo e proteine a cena. Pfui!!

Ma la colpa è della genetica e di un’atavica tradizione familiare che spinge le donne del mio albero genealogico (e anche di quelli limitrofi viste mia suocera e le suocere delle mie cugine fino al 4° grado) a non cucinare meno di tre portate a pasto.
Mia madre poi è incredibile. Ogni volta la prego, la scongiuro, di non cucinare troppe cose.
Ieri per esempio siamo andati a pranzo da lei e stava friggendo degli straccetti di tacchino impanati, mentre il coniglio alla ligure riposava beato nella sua pentola. “Ok, mamma, due secondi, ma poi non fare il primo, mi raccomando che vogliamo tenerci un po’!”.
“Ma come, solo IL secondo (DUE, sono due mamma!!) ma un po’ di pasta, un primo, giusto un assaggino di ravioli!! “. Argh, e va beh, un assaggino di ravioli.
Come si può dire di no? D'altronde i ravioli della mia mamma sono fenomenali. Che poi l’assaggino ha le dimensioni di un bancale.
“Ah, intanto che aspettiamo i ravioli, potete iniziare a mangiare l’antipasto, poca roba eh, che non ho avuto tempo, se mi aveste dato un po’ più di preavviso …” e arriva con nell'ordine: insalata russa, verdure varie sottolio e un salamino affettato …  aiuto!
Mia zia è uguale, se non peggio. Mia suocera, che è più moderna, riesce a mascherare un pranzo intero in un’unica portata di 10.000 calorie. Un divano ripieno.

Come posso io essere altrimenti? Come ho detto, io ci provo.
Cucino solo un primo. Però una fettina di salame mentre si aspetta la pasta no? Un pezzetto di formaggio per finire il pasto vogliamo proprio negarcelo? Per pulirsi la bocca.
D'altronde abito nella patria dei formaggi. Il Piemonte.
La bucca l’è nen straca se non sa d’vaca!” in piemontese significa che la bocca non è soddisfatta se non sa di vacca. Appunto. Lo dice il proverbio. Mica io.

Così l’altra sera che ho fatto per cena le quiche potevo limitarmi a una sola versione?
Ma per chi mi avete preso. Son degna figlia di tanta madre io.
Due, come minimo.
Una ve l’ho già proposta. L’altra eccola. Con il Blu del Monte Moro che è un erborinato tipico di Frabosa Soprana ( avevo già dedicato un intero menù a questo e altri formaggi frabosani, dessert compreso, giusto perché a me i formaggi non piacciono tanto).
La brisée è al cacao, perché adoro l’abbinamento cacao-formaggi saporiti. L’ho già usato diverse volte precedentemente, nel blog, con gran soddisfazione.
Le noci caramellate al balsamico sono il degno accompagnamento.
Ma tranquilli ci sono le pere. In fondo è frutta.
Tutto questo “sacrificio” è per Flavia e per la sfida di marzo dell’MTChallenge.
La sfida, come saprete, è sulla pasta brisée di Michel Roux. Sul blog dell’MTC potete trovare una bella intervista proprio con il grande chef. Da non perdere.








TARTELLETTE DI BRISÉE AL CACAO CON BLU DEL M.MORO, PERE E NOCI CARAMELLATE AL BASAMICO.

Per la pasta brisée al cacao ( ho modificato la ricetta di M.Roux)
230g farina,
20g cacao amaro,
150g burro leggermente morbido,
1 uovo,
1 cucchiaio di latte freddo,
1 cucchiaino scarso di sale,
1 pizzico di sale.

Mescolate la farina con il sale e lo zucchero, unite l’uovo e il burro a dadini piccoli. Impastate velocemente unendo il latte freddo. Lavorate fino ad ottenere un impasto morbido e omogeneo. Avvolgetelo nella pellicola per alimenti e mettetelo in frigo per almeno mezz'ora.





Stendete la pasta a 2-3cm di spessore, foderate 6 stampini da crostatina di 12cm di diametro circa. Se sono antiaderenti non occorre imburrarli, se sono di ceramica è meglio farlo.
Premete leggermente la pasta in modo che aderisca bene anche sui bordi e che risalga fuoriuscendo un po’ in alto (deve sporgere almeno ½ cm, se si tratta di una torta grande anche di più). Questo perché in cottura la pasta tende a ritirarsi.
Per evitare che si deformi troppo in cottura, bucherellate il fondo con una forchetta e mettete gli stampi in frigo per almeno mezz’ora.



Coprite la pasta con carta forno e riempite con fagioli o altri legumi secchi. Infornate a 180° per 10 minuti, forno già caldo e statico, poi togliete carta e legumi e cuocete ancora per 5 minuti (se si tratta di una torta grande cuocete per 15 minuti e poi ancora 5 senza fagioli).
In questo modo la pasta ha una precottura che le permette di non rimanere molle o cruda con un ripieno umido. Questa tecnica si chiama: cottura in bianco.

Per il ripieno:
3 uova medie,
200ml panna fresca,
4 cucchiai di grana grattugiato,
100g Blu del Monte Moro,
2 piccole pere sode,
8-10 gherigli di noci sgusciati,
noce moscata,
sale e pepe.




Battete le uova con la panna, il grana, una macinata di noce moscata, sale e pepe. Sul guscio di pasta distribuite le noci tritate grossolanamente e il formaggio a dadini. Sbucciate le pere e affettatele finemente, disponetele a raggiera nelle tortine. Coprite tutto con il composto di uova. Infornate a 180° per 15-20 minuti, forno statico. Se vi accorgete che la superficie si colora troppo ma il ripieno è ancora molle, coprite con alluminio, abbassate la teglia in un ripiano più basso e continuate la cottura per altri 5 minuti.

Per completare:
una manciata di gherigli di noci,
1 cucchiaio di zucchero semolato,
1 cucchiaio di zucchero di canna integrale,
1 cucchiaio di aceto balsamico,
½ cucchiaio di acqua.

Sciogliete tutto lo zucchero con l’acqua in un padellino antiaderente, cuocete mescolando fino ad avere un caramello scuro, unite l’aceto e fate sobbollire per un minuto. Si deve anche un po’ addensare. Unite le noci spezzettate e mescolate. Versate su un tagliere sopra un foglio di carta forno sparpagliando le noci il più possibile. Fate indurire e dividete le noci spezzando il caramello con le mani. Questo tipo di caramello non diventa completamente duro per via dell’aceto.

Sformate le tartellette. Servitele tiepide cosparse con le noci caramellate.
Potete anche mettere le noci ancora calde sulle tortine con un cucchiaino con un po’ di caramello liquido, in questo modo anche la torta si impregnerà leggermente di caramello balsamico. Attenzione solo a non scottarvi.

Se vi avanza della pasta brisée al cacao potete fare dei piccoli biscottini salati da accoppiare a due a due con una fonduta saporita di Blu o Gorgonzola e panna. Oppure guarnirli semplicemente con una glassa al parmigiano. Tipo i Pandistelle ma salati. Peccato solo che non ho foto da mostrarvi. Ne ho fatti giusto due o tre di prova, bruttini in verità ma sono spariti in un attimo. Perfeziono la decorazione finale e poi ne riparliamo.












mercoledì 14 gennaio 2015

ZUPPA CANADESE ALLA BIRRA E FORMAGGIO e un giro in moto.

"...Un chilometro di treno merci sbuffa lento, con i vagoncini marroni simili a quelli di una miniatura, e si ferma davanti a un silos. Io spalanco il gas e comincio a mordere l'asfalto dell'Alberta. Immensi campi di grano, erba sottile smossa dal vento, splendido bestiame. Nella terra ... c'è il ricordo emozionante degli indiani e della loro battaglia contro la sedicente civiltà bianca ..." M.Deambrogio.
 
Eccomi qui per un’altra tappa dell’ABC Culinario Mondiale che fino a domenica 18 ci trova in Canada ospitati da Elena, del blog Zibaldone Culinario.
Il Canada è uno stato molto vasto con una popolazione formata da etnie molto diverse tra loro e quindi anche la sua cucina è il risultato della mescolanza di tradizioni molto diverse.

Quella dei nativi americani innanzi tutto: selvaggina, frutti di bosco, salmone, crostacei e naturalmente sciroppo d’acero. Poi sono arrivati gli esploratori europei, inglesi e francesi in testa, che hanno portato con se le loro tradizioni culinarie, riadattandole con gli ingredienti nuovi che hanno trovato.

Quindi piatti saporiti, principalmente carne e pesce, ricchi di burro, strutto o lardo.
I dolci sono molto golosi, come le torte a base di frolla con frutta fresca e secca, melassa e l’immancabile sciroppo d’acero. Che però viene impiegato anche nei piatti salati come contrasto alle spezie. Insomma è una cucina tutt’altro che monotona.
Infatti quando ho cercato un piatto canadese da provare ho avuto l’imbarazzo della scelta.

Alla fine sono stata attratta da una zuppa.
Una zuppa molto particolare, a base di pancetta affumicata, cipolle e brodo, ma resa cremosa dal formaggio. Nella versione originale dovrebbe essere il Cheddar, il tipico formaggio inglese ma molto conosciuto anche in Canada e negli Stati Uniti.
Qui però non si trova molto facilmente così l’ho sostituito con l’Ementaler e la Raclette, due formaggi svizzeri molto saporiti ma di consistenza burrosa, che quindi si sciolgono facilmente.
La particolarità di questa zuppa però è nell’aggiunta a fine cottura della birra, una buona birra scura o ambrata, che da un aroma singolare al piatto.

La ricetta che ho trovato era per 10 persone, per giunta le dosi erano in tazze (cups) e cucchiai. Quindi ho dovuto ricalcolare il tutto e riadattarlo.
Spero di aver azzeccato le proporzioni. Comunque è un piatto davvero buono e saporito.
Sicuramente è molto sostanzioso. Da servire in fredde serate invernali, in compagnia di qualche buon amico e un’ ottima birra. Mentre fuori inizia a nevicare …
Vi ho fatto sognare almeno un po’?

Anche perché vi ci vuole un bello sforzo di immaginazione visto che le mie foto non rendono per niente giustizia al piatto … anzi. Ma vi assicuro che dal vero questa zuppa aveva decisamente un aspetto più appetitoso, soprattutto con dentro dei bei cubetti di pane tostato e qualche strisciolina di pancetta croccante. Che avrei anche fotografato se non si fosse scaricata la macchina fotografica dopo solo 5 foto … non potevo certo far aspettare oltre i miei famelici uomini che stavano già brontolando impazienti.
Così ce la siamo spazzolata alla grande alla faccia del blog, delle foto e dell’impiattamento chic.

Chissà se anche Marco Deaambrogio l'ha mangiata quando ha attraversato il Canada in moto durante il suo viaggio intorno al mondo? Lui è partito dalla Terra del Fuoco, ha attraversato tutta l'America del Sud, gli stati Uniti, il Canada fino all'Alaska. da qui il pasagio in Giappone da dove ha proseguito attraverso la Russia, i Balcani, l'Europa fino al ritorno in Italia.
Ha raccontato tutto in un bel libro: " IL GIRO DEL MONDO IN MOTO. I miei 57.OOOkm in solitaria". Una lettura molto piacevole e  divertente che ci fa sognare di viaggiare per le praterie sconfinate col vento sulla faccia.
 
"... la leggendaria Alaska Highway che gli eserciti americano e canadese costruirono durante la seconda guerra mondiale per collegare il Canada all'Alaska ... un tracciato di 2400 chilometri,  che taglia il cuore selvaggio dei due paesi: la varietà di percorso, gli impareggiabili scenari naturali e la possibilità di venire a contatto con gli animali selvaggi ... ne fanno uno degli itinerari più affascinanti del mondo."
 

 
 
 

CANADIAN BEER CHEESE SOUP – ZUPPA CANADESE AL FORMAGGIO E ALLA BIRRA.

Ingredienti per 4 persone:
200g pancetta affumicata,
1 cucchiaio di burro,
1 cipolla rossa,
4 gambi di sedano bianco,
½ litro di brodo di carne (pollo o manzo leggero),
200ml panna fresca,
100g formaggio tipo Cheddar (io Emmentaler e Raclette),
3 cucchiai di farina bianca,
pepe bianco,
senape in polvere,
Tabasco,
salsa Worchester,
200ml birra rossa o scura.

Tritare grossolanamente la pancetta. Tritare finemente la cipolla e il sedano.
In una pentola far rosolare a fuoco dolce la pancetta, non deve diventare croccante ma deve sciogliersi parte del grasso. Aggiungere il burro e quando è sciolto unire il sedano e la cipolla.
Fateli rosolare pian piano finchè son teneri e trasparenti, caso mai unite uno o due cucchiai di brodo.
Unire la farina e mescolare pian piano, versare a poco a poco il brodo bollente e far cuocere 10 minuti fino ad avere una crema spessa. Unire la panna e cuocere 2-3 minuti mescolando.

Unire il formaggio ridotto a dadini molto piccoli o a scaglie, far sobbollire mescolando in continuo per sciogliere bene il formaggio.
Insaporire un pizzico di pepe, senape, qualche goccia di Tabasco e salsa Worchester.
Versare la birra, mescolare bene, spegnere il fuoco e servire subito con crostini di pane.

Nella zuppa si possono aggiungere funghi, carote, patate  e altri ingredienti.
 
 
 
 
 
 

martedì 30 dicembre 2014

CROQUE EN BOUCHE SALATO CON CARAMELLO BALSAMICO … PER FESTEGGIARE IN COMPAGNIA.

Questo è un post veloce. Velocissimo.
Una ricetta al volo.
Sono così raffreddata che mi si sono incrociati gli occhi a furia di soffiare il naso e starnutire. Tanto per concludere bene l’anno.
Per questo lascerò perdere le mie solite ciance.
Niente bilanci di fine anno. Niente buoni propositi per quello nuovo.
Niente discorsi a reti unificate … no quello è qualcun altro che lo fa.

Solo una piccola ricetta.
Di quelle veloci, facili, furbe e da porca figura.
Valida per tutte queste feste.
Io l’ho preparata per il pranzo di Natale.
Era il mio centrotavola natalizio che poi ci siamo bellamente sbafati nell’arco degli antipasti.
Ma va bene anche per il buffet di S. Silvestro o il pranzo di Capodanno.
Insomma fatelo un po’ quando vi pare.

Anche il 7 Gennaio, per esempio. Per festeggiare il ritorno alla normalità e l’inizio ufficiale della dieta post bagordi.
Che già che si festeggia, allora tanto vale iniziarla direttamente l’8.
Che però è giovedì. Gnocchi. Quindi niente.
Venerdì 9. No il proverbio dice “ne di venere ne di marte …”
Poi c’è sabato e domenica. Nel week end no, dai.
Ok rimandiamo ancora a data da destinarsi.
Come al solito.

Dicevo della ricetta. Si tratta del famosissimo Croque en bouche de Noel.
Quell’impalcatura di bignè tenuta su da mezzo chilo di caramello, di solito tutto artisticamente disposto a filamenti dorati.
Che poi in Francia dov’è nato, questo glielo concedo, lo presentano ad ogni festa, per tutto l’anno. Anche ai matrimoni. Anzi deve essere nato proprio per questo, dopo è stato associato al Natale, per via della sua forma un po’ ad abete.

Io però l’ho fatto salato. I bignè si sa sono neutri e possono essere farciti sia con creme dolci che salate. Ho poi preparato un caramello anch’esso salato, anzi agrodolce.
Il tutto si fa in poco tempo e senza troppa fatica. I bignè si possono fare in anticipo o comprare direttamente già pronti.

Per ottenere una impalcatura ad albero molto alta conviene procurarsi un cono di polistirolo o di spugna da un fiorista, fasciarlo bene con della pellicola per alimenti e attaccare i bignè con degli stuzzicadenti, ben fitti tra loro così non si vede il sostegno sotto.
Oppure si può fare una semplice piramide di bignè attaccandoli col caramello. Viene più bassa ma almeno è tutta commestibile.

 

 





 
CROQUE EN BOUCHE SALATO CON CARAMELLO AL BALSAMICO.

Pasta choux (ricetta presa dal Talismano della Felicità):
4 uova,
150g farina,
100g burro,
250g acqua,
un pizzico di sale.

Mousse al prosciutto:
250g prosciutto cotto (o mortadella),
200g robiola fresca,
2 cucchiai di panna fresca,
noce moscata.

Mousse al formaggio:
200g gorgonzola morbido,
100g formaggio cremoso,
2 cucchiai di panna fresca.

Per il caramello al balsamico:
4 cucchiai di zucchero semolato,
2 cucchiai di zucchero di canna integrale,
2 cucchiai di aceto balsamico,
un pizzico di sale.

Preparate i bignè:
in un pentolino mettete l’acqua, il burro e il sale e fate scaldare a fuoco dolce per sciogliere il burro. Appena il composto inizia a bollire togliete la casseruola dal fuoco eversate tutta la farina in un colpo solo. Mescolate bene con un cucchiaio di lgno e rimettete sul fuoco.
Cuocete a fuoco dolce mescolando sempre per 2-3 minuti, la pasta deve addensarsi e formare una palla che si stacca da sola dalle pareti e deve iniziare a sfrigolare leggermente.
Allora toglietela dal fuoco fate intiepidire e unite le uova uno alla volta, incorporandolo bene prima di aggiungere l’altro. Lavoratela bene fino ad avere un composto vellutato.
A questo punto è pronta per formare i bignè, éclairs, ciambelle, da farcire con creme dolci o salate.

Mettete la pasta in una tasca da pasticcere con bocca liscia e grande e formate, direttamente sulla placca coperta di carta forno, tante palline grosse come una noce, ben distanti tra loro.
Con un pennello umido bagnate la superficie appiattendo anche l’eventuale punta che si forma sulle palline. Se non avete la sac à poche potete formare delle palline con due cucchiaini.
Infornate a 180° per 15-20 minuti. Devono essere ben dorati. Fateli intiepidire nel forno spento e aperto. Lasciate raffreddare bene prima di farcire.
Questa operazione si può fare anche con un giorno o due di anticipo, conservandoli poi, una volta freddi, in un contenitore ermetico o in un sacchetto di plastica per alimenti ben chiuso.

 NB.  Gli éclairs sono semplicemente dei bignè allungati fatti con la tasca con la bocchetta a stella, tagliati a metà e farciti come piccoli panini.
Con la stessa bocchetta a stella si possono creare piccole ciambelline, anche queste da farcire, che si rifanno al Paris-Brest, una grossa ciambella di pasta di bignè farcita con chantilly e fragole.

Prepariamo le creme:
Nel mixer frullate il prosciutto o la mortadella con la robiola, la panna e un pizzico di noce moscata fono ad ottenere un composto omogeneo e soffice.

Stessa cosa per la crema al formaggio: frullate la gorgonzola con la panna e il formaggio cremoso fino ad ottenere un composto omogeneo.
Potete preparare le creme con qualche ora di anticipo, al massimo il giorno prima, e tenerle in frigo ben sigillate fino al momento di utilizzarle.

Farcite i bignè con le creme aiutandovi con una tasca da pasticcere. Oppure tagliate una calottina con un piccolo coltello a seghetto, riempite la cavità con la crema scelta e richiudete.
Disponete i bignè su un vassoio man mano che sono pronti.

Preparate il caramello:
in un pentolino sciogliete gli zuccheri con un cucchiaino di acqua, quando iniziano a caramellare unite il sale e l’aceto e fate sobbollire per un paio di minuti a fuoco dolce in modo che il composto si addensi un po’. Lasciate intiepidire leggermente prima di usarlo.

Prepariamo il croque en bouche:
disponiamo su un piatto di portata uno strato rotondo di bignè ripieni incollandoli fra loro con il caramello. Potete fermarli sul fondo del piatto con una goccia di caramello.
Continuate con un secondo strato rotondo più stretto del primo, appoggiando i bignè nei solchi creati tra quelli di sotto. “Incollateli” sempre con il caramello.
Continuate per altri strati creando una piramide di bignè. Finite con un solo bignè in cima.
Decorate con il caramello fatto sgocciolare tutt’intorno.





 
Potete completare con pistacchi sgusciati e tritati grossolanamente. Io non li ho messi perché … mi sono dimenticata !!!

Questo caramello non fa i fili, non so se è per via dello zucchero di canna che si scioglie meno o dell’aceto balsamico. O magari sono io che non ci sono riuscita. Comunque ha un sapore piacevolmente agrodolce e scrocchiarello che sta bene con creme saporite.

Se volete provare la versione marinara preparate le creme con il salmone e il baccalà.
 
 
 
 

 
Non so se riuscirò a passare ancora da qua domani, per questo inizio ad augurarvi a tutti una buona fine d’anno e un inizio strepitoso ma soprattutto un 2015 pieno di cose belle.