Visualizzazione post con etichetta mascarpone. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta mascarpone. Mostra tutti i post

venerdì 25 maggio 2018

MINI ROSE AND RASPBERRIES CHEESECAKE PER IL CLUB DEL 27

Anche se oggi è il 25.
Abbiamo anticipato per ragioni editoriali, visto che la rivista più famosa del web ha in serbo un sacco di articoli uno più bello dell’altro e si è rischiato l’overbooking.
Comunque sempre del Club del 27 si tratta, stesso gruppo di golosi impenitenti che si “sacrificano” a testare ricette di libri, riviste o chef famosi.
Questa volta però ci siamo dedicati ai fiori, o meglio al fiore per eccellenza, la rosa.
Che diventa protagonista in cucina sia con i suoi petali che sotto forma di confetture, sciroppi, essenze.



lunedì 21 novembre 2016

TIRAMISÙ AL CIOCCOLATO E COGNAC PER MTCHALLENGE

Altra sfida, altra ricetta.
Dai piattini salati in stile catalano si passa al dolce più amato e conosciuto al mondo, tutto italiano: il Tiramisù.
Susy May ce lo ha proposto per la sfida di Novembre dell’MTChallenge in due versioni.
Una è quella originale: savoiardi, uova, mascarpone, zucchero, caffè e cacao, come lo conosciamo tutti, ma proprio tutti visto che è il dolce italiano più amato all’estero.
L’altra è molto particolare, nata dalla fantasia di Susy e dal suo amore per il cinema.
Un “tiramisù burlesque”, dedicato alla regina del burlesque, la sensuale Dita Von These.
E qui si arriva al succo della questione: per la gara bisogna fare si un tiramisù, ma anche dedicarlo a un film o un icona del cinema, possibilmente un icona sexi.


venerdì 9 gennaio 2015

TORTA CIOCCOLATO MASCARPONE E COCCO SENZA GLUTINE

Oggi è venerdì. Quindi oggi è il Gluten Free(Fry) Day.
Vi chiederete cosa centri con me.
Io non sono celiaca e nemmeno qualcuno dei miei famigliari.
Ma ho amici che lo sono, amichetti di mio figlio, conoscenti. Quindi mi è capitato almeno una volta di dovermi preoccupare di quello che mettevo in tavola.

Preparare una semplice merenda per bambini può essere insidioso se non si conosce a fondo la materia. Perché non basta escludere la farina. Ci sono tanti alimenti, soprattutto se confezionati che “possono contenere tracce di …” , addirittura il prosciutto.
Ma non solo, bisogna fare molta attenzione a non usare stoviglie “contaminate”, cioè con cui si ha già toccato alimenti glutinosi.
Però non è così difficile in realtà. Basta un po’ di informazione. Un po’ di accortezza. Un briciolo di organizzazione.
Inoltre sono davvero tanti gli ingredienti già di per se senza glutine: patate, riso, carne, pesce, verdure, frutta. I miei adorati formaggi.

Ma soprattutto bisognerebbe informarsi bene, anche per non parlare a vanvera.
Perché dire intollerante al glutine e basta, non significa proprio nulla. Come per tutte le altre intolleranze alimentari del resto.
Oggi si fa un gran parlare di intolleranze e allergie. Spesso a sproposito. Appena uno ha un po’ di mal di pancia salta fuori questo spauracchio. Anzi per alcuni è diventato quasi una moda. Per  altri un business.

Così a rimetterci sono proprio quelli che intolleranti lo sono davvero.

Perché vengono guardati con fastidio. Perché se è vero che adesso ci sono tanti prodotti gluten free a disposizione questo non necessariamente vuol dire che siano più a buon mercato.
Intanto il pressapochismo dilaga.
Ma la celiachia, come altre intolleranze alimentari, è una cosa seria. Fa star male sul serio.

Io ne so ancora pochissimo, certo. Forse perché non ne sono colpita personalmente. Per questo non me la sono mai sentita di parlarne. Per non aumentare il cumulo di cavolate che circolano su questo argomento.
Ma grazie ad alcune blogger, che invece conoscono personalmente la materia, ho iniziato a chiarirmi le idee.
Inoltre è più frequente di quello che si pensa cucinare senza glutine. Pensiamo alle patatine fritte, alla polenta con il sugo di salsiccia, al risotto in tutte le sue declinazioni, alle frittate.
La farinata ligure!

Giusto ieri ho preparato una torta. Avevo del mascarpone aperto da un paio di giorni che doveva essere utilizzato e non a crudo. Della frutta secca, un rimasuglio di cocco rapè. Montagne di cioccolato delle calze befanesche.
Ho preparato una torta. Ma ho sostituito la farina con l’amido di mais. Semplice. Non è poi così difficile preparare una merenda gluten free. Che la possano mangiare tutti senza discriminazioni. Anche questo aspetto non è da sottovalutare. Specialmente se si tratta di bambini. Non è per niente bello che si sentano esclusi solo perché non possono mangiare certe cose, quando basterebbe un minimo di organizzazione.

La torta si può fare in due versioni. Una veloce alla “Fast and furious”, dove praticamente si mescolano gli ingredienti e via in forno. Rimane più friabile e leggermente più asciutta, con le nocciole e il cocco che si sentono sotto i denti.
L’altra versione è più morbida e umida, con una consistenza un po’ più fine. Più da dopo cena con l’accompagnamento di crema inglese o zabaione caldo. Che guarda caso sono anch’essi normalmente sglutinati, perché privi di farina.

Certamente nel caso di celiaci a tavola occorre verificare che tutti gli ingredienti (maizena, cacao, lievito, anche il cioccolato!) siano davvero a spiga barrata, senza la famosa dicitura “potrebbe contenere tracce …” e consentiti dal prontuario dell’AssociazioneItaliana Celiachia. Ma basta solo far più attenzione al supermercato. Leggere bene le etichette. Usare utensili perfettamente puliti e qualche altro accorgimento. Ma su questo vi rimando a chi ne sa più di me, per esempio Stefania e Gaia, tanto per dirvene due. Ma sul sito Gluten Free Travel and Living ne troverete altre.

Intanto buona merenda sglutinata. A tutti.

 
 
 
 

TORTA SENZA GLUTINE AL MASCARPONE CIOCCOLATO E COCCO (in due versioni).
Ingredienti:
3 uova medie,
200g cioccolato fondente (quello consentito),
150g mascarpone,
120g zucchero,
100g maizena (consentita),
80g cocco rapè,
80g mandorle pelate o nocciole,
1 cucchiaio di cacao amaro (consentito),
1 cucchiaino di lievito per dolci (facoltativo, piuttosto usate un pizzico di bicarbonato)
un pizzico di sale.

Controllate sempre che tutti gli ingredienti siano consentiti ai celiaci, che abbiano cioè il marchio spiga barrata.

Versione n°1: torta morbida e umida.
Spezzettate il cioccolato e fatelo fondere a bagnomaria mescolando, fatelo intiepidire.
Frullate finemente le mandorle o le nocciole con un cucchiaio di zucchero fino ad avere un composto il più fine possibile. Unite anche il cocco e dare ancora una frullata.
Lavorate a crema soffice le uova con lo zucchero rimasto, incorporate il mascarpone e un pizzico di sale. Unite le nocciole macinate con il cocco e il cioccolato fuso tiepido.
Infine incorporate la maizena e il cacao setacciati col lievito.
Versate in una tortiera di circa 30cm di diametro e infornate a 180° per 10 minuti, poi abbassate la temperatura a 170° circa e continuate a cuocere per altri 20 minuti.
La torta deve avere una bella crosticina dorata ma essere ancora leggermente umida all’interno, ma non molle altrimenti è cruda.
Servitela fredda o tiepida spolverata di zucchero a velo e cocco rapè.






Versione n°2: torta friabile. Che poi è quella che ho fatto io.
Spezzettate grossolanamente il cioccolato e frullatelo con le nocciole e 1 cucchiaiata di zucchero fino ad avere un composto granuloso come sabbia.
In una ciotola lavorate le uova con lo zucchero, un pizzico di sale e il mascarpone fino ad avere una crema spumosa. Unire la maizena, il cocco, il cacao, il levito e il composto di cioccolato. Amalgamare bene con una spatola e versare in una teglia di circa 30cm di diametro foderata con carta forno umida.
Infornate a 180° per 10 minuti, poi abbassate la temperatura a 160° e proseguite per altri 30 minuti circa. Dentro rimane comunque un pochino umida per via del cioccolato fondente.
Una volta fredda spolveratela con zucchero a velo e cocco.



 
 
 
 
 
 

mercoledì 31 dicembre 2014

BARCHETTE, BRISÈ, SALAME COTTO, SALMONE CRUDO E VIA LE ZAVORRE.

Eccomi qui per un ultimo post prima che quest’anno si concluda definitivamente.
Avevo detto niente riflessioni, niente bilanci.
Ma è inevitabile.
Ce lo prescrive persino Face book col suo riassuntino del “tuo anno fantastico”.

Che poi è inutile che ci si indigna perché ci fa rivedere momenti che ci intristiscono.
Come le ferie al mare con l’ex, prima che ti cornificasse con la fidanzata di suo cugino.
O di quando hai deciso di farti tatuare il nome della tua ragazza che però ti ha lasciato il giorno dopo che fosse completato. O di quando avevi ancora tutti i capelli normali prima che sbagliassi tinta.
Non è colpa sua, è un algoritmo, come fa a sapere cosa è successo nel frattempo?
È un freddo computer che prende a caso foto dal tuo (TUO) diario che tu (TU) hai postato.
Se non vuoi vederle più cancellale. Non sono mica incise nella roccia come geroglifici.
Ma pare che qualcuno si sia invece arrabbiato. E abbia fatto addirittura causa a Mr. Facebook. Per carità li si trattava anche di eventi molto tristi e gravi. E forse nell’onda del dolore, si dicono e fanno tante cose.

Ma non si può dare sempre la colpa ai social network. Ci si trova quello che ci si mette.
Non ho bisogno di Facebook che mi faccia “improvvisamente” ricordare di eventi, facce, persone. Quelle foto, quei ricordi, sono comunque i miei.
Forse starò diventando cinica. Sarà l’età che avanza.

Se mi guardo indietro vedo un sacco di cose che mi sono successe, alcune belle, altre meno.
Ma ancora di più vedo quelle che avrebbero potuto succedere e invece …
Forse è stato meglio così, forse no.
So solo che a volte ci si ritrova con un sacco di cose non dette o non fatte che rimangono li sul groppone. Un sacco di se solo avessi, di magari.
Con la fine dell’anno voglio eliminare tutte queste cose. Questi rimasugli. Queste scorie.

Fare come si usa in Giappone, che puliscono per bene tutta casa prima che inizi il nuovo anno, in modo da essere purificati e proseguire più leggeri.
Ecco ora non vorrei che pensaste che mi sono messa a pulire come Mastro Lindo o a svuotar cantina e soffitta. Per altro per quel lavoro ci vorrebbe un’impresa.

Ma la mente e il cuore da tante zavorre inutili quello si.
O almeno vorrei provarci.

Vorrei smetterla di preoccuparmi sempre di dire e fare la cosa giusta per gli altri, tanto la cosa giusta non lo è quasi mai.
Vorrei imparare a dire più spesso qualche no, qualche basta, senza sentirmi poi in colpa.
Vorrei imparare a non farmi coinvolgere troppo da questioni altrui e magari pensare un po’ prima a me stessa.
Vorrei non sentirmi sempre in dovere di aiutare tutti quelli che mi circondano perché ogni tanto sarebbe bello star li e lasciare che gli altri facciano qualcosa per te.

Mi piacerebbe riuscire ad “aprire le menti” di quelli che credono di sapere tutto, di avere sempre la verità in tasca, che si ergono a professori, e se si offendono pazienza.
Oppure semplicemente vorrei imparare a fregarmene di quello che pensano o credono di sapere. Anzi vorrei proprio imparare a fare ogni tanto quello che voglio o ritengo giusto senza dover dare spiegazioni, o sentirmi in dovere di farlo.

Mi piacerebbe anche fare una gran cavolata una volta senza pensare alle conseguenze.
Non è che sono sempre stata perfetta, per carità. Errori ne ho fatti tanti, ma quasi sempre per decisioni mai prese o cose lasciate perdere, piccole cavolate, ma le conseguenze le ho sempre pagate tutte, piccole o meno, a volte persino qualcuna in più del dovuto.
Ecco, più che altro vorrei avere la capacità di fare le cose di impulso, senza ponderare troppo.
Per il gusto di farle. Per me stessa. Una volta sola almeno.

Soprattutto vorrei imparare definitivamente a non fidarmi così ingenuamente delle persone.
Perché io alla fine ci casco sempre. Abbocco come un totano. Penso sempre che tutti in fondo siano buoni. Buoni per il brodo.

Infine tra le zavorre che mi vorrei togliere da dosso sono quegli amici o amiche che si ricordano di te nel momento del bisogno, il loro però.

Mi piacerebbe proprio prendere una bella scopa e far un bel repulisti: via tutto, alè.
Il fatto che quella scopa potrei anche girarla nel derrière di qualcuno, è un dettaglio.

Di contro vorrei veramente avere la determinazione, la grinta e la capacità di portare fino in fondo alcuni progetti che ho nel cassetto non so da quanto tempo. Senza temere o chiedere pareri a nessuno.

Anzi farò così. Domani appena sveglia farò una bella lista di cose da fare e non fare nel 2015.
In questa lista però non ci metterò che devo perdere ancora 3-4 chili.
Per quello la determinazione non basta più. L’unico modo che ho di perdere peso è tagliarmi un braccio. Ma me ne servono due per prendere a ramazzate nel didietro le cose negative.

Ultima ricetta dell’anno. Veloce. Pronta in pochi minuti. Per il cenone è l’ideale.
Un bel brindisi con un calice di ottimo spumante italiano e siamo già nell’anno nuovo.

Auguro  a tutti di cuore di liberarvi delle vostre zavorre, di tutto quello che vi impedisce di vivere sereni e che i vostri desideri più belli possano essere esauditi.

 

 
 
 
 
 

BARCHETTE CON MASCARPONE E SALMONE AFFUMICATO (O SALAME COTTO).

Per la pasta brisè:
200g farina 00,
130g burro,
mezzo bicchiere di acqua fredda (circa 1dl),
un pizzico di sale.

Impastate la farina col burro tagliato a dadini piccoli e il sale in modo da avere un composto a piccole briciole. Unite l’acqua poca alla volta e impastate velocemente. Dovete ottenere una pasta omogenea, morbida ma consistente (non molle).
Avvolgetela nella pellicola per alimenti e tenetela in frigo almeno un’ora.

Potete usarla per preparare quiche o torte salate cuocendola insieme al ripieno, oppure foderare uno stampo grosso o tanti piccoli e preparare dei gusci di pasta da riempire con creme o composti freddi in genere.

Per fare le tartellette bisogna stendere la pasta a uno spessore di circa 3-4 millimetri e foderare gli appositi stampini ben imburrati. Bucherellateli con una forchetta e cuoceteli in forno per circa 8-10 minuti a 180°, devono essere leggermente dorati.
Le tartellette si possono preparare anche con qualche giorno di anticipo e mantenere fragranti in un contenitore a chiusura ermetica.

Per dovere di cronaca vi do la ricetta della pasta brisè anche se in commercio si trova già pronta e stesa, anche di ottima qualità. Ma è davvero molto facile da fare, ne vale la pena.
Certo non tutti hanno gli stampini appositi per le barchette, anche in questo caso le potete acquistare già pronte nei supermercati più forniti, soprattutto in questi periodi di festività.

Per circa 30 barchette:
30 tartellette di brisè,
200g mascarpone,
50g panna fresca,
3-4 gocce di succo di lime o limone,
un pizzico di sale e pepe,
trota o salmone affumicato,
salame cotto affettato spesso,
semi di papavero.

Lavorate il mascarpone con la panna, il succo di lime e un pizzico di sale e pepe. Riempite le tartellette di brisè con la crema aiutandovi con un cucchiaino o con la tasca da pasticcere.
Tagliate a dadini piccoli il salmone o il salame e disponeteli sulle barchette. Completate spolverando con i semi di papavero.



 
 
 

Devo confessare che il salame cotto è stata un’idea dell’ultimo momento. Ho fatto queste barchette per il pranzo di Natale. Solo che tra i commensali ce n’era uno, mio padre, che non mangia pesce. Quindi per non fargli saltare un antipasto (non sia mai che resti qualcuno indietro di una portata, dobbiamo sacrificarci tutti allo stesso modo) ho sostituito il salmone col salame cotto. Così qualcuno ha finito per mangiare un antipasto in più … una a caso.