giovedì 27 marzo 2014

LE DÉJEUNER SUR L’HERBE.

Dovrebbe essere iniziata la primavera.
Belle giornate di sole che durano più a lungo.
Prime gite fuori porta. Prime passeggiate all’aria aperta a piedi o in bicicletta.
Primi pic-nic o merendini, come si chiamano da noi.
Invece fuori sembra di essere a dicembre.
Nevica!!
E la cosa non mi piace per niente. Ormai la neve ha perso ogni suo fascino.
Anche perché dopo un lungo inverno come questo, davvero non se ne sentiva più la mancanza.
Anzi, era un piacere vederla sciogliersi pian piano ma inesorabilmente al sole tiepido di Marzo.
Pazienza se ci sono ancora malati di sci che vorrebbero prolungare la stagione.
Che poi questa neve non serve proprio più a nulla: non sono quei bei fiocchi soffici e farinosi, è soltanto un nevischio molle e bagnato che rende le strade un pantano.
Basta. C’è bisogno di sole, aria asciutta (anche perché ho una montagna di indumenti invernali da riporre) e prati verdi.

Ho voglia di pranzare all’aria aperta, seduti su un plaid, con una bella tovaglia ricoperta di ogni ben di Dio. Mi è venuto in mente quel quadro di Manet, “Le dejeuner sur l’herbe”, appunto. Magari non sarei così audace di pranzare in costume adamitico come quella signorina, a tutto c’è un limite, ma la voglia di shorts e maglietta incombe.

Monet, Parigi, Francia, il sufflè, lo chef Cyril Lignac, Fabiana, l’MTChallenge … aiuto, sto delirando!!!
Però … però … a ben pensare … non si può portare il sufflè a un pic-nic, per ovvie ragioni tecniche. Ma si può mettere il pic-nic nel sufflè!
Cioè fare un sufflè con gli ingredienti tipici del merendino di Pasquetta: fave, salame, formaggio.

Con questa ricetta, ovviamente, intendo partecipare alla sfida di Marzo dell’MTChallenge, lanciata da Fabiana, del blog Tagli e intagli.

Solo che adesso non mi sembra più un’idea così originale: curiosando tra gli altri sfidanti ho notato che le fave sono state già usate, per di più ci sono ricette che possono tranquillamente figurare nel menù di un ristorante stellato.
Ma ormai è tutto pronto, anche le tanto odiate foto.
In fondo questa ricetta mi rispecchia: più di tanto non riesco a fare la raffinata, in fondo rimango sempre un po’ rustica!!

 

 

 
 
 

SUFFLÈ ALLA RICOTTA, FAVE E SALAME CON ZABAIONE SALATO.

Per 6 sufflè monoporzione:
100ml panna fresca,
1 cucchiaio di maizena o farina di riso,
10g burro + quello per ungere gli stampi,
2 uova medie + 2 albumi,
100g ricotta di pecora,
200g fave sgusciate,
4-5 fette di salame spesse 1/2cm,
qualche foglia di maggiorana,
1 cucchiaio di grana o pecorino grattugiato.

Per lo zabaione salato:
2 tuorli,
50ml panna o 20g burro morbido,
50ml vino bianco secco aromatico,
sale e pepe.

Imburrate bene il fondo e bordi degli stampi da sufflè, cospargeteli con il pecorino grattugiato e metteteli in frigo almeno per un’ora.
Lessate le fave in acqua bollente salata, scolatele, fatele raffreddare sotto l’acqua fredda ed eliminate la pellicina.
Tagliate il salame a dadini piccoli.
Stemperate la maizena con la panna fredda, portate lentamente a bollore mescolando. Spegnete appena inizia ad addensare, unite il burro e i tuorli. Lasciate raffreddare. Salate e pepare a piacere.
Incorporate la ricotta, le fave tritate grossolanamente, il salame a dadini e la maggiorana.
Montate a neve ferma gli albumi e incorporateli delicatamente.
Versate il composto negli stampi fino ai 2/3 dell’altezza.
Infornate a 200° per 15-20 minuti.





Per lo zabaione salato:
Mentre i sufflè cuociono,sbattete i tuorli in un pentolino con la panna, salate e pepate. Cuocete a bagnomaria continuando a montare con la frusta unendo a filo il vino bianco. La crema si deve addensare e gonfiare.
Se si usa il burro si unisce a pezzetti alle uova durante la cottura a bagnomaria, prima di aggiungere il vino.

Servite immediatamente i sufflè con lo zabaione caldo.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

mercoledì 26 marzo 2014

BAMBINI … MERENDA!!!

La ricetta che vi propongo oggi è molto facile e veloce.
È una merenda golosa per i bambini, adatta anche da portare a scuola.

Infatti mi sono fatta aiutare da mio figlio che ha subito preteso di postarla nelle “sue piccole ricette”.
Veramente era da un po’ che mi chiedeva di preparare qualcosa con lui.
Ultimamente non abbiamo avuto molto tempo per stare insieme. Ora che la stagione sciistica è conclusa, almeno dalle mie parti, e sono di nuovo una semplice mamma, posso dedicarmi un po’ di più a cucinare con il mio bambino.

Inoltre non vedeva l’ora di provare gli stampini nuovi di silicone che mia suocera mi ha regalato per il mio compleanno. Praticamente ha svaligiato un negozio di casalinghi.
Praticamente è istigazione !!!
Ha trovato anche un set completo per il cake design, con utensili che devo ancora capire come si usano.
Ma datemi tempo!

Intanto ho cercato di capire come si usano questi stampi di silicone.
Lo confesso, non li avevo mai provati. In realtà li ho sempre guardati con un pizzico di diffidenza: cuocere in forno dentro a questi contenitori gommosi non mi ispirava un granchè. Sebbene cuochi e pasticceri famosi (Montersino in testa) ormai li usino quotidianamente.
Avevo un sacco di dubbi: si devono imburrare o no? Si devono disporre sulla placca del forno o sulla griglia?

Sono andata a curiosare nei siti dei produttori di questi stampi e ho scoperto che sebbene non occorra imburrarli, qualcuno consiglia di farlo almeno nei primi utilizzi. Boh!
Perché solo nei primi utilizzi? O sempre o mai.
Tanto si lavano ogni volta col detersivo, non è che rimangono impregnati di burro, o forse si?! Come il testo di rame della farinata che rimane sempre unto, ma quello però non si lava col detersivo … io nel dubbio li ho imburrati, solo un velo.

Li ho disposti sulla griglia del forno, fredda, come da istruzioni.
Ma con i pirottini monoporzione  singoli si deve stare molto attenti perché si rischia il ribaltamento mentre si trasportano in forno.
Inoltre i pirottini singoli tendono ad allargarsi quando l’impasto cuoce e si gonfia, perdendo un po’ la forma che dovrebbero dargli: avrei dovuto avere tortine a forma di stella, cuore, fiore … qualcuna era un po’ futurista!!
E bisogna fare attenzione a non riempirli troppo, 2/3 anche meno, perché il ,pirottino si allarga un po’ e l’impasto esce, colando di sotto.
Però devo dire che poi si sformano bene.

Non così gli stampini multipli, dove ci sono 6-8 formine attaccate insieme: sarà perché le mie erano tipo mini-budino, con il pezzo per creare il foro centrale, ma ho dovuto fare molta attenzione quando ho tolto le tortine.
Comunque come prima volta non è andata male, devo prenderci solo un po’ la mano.

Tornando alla mia ricetta. È di una semplicità imbarazzante. Ed è anche molto veloce da fare: si sbatte tutto con la frusta elettrica e via in forno.

Sono ottime e sane merendine casalinghe. Ma risolvono anche un fine cena: basta accompagnarle con una salsa o una crema a piacere, un ciuffo di panna montata e magari con qualche ghirigoro di caramello che fa tanto chic e il dessert è servito!

Naturalmente se non avete gli stampini di silicone o lo stampo da muffin o i pirottini di carta forno da cup cakes … si possono fare benissimo lo stesso con i semplici e banali (ma sempre fedeli) pirottini di alluminio usa e getta!

 

 

 






 

TORTINE SOFFICI AL CIOCCOLATO FONDENTE.

Per 18 tortine:
3 uova,
1 vasetto di yogurt bianco,
220g farina 00,
160g zucchero,
30g di cacao amaro,
60g cioccolato fondente,
1 bustina di lievito,
½ bicchiere di latte,
2 cucchiai di liquore a piacere (facoltativo)
burro per gli stampini.

Tritate il cioccolato finemente con un coltello.
Montate le uova con lo zucchero fino ad avere una schiuma chiara e gonfia. Aggiungete lo yogurt bianco e continuate a montare.
Unite il cacao e la farina, il lievito sciolto nel lette e infine il cioccolato tritato.
Imburrate gli stampini con il burro fuso e versate il composto a cucchiaiate riempiendoli non oltre i 2/3.
Infornate a 160° per circa 20 -25 minuti.
Fate raffreddare completamente e togliete dagli stampini. Spolverate leggermente con lo zucchero a velo.

 

 


 

Si possono servire con una crema inglese tiepida, della panna montata, dello zabaione, una salsa al cioccolato oppure, più semplicemente con della ricotta fresca montata con poco zucchero.

La crema alla ricotta si presta a molte varianti:
Si lavora con un cucchiaio di yogurt compatto, zucchero e scorza di agrumi grattugiata.
Oppure si incorpora poca panna montata e si aromatizza con cannella o per gli adulti qualche goccia di liquore.






 
 
 
 
 

giovedì 20 marzo 2014

SUA ECCELLENZA IL SOUFFLÉ.

Cosa spinge una persona mediamente dotata di buon senso a preparare il soufflé?
Mistero.
Si, perché non c’è piatto più infido e bastardo di questo.
Hai voglia ricorrere a ogni sorta di trucchi e scongiuri.
Non si è mai sicuri della riuscita, e anche quando succede è così breve ed effimera che quasi non si nota.

"Eh, però è un piatto così chic! Un piatto di alta cucina, per occasioni importanti!"

Ah si, certamente: tutti li a tavola in trepida attesa. Perché sono gli ospiti che devono aspettare il sufflè non certo il contrario. Con la cuoca che suda sette camicie e smoccola in cucina, pregando in aramaico attaccata alla porta del forno.
Poi quell’infidone non si degna nemmeno di arrivare integro fino in tavola, si accascia prima, durante il tragitto.

Allora perché farlo?
Perché dargli questa soddisfazione?

Perché una volta nella vita bisogna provare l’ebrezza del rischio.

Ma soprattutto perché questo mese le menti geniali delle giudici dell’MTChallenge hanno partorito questa “meravigliosa” idea e proprio non ci si può sottrarre.
In particolare vorrei proprio ringraziare la vincitrice della scorsa sfida, Fabiana del blog Tagli e Intagli, perché in realtà e colpa … cioè, è una sua idea.

La ricetta a dire il vero non è nemmeno così difficile: c’è una base di besciamella a cui si aggiungono tuorli, un ingrediente aromatico che da sapore e albumi a neve. Poi via in forno.
Ma è qui che si compie la magia, o non si compie, o piuttosto si compie ma svanisce in un nanosecondo.

Ma non poteva essere così semplice.
La ricetta da seguire non poteva certo essere quella classica. Ma via. Non siamo mica a Master Chef. No, no, no. Bisogna seguire la ricetta di un mostro sacro della cucina, con tanto di proporzioni esatte fra gli ingredienti, che neanche al CNR son così precisi.

E poi naturalmente ci vuole una salsa … e dico una SALSA, con tutte le maiuscole, perché non deve sfigurare vicino a cotanto piatto.

Posso con tutta sincerità dire una cosa alle giudici: la finite di fumarvi il basilico? Che poi questi sono i risultati.

Comunque io ci ho provato.

In realtà è la seconda volta che mi cimento con questa preparazione. La prima volta ho seguito la ricetta classica  del “Soufflé al parmigiano” (la potete vedere QUI), presa dal Talismano della Felicità, e il risultato è stato più che accettabile … da sufficienza, insomma.

Oggi invece ho preparato un sufflè ai broccoli.

Adoro questa verdura. Ho iniziato ad amarla quando ho vissuto per un po’ in Calabria e lì ho imparato a fare una fantastica pasta saltata in padella con broccoli, olio, aglio, acciuga, pomodori secchi, qualche dadino di provola silana e tanto (ma tanto) peperoncino.

Ho provato a ricreare i sapori di questo piatto nel sufflè.
Per la salsa mi sono ispirata a una ricetta di Gualtiero Marchesi (veramente ne ho mischiate due) del suo Grande Ricettario.
L’accostamento dei sapori è riuscito. Il sufflè ha “soffiato”, lo giuro, almeno per un po’.
Le foto … fanno schifo come al solito …

 
 
 
 

 

SOUFFLÈ DI BROCCOLI E POMODORI SECCHI CON VELLUTATA ALLE ACCIUGHE.

Per 6 soufflè monoporzione:
3 uova grandi,
250g broccoli lessati,
200g di panna fresca,
2 cucchiai rasi da minestra di maizena,
2 cucchiai colmi di parmigiano grattugiato,
12 pomodori secchi sott’olio,
1 spicchio d’aglio,
1 peperoncino,
1 cucchiaio d’olio,
20g di burro + quello per imburrare gli stampini,
parmigiano e pangrattato per gli stampini,
sale, pepe.

Per la salsa vellutata:
30g acciughe sott’olio,
1 cucchiaino di capperi sotto sale,
200ml di brodo di verdura (o fumetto di pesce),
1 cucchiaio scarso di maizena,
1 cucchiaino colmo di burro,
4-5 cucchiai di panna.

Imburrare gli stampini da sufflè con del burro morbido, spennellandolo bene sul fondo e sui bordi fino all’orlo. Cospargere gli stampini con del pangrattato e del parmigiano. Riporre in frigo fino al momento dell’utilizzo.

Preparare la base del sufflè stemperando la maizena con poca panna fredda, unire il resto della panna bollente e cuocere a fuoco basso, mescolando, finchè diventa una crema liscia.
Fuori dal fuoco incorporare i burro e i tuorli uno alla volta.

Ripassare i broccoletti in padella con l’olio, l’aglio e il peperoncino, va bene anche quello in polvere, si deve sentire appena ma non deve prevaricare.
Frullare i broccoli (eliminando l'aglio e il peperoncino) e unirli alla crema. Aggiungere il parmigiano e i pomodori secchi ben sgocciolati e tagliati a dadini.
Infine unire  delicatamente gli albumi montati a neve, facendo attenzione che non si smontino.

Riempire gli stampini fino a 2/3 dell’altezza.
Infornare a 200°, forno caldo e statico, per circa 15-20 minuti. Devono essere ben dorati in superficie. Servirli subito (SUBITO) con la salsa tiepida.

 

Per  la salsa:
Dissalare i capperi e sgocciolare le acciughe. Frullare tutto con la panna.
In un pentolino sciogliere il burro e stemperarvi la maizena, unire il brodo e portare a bollore mescolando, finchè si forma una salsa morbida e liscia. Unire le acciughe frullate e mescolare. Cuocere ancora per un minuto.
Servire calda o tiepida.

 


 
 
 
 
 
 
In accompagnamento, ci sarebbe stata magnificamente una fetta di provola silana, appena scottata sulla piastra. Tanto per completare l’operazione “amarcord”. Ma non l’ho trovata e non ho voluto sostituirla con nient’altro.









mercoledì 19 marzo 2014

RICOMINCIO DAL RISOTTO

Sono tornata.
Cosa mi sono persa in tutto questo tempo?
Un sacco di cose. Purtroppo.
A partire dalle feste di Natale, vissute molto frettolosamente. Non ho fatto in tempo a cavalcare l’onda del menù delle feste o del dolcetto-dono che già si parlava di dieta dopo- feste, del menù di S.Valentino e in un attimo si è arrivati al Carnevale con la sua sfilata di fritti dolci e salati.
E adesso si sta già trottando di gran carriera verso la Pasqua!!

Una food blogger che si rispetti non deve farsi scappare questa cose, deve rimanere sempre “sul pezzo”, al passo, anzi forse un pochino più avanti.

Ma io non sono una food blogger seria.
Sono una perennemente di corsa. Anche un po’ confusionaria a dire il vero.
In più ho avuto un periodo un po’ intenso. Diciamo così.
Quindi ho proprio abbandonato questo mio angolo di web. Ho anche trascurato le mie amiche blogger che ho incontrato da quando ho iniziato a postare. Di questo mi dispiace forse ancora di più.

Mi sono persa alcuni contest molto belli. Appuntamenti  fissi che mi sono mancati o iniziative organizzate in qualche occasione speciale a cui mi è dispiaciuto non partecipare. Soprattutto se organizzate da blogger amiche.
Pazienza. Adesso mi rifarò. Adesso che la Primavera sta sgomitando per uscire e mandar via la neve, riprenderò un po’ le fila della mia vita e del mio blog .
Visto che nel post precedente mi sono crogiolata nell’auto commiserazione e l’ho fatto con uno dei miei cibi preferiti per quello scopo, oggi voglio riproporre proprio quel piatto ma in una versione un po’ più fresca. All’insegna del sole, della bella stagione che sta arrivando e della rinascita.
 
 
 
 
 
 
 
RISOTTO PRIMAVERA (a modo mio).
 
Ingredienti per 4 persone:
300g riso Carnaroli o Arborio,
1 scalogno o 2 cipollotti freschi,
2 carote piccole,
12 asparagi,
100g fave sgusciate,
1 litro di brodo di verdura,
½ bicchiere di vino bianco,
parmigiano grattugiato,
olio extra vergine d’oliva,
sale e pepe.

Per accompagnare: formaggio cremoso fresco, tipo stracchino, robiola, caprino.

Pulite gli asparagi eliminando la parte dura e le foglioline. Tagliateli a rondelle lasciando la punta intera. Sbollentate le fave ed eliminate la pellicina, se fossero troppo grandi.
Pulite e tagliate le carote a dadini.
Tritate finemente lo scalogno o i cipollotti e fateli stufare in una padella con poco olio e un mestolino di brodo. Devono diventare morbidi e trasparenti senza soffriggere.
Unite, le carote e fate cuocere per 5 minuti, poi le rondelle di asparagi e le fave, fate saltare per qualche minuto,  le verdure devono rimanere croccanti.

In una pentola per risotti, fate tostare il riso. Quando è traslucido bagnatelo col vino bianco e fate evaporare. Unite due mestoli di brodo caldo e lasciate asciugare pian piano, mescolando di tanto in tanto.
Aggiungete le verdure, proseguite la cottura del risotto unendo poco brodo alla volta.
Quando mancano circa 5 minuti alla fine della cottura unite le punte degli asparagi che devono rimanere sode.
Aggiustate di sale e mantecate con del grana grattugiato.

Servite nei piatti con una cucchiaiata di formaggio cremoso spalmabile, tipo robiola, caprino o stracchino.





martedì 18 marzo 2014

IL MIO COMFORT FOOD.

Questo post era preparato da tempo. L’avevo scritto di getto. Sfogandomi anche un po’.
Era tutto pronto in bozza. Mancavano solo le foto.
Ma è rimasto li. Da quasi un mese.
Perché non ho più aggiornato il blog da un pezzo. Adesso che mi sono di nuovo seduta davanti al computer è già argomento vecchio.
Ma ho deciso di pubblicarlo ugualmente. Anche perché sento il bisogno di riallacciare le fila del discorso.

Dopo giorni di latitanza oggi finalmente rubo un po’ di tempo ai miei impegni per postare una ricetta. Non mi dilungherò tanto in preamboli.
Anche se di solito amo chiacchierare e raccontarvi quello che mi succede. Questa volta però non so proprio cosa dire.

In questo periodo mi sento stanca e svuotata. Stanca per il lavoro, per tutta una serie di acciacchi, ma soprattutto delusa e amareggiata da qualche persona che si è dimostrata poco sincera e affidabile.
Non voglio aggiungere altro. Forse è meglio.

La cosa che mi dispiace di più è non poter tenere aggiornato questo blog, proprio adesso che mi sta dando qualche soddisfazione.
Proprio adesso che ci sono un sacco di contest e iniziative a cui vorrei partecipare. Ma non so proprio come ci riuscirò. Vedremo.

Mi sa che dovrò accontentarmi di guardare gli altri partecipanti.
Di sicuro mi annoterò qualche ricetta da rifare quando sarò meno impegnata.
Anche perché non smetto certo di andare a curiosare nei blog amici, anche se meno assiduamente, ma ogni tanto fa bene incontrare gli amici, sapere cosa stanno facendo. Magari non lascio sempre messaggi, perché sono di corsa:lo confesso qualche volta curioso dal cellulare al lavoro, ma solo nei tempi morti, giuro ;-).

Intanto posto questa semplice ricetta. Questo risotto è uno dei piatti preferiti della mia famiglia; a volte sostituisco il Taleggio con la Raschera o con la Gorgonzola.
L’idea degli amaretti l’ho copiata dallo chef Andrea Ribaldone, infatti è stato uno dei piatti che ho mangiato nel suo ristorante quando ho avuto l’onore di incontrarlo (QUI potrete vedere tutto quello che ha preparato quel giorno).

È un piatto molto semplice, ma è quasi una coccola per me.
I risotti in genere sono un cibo-coccola in realtà. Un’ancora di salvezza. Quando sono stanca, quando vado di fretta, quando non sto bene, quando sono a corto di idee e in frigo c’è poco da scegliere. Ma qualcosa con cui preparare un risotto lo trovo sempre.












RISOTTO CON ZUCCA, AMARETTI E TALEGGIO.

Ingredienti per 4 persone:
300g riso Carnaroli,
400g zucca pulita,
2 scalogni o una piccola cipolla bionda,
1lt brodo di carne o verdura,
200g taleggio,
16 amaretti friabili,
vino bianco secco,
olio extra vergine d’oliva.

Tagliate la zucca a dadini. Tritate finemente gli scalogni e fateli stufare in un tegame largo con due cucchiai d’olio a fuoco dolce finchè sono trasparenti, potete bagnarli con uno o due cucchiai di brodo e farlo asciugare bene.

Unite il riso e fatelo tostare due minuti, aggiungere ¾ della zucca, mescolate bene, bagnarte con un bicchiere di vino bianco e fate evaporare.

Aggiungete il brodo caldo a mestolate, mescolando ogni tanto, finchè il riso è cotto, la zucca si deve quasi sciogliere e il liquido si deve assorbire quasi del tutto.

A metà cottura si unisce il resto dei dadini di zucca che così cuoceranno senza sfaldarsi.
Aggiustate di sale e unite il formaggio a dadini mescolando per farlo sciogliere.
Distribuite nei piatti e sbriciolate sopra gli amaretti.