Oggi voglio raccontarvi com'è andata la mia prima
esperienza da food blogger. Come ho già detto precedentemente, sabato 17
ottobre ho avuto l’onore di partecipare a un Cooking Show alla Fiera del
Marrone a Cuneo, il mio primo evento pubblico con tanto di nome e cognome e
indicazione del blog su locandine e maxi schermo in piazza.
Il palco in Piazza Galimberti a Cuneo in fase di allestimento. |
Uno scorcio della fiera |
Naturalmente non ero sola, con me c’erano due bravissime
amiche blogger: Silvia Leoncini e Silvia De Lucas. La prima è anche una
mia compaesana, fatto non da poco se si pensa che abitiamo in un paese di mille
anime. Lei però è una vera blogger d’assalto, sempre impegnata in mille
progetti e collaborazioni, ci credo che non c’eravamo quasi mai incontrate: è
sempre in giro. Infatti è stata lei a mettere
in piedi questo evento e a coinvolgere tutti, autorità, comune, sponsor. Ha
persino convinto a venire a cucinare con noi Paolo Armando, uno dei
finalisti di Master Chef 4, che ha creato per l’occasione quattro ricette a
base di castagne. (Le potete trovare QUI)
Le tre blogger della castagna!! |
Per quanto mi riguarda, mi ha tempestato di messaggi
che sprizzavano entusiasmo da tutti i pori, mi ha lavorato ai fianchi per mesi
per spazzare via la mia proverbiale insicurezza e scarsa stima in me stessa. Ma
alla fine l’ha spuntata lei e sabato sono salita su quel palco dove c’era un
bancone perfettamente attrezzato, con davanti centinaia di persone, due
telecamere puntate addosso e due fotografi che ci giravano intorno.
Poco prima dell’inizio è arrivata persino un’inviata
di una radio locale, mi ha messo sotto il naso un telefonino e con uno
smagliante sorriso mi ha fatto qualche domanda, era così tranquilla e serena
che ho realizzato dopo che ero in diretta radiofonica. Io? Con la mia voce da
citofono?
Dire che ero un tantino agitata è un eufemismo grande
quanto il Piemonte.
Avevo praticamente gli occhi dilatati come i caprioli
quando rimangono lì immobili in mezzo alla strada a fissare l’auto che li
illumina coi fari avvicinandosi. Stesso sguardo presente e reattivo.
Poi pian piano mi sono sciolta.
È bastato indossare il grembiule, accendere i fornelli
e prendere in mano mestoli e coltelli. Ho iniziato a fare quello che mi fa
stare meglio in assoluto e che ritengo mi riesca meglio. cucinare. Quindi mi
sono rilassata ed è andato tutto bene.
Pronti via ! |
Abbiamo cucinato due ore e mezza, di fronte a una
piazza piena di gente. Abbiamo scherzato fra di noi e con le persone che si
avvicinavano per assaggiare i nostri piatti. Ci siamo alternati e assistiti a
vicenda nella preparazione dei piatti senza un intoppo, come se cucinassimo
insieme tutti i giorni. Invece ci siamo praticamente conosciuti tutti di
persona proprio quel giorno.
L’altra blogger, Silvia De Lucas, è una ragazza
spagnola che vive in Liguria ed è di una simpatia contagiosa e bravissima ai fornelli. Paolo Armando si è dimostrato simpatico e alla mano, ci
ha raccontato qualche aneddoto dietro le quinte di Master Chef facendoci
divertire molto, oltre a essere davvero un bravo cuoco. preciso e velocissimo.
Non ho più pensato a fotografi e telecamere. Pensavo
solo a cucinare. Forse un po’ troppo. Perché riguardando le foto e le immagini
prese dai filmati, avrei voluto sprofondare: sembravo una pazza con i capelli
raccolti in un’improbabile chignon che mi faceva vecchia e col faccione,
inoltre avevo un pallore cadaverico perché reduce da un brutto raffreddore,
sempre per lo stesso motivo avevo almeno 7 strati di roba (anche perché la
temperatura in quel di Cuneo è già decisamente invernale) quindi il mio “fisico
da modella” non era decisamente in risalto,
insomma ero una via di mezzo tra Nonna Abelarda e Amelia la
Fattucchiera, dopo una gita al mulino di Banderas, con tutta la farina che
avevo sul grembiule.
Se penso che i primi piani di me che sparo belinate …
ehm amenità, mentre cucino sono stati mandati sul maxi schermo in piazza … vabbè
ormai è andata.
La prossima volta, se mai ci sarà una prossima volta,
starò più attenta al look, alla postura mentre cucino, alle inquadrature, a non
infarinarmi tutta come un’acciuga da friggere, a non gesticolare con coltelli
in mano, a non aprir bocca e dar fiato perché, anche se non sono microfonata,
se sono in primo piano su uno schermo di 30 metri di lato magari poi il labiale
si legge.
Comunque mi sono davvero divertita e sono molto
soddisfatta di me stessa perché ho superato uno scoglio che non credevo di
poter superare. Ho cucinato in pubblico e non ho nemmeno combinato guai, non ho
dato fuoco a nulla e ho ancora tutte le dita.
Se volete sapere cosa abbiamo preparato dovete andare
nel blog di Silvia che ha pubblicato
le ricette di Paolo con tutte le foto dei piatti.
Io invece ritorno al mio solito tran tran e vi do una
ricettina delle mie, rapida e indolore, ma come al solito da porca figura.
Bastano pochi ingredienti: uova, panna, uva rossa o nera e tomino di capra
fresco, quello morbido con la crosta bianca edibile.
L’unico problema è trovargli il nome. Perché
tecnicamente il piatto assomiglierebbe a un clafoutis, quelle torte morbide di
ciliegie francesi dove la frutta è immersa in una pastella di uova e panna e
cotta in forno. Però di solito queste sono preparazioni dolci mentre invece
questa non lo è affatto nonostante la presenza della frutta.
Allora come posso dire? Sformato? Flan? Frittata nel
forno? Torta salata?
Inoltre se posso evitare i termini stranieri
preferisco, ma questo piatto non mi viene da chiamarlo in nessun altro modo.
Facciamo così se avete un nome più adatto ditemelo, apriamo un dibattito. Nel
frattempo in qualche modo lo devo chiamare.
Clafoutis
salato all’uva e formaggio di capra.
Ingredienti per 4-6 persone:
1 grappolo di uva rossa o nera,
2 uova grandi,
2dl panna,
3 cucchiai grana grattugiato,
1 cucchiaio colmo di amido di mais,
1 rametto di maggiorana,
150g tomino di capra fresco a crosta bianca edibile,
burro, sale, noce moscata,
pasta phillo (facoltativa)
Imburrate bene gli stampi da crostatina o da sufflè
monoporzione. Distribuite sul fondo qualche acino d’uva ben lavato, senza
riempire tutto lo spazio.
Battete bene le uova con l’amido, il grana e la panna, bisogna ottenere una pastella cremosa. Insaporite con le foglie di maggiorana tritate, sale e noce moscata a piacere.
Versate la pastella negli stampini. Tagliate a dadini
il formaggio e distribuirlo nel composto in modo che sia un po’ mischiato con
l’uva.
Infornate a 180°C per circa 15-20 minuti. Devono
essere morbidi ma non molli e troppo umidi e la superficie deve essere ben
dorata. Servire tiepido.
Completare a piacere con una glassa fatta facendo ridurre aceto
balsamico con miele.
Ne ho fatto qualcuno foderando gli stampini con delle piccole sfoglie di pasta phillo quadrate, spennellate di burro fuso e sovrapposte una sull'altra in modo che gli angoli siano sfalsati. Bisogna però stare attenti in cottura che non si colorino troppo.
NOTA: data la presenza abbastanza decisa del formaggio
di capra può essere servito come antipasto ma anche come pre-dessert al posto
dei formaggi.
Per farlo diventare proprio un vero dolce ma un po’
particolare, basta scegliere un caprino un po’ più delicato e fresco e
aggiungere un cucchiaio di zucchero al composto e completare semplicemente con
caramello classico.
Evvai! Che ci siamo divertiti alla grande!
RispondiEliminaNiente male il clafoutis, ma fatti dire che stare davanti a tante persone, telecamere, e immagino il marito, ti ha sicuramente formato per altri futuri cooking show. BRAVA :)
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