giovedì 22 ottobre 2015

DIETRO LE QUINTE DI UN COOKING SHOW… E UNA RICETTA SENZA NOME

Oggi voglio raccontarvi com'è andata la mia prima esperienza da food blogger. Come ho già detto precedentemente, sabato 17 ottobre ho avuto l’onore di partecipare a un Cooking Show alla Fiera del Marrone a Cuneo, il mio primo evento pubblico con tanto di nome e cognome e indicazione del blog su locandine e maxi schermo in piazza.


Il palco in Piazza Galimberti a Cuneo in fase di allestimento.

Uno scorcio della fiera


Naturalmente non ero sola, con me c’erano due bravissime amiche blogger: Silvia Leoncini e Silvia De Lucas. La prima è anche una mia compaesana, fatto non da poco se si pensa che abitiamo in un paese di mille anime. Lei però è una vera blogger d’assalto, sempre impegnata in mille progetti e collaborazioni, ci credo che non c’eravamo quasi mai incontrate: è sempre in giro. Infatti è stata lei a  mettere in piedi questo evento e a coinvolgere tutti, autorità, comune, sponsor. Ha persino convinto a venire a cucinare con noi Paolo Armando, uno dei finalisti di Master Chef 4, che ha creato per l’occasione quattro ricette a base di castagne. (Le potete trovare QUI)

Le tre blogger della castagna!!

Per quanto mi riguarda, mi ha tempestato di messaggi che sprizzavano entusiasmo da tutti i pori, mi ha lavorato ai fianchi per mesi per spazzare via la mia proverbiale insicurezza e scarsa stima in me stessa. Ma alla fine l’ha spuntata lei e sabato sono salita su quel palco dove c’era un bancone perfettamente attrezzato, con davanti centinaia di persone, due telecamere puntate addosso e due fotografi che ci giravano intorno.
Poco prima dell’inizio è arrivata persino un’inviata di una radio locale, mi ha messo sotto il naso un telefonino e con uno smagliante sorriso mi ha fatto qualche domanda, era così tranquilla e serena che ho realizzato dopo che ero in diretta radiofonica. Io? Con la mia voce da citofono?
Dire che ero un tantino agitata è un eufemismo grande quanto il Piemonte.
Avevo praticamente gli occhi dilatati come i caprioli quando rimangono lì immobili in mezzo alla strada a fissare l’auto che li illumina coi fari avvicinandosi. Stesso sguardo presente e reattivo.
Poi pian piano mi sono sciolta.
È bastato indossare il grembiule, accendere i fornelli e prendere in mano mestoli e coltelli. Ho iniziato a fare quello che mi fa stare meglio in assoluto e che ritengo mi riesca meglio. cucinare. Quindi mi sono rilassata ed è andato tutto bene.


Pronti via !

Abbiamo cucinato due ore e mezza, di fronte a una piazza piena di gente. Abbiamo scherzato fra di noi e con le persone che si avvicinavano per assaggiare i nostri piatti. Ci siamo alternati e assistiti a vicenda nella preparazione dei piatti senza un intoppo, come se cucinassimo insieme tutti i giorni. Invece ci siamo praticamente conosciuti tutti di persona proprio quel giorno.
L’altra blogger, Silvia De Lucas, è una ragazza spagnola che vive in Liguria ed è di una simpatia contagiosa e bravissima ai fornelli. Paolo Armando si è dimostrato simpatico e alla mano, ci ha raccontato qualche aneddoto dietro le quinte di Master Chef facendoci divertire molto, oltre a essere davvero un bravo cuoco. preciso e velocissimo.







Non ho più pensato a fotografi e telecamere. Pensavo solo a cucinare. Forse un po’ troppo. Perché riguardando le foto e le immagini prese dai filmati, avrei voluto sprofondare: sembravo una pazza con i capelli raccolti in un’improbabile chignon che mi faceva vecchia e col faccione, inoltre avevo un pallore cadaverico perché reduce da un brutto raffreddore, sempre per lo stesso motivo avevo almeno 7 strati di roba (anche perché la temperatura in quel di Cuneo è già decisamente invernale) quindi il mio “fisico da modella” non era decisamente in risalto,  insomma ero una via di mezzo tra Nonna Abelarda e Amelia la Fattucchiera, dopo una gita al mulino di Banderas, con tutta la farina che avevo sul grembiule.
Se penso che i primi piani di me che sparo belinate … ehm amenità, mentre cucino sono stati mandati sul maxi schermo in piazza … vabbè ormai è andata.
La prossima volta, se mai ci sarà una prossima volta, starò più attenta al look, alla postura mentre cucino, alle inquadrature, a non infarinarmi tutta come un’acciuga da friggere, a non gesticolare con coltelli in mano, a non aprir bocca e dar fiato perché, anche se non sono microfonata, se sono in primo piano su uno schermo di 30 metri di lato magari poi il labiale si legge.


Comunque mi sono davvero divertita e sono molto soddisfatta di me stessa perché ho superato uno scoglio che non credevo di poter superare. Ho cucinato in pubblico e non ho nemmeno combinato guai, non ho dato fuoco a nulla e ho ancora tutte le dita.
Se volete sapere cosa abbiamo preparato dovete andare nel blog di Silvia che ha pubblicato le ricette di Paolo con tutte le foto dei piatti.
Io invece ritorno al mio solito tran tran e vi do una ricettina delle mie, rapida e indolore, ma come al solito da porca figura. Bastano pochi ingredienti: uova, panna, uva rossa o nera e tomino di capra fresco, quello morbido con la crosta bianca edibile.
L’unico problema è trovargli il nome. Perché tecnicamente il piatto assomiglierebbe a un clafoutis, quelle torte morbide di ciliegie francesi dove la frutta è immersa in una pastella di uova e panna e cotta in forno. Però di solito queste sono preparazioni dolci mentre invece questa non lo è affatto nonostante la presenza della frutta.
Allora come posso dire? Sformato? Flan? Frittata nel forno? Torta salata?
Inoltre se posso evitare i termini stranieri preferisco, ma questo piatto non mi viene da chiamarlo in nessun altro modo. Facciamo così se avete un nome più adatto ditemelo, apriamo un dibattito. Nel frattempo in qualche modo lo devo chiamare.









Clafoutis salato all’uva e formaggio di capra.

Ingredienti per 4-6 persone:
1 grappolo di uva rossa o nera,
2 uova grandi,
2dl panna,
3 cucchiai grana grattugiato,
1 cucchiaio colmo di amido di mais,
1 rametto di maggiorana,
150g tomino di capra fresco a crosta bianca edibile,
burro, sale, noce moscata,
pasta phillo (facoltativa)

Imburrate bene gli stampi da crostatina o da sufflè monoporzione. Distribuite sul fondo qualche acino d’uva ben lavato, senza riempire tutto lo spazio.
Battete bene le uova con l’amido, il grana e la panna, bisogna ottenere una pastella cremosa. Insaporite con le foglie di maggiorana tritate, sale e noce moscata a piacere.
Versate la pastella negli stampini. Tagliate a dadini il formaggio e distribuirlo nel composto in modo che sia un po’ mischiato con l’uva.
Infornate a 180°C per circa 15-20 minuti. Devono essere morbidi ma non molli e troppo umidi e la superficie deve essere ben dorata. Servire tiepido.




Completare a piacere con una glassa fatta facendo ridurre aceto balsamico con miele.

Ne ho fatto qualcuno foderando gli stampini con delle piccole sfoglie di pasta phillo quadrate, spennellate di burro fuso e sovrapposte una sull'altra in modo che gli angoli siano sfalsati. Bisogna però stare attenti in cottura che non si colorino troppo.




NOTA: data la presenza abbastanza decisa del formaggio di capra può essere servito come antipasto ma anche come pre-dessert al posto dei formaggi.

Per farlo diventare proprio un vero dolce ma un po’ particolare, basta scegliere un caprino un po’ più delicato e fresco e aggiungere un cucchiaio di zucchero al composto e completare semplicemente con caramello classico.



2 commenti:

  1. Evvai! Che ci siamo divertiti alla grande!

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  2. Niente male il clafoutis, ma fatti dire che stare davanti a tante persone, telecamere, e immagino il marito, ti ha sicuramente formato per altri futuri cooking show. BRAVA :)

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