sabato 7 luglio 2018

LA LETTRICE BIPOLARE,LA ACCUMULATRICE, LA NERD, LA CHEERLEADER E LE RICETTE FACILI.

Sottotitolo: non si sa mai.
Oggi ho fatto il cambio di stagione. No, non quello dell’armadio, che per inciso ho terminato nemmeno 15 giorni fa, visto che da me è ancora grandinato, a mezzogiorno, con 10 gradi. Ho semplicemente eliminato qualche libro letto dal Kindle e caricato altri nuovi. Che per quanto mi riguarda è un lavoro pesante tanto quanto il cambio degli armadi.





sabato 23 giugno 2018

SI, VIAGGIARE … AGENDA MIDORI E DIARIO DI VIAGGIO PER MAG ABOUT FOOD.

Il viaggio comincia già prima di chiudere la porta di casa con le valige in mano.
Inizia già dal momento in cui lo si sogna ad occhi aperti, magari sfogliando riviste o dépliant.
Siete fra quelli che organizzano la vacanza nei minimi dettagli,  compilando tabelle di marcia, liste di cose da fare, vedere e portare o siete più animi avventurosi che partono senza una meta precisa e con un bagaglio ridotto al minimo indispensabile ?
In ogni caso questo è il post che fa per voi.



venerdì 25 maggio 2018

MINI ROSE AND RASPBERRIES CHEESECAKE PER IL CLUB DEL 27

Anche se oggi è il 25.
Abbiamo anticipato per ragioni editoriali, visto che la rivista più famosa del web ha in serbo un sacco di articoli uno più bello dell’altro e si è rischiato l’overbooking.
Comunque sempre del Club del 27 si tratta, stesso gruppo di golosi impenitenti che si “sacrificano” a testare ricette di libri, riviste o chef famosi.
Questa volta però ci siamo dedicati ai fiori, o meglio al fiore per eccellenza, la rosa.
Che diventa protagonista in cucina sia con i suoi petali che sotto forma di confetture, sciroppi, essenze.



giovedì 24 maggio 2018

VASETTI LAVAGNA PER MAG ABOUT FOOD

Eccomi qui con la rubrica di Mag about food dedicata alla decorazione della casa e della tavola, con piccoli oggetti da creare con le proprie mani e con poca spesa.
A maggio non potevano che essere protagonisti i fiori, visto che questo dovrebbe essere il mese del tripudio della Primavera.
Invece quest’anno la Primavera ha deciso di travestirsi in un freddo e piovoso autunno, almeno qui dalle mie parti. Ma noi la freghiamo e riempiamo la casa di fiori lo stesso.


venerdì 27 aprile 2018

CHOCOLATE SESAME TRUFFLE PER IL CLUB DEL 27

Di corsa, sempre all’ultimo minuto.
Per il blog, per il club del 27 che si riunisce oggi, per ogni cosa da un po’ di tempo in qua. Ormai correre è diventato uno stile di vita. Ma una corsa affannosa per star dietro a tutto, per far combaciare impegni extra con quelli di famiglia, lavoro eccetera. Una corsa che non tonifica e non fa dimagrire per niente.
Purtroppo. Anche perché altrimenti avrei già il fisico di Melania Trump. E se avessi un euro per ogni volta che mi sono ritrovata a fare le cose all'ultimo secondo, probabilmente anche un terzo dei suoi soldi.


mercoledì 25 aprile 2018

LA TORTILLA DI PATATE COME LA FANNO IN SPAGNA E COME LA FACCIO IO A FRABOSA.

La sfida numero 72 dell’MTChallenge è sulla Tortilla di Patate spagnola. Come ce l’ha insegnata Mai Esteve, la nostra catalana spumeggiante e geniale, che ha vinto il mese scorso.
La sfida è doppia perché si tratta di rifare la tortilla esattamente come va fatta, ma anche farne una versione personale, mantenendo gli ingredienti tipici ma destrutturando, rivisitando, creando qualcosa di diverso che però ricordi la tortilla in qualche modo.
Io spero di aver capito e interpretato bene questo compito.


UN PO’ DI RELAX: LEGGERE, DORMIRE, SOGNARE FORSE.

Mi rendo conto di stare a metà tra Shakespeare e Marzullo.
Più il secondo, lo ammetto.
Ma questo è il massimo che il mio cervellino è riuscito a partorire.
Mi ci vuole riposo. Ma riposo vero. Che per me è cazzeggio puro senza guardare l’orologio, senza impegni precisi, senza dover fare qualcosa per forza.
Utopia. Pura e semplice utopia.



lunedì 26 marzo 2018

L’ALBERO DI PASQUA E LE UOVA DECORATE, DECORAZIONI FACILI E VELOCI.


Rieccomi con la rubrica “Art Attak di casa mia” altrimenti detta “piccole cose di cui non si sentiva la mancanza ma che mi diverto un sacco a fare”. 
E voi che avete avuto l’ardire, o la sfiga, di passare di qui, ve la beccate anche stavolta, tanto siamo ancora in Quaresima e si deve fare penitenza in qualche modo.
Giustappunto, tra meno di una settimana sarà Pasqua e molti di voi avranno da preparare il  pranzo in famiglia o il picnic per la Pasquetta tra amici.
Ai piatti da preparare ci avrete sicuramente già pensato, ma alle decorazioni?
A quelle ci penso io. 



sabato 24 marzo 2018

MY ENGLISH AFTERNOON TEA PER MTC.


Praticamente un giro su e giù per il Regno Unito.
Grazie a Valeria che ha lanciato la nuova sfida per lMTChallenge di Marzo pensando a una tradizione tipica del suo paese d’adozione, l’Inghilterra appunto.
Ora io no sto a farla troppo lunga perché già le ricette sono tante. Dico solo che mi sono divertita un sacco a “giocare alle signore” come facevo da bambina. Solo che adesso bambina non lo sono più ma nel contempo non mi sento per niente una signora.
Ma che divertimento.



Per il perfetto tè inglese ci voleva una tavola degna di questo nome, con un servizio in porcellana elegante, con piatti di portata e alzatine di ordinanza.
Io ho messo a soqquadro la credenza e la cantina di mia suocera, o meglio ci ho mandato mio suocero che è riuscito a uscirne vivo e vincitore e mi ha portato niente meno che un servizio da dolce originale londinese approvato da Sua Maestà La Regina Madre e un servizio da tè meno blasonato, ma sempre originale inglese, senza teiera però, chissà come mai.



Questione suppellettili risolta, non mi restava che cercare delle ricette adatte.
Potevo scegliere due delle quattro categorie canoniche con cui è composto l’afternoon tea: torte, biscotti, focaccine con tanto di clotted cream e marmellata di fragole e finger sandwich salati. Mi si è aperto un modo. Ho passato ore e ore a navigare tra siti di cucina inglese alla ricerca di ricette quanto più tipiche e regionali potessi trovare. Volevo immergermi in pieno nell’atmosfera dei piccoli paesini di campagna, dove Miss Marple indaga tra una tazza di tè  e un dolcetto.
Mi sono segnata tanti di quei dolci da fare che potrei mandare avanti una sala da te per un anno. E  io non sono nemmeno golosa di dolce.
Dovendo sceglierne solo due tipi ho subito scartato il salato, perché proprio non sapevo che fare. Mi sono innamorata invece di una crostata tipica dello Yorkshire, dove nel ripieno, leggermente speziato e profumato al limone, compare un formaggio fresco, praticamente una cagliata di latte fresco. Non volendo sostituirla con uno dei nostri formaggi l’ho fatta in casa con latte e succo di limone.
Come seconda categoria ho scelto i biscotti e qui ho cercato di spaziare il più possibile sul territorio: dal Devonshire i Devon Flat Biscuits, fatti con la panna, dal Galles gli Aberffraw Shortbread, burrosi e molto particolari, infine i Tudor-knot biscuits, conosciuti anche come Jumble biscuits. Il fatto che siano tutte ricette mai testate prima e senza nemmeno aver mai assaggiato gli originali, la dice lunga di quanto io sia una totale incosciente, ma pazienza.


Ora passiamo al tè, che poi è al centro di tutto. Onestamente non sono una esperta di te, mi piace e lo bevo tutti i giorni, specialmente a colazione visto che non riesco più a bere il mio adorato caffelatte. Diciamo che mi sono adattata bene. Ma non sono assolutamente esperta di varietà e cultivar. Quindi sono andata sul classico. La tradizione imporrebbe l’Earl Grey, tè nero al bergamotto, ma non amo i tè aromatizzati, di nessun tipo. Quindi sono andata sul tè nero liscio, in un negozietto di tè e tisane mi sono lasciata consigliare per un Assam, tè nero molto diffuso nelle miscele del Breakfast Tea e che, da solo, dovrebbe reggere il limone, le spezie e il grasso del burro, almeno così pare. Per quanto mi riguarda la prova è superata. Ma attendo lumi da Valeria e Alessandra, che ne sanno più di me di tutta la faccenda, una perché vive in Inghilterra, l’altra perché ci ha vissuto e ora in Oriente i tè li va a conoscere all’origine. Finito lo spiegone, meno male che volevo essere breve.








Yorkshire Curd Tart (ricetta di Paul Hollywood)

Per la pasta frolla:
150g farina 00,
2 cucchiai di zucchero a velo,
75g burro a dadini,
1 tuorlo,
1 cucchiaio di acqua fredda,
½ cucchiaino di succo di limone.

Per il ripieno:
225g di cagliata fresca* o altro formaggio fresco (tipo robiola),
50g zucchero,
2 uova medie + 2 tuorli,
25g burro fuso,
50g ribes (io frutti rossi essiccati lasciati in ammollo per 1 ora in acqua tiepida),
½ cucchiaino di noce moscata grattugiata,
1 limone, la buccia grattugiata,
1 cucchiaino di acqua di rose (io succo di limone).

Mescolate la farina con lo zucchero, unite il burro freddo e iniziate a lavorarlo con le dita in modo da ottenere delle briciole. Battete l’uovo con l’acqua e il succo del limone, unitelo al composto di burro e farina e impastate velocemente ed energicamente fino ad ottenere un impasto omogeneo. Avvolgete nella pellicola per alimenti e riponete in frigo per almeno 15 minuti.

Stendete l’impasto in una sfoglia sottile 3mm circa, foderate una tortiera da crostata di circa 20-22cm di diametro, precedentemente foderata con carta forno. Coprite con dell’altra carta forno, versate dei fagioli all’interno (o gli appositi pesetti) e cuocete in forno a 200°C per circa 15-20 minuti, togliete carta e fagioli negli ultimi 5 minuti in modo che la pasta si asciughi. Non deve colorarsi.
In molte altre ricette che ho trovato sul web questo passaggio viene omesso. In effetti con la cottura in bianco la pasta non si inumidisce col ripieno, ma i bordi rischiano di seccarsi troppo.

Nel frattempo preparate il ripieno: mescolate il formaggio con lo zucchero, quando sono omogenei e cremosi unte le uova, i tuorli e gli aromi. Infine unite i frutti rossi.
Versate il composto nel guscio di frolla cotto e intiepidito. Infornate a 180°C per circa 20 minuti. Il composto deve rapprendersi ma non asciugarsi troppo.
Potete servire la torta tiepida o anche fredda.





*Per la cagliata fresca, ho usato una ricetta che avevo in un vecchio quaderno, ho verificato in giro sul web e grosso modo il procedimento è sempre questo:
500g latte intero fresco (pastorizzato ma non UHT)
200g panna fresca (io la uso per avere un formaggio consistente, se lo volete più leggero, usate tutto latte)
3 cucchiai di succo di limone,
½ cucchiaino di sale fino (la salatura è a piacere).

Versate il latte e la panna in un pentolino, portate quasi a bollore. Quando iniziano a fare le bolle sui bordi della pentola, spegnete e versate il sale e il succo di limone mescolando piano. Lasciate raffreddare e vedrete che quasi da subito il latte inizierà a rapprendersi in superficie. Se lo mescolate otterrete un composto a fiocchi, se lo lasciate tranquillo avrete un formaggio più omogeneo. Quando è quasi freddo versate il composto su un colino foderato con una garza e lasciate sgocciolare dal siero per una mezz’ora circa. Non buttate via il siero, potrete usarlo per impasti dolci e salati come il latticello. Strizzate bene la cagliata con la garza e lasciate sgocciolare in una apposita formella bucata oppure dentro al colino per 3-4 ore. Otterrete un formaggio compatto ma morbido, tipo robiola.
Nei prossimi giorni farò un post col procedimento passo passo e alcune varianti.



Tudor-knot biscuits o Jumbles biscuits (ricetta presa da QUI)

400g farina auto lievitante (io 00 più 1 cucchiaino di lievito),
160g zucchero,
2 uova,
2g semi di cumino o spezie miste (io ho mischiato in un mortaio cumino, anice, noce moscata e pimento),
acqua fredda.

Mescolate la farina con lo zucchero e le spezie, battete leggermente e uova e versatele al centro, impastate aggiungendo pochissima acqua alla volta. L’impasto deve essere omogeneo ma piuttosto sodo. Prelevate delle noci di impasto, rotolatele sulla spianatoia formando dei codoncini lunghi cica 30cm e spessi come un mignolo. Intrecciateli tipo nodo Tudor o celtico. Disponeteli sulla placca foderata di carta fono e infornate a 180°C per circa 15 minuti, devono essere ben dorati.
Oppure potete prima precuocerli  qualche secondo in acqua in leggera ebollizione, pochi alla volta. Prelevateli con la schiumarola, adagiateli sulla placca e infornate.



Questi biscotti sono tornati alla ribalta dopo puntata di Bake Off Great Britain dove è stata fatta la versione di P.Hollywood (ça va sans dire) che aggiunge all’impasto un uovo in più, 60g di burro e buccia di limone, omettendo il lievito. Li ho provati entrambi e il risultato è stato che con il lievito sono più morbidi e un piacevolmente gommosi (chewy), ma tendono a gonfiare in cottura quindi addio forma. Senza lievito sono più croccanti ma un po’ asciutti, anche quelli precotti in acqua bollente. Qui sotto vedete i risultati.


A sinistra ci sono quelli con il lievito (quelli meglio riusciti), al centro senza lievito cotti direttamente in forno e a destra sempre senza lievito ma precotti in acqua bollente. 


Devon flat biscuits (ho preso la ricetta QUI)

Ingredienti:
225g farina auto lievitante (io farina 00 + ½ cucchiaino di lievito per dolci),
100g zucchero,
100g clotted cream o double cream (io metà panna e metà mascarpone),
1 uovo,
1 cucchiaio di latte,
un pizzico di sale.

Mischiate la farina con il lievito, il sale e lo zucchero. Unite la panna, il mascarpone e l’uovo sbattuto, impastate unendo se occorre anche il latte, fino ad ottenere un impasto compatto ma morbido. Avvolgete nella pellicola e mettete in frigo per almeno mezz’ora.
Stendete l’impasto a circa ½ cm di altezza (0,75cm per la precisione) e tagliate con un coppa pasta rotondo. Disponeteli in una placca foderata con carta forno e infornate a 220°C  per circa 10 minuti.




Aberffraw biscuits (ricetta presa da QUI)

Questi biscotti sono originari di Aberfraw da cui prendono il nome, un’isola a nord del Galles e pare risalgano ai tempi dei pellegrinaggi a Santiago di Compostela. Infatti hanno la forma della conchiglia di San Giacomo impressa sopra. Anche se una leggenda li vuole creati secondo il capriccio di una regina gallese. Più info QUI.

Ingredienti (le dosi le ho convertite da once a grammi e arrotondate):
170g burro morbido a dadini,
115g zucchero,
230g farina.
Aggiunta personale di poca buccia di limone e arancia grattugiata

Impastate gli ingredienti senza unire altri liquidi, fino ad avere un impasto omogeneo e morbido (tende a essere sabbioso e a sbriciolare. Io l’ho avvolto in una pellicola e messo in frigo una mezz’ora).
Stendete l’impasto sulla spianatoia leggermente infarinata e tagliare con un coppa pasta rotondo. Imprimere sulla superficie la forma di una conchiglia.
Io ho usato una conchiglia che ho trovato la mare, ben lavata con detersivo per piatti.
Infornate a 180°C per circa 10 minuti, devono essere leggermente dorati.
Fate raffreddare e spolverate con zucchero semolato.





Purtroppo in cottura l’impronta della conchiglia è sparita. Ho provato anche a lasciarli in frigo per un po’ prima di cuocerli ma niente. Probabilmente gli originali sono cotti dentro a stampi appositi. Comunque tra tutti sono stati i miei preferiti, piacevolmente croccanti, friabili e burrosi. Buoni anche con l’aggiunta personale di bucce di agrumi grattugiate.




martedì 27 febbraio 2018

LA MIA BANANA-CHOCOLATE CHIP WACKY CAKE PER IL CLUB DEL 27.

Tradotto: una figata pazzesca. Non solo perché è davvero buona, ma anche perché è facilissima da fare.
Si tratta di una torta morbida e umida fatta con banane, zucchero scuro di canna, cioccolato e pochi altri ingredienti, tutti mescolati direttamente nella teglia.
Qui sta la vera furbata.
Questo mese il club del 27 si è occupato di testare le ricette di un libro in lingua inglese, americano credo, “Wonder Pot”, appena uscito e già nelle nostre grinfie.
In questo libro ci sono circa 150 ricette per preparare piatti sostanziosi e gustosi, dei piatti unici e completi, cucinando tutto in una unica pentola.



sabato 24 febbraio 2018

GYOZA DI SALSICCIA AFFUMICATA E RADICCHIO CON INFUSO DI CIPOLLE AFFUMICATE.


Titolo lungo come quello di un film della Wertmuller.
Il procedimento però è meno lungo di quello che sembri e sicuramente non così difficile. E di nuovo di affumicatura casalinga si tratta e di MTChallenge.
Si, perché una volta capito il procedimento e i trucchi, affumicare a casa non è per niente difficoltoso, basta seguire pari pari le indicazioni di Greta e il gioco è fatto.




mercoledì 21 febbraio 2018

L’AFFUMICATURA CASALINGA: IL CONIGLIO ALLA LIGURE E LA SALSA ALL’AGLIO VERSIONE FUMÈ.

“Là in mezzo al mar ci stan camin che fumano …” direbbero Cochi e Renato.
E dopo questa citazione colta, potrei anche finirla qui e passare direttamente alla ricetta, perchè poi sembra che davvero mi son fumata qualcosa di pesante.
Ma in un certo senso è così, e non sono nemmeno l'unica, anzi sono in ottima e nutrita compagnia.
Tutta colpa di Greta De Meo e dellMTChallenge che ci hanno introdotti nel vortice dell’affumicatura casalinga.



giovedì 8 febbraio 2018

SAN VALENTINO IN UN BARATTOLO.

Lo mettiamo in un barattolo.
San Valentino intendo.
Terzo appuntamento con la rubrica DIY di Mag about Food.
Questa volta ci occupiamo di San Valentino.
E non fate la faccia da “io San Valentino non lo festeggio” perché non vi viene bene. Anche perché tutti dicono di evitare questa festa  “commerciale, provinciale, banale e bla bla bla”, quindi noi che siamo in controtendenza, invece la festeggiamo eccome.
Poi mica bisogna essere per forza in coppia, si può dedicare una serata di coccole e relax anche a noi stessi, con qualche regalino speciale.

In barattolo però.




mercoledì 10 gennaio 2018

SE FUORI FA FREDDO, FACCIAMOCI UN CAFFÈ.

Un caffè corretto grappa. Con panna.
Così digeriamo meglio i lauti pranzi e cene di queste festività appena passate.
Con l’anno appena iniziato ho deciso di riprendere in mano il mio blog un po’ trascurato in questi ultimi mesi.
A farmi ritornare la voglia di parlare di me, della mia cucina, delle mie passioni, ci si sono messe alcune amiche e progetti a cui non avevo mai pensato di poter aderire.




giovedì 4 gennaio 2018

LE CIABATTE FASHION DELLA BEFANA.

E Chiara Ferragni può accompagnare solo. 
Tanto lo so che bramerebbe per averle.
Invece le abbiamo solo noi dell'MTChallenge e da oggi anche voi che mi/ci seguite in questa nuova avventura con ago e filo.
Anche Chiara, dai, perchè sono magnanima e il tutorial per come farle lo spiego anche a lei, e poi magari, chissà, è una patita come me del DIY.
A proposito di fashion, stile e nuove tendenze, l’avete già vista la nuova "non-rivista" 2.0 targata MTC? La MAG about FOOD? Non potete perdervela. Ogni giorno on line con mille novità su cibo, cucina e tutto ciò che ci gira intorno.
Oggi però parliamo delle calze della Befana. Pardon delle ciabatte e di tante altre idee "befanesche" perché  all’MTC ne combiniamo per tutti i gusti.




lunedì 18 dicembre 2017

OGNUNO AL PROPRIO POSTO CON GLI ALBERELLI DI NATALE IN FELTRO

Rieccomi con i preparativi di Natale, questa volta il tempo incalza e bisogna pensare alla tavola per il cenone della Vigilia o per il pranzo di Natale.
Ma anche per la cena degli auguri che precede la festa vera e propria, quella che si fa con gli amici più stretti o anche con i colleghi, per scambiarsi gli auguri prima del delirio di familiari e parenti.
Insomma anche la tavola deve essere vestita a festa. Anche se informale.
E qui entra in gioco l'MTC con il suo Calendario dell'Avvento finestrella dopo finestrella ci accompagna fino alla Vigilia con mille idee per facilitarci la vita e renderci le feste un po' più rilassate. Oggi si parla di segnaposto e nel POST di MTC ne trovate per tutti i gusti e tutte le tavole.
Qui da me anche stavolta niente zucchero e farina ma pannolenci e colla a caldo. Non c’è nemmeno bisogno di cucire.




giovedì 14 dicembre 2017

L’AVVENTO DEI TRIFLE PER L’MTC: IL GORDON’S CHRISTMAS TRIFLE

Trifle. Cos’è adesso sta roba? Cosa ti sei inventata ora?
Questa è stata più o meno la razione della famiglia quando ho detto che ne avrei preparato uno per il Club del 27 di Mtc , che solo per questo mese si riunisce il 14, cioè oggi  ma poi vi spiego il perché, ora torniamo al Trifle.


sabato 2 dicembre 2017

ADDOBBI DI NATALE IN FELTRO. NON LE SOLITE PALLE.

Feltro? Ma questo non era un blog di cucina?
Certo che si e tornerò anche a mostrarvi i miei pasticci, ma tra poco sarà Natale e  i preparativi incombono.
Ormai siamo entrati ufficialmente nel periodo dell’Avvento e quindi è arrivato il momento per fare l’albero e addobbare casa.
Veramente ogni anno si inizia sempre prima, già dopo i Santi i negozi traboccano di decorazioni luccicanti, prima o poi troveremo gli alberi di Natale addobbati già a Ferragosto
Comunque ora è ufficiale, non ci si può proprio esimere. 
Quindi ecco un paio di proposte carine e facili per abbellire il vostro albero di Natale o da usare come chiudi pacco. 
Per una volta niente pentole e fornelli ma ago, filo e pannolenci. 
Anche perché il cucito creativo è l’altra mia passione.


lunedì 27 novembre 2017

IL PANE DOLCE DEL SABATO PER SALUTARE UN AMICO

Questo è un post un po’ particolare perché davvero non so cosa dire e ne avrei di idee nella testa, ma sono confuse. Forse perché le parole a volte sono di troppo.
Quando viene a mancare una persona speciale per esempio.
E non importa se non la si conosceva direttamente, perché a volte ci sono mancanze che pesano lo stesso.
Qualche giorno fa è venuto a mancare un membro molto importante dell’MTChallenge che come si sa è una community molto viva tra gli appassionati di cucina, blogger  non.
Michael era uno di noi, appassionato della buona tavola e dello spirito goliardico e ludico di questa avventura social, che ci vede ogni mese riuniti a sfidarci a colpi di mestoli e padelle.  E lui sapeva giocare e lo faceva con maestria ma anche ironia.
Purtroppo il destino ci ha privato della sua presenza, ma so che ovunque sarà ora continuerà a giocare con noi e bacchettarci silenziosamente quando azzardiamo qualche bestialità culinaria. Per chi di noi lo ha conosciuto personalmente lascia un vuoto incolmabile anche come amico colto e sincero.
Per chi come me ha avuto modo solo di conoscerlo virtualmente, attraverso la community, comunque rimane il sentore di aver perso una grande occasione.
Quello che però ci lascia, oltre ai suoi contributi preziosi, è l’averci riunito e avvicinato ancora di più. Un senso di appartenenza a una grande famiglia.
Per questo ci ritroviamo tutti in un grande abbraccio virtuale a sua moglie Micol, sua figlia Eleonora e a tutta la sua famiglia, preparando un dolce tipico della cucina ebraica, che lui ha contribuito a farci conoscere meglio, insieme ad Eleonora. 
Un modo tutto nostro per stringerci tutti intorno a loro con la cosa che ci piace fare meglio, cucinare.
E lo facciamo con il Pane dolce del Sabato, che proprio Eleonora ha insegnato tempo fa alla community MTC in una bellissima sfida in cui lei era giudice. Io all’epoca non ne facevo ancora parte, non avevo ancora nemmeno il blog, ma curiosavo da lontano, un po’ timorosa e incerta se buttarmi in questa avventura o no.
Si tratta di una treccia di pasta lievitata all’olio d’oliva, farcita con uvetta o mele. Un impasto sofficissimo e dolce al punto giusto. Si presta ad essere farcito con qualsiasi golosità venga in mente.

Io mi sono attenuta alla ricetta di Eleonora che ricordava le trecce della sua infanzia farcite con le mele. Ho solo aggiunto un  pizzico di cannella, zenzero e zucchero di canna scuro. Non potete capire il profumo incredibile che ha pervaso la casa e che colazione golosa che abbiamo fatto la mattina dopo. Inutile aggiungere che è finito in un attimo e che dovrò rifarlo al più presto perché è una vera goduria.

Solo una cosa importantissima: non confondetelo con la Challah.
Come ci hanno insegnato proprio Eleonora e Michael in un bellissimo post, la Challah è un pane intrecciato, non farcito, di grande importanza per la religione ebraica, deve essere preparato con una ricetta codificata e solo con quella, con ingredienti e procedimenti precisi e solo con quelli e portato in tavola e consumato secondo un rituale ben preciso che non deve essere sminuito ma rispettato.


Questo è invece un pane dolce sempre tipico della cucina ebraica ma che non è legato a nessuna ritualità religiosa in particolare, pur rispettando negli ingredienti le regole della cucina Kasher, per questo può essere farcito e servito tagliato a fette.








Il pane dolce del Sabato


per due trecce ripiene:

500 gr di farina 0
2 uova grandi medie (circa 60-62 gr con il guscio)

100 gr di zucchero
20 gr di lievito di birra

125 ml di acqua tiepida
125 ml di olio extra vergine d'oliva
10 gr di sale
100 gr di uva passa 
un tuorlo d'uovo
un cucchiaio di acqua
semi di sesamo e papavero


Prima di tutto e importantissimo, setacciare la farina.
Sciogliere il lievito nell'acqua tiepida insieme a un cucchiaino di zucchero e far riposare una decina di minuti fino a far formare una schiuma. Mischiare la farina, il sale e lo zucchero e versarci il lievito e cominciare ad impastare, versare poi l'olio e per ultimo le uova, uno ad uno, fino alla loro incorporazione. Lavorare fino a che l'impasto si stacchi perfettamente dalla ciotola, lasciandola pulita.
Lasciar lievitare per almeno due ore, dopodiché, sgonfiare l'impasto e tagliarlo in due parti uguali. Tagliare poi ognuna delle parti in tre.
Stendere su un piano infarinato ognuna delle parti lunghe circa 35 centimetri e larghe 15. Spargere l'uva passa sulle tre parti.
Arrotolarle poi sulla lunghezza, in modo da ottenere tre lungi "salsicciotti".
Unirli da un capo e cominciare ad intrecciare.
Ripetere l'operazione per la seconda treccia. Adagiare le trecce su una placca da forno unta di olio. Lasciare lievitare ancora due ore. 
Sbattere il tuorlo d'uovo con un cucchiaio di acqua e spennellarlo sulla superficie; spolverare di semi di sesamo o papavero.
Infornare in forno già caldo e STATICO a 200°C per circa 15-20 minuti.


Io mi sono attenuta alla ricetta, ho solo sostituito l’uvetta con una piccola mela tagliata a dadini spolverata con zucchero di canna scuro, cannella e zenzero.
Forse avrei dovuto aumentare la quantità di mela e di zucchero.





Per la cottura ho abbassato la temperatura a 180°C dopo i primi 5 minuti perché il mio forno tende a cuocere troppo in fretta e scurire troppo la superficie lasciando l’interno crudo. Ogni forno però è un mondo a sé.

L’impasto è lievitato benissimo, non so se è la fortuna dei principianti o degli incoscienti. Tra l’altro ho impastato tutti gli ingredienti insieme in una ciotola, a mano, lavorando energicamente e a lungo finché l’impasto non è stato soffice, omogeneo e non appiccicoso. L’ho praticamente maltrattato eppure è lievitato e si è docilmente trasformato in quel dolce soffice  e profumato che ci ha incantati tutti quanti.