Oggi ho
fatto il cambio di stagione. No, non quello dell’armadio, che per inciso ho
terminato nemmeno 15 giorni fa, visto che da me è ancora grandinato, a
mezzogiorno, con 10 gradi. Ho semplicemente eliminato qualche libro letto dal
Kindle e caricato altri nuovi. Che per quanto mi riguarda è un lavoro pesante
tanto quanto il cambio degli armadi.
Da un po’ mi
sono convertita ai libri elettronici, non del tutto ma quasi.
Più che
altro perché sono di una comodità incredibile, oltre ad essere molto più
economici.
Lo so che
questo va a scapito dell’editoria, delle librerie e di tutto il resto, autori
compresi, ecc. ecc. Però un po’ di egoismo ogni tanto ci vuole.
Se penso
alle ore passate in contemplazione davanti alla mia libreria per decidere quale
libro, tra quelli acquistati e non ancora letti, tra quelli iniziati, almeno
tre contemporaneamente, tra quelli letti ma che si devono rileggere almeno una
volta l’anno, portare con me in vacanza.
E gli
sguardi tra il rassegnato, il costernato e l’incredulo di mio marito quando
pretendevo di caricare in macchina una “piccola borsetta con solo sti 10-20
libri”.
Sguardo che
si ripeteva, più severo, al cospetto delle hostess in caso di viaggio in aereo.
Si perché
scegliere i libri per i viaggi è un po’ come prepararsi per il giorno del
matrimonio: ci vuole qualcosa di nuovo, qualcosa di vecchio, qualcosa di
regalato, qualcosa di prestato e qualcosa di blu, ma anche di rosa, giallo e
noir.
È la regola.
Altrimenti non porta bene.
Inoltre non
si sa mai cosa avrò voglia di leggere.
Quindi
capirete bene che il dilemma non è risolvibile facilmente.
Poi mio
marito ha avuto l’illuminazione divina: mi ha regalato il lettore per i libri
elettronici, dalla memoria prodigiosa che può contenerne centinaia in pochi
grammi di peso.
In realtà
continuo a portarmi almeno un paio di libri cartacei, perché non si sa mai che
mi si scarichi e dove andiamo non sia arrivata la corrente elettrica, o mi si cancellino tutti innavertitamente o mi
finisca sotto un pullman. NON SI SA MAI.
Così come
continuo a comprare libri di carta “perché guarda caso quello lì, che devo
assolutamente avere ora, non è ancora in versione e-book, perché è il libro che ha scelto me, non sono
io che ho deciso e poi, scusa, dobbiamo salvaguardare le librerie e l’editoria
italiana”.
Ad ogni modo
santi ebook e santo lettore.
Oggi dunque
il cambio di stagione. E qui mi sono accorta di tre cose.
La prima è
che continuo ad essere una lettrice, anzi una accumulatrice di libri ossessivo-compulsiva,
forse più di prima.
Non riesco a
cancellare i libri. Non dico quelli iniziati e lasciati in sospeso perché
proprio non ce la faccio a continuare, quelli che magari ora li trovo
avvincenti come il racconto di una gastroscopia, ma NON SI SA MAI, potrei
cambiare idea.
Ma nemmeno
quelli già letti, che so benissimo di averli al sicuro sul PC in triplice copia
e blindati, eppure è più forte di me, anche qui NON SI SA MAI che abbia il
bisogno di rileggerli.
La seconda è
che, dopo anni di autolesionismo, finalmente ho capito che la vita è troppo
breve e già noiosa di suo per cercare a tutti i costi di finire un libro brutto
e noioso. Quindi lo chiudo senza rimorsi. Lo chiudo, ma non lo elimino.
La terza è che
sono innegabilmente una bipolare. Nei gusti intendo.
L’ho avuto
chiaro e lampante oggi, quando ho visualizzato sul kindle gli ultimi libri
letti.
Ve ne metto
qualcuno andando a ritroso.
-
La fisica del diavolo.
Maxwell, Schrödinger, Einstein e i paradossi del mondo.
-
Il condominio degli amori
segreti.
-
Sette brevi lezioni di
fisica
-
Re Artù, Ginevra, Coso e
la sgualdrina
-
Non parlare con la bocca
piena
-
L’incredibile cena dei
fisici quantistici
-
Sex and the city
Ma potrei
continuare ancora. Lo capite anche voi come sono messa.
Passo da
libri di fisica da nerd, ebbene sì, sembrerà strano ai più ma mi appassiona
l’argomento, ai romanzi leggeri, non dico quelli divertenti e ironici, un po’
glamour ma con intelligenza e consapevolezza, no proprio quelli da cervello
parcheggiato sul comodino per intenderci, che dopo ci sono solo gli Harmony
Romance. (Anzi, ora che ci penso, perché no).
Che poi
quando lo dico in giro suscito sempre più o meno le stesse reazioni.
Gli sguardi
increduli e vagamente sarcastici da “ma figuriamoci se questa li legge sul
serio e se li legge tanto non li capisce e inutile che se la tiri”, alternati
da quelli più compassionevoli, un filo schifati, avete presente il capitano
delle chearleader quando si rivolge al presidente del club degli scacchi? (anni
di telefilm americani non caduti nel vuoto). Nel primo caso.
Nell’altro
sono più che altro reazioni di indulgente compatimento, che poi è esattamente
la risposta del sopracitato secchione all’oca giuliva di turno.
La nerd e la
cheerleader insieme.
Senza essere
nessuna delle due, purtroppo.
Perché di
fatto ho sempre avuto il fisico e l’atleticità della nerd e l’attitudine alla
tecnologia informatica della cheerleader.
Se volete
ridere un po’ dei miei primi passi da informatica andate QUI e siate clementi, anche per quanto riguarda la ricetta “da
cervello sul comodino”.
Con tanti
saluti alle blogger fighe, preparate e tecnologiche.
Benché anche
questa qui sotto, come ricetta, non è che sia sta genialata.
Ma è buona e
non ci vuole la fisica quantistica per farla. Tutto in una ciotola e via.
Per le
recensioni singole dei libri, datemi tempo. Non vorrete mica che pubblichi
troppo spesso.
Torta soffice di ricotta, cioccolato fondente e
frutti di bosco.
Ingredienti
per una teglia di circa 24cm di diametro:
200g
ricotta,
250g farina
00,
110g zucchero
semolato più un cucchiaio per i frutti di bosco,
2 uova
grandi,
1 bustina di
lievito,
50g
cioccolato fondente,
150g frutti
di bosco (more e lamponi)
1 pizzico di
sale,
burro solo
per ungere la teglia.
Spennellate
una teglia con un velo di burro sciolto e tenete da parte.
Sciacquate
velocemente i frutti di bosco e fateli asciugare larghi su un foglio di carta
assorbente.
Lavorate a
crema la ricotta con lo zucchero, unite le uova uno alla volta, incorporandoli
bene con la frusta. Dovete ottenere una pastella molto soffice e gonfia. Potete
usare anche le fruste elettriche.
Aggiungete
la farina setacciata col lievito e il sale, a pioggia, lavorandola con una
spatola in modo da non sgonfiare l’impasto. Incorporate anche il cioccolato
tritato finemente.
Versate
nella teglia, livellate bene alternandola ai frutti di bosco che avrete prima
spolverato di farina e zucchero, questo
fa si che in cottura non scendano verso il fondo.
Infornate a
170-180°C per circa 40 minuti
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