Post
lunghissimo ma ricco di ricette favolose. Non è auto esaltazione. Sono favolose
davvero perché provengono direttamente dalle professoresse della scuola più
cool del web che ha appena aperto i battenti.
L’MTChallenge, da gioco culinario on
line si è trasformato in una vera e propria scuola di cucina con tanto di
alunni e prof, lezioni da seguire e dispense da studiare.
La prima lezione è sul pane a impasto diretto, panini, cracker, grissini e focaccia.
Come compito a casa dovevamo preparare tutti questi impasti, magari
personalizzandoli con farine e aromi, in modo da comporre un cestino completo
da presentare a tavola. Ma bisognava fare in modo che accompagnasse un intero
menù appositamente pensato da noi, cioè ogni pane dovrebbe accostarsi a tutte
le portate con personalità ma senza prevaricare. Greta De Meo ci ha fornito tutta una serie di consigli utili su come fare una scelta corretta. Solo che io avevo un pensiero in mente e da li non mi sono schiodata. Speriamo in bene.
Immediatamente
ho pensato a un menù di stagione, del mio territorio di origine ma anche di
quello di adozione, con piatti tradizionali e qualche tocco un po’ più insolito.
E in piena
stagione di vendemmia, cosa c’è di meglio di festeggiarne la conclusione o
l’inizio con un bel pranzo o, come farebbero qui in Piemonte con una “Merenda
Sinoira”, una sorta di merenda molto lunga che inizia con salumi e formaggi e
finisce con ravioli e arrosto. A casa mia, nell’immediato entroterra ligure, ci
si ritrova a tavola per un lungo pranzo domenicale, ma gli elementi che lo
compongono possono essere tranquillamente gli stessi.
Io ho
pensato in particolare a un menù di terra dove l’uva e il vino fanno da filo
conduttore, ho pescato qua e la anche nell’archivio del mio blog, per chi fosse
interessato ai piatti.
Si inizia
con un tagliere di salumi appena
affettati.
Poi arriva
un classico piemontese, il Tonno Di Coniglio, magari accompagnato da una Insalatina mista con noci, uva e formaggio ubriaco.
Poi due
antipasti caldi: un Clafoutis Salato all’uva (non mi veniva altro nome per chiamarlo) e ovviamente un fritto di porcini freschi panati.
Nel caso
della “merenda sinoira” piemontese sono praticamente d’obbligo tutti, per un
pranzo o una cena tradizionale forse è meglio sceglierne solo 3-4.
Come primo
ho optato per un risotto al Barolo concipolle caramellate.
Per secondo
un semplice arrosto arrotolato conprosciutto e funghi.
Per il
dessert un piemontesissimo Bonet
cioccolato e amaretti o un Budino alle
uova, tipo creme caramel, che in famiglia significa festa a prescindere. Di
questi non ho le ricette perché mi dimentico sempre di fotografare e postare,
spero di rimediare presto.
Ho la
ricetta di una torta soffice autunnale alla robiola, con uva e mele, di solito a fine pasto è meglio servire un
dolce al cucchiaio, ma questa torta accompagnata da un bicchierino di mosto
appena spremuto è una goduria. Non esagerate col mosto, mi raccomando, altro
che pancino che ride.
Con questo
menù ho scelto pani dai sapori piuttosto classici, in modo che davvero si
possano accompagnare a tutto, dalla sapidità dei salumi e dei formaggi alla
dolcezza dell’uva e delle cipolle caramellate fino al sapore caratteristico dei
funghi.
In teoria il
pane dovrebbe essere tolto da tavola al momento del dolce, ma mio nonno, in
barba a qualsiasi galateo, adorava “pucciare” un pezzo di pane in un bicchiere
di vino rosso robusto, o nel sopracitato mosto. Lo preferiva persino a una
porzione di dolce. Per questa operazione un po’ apocrifa il pane deve essere
saporito ma non troppo.
Spero di
avere azzeccato l’accostamento.
BIOVE A IMPASTO DIRETTO
Le o i
biove: qui dalle mie parti le chiamiamo al femminile, ma per esempio le sorelle
Simili, nel loro libro, le indicano al maschile. Io so solo che sono buone e
che per la prima volta sono riuscita a cuocere un pane come dico io, con crosta
croccante ma sottile e mollica soffice e non gommosa. Già solo per questo sono
soddisfatta. Infatti per me questa è la prova che mi impensieriva di più.
La ricetta è
appunto quella delle sorelle Simili,
presa dal libro “Pane e roba dolce” che ci ha illustrato passo passo la nostra
maestra Maria Pia.
Potevamo
aromatizzare l’impasto o sostituire parte della farina di grano con qualche
altro cereale, ma ho preferito rimanere fedele alla ricetta per imparare meglio
impasto e cottura. E poi perché in questo modo si accostano senza problemi
all’intero menù.
Ingredienti
per 4 biove:
500g farina
0
280ml acqua
20g strutto
(io olio d’oliva)
20g di
lievito di birra fresco (anche 10 o 5g)*
10g malto
8g sale fino
*io ho usato
solo 5g di lievito quindi i tempi di lievitazione si sono allungati un po’.
Setacciate
la farina e fate una fontana sulla spianatoia con un buco al centro, da un lato
mettete il sale. Nel buco sbriciolate il lievito e iniziate a versare l’acqua
lavorando con una mano il lievito e poca farina, unite il malto e l’olio e
versate l’acqua a poco a poco incorporando altra farina e formando una
pastella.
Infine
ricoprite con il resto della farina e impastate tutto energicamente fino ad
ottenere un composto omogeneo, morbido ma non appiccicoso. Lavorate per 10 minuti
poi formate una palla e fatela lievitare coperta con una ciotola rovesciate per
circa 30- 40 minuti.
Dividete
l’impasto in due e formate due filoni stretti, stendeteli col mattarello
formando strisce molto lunghe e strette di circa 1 cm di spessore. Arrotolatele come se fosse una garza e mettetele a
lievitare sopra un canovaccio pulito, tra due supporti, tipo due pacchi di
farina, in modo che lievitino più che latro in verticale. Coprite con un altro
canovaccio e fate lievitare circa 40 minuti – 1 ora.
Tagliate i
rotoli per il lungo con un coltello, adagiateli sulla placca con il taglio
verso l’alto e praticate ancora una piccola incisione.
Infornate
per circa 30 minuti a 200°C ì, forno statico.
PANINI DI PATATE CON SEMI MISTI.
L’impasto è
identico a quello dei panini alla zucca
di Annarita Rossi.
Ho solo
sostituito la zucca con la stessa quantità di patate lessate e schiacciate e
aggiunto dei semi di zucca, girasole e lino.
500g farina
0
300g patate
lessate e schiacciate
7g di
lievito di birra secco
125ml latte
tiepido
1 cucchiaino
colmo di sale
2 cucchiai
di olio extravergine di oliva
3 cucchiai
di semi misti (girasole, lino e zucca)
Setacciate
la farina in una larga ciotola, unite al centro le patate tiepide, il lievito,
l’olio d’oliva e il latte tiepido, iniziate ad impastare e unite anche il sale.
Versate sul
piano di lavoro e impastate fino ad avere un composto morbido, omogeneo e non
appiccicoso. Incorporate anche i semi misti.
Fate
lievitare coperto fino al raddoppio, circa 2 ore.
Dividete l’impasto
in palline grandi circa come un mandarino, rotolatele sui semi in modo che
rimangano attaccati alla superficie, adagiatele sulla placca coperta di carta
forno, leggermente distanziati.
Fate
lievitare coperto con un canovaccio per circa 30 minuti.
Infornate a
180°C per circa 20 minuti.
Nota: al
posto dei semi si può incorporare un trito di erbe aromatiche fresche
(cipollina, maggiorana, origano), si procede poi come da ricetta. Questi panini
sono molto profumati e gustosi, in questo caso il loro sapore era troppo
incisivo sul resto del cestino e ho preferito i semi.
GRISSINI ALLA SEGALE CON VINO BIANCO
Ho seguito
la ricetta di Antonietta Golino, sostituendo parte della farina bianca con
segale integrale e impastando col vino bianco.
250g farina
0
250g segale
integrale
200ml circa
di vino bianco secco
60g circa di
olio extravergine d’oliva
15g sale
fino
5g lievito
di birra sciolto in circa 30-40ml di acqua
Setacciate
le farine in una larga ciotola, unite su un lato il sale e al centro il lievito
di birra sciolto in poca acqua, l’olio d’oliva e il vino bianco. Iniziate ad
impastare unendo la farina poco a poco, formando una pastella. Infine unite tutta la farina e il sale e impastate
energicamente fino ad ottenere un composto omogeneo e liscio.
Coprite e
fate lievitare fino al raddoppio.
Staccate
dall’impasto tanti tronchetti con una spatola, allungateli arrotolandoli sul
piano di lavoro. Cospargeteli con della semola e adagiateli sulla placca
coperta di carta forno. Cuocete a 200° per circa 10 minuti.
Fateli
raffreddare bene e conservateli in u sacchetto di plastica ben chiuso.
CRACKERS AL FARRO E AVENA
La ricetta è
praticamente la stessa di quella dei grissini, ho solo mischiato faina bianca,
faina integrale, farro e fiocchi d’avena.
200g farina 0
150g farina
integrale
150g farina
di farro integrale
50g fiocchi
d’avena
230ml acqua
5g lievito
di birra
60g olio
extravergine d’oliva
15g di sale
più quello per la superficie,
Mischiate le
farine e i fiocchi d’avena, fate una fontana. Mettete al centro il lievito
sciolto in poca acqua e l’olio d’oliva, iniziate ad impastare con le dita
versando a poco a poco tutta l’acqua. Unite anche il sale.
Impastate
energicamente fono ad ottenere un composto omogeneo e morbido, fatelo lievitare
coperto fino al raddoppio.
Prelevate
porzioni di impasto, stendetele col mattarello in sfoglie molto sottili e
ritagliate i cracker della forma preferita, adagiateli via via sulle placche
coperte di carta forno, bucherellateli con i rebbi di una forchetta.
Spennellateli con un’emulsione di acqua e olio d’oliva e spolverateli di sane
fino e fiocchi di avena.
Infornate a
200°C per circa 10 minuti. Fate raffreddare completamente e conservate in una
scatola di latta.
FOCACCIA CLASSICA
Anche qui
sono rimasta fedele alla ricetta che ci ha dato Manuela Valentini. Molto simile alla ricetta della focaccia ligure
che faccio di solito, questa però richiede una lavorazione a più riprese con
tempi di riposo in mezzo che garantiscono una perfetta ossigenazione e una
riuscita pressoché sicura.
Ingredienti:
600g farina
0
340g acqua
40g olio
extravergine d’oliva
8g di sale
fino,
8g di malto
d’orzo (o zucchero)
6g lievito
di birra fresco
In una
ciotola mettete l’acqua scioglietevi il malto e il lievito, poi unite l’olio e
mescolate bene. Unite metà della farina e amalgamate con una forchetta formando
una pastella, versate il resto della farina con il sale e incorporate con una
spatola.
Rovesciate
su un piano infarinato e impastate con le mani, allargando e richiudendo
l’impasto su se stesso più volte, finché inizia a diventa omogeneo ed elastico.
Formate una
palla, trasferitela in una ciotola infarinata, coprite con la pellicola e fate
lievitare per 1 ora.
Riprendete
l’impasto, rovesciatelo sulla spianatoia e allargatelo delicatamente picchettando
con la punta delle dita, arrotolatelo nuovamente senza stringere troppo,
rimettete nella ciotola e coprite. Fate riposare un’altra ora.
Ripetete
questa operazione altre due volte sempre ad un’ora di distanza. In questo modo
la pasta lievita e si ossigena.
Infine
dividete l’impasto in due parti a seconda delle teglie che avete.
Ungete bene
le teglie con olio d’oliva, allargate l’impasto nelle teglie, picchettandolo
con le dita dal centro verso i bordi, se non si allarga bene aspettate 10
minuti e riprendete a picchettare con le dita in modo che si distribuisca bene
nelle teglie.
Coprite con
un canovaccio pulito e fate lievitare 1 ora e mezza circa-2 ore.
Con le dita
fate le classiche fossette nella pasta, irrorate la focaccia con un emulsione
di acqua, olio d’oliva e sale.
Cuocete in
forno caldo statico a 250°C per circa 15 minuti.
Le mie
teglie erano di circa cm32x38 e cm26x36 , ho quindi
steso la pasta un po’ più sottile e alla fine è rimasta una focaccia alta un
paio di cm, come tradizione ligure impone, ma morbida e leggera.
Diciamo che per la panna cotta al gorgonzola con gelatina di Sangiovese e il clafoutis salato di uva potrei vendere mia mamma, ecco! Tutto,ottimo e ben pensato ma...sei sicura di non avere le lontani origini calabresi o sicule? La ricchezza del menu potrebbe competere tranquillamente 😊 complimenti!
RispondiEliminaHo un paio di appuntamenti in Langa la prossima settimana. Magari vengo a provare il tuo ristorante. Per gli amici è già aperto vero?
RispondiEliminawow che ricco cestino :-P
RispondiEliminaQuei panini alle patate mi hanno fatto trasecolare, come ho fatto a non pensarci? In Garfagnana si fa il pane con le patate ma non ho mai provato. Ora posso fare i panini, grazie per l'idea.
RispondiEliminaRicco il menù quindi perfetto un pane non troppo sapirito ...un menù proprio da gustare con la focaccia al naturale brava
RispondiEliminaIl tuo menù mi piace moltissimo. Estremamente ricco e composto da tante portate dal sapore deciso, hai quindi fatto benissimo ad attenerti ai pani classici senza troppe aromatizzazioni. Ottimo equilibrio e... la mollica di quelle biove.... da urlo!
RispondiEliminaChe poi ti confesso che anche dalle mie parti si parla di biove al femminile, ma siccome le Simili ne parlano al maschile mi sono attenuta a quanto dicono loro. Comincio a sospettare che non abbiano troppo ragione... ^_^ In ogni caso è un pane squisito, e solo per averci dato questa ricetta io sarò loro eternamente grata.
Un abbraccio cara Manu, bravissima come sempre!
Thanks greatt blog
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