“Là in mezzo
al mar ci stan camin che fumano …” direbbero Cochi e Renato.
E dopo questa citazione colta, potrei anche finirla qui e passare direttamente alla ricetta, perchè poi sembra che davvero mi son fumata qualcosa di pesante.
Ma in un certo senso è così, e non sono nemmeno l'unica, anzi sono in ottima e nutrita compagnia.
Ma in un certo senso è così, e non sono nemmeno l'unica, anzi sono in ottima e nutrita compagnia.
Tutta colpa
di Greta De Meo e dell’MTChallenge che ci hanno introdotti nel vortice dell’affumicatura casalinga.
E ci voleva
proprio questa sfida molto particolare per farmi tornare la voglia di
sperimentare e giocare con la cucina come facevo un tempo, quando ho iniziato a
fare il blog. Spero di essere un po’ migliorata nel frattempo, ammetto che
allora postavo cose molto naif, senza farmi problemi di forma, ma con la
soddisfazione di condividere quello che mi è piaciuto mangiare e cucinare.
Ultimamente avevo
un po’ perso lo spirito lieve e la voglia di buttarmi senza rete.
A dire il
vero Greta di reti di protezione ce ne ha fornite molte.
Ci ha
spiegato la tecnica dell’affumicatura passo passo, a caldo e a freddo, con le
cose che tutti abbiamo in casa, pentole, cestelli per la cottura a vapore,
teglie e forno.
Usando sia i
trucioli di legno appositi, ma anche come fare senza questi.
Qui la
folgorazione: riso e tè nero. Più eventualmente qualche erba aromatica o spezia.
Tutto qua.
Tutto qua
per modo di dire, perché poi ci ha regalato tutto un trattato sulle marinate a
secco, su come “insaporire il fumo”, su come scegliere i legni e gli aromi a
seconda di quello che si vuole affumicare.
Insomma un
bel po’ da studiare, ma anche tanto spazio alla creatività e il mio cervellino
ha iniziato a lavorare.
Per le varie
tecniche di affumicatura e per tutti i consigli annessi vi manderei
direttamente da Greta, sul sito MTC,
dove ci sono articoli che sembrano un trattato di cucina. Io preferisco andare
di ricetta.
Ho optato
per la tecnica forse più semplice e che richiede meno tempo e impegno: l’affumicatura
a freddo con riso e tè, in pentola, col cestello per la cottura a vapore.
Non credevo proprio
potesse dare questi risultati. Ho provato con patate, cipolle, aglio, giocando
con aromi diversi.
L’idea
principale era quella di affumicare il petto d’anatra che adoro,
personalizzandolo con aromi e spezie. Ma sembra che in tutto il monregalese l’anatra
sia estinta. Quindi per il momento ho ripiegato su una carne più comune ma
soprattutto che conosco molto bene. Il coniglio.
Ho cercato
quindi di rivisitare il coniglio alla ligure in versione arrotolata e
affumicata.
Praticamente un sigaro.
Ho
preso gli aromi tipici di questo piatto e li ho messi dentro al rotolo e fuori
nel mix di affumicatura, dove ho messo anche qualche foglia esterna di carciofo
che avevo fatto seccare. Il profumo che si è sprigionato era favoloso.
Perché con
questa tecnica non si affumica casa e basta, ok un po’ si, però è un fumo
profumato, che non ristagna in ogni dove.
Son sincera:
il sentore di carciofo era minimo, prevalevano le erbe aromatiche ovviamente,
anche perché le foglie di carciofo non erano perfettamente secche, quindi non
hanno bruciato molto.
Le ho volute
usare perché poi ho accompagnato la carne con un semplice contorno di carciofi
spadellati, questi non affumicati per non appesantire il piatto.
La salsa
invece era affumicata: una salsa all’aglio affumicato con gli stessi aromi del
coniglio.
Lo so, sono
rimasta sul classico, sulla cucina casalinga della mia regione.
Ma quello
che mi preme è soprattutto mettere in pratica questa tecnica, capire cosa
succede se faccio così invece che in un altro modo, che gusto finale voglio
creare e come riuscire ad ottenerlo.
Come prima
prova sono soddisfatta. Ma non credo che smetterò di sperimentare, anche a
sfida conclusa, mi sono venute un sacco di idee: per esempio qualche rivisitazione
in chiave fumè di piatti già proposti, voglio anche provare a rifare alcune
ricette dei miei compagni di gioco (li trovate tutti QUI), magari anche un paio
di piatti che ho assaggiato da bravi chef e che finora non avevo la capacità di
riproporre.
Rotolo di coniglio affumicato con carciofi e salsa
all’aglio affumicato.
Ingredienti:
1 sella di
coniglio disossata,
2 cucchiai
di pinoli,
2 cucchiai
di olive taggiasche denocciolate,
2 rametti di
timo,
2 rametti di
maggiorana,
1 spicchio
d’aglio,
1 foglia di
alloro,
1 rametto di
rosmarino,
1 bicchiere
di vino bianco secco ligure,
olio
extravergine d’oliva,
sale e pepe.
Per
l’affumicatura:
3 cucchiai
di riso (io ho usato un mix di Ribe e Venere integrali, ma solo perché erano in
scadenza, però un certo aroma tostato in più lo hanno dato)
1 cucchiaio
di tè nero (come dice Greta, quello nero è meglio perché quello verde non sa di
niente)
1 cucchiaio
di erbe aromatiche secche
(timo,
origano, maggiorana, salvia, rosmarino, alloro),
1 manciata
di foglie di carciofo secche
(quelle
esterne che rimangono dopo averli puliti),
qualche
grano di pepe.
2 cucchiaini
di zucchero di canna.
Lavate bene
la carne di coniglio eliminando ogni ossicino residuo.
Preparate un
cestino con due fogli di alluminio sovrapposti, all’interno mettete tutti gli
ingredienti per l’affumicatura ben mescolati.
Mettete il
cestino in una pentola sul fornello, accendete il fuoco e aspettate che la
miscela inizi a fumare. Inserite sopra il cestino un cestello per la cottura a
vapore a griglia con dentro la carne di coniglio tamponata con carta da cucina. Chiudete
il coperchio della pentola, aspettate un minuto che il fumo la riempia e
spegnete il fuoco, lasciate affumicare 15-20 minuti.
Prendete la
carne apritela su un tagliere e cospargetela con le foglie di un rametto di
timo e maggiorana, con le olive denocciolate ben sgocciolate e i pinoli
leggermente tostati. Arrotolate la carne e legatela stretta come un arrosto.
Scaldate due
cucchiai di olio in un tegame e rosolate bene il rotolo da tutti i lati, bagnate
con metà del vino bianco e unite lo spicchio d’aglio, l’alloro, il rosmarino,
il timo e la maggiorana. Abbassate il fuoco e cuocete semi coperto per circa un
ora, aggiungendo via via tutto il vino.
Alla fine
aggiustate di sale e pepe.
Sgocciolate
bene il rotolo dal fondo di cottura, tamponatelo con un foglio di carta da
cucina e ripetete nuovamente l’affumicatura per altri venti minuti.
Eliminate le
erbe aromatiche dal fondo di cottura, unite un paio di cucchiai di vino bianco
e fate ridurre qualche minuto.
Affettate il
rotolo e servitelo con il suo fondo di cottura, i carciofi saltati in padella e
la salsa all’aglio.
Per i carciofi:
pulite 4
carciofi da tutte le foglie esterne più dure, tagliateli in quattro ed
eliminate anche il fieno interno. Affettateli sottilmente.
Tritate
finemente due scalogni e fateli rosolare dolcemente in una padella con due
cucchiai di olio extravergine d’oliva. Unite i carciofi e qualche foglia di
maggiorana, fateli insaporire per qualche minuto, bagnateli con mezzo bicchiere
di vino bianco e fateli cuocere a fuoco moderato finché sono teneri ma non
sfatti, aggiustate di sale e pepe.
Per la salsa all’aglio affumicato:
1 testa
d’aglio piccola (circa 10 spicchi piccoli),
2 uova grandi,
2 cucchiaini di tahina,
succo di
limone,
olio
extravergine d’oliva,
sale e pepe.
Mettete a bagno l'aglio in un bicchiere di latte tiepido, allargando un po' gli spicchi ma senza spellarli, per circa un'ora (Questo passaggio serve per renderlo un po' più delicato, ma si può omettere e affumicare la testa intera). Asciugatelo bene e affumicatelo nello stesso modo del coniglio, con gli stessi aromi.
Questa volta però proseguite l’affumicatura a fuoco acceso per circa 20 minuti, poi spegnete e lasciate nella pentola finché è completamente freddo.
Questa volta però proseguite l’affumicatura a fuoco acceso per circa 20 minuti, poi spegnete e lasciate nella pentola finché è completamente freddo.
In questo
modo l’aglio si cuoce anche leggermente.
Poi spellate
gli spicchi, eliminate l’eventuale anima verde e spremeteli con uno spremi
aglio. Metteteli nel frullatore insieme alle uova sode intere, tuorlo e albume,
una spruzzata di succo di limone, un cucchiaino di crema al sesamo (tahina), un
pizzico di sale e pepe. Frullate fino ad ottenere una crema omogenea unendo
dell’olio extravergine d’oliva a filo.
Chi non ama troppo il sentore dell'aglio può dimezzare il numero degli spicchi.
Chi non ama troppo il sentore dell'aglio può dimezzare il numero degli spicchi.
Sarò perseguitata da produttori e distributori di tè verde :D :D E' che il te nero ha un sapore e un odore più deciso, si adatta meglio al calore, ma soprattutto aiuta a dare colore in affumicatura ecco perché consigliavo di utilizzare pari quantità di riso e tè ;)La scelta del mix di riso è vincente, il riso integrale e rosso danno un bel profumo in affumicatura, mi piace la scelta delle erbe aromatiche e l'abbinamento con i carciofi e lòa salsa. Meno male che l'hai definita ricetta semplice :)
RispondiEliminaIl coniglio ripieno, che meraviglia! Dopo l’agnello è la carne il cui sapore in assoluto più mi piace. Da quando poi ho scoperto che poteva essere disossato e farcito il suo appeal è aumentato incredibilmente.
RispondiEliminaSicuramente lo rifarò, anche perché non mi costringe a dover venire in liguria a reperire gli ingredienti :-P
Proverò anche la salsa, mi sa che l’aglio adesso, anche solo per conservarlo come si deve, lo farò sempre affumicato. Mi incuriosisce moltissimo l’uso della tahina, ma come ti è venuta l’idea? Già ho l’acquolina in bocca.
Questa te la rubo!
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