Sono tornata!
Mi sono assentata qualche giorno perché sono
andata via con la mia famiglia. Veramente sono partita col proposito di postare
anche in viaggio, raccontando i luoghi e le cose che andavo a vedere, volevo
fare un vero reportage con tanto di recensioni di hotel e ristoranti, come uno
di quei racconti di viaggio che tanto mi piacciono, ma non ce l’ho fatta: prima
di tutto perché è stato veramente un tour de force, non ci siamo fermati un
attimo, abbiamo sfruttato ogni singolo minuto, nonostante il caldo torrido; poi
devo confessare che armeggiare col telefono per me è una scocciatura, già ho
qualche problema col computer!!!
Così i miei buoni propositi di brava ed efficiente
blogger sono andati in fumo. Ma vedrò di rimediare subito.
L’idea iniziale era quella di andare un paio di
giorni a Ferrara a trovare degli zii di mio marito: i suoi nonni materni sono
originari di Ostellato e lì hanno ancora dei fratelli.
Durante il viaggio però ci siamo fermati a Maranello al Museo della Ferrari, praticamente un pellegrinaggio religioso: mio
figlio era eccitatissimo e mio marito non da meno.
Devo ammettere che è stato davvero entusiasmante:
c’erano tutte le auto costruite dalla Ferrari, dagli esordi fino all’ultima
nata (“La Ferrari”), con tanto di progetti, prototipi, motori in bella vista.
Poi naturalmente le auto da corsa, tutte quelle che hanno vinto, i caschi dei piloti,
le coppe … c’era persino la ricostruzione dei box e il simulatore!!
Mio figlio si è preso l’incarico di fare il
reportage fotografico: circa 200 foto, praticamente ha fotografato tutto quello
che c’era, anche il più piccolo bullone, forse ha saltato solo gli estintori
… forse!!
Il museo si trova proprio in centro a Maranello,
che è un paese proprio carino, mentre la fabbrica rimane un po’ fuori.
Prenotando in anticipo, tramite il sito internet, è possibile visitare parte
della fabbrica e la pista, ma si viene accompagnati su un pulmino, ovviamente
non si può scendere e meno che mai fotografare. Ma è comunque interessante.
Nel tardo
pomeriggio siamo arrivati a Ferrara,
l’albergo era un po’ in periferia, in una zona commerciale, con tanti supermercati
e concessionari. Era un palazzone imponente con un nome altrettanto imponente: Best Western Palace Inn Hotel. Faceva
molto periferia di Dallas, accanto c’era
pure un mega fast food- barbeque-grill… ma eravamo nel delta del Po. L’esterno
era un tantino scialbo: un parcheggione con aiuole spoglie… ma appena entrati …
un altro pianeta: hall moderna e elegante, camera grande con lettone king size
e terzo letto vero, non una branda, bagno spazioso, tutto nuovo e pulitissimo,
infine una colazione da favola! Erano persino convenzionati con una SPA, ma noi
non ne abbiamo approfittato, sarà per la prossima volta!
Si perché abbiamo passato due giorni a far visita
agli zii, siamo dovuti andare a cena o a pranzo da ognuno di loro pena la
scomunica … ma è uno sporco lavoro che qualcuno deve pur fare ;-) In fondo lo faccio per dovere di cronaca …
E allora si inizia con la grigliata a casa dello
zio Guerrino detto Cicci, un’orgia di costine di maiale e salsiccia … per
passare dallo zio Emmio detto Pancho, con la zia Germana che ha fritto
qualsiasi cosa le capitasse a tiro … per concludere con l’inossidabile Soraya,
alias zia Eva, che all’età di 90 anni, tra un mese per carità, ci ha rimpinzato
di salame all’aglio, cotechino e salama da sugo … robina leggera e rinfrescante!
Nonostante le libagioni e l’abbiocco post pranzo
siamo riusciti anche a visitare Ferrara, che è una cittadina davvero bella: ha
un meraviglioso centro storico circondato da mura rinascimentali ancora quasi
intatte che si possono percorrere interamente, compiendo un giro di 9km.
Consiglio vivamente di procurarsi una bicicletta, che è l’ideale anche per
visitare il centro visto che alcune zone sono ZTL. Qui tutti girano in bici!
Noi abbiamo visitato la Cattedrale, con una bellissima facciata in stile romanico e gotico.
Di fronte si può ammirare il Palazzo Municipale, ex Palazzo Ducale,
che risale al 1243 ed è stato la residenza degli Estensi fino al XVI secolo,
quando si trasferirono nel Castello.
Naturalmente è d’obbligo la visita al Castello Estense, proprio nel cuore
della città,circondato da un profondo fossato, è stato costruito nel 1385 inizialmente come una fortezza militare a
protezione degli attacchi della vicina Venezia, del Vaticano, ma soprattutto
dalle rivolte della popolazione stessa. In seguito divenne la residenza della
corte subendo trasformazioni e abbellimenti. Lo si può visitare quasi
interamente, compresa parte delle prigioni sotterranee.
Dal Castello, percorrendo Corso Ercole I d’Este, si incontrano moltissimi palazzi tutti
risalenti al 1300 e 1400, tutti attribuibili alla famiglia estense, quasi tutti
oggi sede di musei; uno per tutti il famoso Palazzo dei Diamanti, chiamato così perché è rivestito interamente
da 8500 pietre sbozzate a diamante. Oggi
è sede della Galleria d’Arte Contemporanea.
Altro luogo suggestivo è la Via delle Volte, il cuore della parte medievale della città,
chiamata così perché i palazzi sono collegati da passaggi aerei che formano
arcate e volti, appunto. Da vedere inoltre la Piazza Ariostea, che prende il nome dal famoso poeta, la cui statua
svetta sulla colonna centrale: è di forma ovale, un po’ ribassata, è la piazza
del Palio di S. Giorgio, nell’ultima domenica di Maggio.
Poco distante da Ferrara si trova Comacchio, una cittadina lagunare davvero
deliziosa, attraversata da canali anche navigabili: ci si può infatti far
accompagnare da qualche barcaiolo per un breve giro molto suggestivo; una
meraviglia i Trepponti, un ponte
seicentesco simbolo della città.
Venendo via da Ferrara abbiamo percorso la statale
Romea verso Venezia che attraversa il Parco
del Delta del Po, fermandoci per una breve visita all’Abbazia di Pomposa capolavoro di arte romanica. La comunità
benedettina possedeva una delle più vaste biblioteche del tempo qui fu
inventata la moderna trascrizione musicale.
Parlare della cucina tipica ferrarese in poche
parole non è facile. Non saprei da dove
cominciare. Per cui farò come al solito che mi faccio trascinare e da una cosa
ne penso un’altra con associazioni di idee a volte iperboliche.
Durante la mitica grigliata a casa dello zio Cicci
ho mangiato anche delle semplici melanzane alla brace, ma non le classiche
melanzane grigliate, tagliate sottili, queste erano un po’ diverse.
Si prendono delle belle melanzane grosse e si
affettano, senza sbucciarle, spesse 3-4cm.
Si fanno dei tagli a scacchiera, si salano e si
ungono con olio d’oliva, a piacere si infilano nei tagli dei filetti di aglio
spellato. Poi si cuociono sulla griglia, meglio se sulla brace.Alla fine diventano morbide e saporite.
Mentre le mangiavo ho pensato che con le stesse melanzane
si può preparare il Purè di melanzane
alla turca. Si elimina la pelle e si lascia sgocciolare la polpa di tre
melanzane. Si schiaccia la polpa con la forchetta unendo a filo 3-4 cucchiai di
olio e il succo filtrato di un limone, aggiustare di sale e pepe e servire con
prezzemolo tritato.
Che poi è simile al Baba ghanouch mediorientale (Claudia Roden perdonami!): basta unire
due spicchi d’aglio tritati (meglio spremuti), 3-4 cucchiai di tahina e qualche
seme di cumino. Frullare tutto ed è fatta.
Ricette lette sul libro di A.Bay (Le ricette degli
altri), ça va sans dire!
Come associazione di idee non è male!
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