“Avete mai perso un’amica? È una delle esperienze
più tristi e sconcertanti che vi possono capitare. Nessuno vi mostra
comprensione, a meno che la vostra amica non sia morta. Ma questo non era il
mio caso. Persi la mia migliore amica molti anni fa. Lo era stata per quasi un
decennio, per più della metà della mia infanzia, e all’improvviso svanì, come
se non fosse mai esistita …”
“… A volte lo shopping mi
sembra una metafora della vita: ci si sforza di scegliere, di selezionare, di
accumulare il più possibile nel rispetto delle proprie risorse economiche, per
poi scoprire che tutto ciò che abbiamo acquistato finisce nell’armadio, va
fuori moda o diventa troppo stretto in vita. È allora che ricordo a me stessa
che l’importante è lo shopping in se, non quello che si compra. È lo shopping
zen. …”
“ … Grazie al cielo la
nostra è una di quelle famiglie che ha scheletri e non fantasmi. I fantasmi
sono personali e invadenti, ricordi che tormentano i vivi. Nella mia famiglia
non possediamo né l’immaginazione né la pazienza per avere dei fantasmi.
Gli scheletri al contrario
sono reali … conservano il passato, le informazioni. … Gli scheletri non vanno
e vengono come i fantasmi. Li si può studiare e misurare, vi si può leggere il
passato. Sono fedeli come i cani…”
L’evoluzione di Jane –
Cathleen Schine
Jane
è una giovane donna del New England. Dopo un matrimonio lampo con conseguente
divorzio lampo si ritrova a fare un po’ il punto della sua vita.
In
verità non è particolarmente affranta dalla recente separazione, quanto
piuttosto un po’ confusa su se stessa, su cosa vuole dalla vita. Inoltre ci
sono alcuni nodi del suo passato che ha bisogno di sciogliere: la sua strana
famiglia, i suoi ancor più strani antenati, un albero genealogico intricato e
affollato, una faida che da decenni divide e nello stesso tempo accomuna i rami
di questo albero. In mezzo a tutto c’è la fine improvvisa e inspiegabile di
un’amicizia. L’Amicizia dell’infanzia, quindi una di quelle con la A maiuscola,
o almeno così sembrava.
Sua
madre sostiene che quello che le ci vorrebbe è un lungo viaggio, un cambiamento
d’aria e di prospettiva; così Jane si ritrova a navigare su uno yatch
nell’arcipelago delle Galapagos, sulle orme di Darwin, insieme a un gruppo
eterogeneo e scalcinato di turisti - naturalisti.
Tra
incontri ravvicinati con sule dai piedi azzurri, otarie, iguane e pinguini, tra
teorie scientifiche, leggende di marinai e misteriosi complotti, Jane troverà
molte risposte ai suoi quesiti, nuovi amici e anche qualche vecchia conoscenza.
Il
tutto condito da una certa ironia e leggerezza, che fa perdonare qualche
lungaggine tecnica sulle teoria evoluzionista darwiniana, ma sono fini al
personaggio e alla storia, quindi van bene così.
Questo
è un libro che si legge in un paio di giorni. Non è certo una lettura impegnata
e formativa. È un romanzo e come tale fa passare qualche ora in piacevole
compagnia, è divertente e soprattutto non banale. Quindi lo consiglio.
Soprattutto
a chi tende a elucubrare troppo sulle cose, prendendosi meriti o colpe invano.
Per
cercare un piatto da abbinare a questo libro avevo due possibilità: o scovare
qualche ricetta tipica delle coste del New England, da dove viene Jane e dove
passa la sua infanzia, oppure spostarmi all’Equatore, alle Isole Galapagos,
dove si svolge gran parte della vicenda.
Ovviamente
la tentazione di viaggiare virtualmente in quei luoghi lontani e selvaggi è
stata più forte, così mi sono concentrata su queste isole in mezzo all’oceano.
Sulla
cucina tipica delle Galapagos non ho trovato molto, anche perché sono isole
vulcaniche ancora molto selvagge, poco abitate e con un clima non molto
ospitale, sebbene si trovino a cavallo dell’Equatore.
Però
appartengono allo stato sudamericano dell’Ecuador, quindi mi sono subito
buttata su quella tradizione culinaria che ha molto in comune con il resto
dell’America Latina.
Pesce
e crostacei, riso, frutta e verdura sulla costa; carne con manioca, mais e
patate nell’entroterra andino. Ma questa è solo una semplificazione imprecisa,
perché l’Ecuador ha risentito anche dell’influenza con molte etnie di
passaggio, dagli europei, agli africani ai cinesi.
Anche
trovare una ricetta precisa per un determinato piatto non è così semplice.
Io
alla fine ho scelto un semplice stuzzichino, che può essere un antipasto, una
merenda o uno street food. Gustoso e abbastanza facile da fare.
LLAMPIGACHOS – crocchette
di patate e cipolle.
Ingredienti
per circa 20 frittelle:
1
kg di patate,
½ cipolla bianca finemente tritata,
2
cucchiai di olio con achiote*,
100g
circa di formaggio fresco schiacciato con una forchetta (oppure mozzarella),
1
tuorlo di uovo,
sale
a piacere.
olio di semi per friggere.
olio di semi per friggere.
*l’Achiote è sia il nome sudamericano di una
pianta, Bixa Orellana, originaria del Sud America, in particolare il Brasile,
con dei bellissimi fiori rosa. Sia di un estratto dei suoi semi, ricchi di
carotene, l’Anatto che è un colorante naturale rosso-arancio. Viene usato come
colorante alimentare e condimento. Anche come pigmento per capelli e viso dagli
indios andini.
Non avendolo trovato ho
usato un pizzico di curcuma e paprika dolce.
Lessate
le patate in acqua bollente con sale e quando sono morbide pelatele e schiacciatele
fino a formare un purè. Deve essere ben asciutto.
Soffriggete
la cipolla nell’olio a fuoco dolce finchè è bella morbida e asciutta.
Aggiungete alle patate la cipolla, l'uovo e sale se fosse necessario.
Formate
palle con il composto, fate un vuoto nel centro di ognuna e riempite con
formaggio; chiudete i llapingachos, schiacciateli fino a dargli forma
di una tortilla.
Fateli
rosolare in una padella antiaderente dal fondo spesso con un paio di cucchiai di olio di semi.
Servite
con insalata mista e salsine a piacere.
Note:
Il
composto di patate tende a essere molto molle, quindi è poco maneggevole da
lavorare per formare le crocchette e in cottura si sfalda facilmente facendo
uscire il formaggio.
Per
ovviare al problema occorre, innanzi tutto lessare le patate con la buccia così
assorbono meno acqua, far asciugare bene il purè nella padella insieme al
soffritto, farlo raffreddare bene e incorporare il tuorlo. In alcune ricette ho
trovato l’utilizzo dell’uovo intero.
Qualcuno
asciuga l’impasto con poca farina o fecola di patate.
In
alcune ricette si indica di friggere le crocchette in olio di semi, però trovo
che tendono ad assorbire molto l’unto. Io preferisco rosolarle in padella, voltandole solo quando sono ben colorite da una parte, così però tendono a sfaldarsi di più. Scegliete il modo che preferite.
In
altre ricette il formaggio è messo sopra, una volta cotte e ancora molto calde.
In questo modo forse si disgregano meno molto meno.
Ricetta e informazioni varie sull'Ecuador da qui:
wikipedia
“ … Ogni mattina, mia
madre ripeteva sempre la stessa parola: << Caos!>>.
La pronunciava in tono
sommesso mentre concimava il giardino, si abbottonava il soprabito o fissava il
cielo sereno stando alla finestra … un’astratta espressione di gioia simile a
wow, poiché pronunciandola mia madre sorrideva e scuoteva la testa in preda
alla meraviglia …”
Interessanti punti di vista che peraltro trovano tanti punti di contatto con i pensieri miei...........fuor che sullo shopping, a proposito del quale ho elaborato teorie differenti.
RispondiEliminaAlle Galapagos ci andrei pure subito, deve essere memorabile, ho letto troppe cose al riguardo, devo per forza vedere "l'effetto che fa"!!
Ho già segnato il titolo del libro..credo proprio che sia la lettura giusta per me in questo particolare momento della mia vita.
RispondiEliminaOttima proposta da abbinare a questa lettura :-) Complimenti cara, sempre bravissima :-)
Che lettura interessante oggi questo post!! Il romanzo sembra avvincente e l'idea di ricercare un piatto che ricordasse i luoghi del libro ci piace moltissimo:)
RispondiEliminaLe crocchette sono molto invitanti, bravissima!!
Buon 2 giugno, un bacione!
All'inizio pensavo che stessi parlando di te, invece era solo un romanzo. Ma in fondo perdere un amico che svanisce nel nulla capita a molti! Il bello è che da questo spunto romanzesco tiri fuori un piatto esotico che mi piacerebbe assaggiare! Ma in fondo la cucina è anche creatività e ricerca di cose nuove. Un abbraccio carissimo
RispondiEliminaBella proposta di lettura e molto bella anche la ricetta che sono certa sarebbe molto gradita sulla mia tavola!!! Continuo a curiosare tra i tuoi post....
RispondiEliminaBuona giornata