Non l’avrei detto ma son
anche buoni.
Quinoa e Amaranto.
Sembrano i nomi di due
personaggi buffi dei cartoni animati.
Invece son cereali. O
meglio pseudo cerali.
Perché botanicamente non
lo sono veramente, ma si comportano come tali.
Son cerali fighi, che vanno
di moda adesso.
Che se non li hai mai
usati non sei nessuno.
Perché arrivano da
lontano, nello spazio e nel tempo: provengono dall'America Latina ed erano
conosciuti già dalle popolazioni precolombiane.
Inoltre fan tanto bene,
son buoni, contengono una miriade di nutrienti, saziano di più e quindi
dovrebbero anche far dimagrire. Se non altro per sillogismo.
Non contengono glutine,
che oggigiorno una lieve intolleranza non la si nega a nessuno, con buona pace
di chi intollerante lo è davvero e questi allergici per scelta li manderebbe
volentieri a stendere.
Non contengono neppure
olio di palma, va specificato pure quello, visto che è considerato peggio dell’uranio
impoverito.
Insomma son dei super
alimenti. O almeno così pare.
Considerando che i super
alimenti in realtà non esistono e che la dieta va valutata nel totale dei cibi
che si ingeriscono in una giornata.
Comunque questi cerali
stanno davvero andando per la maggiore, ormai si trovano facilmente in tutti i
supermercati anche sotto forma di farine. Che costano un botto, ma prima o poi
la curiosità da foodblogger avrà la meglio sul buon senso e quindi aspettatevi
qualcosa in proposito.
Intanto mi sono procurata
i cerali in chicchi.
Veramente è già qualche
mese che li ho in dispensa e non mi decido mai su come cucinarli.
Non ho mai trovato l’ispirazione
o il momento giusto.
Non posso mica limitarmi a
servirli lessi conditi col burro, pardon olio extravergine d’oliva spremuto possibilmente
a mano da un mugnaio vergine in una notte di plenilunio, altrimenti non vale. Io
scherzo ma noi foodie o gastrofighetti che dir si voglia un po’ così lo siamo
sul serio.
Noiosi e saccenti. Un po’
si, ammettiamolo.
Che poi fino al mese
scorso friggevamo con un mix non ben preciso di oli non identificati.
Ad ogni modo adesso è
giunto il momento di usare quei benedetti quinoa e amaranto che mi stavano facendo
gesti speranzosi ogni volta che entravo in dispensa, incastrati tra la confezione
del riso e quella dell’orzo perlato.
L’avete voluta, è giunta
la vostra ora.
Grazie al mercoledì di
Idea Menù tutto incentrato sui cereali e farine alternative.
Solo che a me è toccato preparare
il secondo.
Una bella cotoletta di
maiale panata con amaranto e via, andare.
No, non scherziamo. Non ci
si può mica ridurre a una cosa così banale, anche se in fondo come alternativa
a farina e pangrattato non sarebbe male.
Ma no, ci vuole l’idea
furba e soprattutto fighetta.
Hamburger vegani di
quinoa, amaranto e legumi.
Vegani anche no.
Ora non esageriamo, ho i
miei limiti.
Vegetariani. Così va già
meglio.
Perché c’è una bella
differenza: vegetariani, significa che posso usare le uova per addensare e il
parmigiano per insaporire. Santo parmigiano protettore dei mappazzoni.
Infatti il rischio di
effetto mappazzone c’è, non avendo la minima idea della cottura e della
consistenza giusta di questi cerali.
Si ci sono le indicazioni
sulla confezione. Ma ci si può fidare?
Io sono andata a curiosare
sul web, ho trovato istruzioni diverse sul da farsi.
C’è chi li fa cuocere per
assorbimento con poca acqua, tipo il riso pilav.
C’è chi dice di lessarli
in abbondante acqua, tipo la pasta.
Poi ho trovato un sito che
consiglia addirittura di sciacquarli, in particolare l’amaranto, con acqua
corrente per eliminare l’amaro.
Avete mai provato a
sciacquare l’amaranto? L’apocalisse.
Innanzi tutto l’amaranto
ha chicchi piccolissimi, sembrano granellini di sabbia, bisogna avere un colino
con buchi larghi un micron, progettato dal Cern di Ginevra, perché altrimenti
passano e invece della cucina ti ritrovi un campo da beach volley.
La cosa migliora di poco
una volta cotti, a meno di farli diventare una poltiglia.
Adesso capisco perché sulla
confezione consigliano di cucinarli in poca acqua e lasciarla assorbire tutta. Per
evitare di doverli scolare.
Ecco a non voler credere
alle indicazioni del produttore. Se produce, lo saprà bene. Chissà quante
partite di beach volley avrà organizzato per arrivare a quelle conclusioni.
Il problema io l’ho
aggirato cuocendo l’amaranto insieme alla quinoa e al burgul (grano spezzato)
che son più grandi, gonfiano di più e imprigionano sti maledetti granellini,
considerando pure che a me serviva l’effetto mappazzone per la ricetta che
avevo in mente, mi son salvata.
Alla fine ho preparato dei
semplici hamburger di cerali e lenticchie, che facendoli più piccoli diventano
polpette o crocchette e, rimpicciolendoli ancora, piccole palline da friggere
per l’aperitivo.
L’idea l’ho presa, ovviamente
rivisitata, dal libro “Super natural every day” di Heidi Swanson, una blogger
americana che fa della cucina naturale, sana, biologica e tendenzialmente
vegetariana la sua bandiera.
Io come sapete sono
scandalosamente onnivora e adoro ogni tanto concedermi qualche porcata non proprio
salutare. Ma sono consapevole che per la salute occorre variare il più
possibile, alternare i cibi e le cotture. Quindi si dovrebbe limitare il consumo
di carne rossa, salumi e formaggi a poche volte la settimana, sostituendoli con
carne bianca, pesce, uova e legumi.
Lo stesso vale per i
cerali che hanno nutrienti diversi.
Quindi ben venga anche l’hamburger
vegetariano.
Vegano no. A sto giro non
ce l’ho fatta.
Ecco il menù completo di
oggi con le proposte delle mie compagne di avventura:
Antipasto di Carla: Sformatino di pesce spada e bulgur.
Primo di Linda: Gnocchi di pane al farro con funghi e salame.
Dolce di Consuelo: Ciambelline al vino rosso novello e olioextravergine d'oliva.
Hamburger o polpette di quinoa, amaranto e lenticchie.
Per circa 12 hamburger o 24 crocchette:
80g amaranto,
120g mix di quinoa e burgul,
100g lenticchie,
2 uova piccole,
4 cucchiai di parmigiano grattugiato,
50g circa di pangrattato più un po’ per la panatura,
1 cucchiaio colmo di erbe aromatiche tritate (maggiorana, erba cipollina, prezzemolo, origano, finocchietto),
un pizzico di noce moscata e peperoncino in polvere,
olio di semi, sale.
Sciacquate le lenticchie e lessatele in abbondante acqua con la foglia di alloro e le foglie di salvia. Salate solo a fine cottura. Scolatele quando sono morbide.
Cuocete l’amaranto e gli altri cereali secondo le indicazioni della confezione, comunque i chicchi devono essere molto morbidi e gonfi.
Io ho versato l’amaranto nell’acqua leggermente salata in ebollizione, dopo circa 10 minuti ho aggiunto il mix di quinoa e burghul e ho cotto ancora 15 minuti circa. Ho scolato con un colino molto fine e ho versato in una ciotola a raffreddare.
Come dicevo prima è meglio cuocere separatamente i cereali in poca acqua, il doppio del loro volume da crudi, in modo che si assorba tutta e non sia necessario scolare, fate attenzione a salare molto poco.
Lavate bene le lenticchie e fatele cuocere in acqua bollente con le foglie di alloro e salvia, salate solo a fine cottura. Scolate le lenticchie quando sono ben cotte, non importa se tendono a disfarsi.
Frullate 3-4 cucchiai di lenticchie con altrettanti di cerali ottenendo una crema, unite la crema al reso dei cerali e lenticchie cotte e mescolate.
Incorporate le uova sbattute, le erbe aromatiche, il formaggio e il pangrattato. Quest’ultimo unitelo a poco a poco in modo da avere un composto morbido ma consistente, si deve lavorare bene con le mani senza disgregarsi. Insaporite con le spezie e aggiustate di sale.
Formate delle piccole crocchette piatte di circa 6-7 cm di diametro oppure degli hamburger di circa 12cm di diametro, spessi 2-3cm circa (come quelli di carne)
Passate eventualmente crocchette e hamburger nel pangrattato, questa operazione è facoltativa, serve ad ottenere una crosticina croccante.
Per cuocere gli hamburger bisogna do sporli su una placca coperta di carta forno e infornare a 200°C per circa 15 minuti. Devono essere ben dorati.
Per le crocchette si può utilizzare il forno oppure farle dorare in una padella a fondo spesso con un filo di olio di semi, voltandole delicatamente a metà cottura. Io uso di solito l’olio di arachide perché è quello che resiste meglio alle alte temperature.
Volendo si possono preparare polpettine piccole, una noce circa, passarle bene nel pangrattato e friggerle in olio di arachidi profondo. Sono ottime come aperitivo o antipasto.
Servite le crocchette e gli hamburger con cavolo cappuccio o carote o finocchi crudi tagliati a julienne, insalatina mista, songino o un mix di tutte queste cose.
Potete accompagnare con maionese, salsa messicana piccante, guacamole, salsa allo yogurt a piacere. Nella pagina delle ricette alla sezione “salse” ne trovate alcune molto facili e veloci da preparare.
Note:
Le lenticchie si possono sostituire con ceci o fagioli.
Si possono aromatizzare con spezie ed erbe a piacere (paprika, curcuma,
cumino).
Si possono aggiungere all’impasto verdure bollite tritate finemente
(carote, cavolfiori, broccoli, zucca, zucchine).
Per gli hamburger vegani si sostituisce l’uovo con una piccola patata
lessata e schiacciata, non so se basti a rendere l’impasto sufficientemente
legato, magari si può aggiungere della fecola o amido di mais. Su questo punto
devo ancora documentarmi, attendo volentieri consigli.
ahahah..oddio ho le lacrime agli occhi dalle risate!!! Non ti dico la mia prima esperienza con l'amaranto (che da brava foodblogger non potevo proprio non provare :-P)...ho fatto scendere nella mia cucina ogni santo!
RispondiEliminaCmq l'amaranto da sè non mi piace tanto, mentre quinoa e bulgur li adoro, quindi mi hai dato un ottimo suggerimento x togliermeli dalla dispensa una volta x tutte :-P
Ciao Manu, anche io ho riso con le lacrime agli occhi. Ti ci vedevo proprio a rincorrere l'amaranto per tutta la cucina. Per la verità il pacchettoche occhieggia dalla mia dispensa non ho ancora avuto il coraggio di aprirlo. La quinoa la tratto un po' di più ma sempre rispettosamente... comunque 'sti hamburger devo proprio farli, così anche i pseudopacchetti di pseudocereali si mettono l'anima in pace :) bacioni
RispondiEliminaI cereali fighi hahaha :D
RispondiEliminaChe appetitosi questi Burger!
Complimenti cara, ti aspetto per il mio contest natalizio sul miele.ci conto eh! ;)
Eh eh, questi prodotti così esotici ci fanno incuriosire, ma poi quando decidi di usarli ti trovi con cento dubbi. Io ho provato una sola volta l'amaranto, usandolo molto semplicemente come panatura al posto del pangrattato. Per quel piatto non ci ho fatto neanche un post!
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