Ovvero la merenda giapponese parte seconda.
Quella vera però. Quella più famosa in assoluto.
Quella che almeno una volta noi bambini degli anni ottanta (e anche oltre) abbiamo immaginato
di poter assaggiare.
Nella puntata precedente vi ho parlato dei dolci
giapponesi (wagashi), molto particolari e del loro comune denominatore. Almeno per la
maggior parte. Cioè la confettura di fagioli azuki, o Anko.
Vi avevo infatti accennato che questa confettura,
simile alla nostra crema di marroni, è il ripieno tipico di molti dolcetti. Vi avevo anche già accennato qualche nome. Quelli più
famosi, anche da noi, sono i Dorayaki.
Oltre tutto sono forse uno dei pochi dolci giapponesi
che si avvicina di più alla nostra idea di dolce.
Sembrano dei piccoli pancake soffici e spugnosi, uniti
due a due e farciti di confettura Anko. In realtà la consistenza è più simile a
quella del nostro pan di spagna, o meglio pasta biscuit, solo che cotta in
padella.
In Giappone sono un po’ la merenda di tutti i bambini,
vengono venduti anche per strada in piccole bancarelle.
La tradizione impone la Anko come farcitura, ma
possono essere riempiti anche con confettura di castagne o con crema al
cioccolato, o con qualsiasi crema o confettura vi venga in mente, ma questo non
è molto ortodosso per cui non diciamolo troppo in giro.
Il nome Dorayaki deriva dal vocabolo “dora” che significa gong,
forse per la tipica forma tonda e bombata. Una leggenda vuole che un samurai
dimenticò il suo gong a casa di un contadino presso cui si nascondeva e che
questi lo uso per cuocere un dolce, il primo dorayaki appunto.
In
origine avevano un solo strato sormontato dalla confettura Anko, furono
accoppiati nella forma attuale nel 1914 nel negozio di Ueno Usagya a Tokyo,
ancora oggi considerato il migliore del Giappone.
Ma
Doraemon che c’entra? Doraemon è quel gattone grassoccio, protagonista di un
famoso anime giapponese arrivato in Italia negli anni ottanta e da allora mai
passato di moda.
Mio
figlio lo guarda ancora, veramente anch’io, sebbene sia piuttosto sciocco.
Doraemon
è un gatto venuto dallo spazio per aiutare Nobita, un bambino pigro e combina
guai, solo che il suo aiuto a volte peggiora le cose creando ulteriori
pasticci. Per fortuna alla fine tutto si risolve. Quasi sempre con una bella
merenda a base di dorayaki, neanche a dirlo, di cui Doraemon è golosissimo.
Si
potrebbe infatti pensare che il suo nome derivi proprio da questi dolcetti ma
in realtà deriva da doraneko che significa “gatto vagabondo”.
Li
ho preparati già tempo fa, quando ho avuto l’onore di collaborare con la
redazione del blog “MTChallenge”, avrei dovuto postarli molto prima ma tra una cosa e l'altra mi sono dimenticata, poi è passato il tempo, altri argomenti, altre ricette, insomma mi sono resa conto che non li avevo ancora pubblicati nel mio blog.
Mancanza
imperdonabile a cui devo subito rimediare, quale occasione migliore se non la
tappa giapponese dell’ABC CULINARIOMONDIALE, ospitata da Sabrina del blog “Nato sotto un cavolo” ?
Comunque,
data la semplicità di realizzazione e il successo che hanno avuto in famiglia,
credo che li dovrò preparare spesso. Infatti sono spariti tutti prima che il
cartone animato di Doraemon fosse finito, questo la dice lunga.
Come
dicevo prima, non bisogna nemmeno avere la confettura Anko, basta della normale
crema al cioccolato, ma questo non diciamolo a Doraemon.
PER I DORAYAKI.
Ingredienti:
2
uova medie,
100g
farina 00,
50g
zucchero semolato,
2
cucchiai di acqua fredda,
1
cucchiaio di miele (meglio se d’acacia perché più delicato e fluido)*,
½
cucchiaino di lievito per dolci**.
*io ne ho messo solo ½
cucchiaio ma solo perché noi non amiamo molto il miele. Confesso che ho provato
a farli anche con lo sciroppo d’acero che non è assolutamente ortodosso, ma il
risultato è ottimo lo stesso.
**in qualche ricetta ho
trovato il bicarbonato al posto del lievito, io trovo che lasci un vago
retrogusto amaro quindi preferisco il lievito per dolci, fate voi.
Battete
bene le uova con lo zucchero con una frusta. Unire la farina e il lievito
setacciati e mescolate delicatamente per non far grumi. Infine incorporate il
miele e due cucchiai di acqua.
Dovete
ottenere una pastella liscia e morbida ma piuttosto soda, più soda di quella
delle crespelle.
Scaldate
una padella antiaderente a fondo spesso, piatto e liscio così non occorre
nemmeno ungerla. Ideale quella per le crêpes.
Quando
la padella è calda ma non rovente, fate cadere la pastella con un cucchiaio o
un mestolino e allargatela formando un cerchio spesso 3-4mm.
Fate
cuocere a fuoco medio-basso finchè la superficie si gonfia creando delle bolle
che scoppieranno formando dei piccoli buchetti. Quando la parte inferiore avrà
preso un bel colore nocciola e la superficie si è praticamente asciugata,
voltate la crespella e fatela leggermente dorare anche dall’altra parte, ma
solo per pochi secondi.
Prelevate
la crespella e continuate fino ad esaurire la pastella.
Non
usate il fornello troppo alto perché altrimenti rischiano di colorarsi troppo
in fretta a un lato ed essere ancora molli in superficie. Se succede piuttosto
lasciateli cuocere bene anche dall’altra parte.
La
misura classica dei dorayaki è di circa 12cm di diametro, nel versare la pasta
sulla padella considerate che in cottura tendono a crescere. Io ne ho fatti di
varie misure, qualcuno anche molto piccolo, quasi da boccone.
Naturalmente
cercate di fare questi pancake in numero pari perché poi devono essere
accoppiati.
Se
avete la padella ampia o se li fate un po’ più piccoli, consiglio di farne
cuocere due alla volta in modo da avere
sotto controllo la dimensione e avere praticamente le coppie pronte da farcire.
Una
volta preparate queste crespelle soffici farcitele generosamente di confettura
e buona merenda.
Appena
fatti, tiepidi, sono favolosi. Ma anche il giorno dopo … se ci arrivano.
Per la confettura Anko
vedete QUI.
Ma questa confettura può essere anche un insolito ripieno per cioccolatini, andate a vedere QUI se non ci credete.
In
giro per il web ci sono moltissime versioni di questo dolce, che differiscono
di poco in verità. Le mie fonti sono sostanzialmente queste:
Wikipedia
Vi consiglio vivamente di andare a leggere il post di Sabrina sulle tradizioni e sulla cucina
giapponese. Un vero viaggio virtuale.
Essendo amante dei pancakes credo di dover provare anche questi! Sembrano buonissimi! :D
RispondiEliminaSempre validissimi questi soffici pancake alla faccia di Doraemon!
RispondiEliminaSempre validissimi questi soffici pancake alla faccia di Doraemon!
RispondiEliminaInvitantissimi, sarà giunto il momento di provarli.
RispondiEliminaun abbraccio
Ti confesso che è la prima colta che li vedo o ne sento parlare ma mi hanno già conquistata O_O che gola che fanno e con quella farcia ancora di più :-)
RispondiEliminaLi ho fatti anch'io ed ho anch'io avuto la sensazione che più che dei pancakes sembrano dei mini pan di spagna. In più per piccoli problemini non ho fatto l'anko, ma li ho serviti con la nutella e devo dire che sono stati comunque super graditi (soprattutto dal piccolo!!!!)
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