“…
Mangiare bene, e bere ancor meglio, rilassa gli sfinteri dell’anima, sconvolge
i punti cardinali della cultura repressiva e prepara alla comparsa di una
comunicabilità che non va sprecata …” M.V. Montalban.
Mi ero ripromessa di essere più attiva, di curare di
più questo mio angolino di cucina ingombra di libri e foglietti sparsi pieni di
frasi, ricette, ingredienti.
Invece i giorni sono passati e non ho più postato
nulla.
Non che qualcuno ne abbia sentito così tanto la
mancanza, in verità, ma a quei due o tre che si sono chiesti che fine ho fatto
semplicemente rispondo che ho poltrito.
Per quanto può poltrire una mamma con mille cose da
fare ogni giorno.
Mi sono concessa un po’ di pausa per fare altro.
Ho cucinato, ovviamente. Sono andata alla ricerca di
ingredienti e sapori. Ho letto libri di cucina e non, che magari ritroverete
anche qua prima o poi, perché mi hanno ispirato più di una ricetta.
Ho un sacco di ricette in archivio pronte per essere
pubblicate. Qualcuna più riuscita, qualcuna meno. Qualcuna ormai un po’ datata.
Aspettano solo il momento giusto, l’ispirazione
giusta, le parole adatte.
Perché questo è anche un blog di chiacchiere oltre che
di ricette. A volte queste parole sono inerenti alla cucina, più spesso non c’entrano
nulla, sono ragionamenti in libera uscita.
Ci sono piatti che però rimangono indietro perché sembrano
troppo semplici, troppo facili, troppo banali per raggiungere gli onori della
cronaca. In un periodo di impiattamenti iperbolici, di ricerca dell’ingrediente
insolito e raro, di accostamenti arditi, di tecniche di cottura quasi
fantascientifiche e al limite del legale, che può dire di interessante un
semplice piatto di pasta al pomodoro?
Tutto, in realtà.
Ci si può perfino costruire intorno un contest, una
lezione di cucina con tutti i crismi, una sfida all’ultimo pomodorino per
dimostrare che questo caposaldo della nostra tradizione è tutto fuorché facile e banale.
Una sfida dell’ MTChallenge insomma,
che altro?
Soprattutto se a proporla è una napoletana verace,
nutrizionista per giunta, come Paola
del blog Fairies’ kitchen, che non
si è limitata solo a chiederci di fare la pasta col pomodoro, ma ci ha
insegnato regole ben precise perché questo piatto diventi veramente un trionfo
di sapore e di salute.
Che tradotto in soldoni significa soprattutto tre cose:
ingredienti di ottima qualità, cotture brevi e non invasive per quanto
possibile e sapiente dosaggio di spezie e erbe aromatiche (anche per limitare
quel sale che nonostante si presenti di recente con nomi esotici e colori gigioni
sempre un tantino nocivo rimane, sempre sale è).
Insomma il classico sugo che si prepara nel tempo di
far bollire l’acqua e cuocere la pasta.
Devo dire che questa sfida è proprio nelle mie corde perché
amo i primi piatti e soprattutto questo genere di sughi, soprattutto con l’imminente
bella stagione.
Ma non crediate che l’abbia presa tanto sottogamba,
questa sfida forse più delle altre richiede una certa attenzione a calibrare
bene ingredienti e cotture per evitare l’effetto “mappazzone”.
Io in realtà una ricettina pronta ce l’avevo già. Preparata
in tempi non sospetti, una quindicina di giorni prima del tempo, con i
primissimi pomodori, ancora poco saporiti in verità, acquistati di slancio in
preda a una improvvisa voglia di bella stagione. Quindi non so se è sta gran genialata ma ci provo comunque.
A suggerirmela è stato come al solito un libro. Un
libro di ricette ma anche di annotazioni semi serie sui piaceri della tavola
legati a quelli del letto.
Si tratta di “RICETTE IMMORALI” di Manuel Vàsquez Montalban,
dove ho appunto trovato la ricetta degli SPAGHETTI ALLA CHECCA ARRABBIATA,
portata già alla ribalta culinaria da quell’altro gran buongustaio di Ugo
Tognazzi.
Io conoscevo la Pasta alla Checca che è col pomodoro a
crudo, mozzarella, basilico e origano, quella arrabbiata si presume che abbia
abbondante dose di peperoncino in più.
Qui però il pomodoro va schiacciato e saltato in
padella con aglio, olio d’oliva e erbe aromatiche, in più si aggiunge una
generosa dose di peperoncino fresco o macinato e volendo una spolverata di formaggio
grattugiato, ma anche no.
Come potevo sottrarmi a tanta goduriosa promessa?
Soprattutto se accompagnata da parole più che
convincenti: “… la ricetta ingentilita da
Tognazzi è diventata una squisita dimostrazione che, con la pasta, qualsiasi
ingrediente raggiunge un risultato magico di autentica mutazione qualitativa.
Si tratta comunque di un piatto pieno di
freschezza (pomodoro quasi crudo, erbe) e di aggressione, come eccitanti morsi
al palato. Delizioso piatto estivo da mangiarsi con pochi indumenti addosso …”
Praticamente un inno all’amore, per la pasta ovviamente.
Purtroppo ho fatto questo piatto con degli anonimi
pomodorini a grappolo simil-perini maturi e ho aggiunto di mia iniziativa
qualche datterino per dare colore.
Ovviamente quando si avranno a disposizione dei veri
pomodori da sugo ben maturi (perini, costoluti, ramati, eccetera) sarà tutta un’altra
storia. Ma in mancanza dei cavalli trottano gli asini e poi nell’impeto amoroso
non si va tanto per il sottile.
Per quanto riguarda le erbe aromatiche da usare non c’era
una precisa indicazione nel libro salvo l’origano. In giro per il web come al
solito c’è tutto e il contrario di tutto, per cui sono andata a gusto mio ma
soprattutto secondo quello che ho trovato fresco (Sempre per il principio dei
cavalli di prima).
SPAGHETTI
ALLA CHECCA ARRABBIATA
(da “Ricette
Immorali” di M.V. Montalban ispirata da Ugo Tognazzi e liberamente modificata
da me)
Per 4 persone:
320g circa di spaghetti (io spaghetti quadrati ruvidi, non all’uovo)
1-2 grossi pomodori da sugo o 5 pomodori perini maturi (io anche circa 12-15 datterini maturi),
1 testa d’aglio fresco (per me la testa è l’aglio intero che mi sembrava un tantino eccessivo, quindi ho tradotto in
1-2 spicchi),
4-5 peperoncini piccanti secchi piccoli (dosate il numero secondo la piccantezza dei
peperoncini che avete e secondo il vostro grado di sopportazione, io ne ho
usati solo 2),
erbe aromatiche fresche (maggiorana, salvia, rosmarino, basilico, timo)
origano fresco o secco,
olio e.v.o
sale e pepe,
parmigiano (facoltativo).
Mentre portate a bollore l’acqua per la pasta,
spellate i pomodori perini e tritateli grossolanamente. Lavate e tritate le
erbe aromatiche (meno il basilico) e spellate l’aglio. Tagliate a metà i
datterini e metteteli su un tagliere a sgocciolare dopo averli salati leggermente.
Mettete la pasta nella pentola e scaldate 2 cucchiai
di olio in una larga padella. Fatevi leggermente dorare l’aglio per un minuto,
unite i peperoncini sbriciolati e le erbe aromatiche tritate (meno il basilico)
Mescolate velocemente e aggiungete i pomodori tritati. Fate asciugare a fuoco
vivo e regolate di sale.
Scolate la pasta al dente e fatela brevemente saltare
nella padella insieme ai datterini e a un cucchiaio di acqua di cottura. Unite le
foglie di basilico e un filo d’olio a crudo.
Servite accompagnando con parmigiano grattugiato grossolanamente
(io non l’ho messo perché secondo me andava bene così).
I pomodori
si spellano meglio se tuffati per qualche istante in acqua bollente. Oppure si
possono mettere una mezz’oretta in freezer, quando sono quasi congelati si passano
velocemente sotto l’acqua del rubinetto e la pelle verrà via da sola, dopo
qualche minuto son già morbidi per essere tritati.
Quando
nell’orto di mio papà ci sono molti pomodori da sugo, oltre a fare la classica
passata nei vasetti di vetro io ne congelo qualcuno intero proprio per usarlo anche
in pieno inverno in questi sughi veloci dell’ultimo minuto. Spellati e tagliati
a fette sono ottimi anche su pizza e focaccia. Non occorre nemmeno aspettare
che si scongelino del tutto, due minuti a temperatura ambiente e si affettano
facilmente. Poi via in forno o in padella.
Vi saluto con un altro passo del libro, un piccolo
suggerimento che io vi giro così en passant:
“ …
Un lungo incontro a tavola e un dopo tavola altrettanto lungo allontanano l’oscuro
oggetto del desiderio.”
Manuela cara, tornerai a dedicarti con più assiduità al tuo blog quando sentirai che ne hai voglia, ei momenti così li ho passati anche io, cioè dedicandomi ad altro...ora ho raggiunto un compromesso e riesco ad essere più attiva, ma perchè mi sento così... del resto credo che se i nostri blog sono un angolino di relax e pace..beh è così che vanno vissuti!!! Chapeau alla tua pasta...questo mese per quanto sono "pastara" credo che ingrasserei più che con i Pan di spagna...buona giornata Flavia
RispondiEliminaFresca, piccantina come piace a me, brava! A volte serve prendersi una pausa, fa bene ed è doverosa, un bacione
RispondiEliminaAdoro la pasta al sugo piccantina e il mix di aromatiche utilizzato avrà dato un profumo e un sapore tutto particolare al piatto.
RispondiEliminaMa sai che non ho mai provato a congelare i pomodori interi? Dovrò proprio provare quest'anno! Grazie dell'info e in bocca al lupo per la gara.
Io non credo che tu abbia poltrito, solo che nella vita oltre al blog ci sono un'infinità di altre cose che si mangiano il tempo che vorremmo dedicargli. La tua idea per l'MTC mi piace molto, come mi piacciono i sapori profumati che sanno di primavera! Ciao, a presto
RispondiEliminaBentornataaaaa :-) Ogni tanto fa bene "poltrire" anche se dubito che tu l'abbia fatto nel vero senso del termine :-P
RispondiEliminaOttima interpretazione di un classico e simpatico il titolo :-)
A presto <3
Oddio, deve essere piccccccaante! Ho un terribile ricordo di una pasta cucinata da mio suocero, che probabilmente ha la bocca foderata di amianto, e da quel giorno il peperoncino lo affronto solo in dosi molto piccole! Credo proverò la tua Checca arrabbiata, ma mi sa che la mia sarò solo irritata!
RispondiEliminaUn abbraccio, Lidia
In questi miei continui viaggi a Roma ho imparato a conoscere diverse preparazioni della cucina romana. Ed ho sorriso quando ho letto la tua pasta alla Checca. Ancora non la conosco, ma la sento così familiare, quasi fosse una preparazione di casa mia. E' simile, per certi versi, alla nostra pummarola. Veloce, sana e con tanto gusto. E come dici tu, giustamente, il gusto ne guadagna quando si parte da materie prime di qualità e quando si imparano a dosare tra loro. Mi piace la tua attenzione al sale (e qui ti guardo da nutrizionista) e questo piccolo accenno a come ridurlo. Che dire un piatto sano sotto tutti i punti di vista e davvero goloso :) Complimenti e grazie per la tua ricetta :)
RispondiElimina"in mancansa de cavalli, trottan i asi"-era uno dei proverbi preferiti di mio papà..non so se si scriva così, ma lo leggevo in italiano e me lo ripetevo in zeneize... il fatto è che quando non hai cavalli, tesoro mio, tu hai solo dei purosangue: cultura, sensibilità, stile, abilità sconfinata, c'è tutto, in questo blog...così tanto di tutto che capiamo il tuo bisogno di staccare e ricaricare le pile. Anche perchè poi lo sappiamo, che i ritorni sono a questi livelli.Bravissima!
RispondiEliminaADORO!!! Ti adoro cara Manuela!!! La pasta alla Checca è tra le mie preferite!
RispondiEliminaMi piace questa tua pasta rapida con i sapori che piacciono a me e piccantina ...brava Manu
RispondiEliminaMi piace questa tua pasta rapida con i sapori che piacciono a me e piccantina ...brava Manu
RispondiEliminaLa cucina se non è immorale è senza gusto, sfama la bocca, ma non accende il resto.
RispondiEliminaQui invece.....c'è il fuoco dentro e tutt'intorno!!!
Già il titolo della tua ricetta mi aveva intricato. ..evocata qualcosa perso nei ricordi...ora mi sono illuminata! Gran bel piatto. Brava e bentornata
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