Delizia per
gli occhi e per il palato. I cannoli sono uno dei simboli della nostra
pasticceria. Sia che si tratti dei cannoli alla ricotta siciliani sia quelli
piccolini di pasta sfoglia, ripieni di solito di crema pasticcera.
Nel vassoio
di paste non mancano mai.
Sanno proprio
di domenica, di pranzo in famiglia, di feste comandate.
Sono proprio
questi cannolini piccoli che Francesca ci ha invitati a fare nella sua sfida
dell’MTChallenge.
O meglio ci
ha chiesto di fare:
A- La sfoglia
B-
La
sfoglia di Iginio Massari
C-
Confezionare
cannoncini piccoli, dei bocconcini, come vuole la tradizione italica della pasticceria
mignon.
D-
Due
creme diverse e possibilmente non banali, visto che lei per prima ha tirato in
ballo Montersino e Knam.
E- Una dedica, cioè preparare il tutto dedicandolo a qualcuno.
E- Una dedica, cioè preparare il tutto dedicandolo a qualcuno.
Bene.
Ora passiamo
alla croce.
O meglio
alla serie di santi e beati che sono stati invocati in mio aiuto.
Questa volta
è stata una débâcle, su tutta la linea.
Peggio
ancora dei baci al cioccolato di
tempo fa.
Il
temperaggio del cioccolato mi aveva dato del filo da torcere, ma almeno allora
ero ben conscia della mia inadeguatezza e dopo averci tentato, per ben due volte, ne sono stati consapevoli anche tutti i mobili della cucina. Una Pompei
di cioccolato.
Questa volta
sono partita un po’ più spavalda.
Dopo tutto
fare la pasta sfoglia non è poi così difficile.
È un lavoro
lungo e noioso ma non difficile.
O almeno
così sembrerebbe, la realtà è un tantino diversa.
La pasta
sfoglia è uno dei cardini della pasticceria internazionale. Come tutta la
pasticceria richiede dosi precise e una certa tecnica e manualità.
Ma soprattutto
tempo e pazienza. Perché se si vuole riuscire nell’impresa, occorre rispettare
il numero dei giri, cioè le piegature date alla pasta e i tempi di riposo tra
un giro e l’altro.
In pratica
un giorno di ferie.
Per questo è
l’unica base di cucina che ho sempre evitato di fare.
A tutto c’è
un limite, persino per una foodblogger.
Quindi l’acquistavo
spudoratamente pronta, di buona qualità, magari ordinata al pasticcere, ma
pronta.
Oppure, in
un rigurgito di orgoglio, preparavo la pasta mezza-sfoglia. Con meno giri e più
facile e veloce da fare. Ricetta presa da un signor chef, per carità, ma
optando opportunamente per la versione facile.
A tutto c’è
un limite, dicevo.
Infatti il
limite di questa demi-feuilletè è che va molto bene per le ricette salate, per
la pasticceria non è altrettanto adatta.
Poi arriva
Francesca con una richiesta che non si può rifiutare e tocca prendere
spianatoia e mattarello. E stampini da cannoli.
Qui la vera
Caporetto. Perché io avevo solo quelli grandi, da cannoli siciliani. Per quelli
piccolini ho consultato Amazon, ma la consegna non sarebbe arrivata in tempo.
Quindi ho
optato per una versione Art-Attak con carta stagnola e carta forno.
Ma non ha
funzionato. Mentre li sfilavo mi si sono rotti praticamente tutti.
Si sono
salvati solo quelli degli stampini di alluminio, che però sono troppo grossi.
Volevo dare
forfait e non pubblicare. Ma se il mio blog ha avuto una ragione di nascere è
stata quella di condividere sia i miei successi in cucina ma anche i miei
pasticci e visto che ultimamente sto cercando di ritrovare un po’ quelle
origini scanzonate ho deciso di pubblicare ugualmente.
Inoltre per
me partecipare all’MTC ha sempre significato, oltre al gioco, alla sfida e alla
grande opportunità di imparare cose nuove, soprattutto provarci: mettere da
parte paure, idiosincrasie, preconcetti o magari conoscenze diverse e provare a
fare la ricetta che di volta in volta propone il terzo giudice. Anche solo per
stima nei suoi confronti e per ricambiare l’impegno messo per preparare il post
della sfida con ogni cosa spiegata nel minimo dettaglio.
Per cui
eccomi qua.
Per quanto
riguarda le creme ho scelto due ricettine facili e veloci, di quelle con le
dosi a cucchiaiate, quelle delle centinaia di torte di compleanno che mia zia Franca
ha sempre preparato per tutti, parenti fino al decimo grado e amici. Lei ha
sempre fatto tutto a occhio, praticamente l’antitesi del rigore in pasticceria.
Ma le viene sempre tutto bene. Ha le mani magiche.
Io non sono
così magica, combino ogni volta tutta una serie di pasticci, ma mi ostino nella
mia approssimazione. Quindi se proprio devo dedicare il dolce a qualcuno, lo
dedico a me stessa, al mio essere cialtrona, al mio blog che è nato per puro
spirito goliardico e se riesco a riprenderne le fila, vorrei che fosse ancora così.
Un po' anche a mia zia
Franca, anche se si meriterebbe una dedica un po’ più seria con tutte le
torte che mi ha preparato.
Pasta sfoglia di Iginio Massari.
(per il procedimento spiegato dettagliatamente
andate a leggere il post di Francesca,
io sono quella approssimativa, nei post dell’MTChallenge trovate anche una meravigliosa infografica con tutti i passaggi
a cura della nostra mitica Daniela)
Per il
panetto:
350g burro,
150g farina
00
Per il
pastello:
350g farina
00,
150g burro,
10g sale
fino,
50g acqua
fredda,
60g vino
bianco secco,
10g malto
(facoltativo)
Per prima
cosa preparate il panetto: tagliate a dadini piccoli il burro freddo e
lavoratelo velocemente incorporando la farina in maniera piuttosto omogenea.
Date una forma
rettangolare, avvolgetela nella pellicola e mettete in frigo per 1 ora e mezza.
Nel frattempo
preparate il pastello: lavorate il burro freddo, tagliato a dadini piccoli, con
la farina, il sale e i liquidi. Si può lavorare l’impasto fino a che diventa
omogeneo oppure lasciarlo un po’ più grezzo. Io ho scelto la seconda opzione,
come ha consigliato Francesca nel suo post. Ho avvolto nella pellicola e
lasciato in frigo almeno mezz’ora. Nel primo caso invece occorre un riposo in
frigo un po’ più lungo.
Riprendete il
panetto e l’ho schiacciato, battendolo coil mattarello, dandogli una forma
rettangolare, alta più o meno 1cm.
Prendete il
pastello e stendetelo in una sfoglia sottile e rettangolare, alta come il
panetto e larga il doppio. Mettete al centro il panetto (in modo che le due
ltezze combacino) e ripiegate sopra le due parti laterali di pasta.
Mantenendo in
alto e in basso due lati corti e aperti e il lato lungo aperto a destra,
stendete leggermente la pasta in verticale, date una piega a 3, piegando il
terzo superiore verso il centro e quello inferiore sopra.
Girate la pasta
di 90°, spianatela ancora in verticale e date una piega a 4: i le due parti
superiore e inferiore si incontrano la centro e poi si piega tutto a libro.
Avvolgete nella
pellicola e fate riposare 45 minuti.
A questo
punto date ancora due pieghe a 3 e due a 4, alternandole e facendo riposare la
pasta ogni volta per almeno mezz’ora in frigo.
Ogni volta
che spianate la pasta dovete avere i due lati corti aperti in alto e in basso e
il lato lungo chiuso a destra (o sinistra, ma sempre allo stesso modo),
stendendo col mattarello sempre in verticale.
La pasta sfoglia, ben chiusa nella pellicola, si
può conservare in frigo per 2-3 giorni. Nel freezer si conserva un mese circa.
A questo
punto si possono preparare i cannoli.
Stendete la
pasta in una sfoglia sottile 3-4mm massimo, ritagliate delle strisce large
1,5cm massimo. Avvolgete le strisce sugli stampi da cannoli sovrapponendole
leggermente.
I cannoli
dovrebbero essere lunghi 5cm circa.
Disponeteli nella
placca coperta di carta forno e lasciateli in frigo per almeno un’ora, sempre
coperti da pellicola. Spennellateli con un uovo sbattuto, spolverateli con
zucchero a velo (io semolato) e infornate a 190°C per 15-20 minuti.
Io ho trovato più comodo sfilarli dagli stampi se
imburrati prima di avvolgere la pasta.
Nel caso degli stampini fai da te la differenza è stata
minima. qualcuno mi si è anche aperto in cottura.
Non so se è colpa della pasta che una volta cotta era molto friabile, sicuramente come prima prova non è stata perfetta. Tempo di averla compattata troppo durante i giri.
O magari ho stretto troppo la pasta mentre la giravo sugli stampini
Non so se è colpa della pasta che una volta cotta era molto friabile, sicuramente come prima prova non è stata perfetta. Tempo di averla compattata troppo durante i giri.
O magari ho stretto troppo la pasta mentre la giravo sugli stampini
Oppure sono i miei stampini di carta che non andavano bene.
Ho già adocchiato soluzioni diverse nei post degli altri sfidanti, più bravi di
me, quindi non mi resta che riprovare.
Attendo i consigli di Francesca e di Alessandra.
Attendo i consigli di Francesca e di Alessandra.
Crema al limone facilissima.
½ litro di
latte intero,
2 tuorli,
2 cucchiai
rasi di zucchero,
2 cucchiai
di farina o amido di mais,
la scorza grattugiata
di un grosso limone,
un pizzico
di sale.
In un
pentolino a fondo spesso mescolate i tuorli con lo zucchero e la scorza del
limone grattugiata finemente, incorporate la farina lavorando con un cucchiaio
di legno e stemperando con il latte. Unite tutto il latte e mescolate bene. Portate
lentamente ad ebollizione continuando a mescolare. Fate sobbollire 2-3 minuti
finché si sarà un po’ addensata.
Versate in
un contenitore di vetro, fate raffreddare e mettete in frigo coperta con la
pellicola.
Se non avete
una grattugia piccola per la scorza del limone, grattate la scorza grossolanamente,
mettetela nel latte e fatelo scaldare, ma non bollire, lasciate in infusione
per una decina di minuti, poi scolate il latte. In questo modo però l’aroma si
perde un po’: aumentate la quantità della scorza di limone.
Crema al cioccolato senza uova.
½ litro di
latte intero,
2 cucchiai
rasi di farina o amido di mais (per versione senza glutine),
2 cucchiai
di cacao amaro,
2 cucchiai
di zucchero,
100g
cioccolato fondente (anche gianduia)
In un
pentolino a fondo spesso mescolate bene la farina, il cacao e lo zucchero. Stemperatelo
con il latte freddo versato a poco a poco, mescolando con un cucchiaio di legno
per non far grumi. Versate tutto il latte e portate lentamente ad ebollizione
mescolando. Tritate finemente il cioccolato e unitelo alla crema, mescolate
bene e fate sobbollire per 3-4 minuti finché si addensa.
Versate in
una ciotola di vetro e fate raffreddare, mettete in frigo coperto con
pellicola.
Versione al
caffè e cioccolato:
sostituite 50ml di latte con altrettanti di caffè
ristretto e forte.
ahahah...anch'io come te ho sempre evitato come la peste la sfoglia, quella vera, optando per preparazioni alleggerite semplificate o buttandomi a capofitto su pasta matta o qualcosa di simile pur di evitare quel famoso giorno di pieghe e riposi..
RispondiEliminaTu sei stat più brava di me, hai ceduto e anche con ottimi risultati, complimenti Manu! Peccato non aver potuto anche fare l'assaggio :-P
leggo e penso al premio :) Manu, sono bellissimi, questi cannoli. Bel-lis-si-mi. E quelle creme, ne sono il degno compimento. Ora cerco un martello pneumatico per fissartelo in testa, quanto sei brava, perchè da sola non ce la faccio. Ma te lo ridico, per l'ennesima volta: passare di qui è sempre un piacere, per come scrivi, per come cucini, per la meraviglia di persona che sei. Punto :)
RispondiEliminaManuela ma che dici? I tuoi cannoli sono belli, se alcuni si sono rotti è perché hai troppa Potenza in quelle braccia sante! A parte le battute, sono davvero ben fatto e le tue creme sono buonissime, golose,invitanti! Bravissima, sul serio.
RispondiElimina