Pubblico all'ultimo giorno utile o quasi, come da tradizione ormai consolidata, mio malgrado
perché giuro che ci provo a non arrivare sempre alla fine. Ma ogni volta è
così.
Non
so più nemmeno io il perché.
Sto
parlando dell’MTChallenge e delle
sue sfide mensili, che terminano ogni 25 del mese.
Quindi
faccio appena in tempo.
Questa
volta va in scena il Sartù di riso, piatto
sontuoso della tradizione partenopea che ci ha insegnato a fare Marina del blog Mademoiselle Marina regalandoci la ricetta tradizionale dello chef
Alfonso Iaccarino.
Cioè
il Sartù rosso col pomodoro, polpettine di carne, piselli e mozzarella filante
e accompagnato dallo stesso ragù alla napoletana in cui è stato cotto il riso.
Una vera bontà.
Per
conoscere meglio i trucchi, le particolarità e la storia di questo piatto vi
rimando oltre che al blog di Marina
anche al sito dell’MTChallenge dove
sono stati pubblicati approfondimenti molto utili e interessanti su questo
piatto che per i napoletani è un simbolo.
Il
nostro compito era creare un Sartù personale ma attenendoci alla tecnica e
metodo di cottura tradizionali.
Anche
nel caso del Sartù bianco, fatto a partire da un risotto bianco.
Miracolosamente
ce l’ho fatta. A fare un Sartù degno di questo nome non lo so, ma a provarci
si.
Ho
provato a fare un Sartù bianco, partendo
da un risotto al vino bianco, fumetto di pesce e aromatizzato con la bottarga
di tonno. Di conseguenza le polpettine del ripieno non potevano non essere di
pesce e in particolare di tonno. A completare il ripieno ho messo fave fresche
saltate in padella con gamberetti e vino bianco che è sempre lo stesso del riso
e anche quello che andrà ad aromatizzare la salsa, un Vermentino ligure,
ovviamente.
Infine
la scamorza bianca.
L’abbinamento
formaggio e pesce è meno insolito e complicato di quanto sembri. Almeno di quello che è
sembrato a me prima di fare qualche ricerca. Molte ricette della nostra
tradizione marinara prevedono l’uso di latticini col pesce, dal parmigiano nei
gratin di cozze, acciughe e via discorrendo, alla ricotta, pecorino fresco,
burrata, fiordilatte.
Fino
ad arrivare ad abbinamenti più arditi anche di chef famosi, tipo l’astice al
gorgonzola di Scabin (provata, buonissima), il tonno con il taleggio dello chef
Misha Sukyas, o la provola affumicata con le triglie di Cannavacciuolo. Ma
l’elenco potrebbe anche allungarsi.
Quindi
mi sono convinta. Il formaggio e pesce possono stare insieme.
Non
me la sono sentita di azzardare un abbinamento così particolare come
gorgonzola, il taleggio o la provola affumicata, sebbene quest’ultima mi abbia
allettato non poco fino all’ultimo, anche perché il tonno è un pesce molto saporito
e avrebbe retto bene al contrasto, idem le fave. Ma non volevo coprire troppo
gli altri sapori che sono più delicati, quindi alla fine ho optato per una
scamorza silana piuttosto fresca, che è più saporita di una mozzarella ma non
troppo invadente. E fila il giusto senza bagnare troppo il ripieno.
A
completare la prova ci voleva anche una salsa di accompagnamento, che poteva
essere il sugo o ragù in cui è stato cotto il riso o una salsa di quelle
classiche codificate dalla cucina francese, quelle a partire da un roux di
burro e farina e tirate con latte o brodo, cioè la besciamella, la vellutata e
le loro centinaia di derivate.
Io
ho optato per una Sauce aux crevettes, la salsa ai gamberetti, presa pari pari
dal libro di Escoffier.
Non
è niente altro che una Salsa al vino bianco (che ho già fatto per la Terrina di
trota del mese scorso) che a sua volta parte da una semplice Vellutata al
fumetto di pesce, legata alla fine con il burro di gamberetti.
Leggendo
questi libri di cucina, di alta cucina vintage, ci si accorge immediatamente
come il filo conduttore di queste salse sia il burro, quantità spropositate di
burro, spesso accompagnato da tuorli d’uovo e panna. Il festival del
colesterolo, in pratica.
Diciamo
che per i parametri, nonché palati e fegati, dei giorni nostri è un po’ troppo.
Quindi ho alleggerito la salsa in questione eliminando parte del burro e
legando con poca panna. Probabilmente il risultato finale ne avrà sofferto, ma
lo stomaco ringrazia. Speriamo che il Maestro non si rivolti nella tomba, ma
dubito che avrà tempo di badare a me.
Le
dosi che vi do sono per uno stampo classico da Sartù, in alluminio, a tronco di
cono, alto circa 12cm e di 20cm di diametro. Il mio era più piccolo, 18cm di diametro
e 10cm di altezza, infatti mi è avanzato riso e ripieno con cui ho preparato un
semplice sformatino a parte.
La
dose delle polpette è decisamente sovradimensionata, ma ne vale la pena perché sono
buonissime anche mangiate da sole come aperitivo. Si possono anche far rosolare
al forno evitando la frittura. Con lo stesso impasto si possono preparare
deliziosi hamburger di tonno da scottare in padella.
Il
risultato mi ha soddisfatta, anche perché il Sartù ha tenuto e sono riuscita a sformarlo
abbastanza bene sebbene non ci fosse tanta crosticina croccante intorno (poco
pangrattato mi sa).
L’unica
nota negativa all’assaggio, son sincera, è il riso intorno troppo asciutto, non
so se per un errore mio o deve essere proprio così visto che deve tenere la
forma o forse perché è un riso bianco o forse perchè l'ho cotto tropo
Magari
proverò a rifare il Sartù tradizionale al ragù di Marina, per dovere di
scienza.
Temo anche di aver messo troppo riso intorno, rispetto al ripieno, avevo paura che
non tenesse e quindi ho abbondato.
Comunque
sia, alla fine ecco il mio Sartù o qualcosa che gli somiglia.
Sartù bianco alla bottarga con fave,
gamberetti e polpettine di tonno con Salsa al vino bianco, gamberetti e
bottarga.
Per
il risotto bianco:
600g
riso Carnaroli,
3
cucchiai di olio,
2
bicchieri di vino bianco secco (Vermentino Ligure),
fumetto
di pesce,
4
cucchiaini di bottarga di tonno,
sale.
Per
le polpettine di tonno:
600g
tonno fresco,
1
uovo grande,
50ml
di vino bianco secco,
maggiorana
fresca o secca (2 rametti)
pangrattato,
sale
e pepe.
Per
il ripieno:
150g
fave fresche sgusciate,
100g
gamberetti sgusciati,
1
spicchio d’aglio,
1
rametto di maggiorana fresca o secca,
1
cucchiaio d’olio d’oliva,
2
cucchiai di vino bianco secco,
sale,
pepe.
150g
scamorza fresca.
Per
formare il Sartù:
5-6
uova,
burro
per ungere lo stampo,
pangrattato
per lo stampo.
Preparate
il risotto: scaldate l’olio in una pentola a fondo spesso, unite il riso e
fatelo tostare leggermente mescolandolo continuamente, deve diventare
trasparente ma non friggere.
Unite
il vino bianco e fatelo evaporare a fuoco vivo, mescolando.
Bagnate
col fumetto di pesce caldo, aggiungendolo un mestolo alla volta per controllare
la cottura.
Portate
il riso a ¾ di cottura (circa 10 minuti dall’inizio), deve essere piuttosto
asciutto.
Aggiustate
di sale e unite alla fine la bottarga.
Lasciatelo
raffreddare quasi del tutto.
Preparate
le polpette: tagliate il tonno a dadini e frullateli nel robot da cucina con il
vino bianco, le foglie di maggiorana e poco pangrattato. Versate in una terrina
e incorporate l’uovo sbattuto, salate e pepate e unite altro pangrattato in
modo da avere un composto omogeneo e piuttosto consistente.
Formate
delle palline grandi come una nocciola e passatele nel pangrattato.
Friggetele
in abbondante olio caldo, scolatele su carta assorbente e tenete da parte.
Preparate
il ripieno: scottate le fave per pochi minuti in acqua bollente leggermente
salata, scolatele e tenete da parte. Nella stessa acqua scottate anche i
gamberetti (scottate anche quelli per la salsa), scolateli.
Scaldate
un cucchiaio d’olio in una padella antiaderente con lo spicchio d’aglio in
camicia, fate rosolare i gamberetti e le fave, sfumate col vino bianco e fate
asciugare. Aggiustate, se occorre di sale e pepe ed eliminate l’aglio. Unite
alla fine le foglioline di maggiorana.
Allestite
il Sartù: imburrate molto bene uno stampo di alluminio a tronco di cono di
circa 20cm di diametro e 12 di altezza, non lesinate col burro. Ricoprite bene
fondo e bordi di pangrattato.
Incorporate
le uova sbattute una alla volta al riso tiepido. Mettete qualche cucchiaio di
riso sul fondo dello stampo creando uno strato di circa 2 cm, compattatelo
bene.
Risalite
sui lati rifasciandoli con uno strato di riso spesso circa 1-2cm, sempre
compattandolo molto bene, arrivate fino a metà stampo. Versate qualche
cucchiaiata di fave e gamberetti nel Sartù, disponete qualche polpetta e metà
della scamorza a dadini. Compattate il ripieno cercando di non avere spazi
vuoti.
Ricoprite
con uno strato di riso di 1cm.
Continuate
a ricoprire le pareti dello stampo fino al bordo, farcite con il resto del
ripieno, qualche polpetta e la scamorza rimasta. Compattate e chiudete tutto
con uno strato finale di riso.
Spolverate
con abbondante pangrattato e completate con fiocchetti di burro.
Infornate
a 180°C (forno già caldo) finché la superficie è bella colorata e i lati del
Sartù si staccano dalle pareti dello stampo.
In
teoria dovrebbero bastare 35-40 minuti,
ma io ho dovuto lasciarlo cuocere per circa 50 minuti per avere quel risultato. Forse il mio stampo
non era adatto o il mio forno inizia a perdere colpi.
Lasciatelo
nello stampo fuori dal forno per 15-20 minuti, in questo modo è più facile da
sformare.
Capovolgetelo
in un piatto di portata e servitelo accompagnandolo con le polpettine rimaste e
la salsa.
Per la salsa al vino bianco, gamberetti
e bottarga.
30g
burro,
2
cucchiai rasi di farina,
500ml
fumetto di pesce,
150ml
vino bianco secco (Vermentino di Liguria)
100g
gamberetti sgusciati,
2
cucchiai di panna fresca,
1
cucchiaino di bottarga,
sale,
pepe, noce moscata.
Sobbollite
il vino e 100ml di fumetto di pesce fono a ridurli della metà.
Sciogliete
il burro in un pentolino e stemperatevi la farina mescolando per non fare
grumi, cuocete un paio di minuti, deve rimanere chiaro (Roux bianco).
Unite
il fumetto di pesce rimasto caldo e fate cuocere mescolando per circa 10
minuti, deve addensarsi e velare il cucchiaio (Vellutata magra di pesce)
Unite
la riduzione di vino e fumetto e fate cuocere un minuto mescolando (Salsa al
Vino Bianco classica).
Frullate
i gamberetti con la panna e uniteli alla salsa al vino bianco calda, frullate
ancora con il mixer ad immersione, deve essere liscia e cremosa. Addensatela un
minuto se occorre.
Aggiustate
di sale, pepe e condite con un pizzico di noce moscata. Insaporite alla fine
con la bottarga.
Servite
la salsa calda col Sartù.
Ma che meraviglia che hai creato Manu e che piacere rileggerti dopo così tanto tempo <3
RispondiEliminaA presto (spero)...
Molto buono deve essere l'abinamento delle fave con i gamberetti 😊 e hai scelto una salsa che li richiama chiaramente, brava ! Io adoro le fave e ti suggerisco di provare a spellarle...le fai sbollentare un minuto al massimo nell'acqua bollente, le scoli e poi le incidi con un coltello e premi: escono subito, senza nessun problema. Non dico che lo fai in 5 minuti ma in consistenza e sopratutto in gusto si guadagna tantissimo. Si perde quel,poco di amaro della pelle. Magari no lo fai per fare io,contorno per 10 persone ma per il,ripieno del,sartu' si può fare 😊
RispondiEliminaParticolare!!!
RispondiEliminaComplimenti
Guarda, Manu, ti dico solo una cosa. Con tutta che, fra una faccenda e l'altra, e' tutto il giorno che commento sartu', questo lo assaggerei di slancio. Perche' mi intriga, mi incuriosisce, mi interessa. C'e' un bel lavoro di ricerca, di ingredienti, abbinamenti, bilanciamenti e non sono le solite cose. Per cui, surgelane una fetta, che quando arrivo passo :)
RispondiEliminaIntrigante. 😉
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