O
meglio come le facciamo noi.
Parlo
di bugie buone.
No,
non quelle che si raccontano, nemmeno se a fin di bene. Quelle piccole bugie
dette per non offendere gli altri, piccole omissioni, perché a volte la verità
non è necessaria.
Tipo
quando un’amica chiede cosa pensi del suo nuovo fidanzato e tu fai finta di non
aver ben capito la domanda pur di non dire che invece ti sta simpatico come una
verruca. Tanto sai che quell’amica poi rinsavirà da sola nel giro di due o tre
appuntamenti col soggetto in questione. Magari il tipo è meglio di come sembra.
Oppure
quando ricevi un regalo “un po’ originale”, meglio non dire che la tazza da
colazione a forma di maiale che grugnisce quando la usi non è esattamente nel
tuo stile.
Ora
con questo non voglio dire che bisogna mentire. Ma tra la sincerità e la brutalità
gratuita a volte il passo è breve. A volte è meglio un educato e lungimirante
silenzio.
Sempre
che ci si riesca. Perché spesso dove non arrivano le parole ci pensano le
espressioni del viso a rivelare i pensieri. Io sto ancora imparando a
controllare la mia faccia.
Ma
ora voglio parlare di un altro tipo di bugie, quelle che si friggono e si
mangiano.
In
tutto il resto d’Italia sono tipiche del Carnevale. Hanno nomi diversi ma sono
sempre quei ravioloni fritti ripieni di crema o marmellata.
A
Feglino, in Liguria, dove sono nata e cresciuta, sono ormai diventate simbolo
dell’estate.
Perché
sono uno dei piatti immancabili della Sagra
del Vino Lumassina che si tiene ogni anno nel primo week end di Agosto. Praticamente mentre state leggendo.
Le
sagre liguri, si sa, sono sempre qualcosa di esagerato.
Si
prende a pretesto un prodotto tipico locale o un piatto particolare per organizzare
una festa. Poi si finisce sempre in un’orgia di cibo che di solito dura almeno
un paio di giorni.
In
questo caso il pretesto è stato il vino tipico della zona, la Lumassina appunto, un bianco secco
leggero e aromatico, leggermente acidulo; verso Noli e Spotorno si chiama
Mataossu, nella zona di Quiliano invece prende il nome di Buzzetto, che poi
significa acerbo.
Forse
per il sapore leggermente aspretto o perché si tende a vendemmiare presto
rispetto ad altre uve e il tempo di fermentazione nei tini è piuttosto breve.
Il
nome Lumassina indica anche il vitigno che è proprio autoctono, il nome in
dialetto significa piccola lumaca, pare perché veniva solitamente accompagnato
alle lumache, piatto tipico del finalese, indagherò ancora.
Comunque
la sagra è arrivata alla trentanovesima edizione.
Chi
organizza è di solito l’Associazione Volontari Feglinese, in pratica la Pro
Loco, aiutata dal gruppo locale degli alpini, dal Comune, dai volontari anti
incendio, eccetera, fino ad arrivare al parroco con chierichetti e catechisti, e
tutti questi coinvolgono parenti, amici, vicini di casa.
In
pratica tutta la popolazione. Anche perché il paese è piccolo e tutte queste
categorie si intersecano.
Nella
piazza principale viene montato lo stand con la cucina, poco distante quello
del bar. Vengono “sequestrate” le cucine, tavernette e forni nelle vicinanze e
via alle danze.
Si
inizia a cucinare, ognuno sa già cosa deve fare.
Si
preparano i piatti tipici della cucina ligure: trippe, trenette o trofie al
pesto, ravioli, cima, torte di verdura, cinghiale, cundijun, farinata,
focaccini salati fritti, pesche alla Lumassina e ovviamente le bugie alla
feglinese.
Veramente
ogni piatto è “alla feglinese”, perché seguiamo le ricette della zona che sono
simili ma un po’ diverse da quelle di Genova. Qui siamo infatti in provincia di
Savona, poco sopra Finale Ligure, in piena Terra di Mezzo (della cosa ne avevo parlato
ampiamente QUI).
E
visto che di solito nei giorni della sagra io faccio parte del gruppo delle
signore addette alle bugie, vi voglio dare proprio questa ricetta.
Sono
bugie ripiene di crema pasticcera profumata al limone.
La
ricetta originale (super segreta) che fa parte ormai della storia della sagra viene da una “nonna” che purtroppo non c’è più, ma tutti la
ricordano ancora come una delle colonne del paese.
Poi
ovviamente in ogni famiglia ci sono varianti personali.
Io vi do quella della mia famiglia, sempre feglinese doc, quella delle mie nonne e zie.
Anche perchè la ricetta della sagra ha le dosi calibrate per una quantità "da sagra" appunto, e vi assicuro che in tre giorni se ne fanno davvero a chili. Per forza, sono una vera bontà.
Anche perchè la ricetta della sagra ha le dosi calibrate per una quantità "da sagra" appunto, e vi assicuro che in tre giorni se ne fanno davvero a chili. Per forza, sono una vera bontà.
BUGIE ALLA FEGLINESE CON
CREMA AL LIMONE
(la mia ricetta)
(la mia ricetta)
Per la crema
al limone:
1
litro di latte,
4
tuorli,
4
cucchiai di zucchero,
3 cucchiai di farina 00,
1
limone grande non trattato.
Portare
ad ebollizione il latte con la scorza del limone grattugiata, spegnere e
lasciare in infusione per 5 minuti.
Sbattere
i tuorli con lo zucchero, stemperare anche la farina in modo che non faccia
grumi. Unire a filo il latte tiepido filtrato. Versare tutto in un pentolino e
portare lentamente a bollore mescolando in continuazione. Appena inizia ad
addensare levare dal fuoco, versare in un vassoio con i bordi alti, coprire con
una pellicola per alimenti e far raffreddare completamente. Poi mettere in
frigo per almeno 3 ore, fino al momento di utilizzarla.
Volendo
si può ulteriormente aromatizzare la crema con un bicchierino di limoncello, da
unire appena prima di togliere la crema dal fuoco in modo che l’alcool abbia il
tempo di evaporare.
Per la
pasta:
1kg
farina 00,
1
uovo grande + 1 tuorlo,
80g
burro morbido,
250ml
vino bianco secco (può essere anche leggermente frizzante)
1
bicchiere di grappa bianca (circa 100ml),
1 cucchiaio di zucchero (facoltativo),
1 pizzico di sale.
1 cucchiaio di zucchero (facoltativo),
1 pizzico di sale.
Impastare
la farina con l’uovo, il tuorlo, il burro morbido e un pizzico di sale fino.
Unire la grappa e il vino e continuare a lavorare fino ad avere un impasto
morbido e liscio.
Se occorre unite poca acqua fredda.
Avvolgere in un canovaccio leggermente inumidito e far riposare per 15-20 minuti.
Se occorre unite poca acqua fredda.
Avvolgere in un canovaccio leggermente inumidito e far riposare per 15-20 minuti.
L’impasto
si può aromatizzare con della scorza di limone grattugiata.
Stendere
la pasta molto sottile col mattarello o con la macchina apposita. Se usate la
macchina fate passare la pasta fino alla penultima tacca.
Distribuite
la crema ben fredda sulla pasta a cucchiaini, distanziandola un po’, copritela
con latra pasta e create dei ravioloni di almeno cm 6x6.
Disponeteli
su dei vassoi leggermente infarinati.
Scaldate
abbondante olio per friggere in una ampia padella. Friggete le bugie poche alla
volta, facendole dorare da tutte le parti. Fateli sgocciolare su carta
assorbente e cospargeteli con zucchero a velo o semolato, come vi piace di più.
Serviteli
ancora tiepidi.
Attenzione
che la crema all’interno raggiunge temperature elevate.
Allora
vi aspetto Sabato 6, Domenica 7 e Lunedì 8 Agosto per brindare con un buon
bicchiere di Lumassina. E se riesco vi farò un dettagliato reportage anche dal
backstage.
Intanto ecco alcune immagini di Feglino e della sua mitica sagra.
Feglino, panorama - foto presa da QUI |
Il tuo paese ha proprio l'aspetto tipico dei borghi italiani, mi ricorda un pò anche il mio...queste bugie poi sono splendide, belle cicciotte e piene di farcia, golosissime!!
RispondiEliminaUn abbraccio!!
ehi,favolosa,mia figlia a mangiato lo schermo,te la amndo così gliene dai qualcuna,mi sono aggiunta ai tuoi lettori,inoltre i nostri blog sono stati scelti per il de tugo,ci conosceremo meglio a presto
RispondiElimina..mi stai tentando..sono stata solo una volta ad una sagra ligure e tra me e mio marito ce la ricordiamo sempre :-P
RispondiEliminaMamma mia, che bontà queste bugie, magari averle qua ora.....
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