Siamo di nuovo all'appuntamento con Idea Menù.
Un pranzo virtuale che condivido con altre tre bravissime blogger, Carla, Consuelo e Linda.
Un pranzo virtuale che condivido con altre tre bravissime blogger, Carla, Consuelo e Linda.
Questa volta
abbiamo pensato di proporre un intero menù senza glutine.
È sempre difficile
parlare di intolleranza al glutine, celiachia, alimenti gluten free e quant'altro quando non si è toccati in prima persona dal problema.
Il rischio di dire
inesattezze o farsi sfuggire imprecisioni è alto.
Per questo vi
rimando a un sito molto bello curato da tante
blogger “sglutinate” che certamente sapranno dare informazioni più sicure e
valide.
Per quello che mi
riguarda posso solo fare qualche piccola riflessione.
Trovo che se ne sappia
davvero ancora poco dell’argomento e nello stesso tempo se ne sente parlare
sempre più spesso e a sproposito.
Col rischio che
l’intolleranza al glutine venga percepita come una moda da seguire per alcuni,
una risposta a qualsiasi piccolo problema di salute per altri, una mania fastidiosa
o peggio un business per altri ancora.
Quante sono le
pubblicità di alimenti gluten free (ma anche senza lattosio) che neanche tanto
velatamente, affermano che senza glutine è meglio a prescindere.
Ieri parlavo con
una signora che mi ha detto che sua nipote non può mangiare più il grano. Le ho
chiesto se avessero scoperto fosse celiaca e lei mi ha risposto che no, non lo è,
ma siccome seguono metodi terapeutici “alternativi”, il medico (alternativo) le
sta curando la tosse (virale) con una dieta speciale priva di glutine.
Parlando con un’altra
mi ha detto che la causa della sua psoriasi è certamente dovuta a un’intolleranza
al glutine. Certamente, lo ha detto il medico, alternativo pure quello, e
quindi ora non mangia più nulla che contiene glutine e nemmeno lievito.
Io chiedo
ingenuamente se hanno fatto analisi, test clinici, per accertare queste presunte
intolleranze. Ovviamente no.
Una tipa in
pizzeria si lamentava che ultimamente è un po’ gonfia e appesantita e quindi ha
deciso (ha deciso lei senza alcun riscontro medico) che è diventata celiaca.
Magari se non si
fosse scofanata tutta la ciotola di patatine e popcorn dell’aperitivo starebbe
senz’altro meglio, pure col glutine, ma tant’è.
Stesse scene per
quanto riguarda il lattosio, i lieviti eccetera. Ormai basta un foruncolo e si
pensa di essere intolleranti a qualcosa.
Forse è solo il
nostro fisico che ci sta dicendo di non appesantirlo con un sovraccarico di
alcune sostanze a discapito di altre, di seguire una dieta varia ed equilibrata
senza rinunciare del tutto a qualcosa.
È ovvio che se mi
faccio fuori un intero filone di pane ancor prima di sedermi a tavola e lì
continuo ad abbuffarmi senza ritegno, poi un tantino costipata posso esserlo, e
se ripeto la cosa ogni giorno, posso aspettarmi che prima o poi il mio corpo si
vendichi in qualche modo.
Poi c’è chi
intollerante (o allergico, sono due cose diverse) lo è sul serio e deve
rinunciare a determinati alimenti. Deve. Per forza, non per scelta o per moda.
Perché altrimenti
sta male sul serio.
Queste persone
rischiano di pagare a loro spese la deriva “free qualcosa”.
Perché se è vero
che ci sono sempre più prodotti “free” in commercio, se iniziano a esserci
ristoranti sensibilizzati e attrezzati in questo senso, è anche vero che si finisce
per prendere troppo sotto gamba il problema e queste persone rischiano di non
essere prese sul serio, perché ora tanto è una moda.
Una amichetta di
mio figlio, celiaca davvero dalla nascita e in maniera inequivocabile, si è
sentita male in montagna dopo aver mangiato una bistecca cotta in una piastra
dove avevano scaldato dei panini. Ignoranza? Incompetenza? O semplicemente
superficialità? Intanto lei è stata male davvero.
Il fatto è che la
questione delle intolleranze alimentari viene vissuta anche con fastidio da chi
si occupa di ristorazione, spesso non si attrezzano nemmeno all'eventualità di
avere clienti celiaci.
Infatti la stessa
bimba si è dovuta portare la pizza da casa durante la cena di classe perché la
pizzeria non era attrezzata. Ma quanto ci vuole a comprare due pizze senza
glutine surgelate e tenerle in freezer per ogni evenienza, che fra l’altro si
cuociono direttamente nella teglia in dotazione e quindi non richiedono
particolari attrezzature. Soprattutto se al momento della prenotazione, ben in
anticipo, è stato chiaramente segnalato il problema?
È vero che avere
un intollerante a cena è fonte di non poche ansie. Soprattutto se l’intolleranza
è grave. Ma informandosi, conoscendo bene l’argomento e organizzandosi un
minimo, non è così difficile.
La soluzione
ottimale è cucinare un intero pasto gluten free per tutti. Si rimane sorpresi
di quante pietanze ci sono già normalmente “sglutinate”.
Ecco quindi un
intero menù.
Qui trovate il
dolce. Meno difficile di quello che si può pensare.
Ho pensato a una
torta con della frutta di stagione e una crema di ricotta.
Ho ovviamente
utilizzato farine senza glutine: farina di mais, di riso, fecola, tapioca.
Queste farine
hanno il difetto di non lievitare e di tendere a disgregarsi, a non stare
insieme, proprio perché è il glutine che forma una maglia che tiene insieme l’impasto
e permette la lievitazione.
In commercio si
trovano mix di farine bilanciate a seconda della preparazione che si vuole
fare, ma io ho pensato di usare farine comuni che quasi tutti abbiamo in casa e
sfruttare il difetto a mio vantaggio.
Ho fatto una crostata
“sbriciolata”, con la pasta croccante e friabile tenuta insieme dal ripieno
umido e cremoso.
Facile, veloce,
non serve nemmeno il mattarello e la spianatoia. Servono solo due ciotole, cucchiaio,
coltello e tortiera perfettamente puliti.
Eccovi l’intero
menù. Noi mettiamoci a impastare.
Antipasto
di Linda: Hummus di piselli
Primo di Carla: Timballo di riso con prosciutto e mozzarella
Secondo di
Consu: Arrosticini di tofu affumicato con asparagi al forno
Crostata sbriciolata
con ciliegie e ricotta
Ingredienti* per
una teglia da 20cm di diametro.
Per la pasta:
100g farina di
mais fioretto,
50g amido di mais,
50g farina di
riso,
50g farina di
tapioca o fecola di patate,
100g zucchero metà
semolato e metà di canna scuro,
70g burro,
1 uovo piccolo.
Per il ripieno:
25 ciliegie grandi
mature ma sode,
150g ricotta,
1 cucchiaio scarso
di zucchero.
*anche se queste farine sono
normalmente prive di glutine accertatevi che non ne contengano tracce, leggete
prima le indicazioni sulla scatola, dovete trovare la dicitura “senza glutine”
o la spiga barrata.
Mescolate tutte le
farine e lo zucchero, impastate velocemente con il burro freddo a dadini fino
ad ottenere delle briciole. Unite l’uovo leggermente sbattuto e continuate a
impastare fino ad ottenere un composto un po’ granuloso.
Compattatelo
velocemente e avvolgetelo nella pellicola. Mettetelo in frigo per almeno
mezz’ora.
Allargate 2/3
dell’impasto in una teglia leggermente imburrata, schiacciatelo con le mani in
maniera da ottenere uno strato uniforme e fatelo risalire creando un bordo.
Snocciolate le
ciliegie e recuperate il succo che fuoriesce. Lavorate la ricotta con lo
zucchero e il succo delle ciliegie.
Versate la ricotta
nel guscio di frolla, distribuite sopra le ciliegie.
Ricoprite tutta la
superficie con l’impasto rimanente sbriciolato grossolanamente con le mani.
Infornate per 30
minuti a 180°C, forno statico. La superficie deve essere ben dorata.
Sfornate e fate
intiepidire prima di togliere la torta dallo stampo (se è a cerniera è meglio).
Servite tiepido o freddo
da frigo con della crema inglese, anche questa priva di glutine, o una pallina
di gelato crema o fior di latte, ovviamente accertatevi che sia gluten free, se
lo acquistate pronto.
Confermo che sull'argomento si è molto disinformati..io ho studiato x un'altra questione la celiachia con annessi e connessi ed è davvero una problematica molto complessa.
RispondiEliminaTu hai creato un dolce davvero da sballo, non sai che darei x averlo x la merenda :-P
Uno dei miei migliori amici è celiaco da vari anni per cui io mi sono molto sensibilizzata al problema. Bella ricetta. Ho un chilo di farina di tapioca regalatami da un'amica che giace da un anno nella mia dispensa perché non avevo idea di come si potesse utilizzare (...oltre che per fare pappette per neonati !). Grazie per l'idea. Ciao Manu !
RispondiEliminaCiao Manu, hai proprio bene a scrivere questo post. Ormai è di moda essere allergici a qualcosa. Io da sempre sono allergica ai rompiscatole, ma questa pare sia un'altra cosa!!!! Comunque la tua crostata è buonissima e ne farò tesoro per quando invito mia cugina, celiaca davvero. Un bacione
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