Mancano poche ore
alla fine della sfida di Giugno dell’MTChallenge e io sono ancora qui a tergiversare.
Il bello è che ho
iniziato a preparare la ricetta già dai primissimi giorni, ho anche fatto le
mie belle (belle!) foto.
Perché questa
sfida mi ha entusiasmato fin da subito.
Antonietta Golino ci ha proposto di imparare a fare LA PIZZA.
La pizza vera, quella al
piatto alla napoletana, con tanto di disciplinare. Ma anche la pizza in teglia
con una lunga lievitazione e per gli esperti di lievito madre ha pure spiegato
l’impasto adatto.
Io che considero
impastare come una terapia antistress non potevo che essere felice, la pizza
poi è una cosa che in casa mette tutti d’accordo.
Con gli occhietti
a cuore mi sono gettata a capofitto sulla pizza al piatto.
Perché è più
simile a quella che si mangia in pizzeria, sebbene senza forno a legna la
differenza c’è eccome.
Ma Antonietta ci
ha spiegato anche il metodo di cottura per riuscire a farla bene anche nel
forno di casa.
Sempre se si
possiede un forno degno di questo nome.
Io non ho un
forno. Io ho un attrezzo sovversivo e innominabile, per non dire proprio
ignobile. Il Voldemort dei forni. Che a parole dice che può andare a 250°C ma
in realtà al massimo ne fa 230. Però se lo imposto a 180 è probabile che decida
di arrivare anche a 200°, così per puro spirito di ribellione. In più il grill
funziona a fasi alterne. Totale anarchia.
Infatti il mio
punto dolente con tutti i lievitati, dolci e salati, è sempre stata la cottura.
Pur adorando impastare, pur riuscendoci anche in maniera soddisfacente, il
rischio di veder rovinato tutto il lavoro in cottura è sempre altissimo.
Si salva giusto la
pizza. Più o meno. Almeno così credevo o facevo finta di credere.
In realtà non sono
mai arrivata a un risultato pienamente soddisfacente.
Non me ne sono mai
preoccupata troppo, si sa che in casa più di tanto non si può ottenere. Ognuno
se la racconta come può.
Probabilmente il
più delle volte peccavo già dall’impasto, sempre troppa fretta e disorganizzazione,
pensando che la pizza è facile da fare, non è come il pane.
Niente di più
sbagliato. Un impasto ha bisogno di essere lavorato e di lievitare bene a
prescindere da quello che deve diventare.
Antonietta ci ha
insegnato l’impasto per la vera pizza napoletana da disciplinare e anche il
metodo per cuocerla al meglio nel forno di casa.
E forse è la volta
buona che frego colui che non deve essere nominato.
Se lo cambiassi
con uno più obbediente sarebbe ancora meglio, è fuor di dubbio, ancor di più se
insieme arrivasse anche una di quelle belle teglie in pietra refrattaria, che
guarda caso ho visto su Amazon (io la butto lì, non si sa mai che legga
qualcuno interessato)
Le pizze da
presentare in gara sono tre.
Io partecipo con
le mie prime tre pizze, le altre due sono solo prove che voglio mostrare lo stesso
più che altro per avere un parere dai giudici, perché non è solo una gara ma
anche un’occasione di confronto.
Io riporto
fedelmente la ricetta di Antonietta
che ho seguito al grammo. Sia per quanto riguarda l’impasto che la cottura mi
sono attenuta alle sue indicazioni, sperando di averle interpretate
correttamente, ho personalizzato solo il condimento.
Se volete vedere
il procedimento passo passo vi consiglio di andare direttamente nel suo blog “La trappola golosa”.
Nel sito dell’MTC questo mese troverete una
carrellata di pani piatti da tutto il mondo e approfondimenti e consigli su
farine, impasti, abbinamenti, eccetera.
Come dicevo prima,
son giorni che questo post aspetta di essere pubblicato.
Aspettava che mi degnassi di scrivere due righe di presentazione e ultimamente mi pesa anche accendere il PC. Mi sembra di essere mio figlio quando deve scrivere un tema e ciondola davanti al foglio bianco sperando forse che fissandolo abbastanza intensamente questo si scriva da solo. Per non parlare del dover scegliere tra una cinquantina di foto, tutte brutte uguali, le meno peggio da pubblicare.
Aspettava che mi degnassi di scrivere due righe di presentazione e ultimamente mi pesa anche accendere il PC. Mi sembra di essere mio figlio quando deve scrivere un tema e ciondola davanti al foglio bianco sperando forse che fissandolo abbastanza intensamente questo si scriva da solo. Per non parlare del dover scegliere tra una cinquantina di foto, tutte brutte uguali, le meno peggio da pubblicare.
Poi capita di
seguire i discorsi su impasto, idratazione, alveolatura, spessore,
croccantezza, punto di pasta e quant’altro, di blogger che sanno cosa stanno
dicendo, allora guardi con occhi nuovi e consapevoli le foto della tua
“magnifica creazione” e tanto magnifica non sembra più e quindi fai melina fino
all’ultimo sperando di riuscire a rifare tutto meglio. Invece no, buona la
prima, per forza.
Non so quindi se
ho fatto una vera pizza, se è una focaccia camuffata da pizza, o cos’altro, so
solo che ho mangiato una cosa buona. Che la rifarò senz’altro e non una volta
sola.
Pizza al piatto di Antonietta.
Ingredienti:
450g di farina con
una percentuale di proteine del 12% circa*
Io ho mischiato metà farina 00 Garofalo
W260 (con 13% proteine) con metà farina 0 Selex che poi è Molino Rossetto (proteine
11% circa),
250 ml acqua,
12g sale fino,
1g lievito di
birra fresco (La quantità di lievito deve
essere grande circa come un cappero sotto sale).
*molto in breve: la farina deve avere una
percentuale di proteine di circa il 12% in modo che la lievitazione venga
favorita. Le proteine formano il glutine che è responsabile della lievitazione.
La quantità di proteine non dipende dal grado di raffinazione indicata con i
simboli 0, 00, 1. Bisogna controllare la tabella nutrizionale sulla confezione.
Sciogliete il sale
in una tazzina con un po’ dell’acqua per l’impasto, in un’altra tazzina
sciogliete il lievito di birra sempre prendendo un po’ dell’acqua dal totale.
Setacciate la
farina in una ciotola capiente, unite il lievito di birra sciolto e l’acqua
rimanente, iniziate a lavorare con una mano pian piano incorporando l’acqua
alla farina. Infine unite anche l’acqua dove avete sciolto il sale.
Impastate
energicamente finché tutta l’acqua è incorporata e la pasta inizia a compattarsi e staccarsi dalla ciotola.
Rovesciate la
pasta sul piano di lavoro e impastate energicamente per almeno 20 minuti,
allargando e ripiegando la pasta molte volte. Continuate a lavorare finché l’impasto
diventa omogeneo, liscio, morbido e non appiccicoso.
Cercate di non
aggiungere troppa farina in fase di impasto. All’inizio l’impasto tende ad
attaccarsi al piano di lavoro, soprattutto se di legno, utilizzate una spatola
di metallo per staccarlo in un colpo solo. Se avete un piano di marmo
l’operazione è più facile.
Se l’impasto
dovesse essere troppo duro, perché la farina ha assorbito tutta l’acqua,
bagnatevi leggermente le mani e continuate ad impastare, potete ripetere
l’operazione finché l’impasto ha la giusta consistenza.
A questo punto
mettetelo in una ciotola grande di vetro o ceramica, coprite con la pellicola
per alimenti e fate lievitare per circa 2 ore o più, dipende dalla temperatura
che avete in casa. Comunque l’impasto deve raddoppiare.
Al raddoppio
prelevate nuovamente l’impasto e dividetelo in panetti di uguale peso
separandoli con le mani. Io ho formato 4 panetti di circa 180g ciascuno.
Ho dato la forma
di palline e le ho messe in un vassoio con i bordi alti ricoperto da un telo
asciutto e pulito, non infarinato. Li ho coperti con un foglio di pellicola per
alimenti e poi con un altro telo pulito.
Ho lasciato
lievitare i panetti a temperatura ambiente per circa 4-5 ore.
A questo punto non
resta che preparare la pizza.
Scaldate il forno
alla massima temperatura, lasciatelo scaldare anche mezz'ora dopo che ha
raggiunto la temperatura. Mettete nel forno a scaldare anche la teglia per
la pizza.
Allargate con le
mani un panetto di pasta, girandolo su se stesso senza usare il mattarello.
Scaldate sul
fornello una padella antiaderente col fondo molto pesante, quando inizia a fumare
mettete il disco di pasta e fate cuocere per circa 2 minuti. Trasferite la
pasta nella teglia calda e conditela a piacere.
Infornate nella
parte alta del forno, col grill acceso, per circa 5 minuti o finché non risulta
bella dorata.
Naturalmente riesce
tutto perfettamente con un forno che supera i 250°C, una teglia in ferro o
ancora meglio in pietra refrattaria e una padella in pietra.
Io non avevo nulla
di tutto ciò, ho usato una comune seppur dignitosa padella antiaderente
pesante, una comunissima e meno dignitosa teglia per pizza antiaderente e il
mio forno (l’Innominato).
Ma l’impasto di
Antonietta è davvero miracoloso perché è venuta bene lo stesso, sicuramente non
perfetta come da disciplinare, ma è comunque la miglior pizza che ho fatto da
sempre.
Figuriamoci appena
mi procuro attrezzature decenti, tipo una teglia in refrattaria, tanto per
dirne una. E chi vuol capire capisca.
Con questa dose ho
preparato quattro pizze.
La prima è una semplice pizza con salsa di pomodoro fatta dalla mia mamma, mozzarella di bufala, origano e basilico fresco. Che ho tirato forse un po' troppo e al centro è rimasta sottilissima, le fette si piegavano come linguacce.
La seconda è una
pizza bianca con mozzarella di bufala, provola silana, pomodorini confit, messi
negli ultimi due minuti di cottura, e basilico. Per i pomodori confit vedete il post precedente.
La terza è sempre
bianca con mozzarella, stracchino di capra, zucchine grigliate e erbe
aromatiche fresche in uscita (maggiorana, erba cipollina e finocchietto tritati
grossolanamente).
Le pizze bianche tendono ad asciugarsi di più, a meno di sovraccaricarle di formaggio, ma avevo paura che colando dai bordi si potesse bruciare. Quindi la pasta tende a gonfiarsi in cottura creando delle bolle come questa sopra.
L’ultima, fuori gara, è cotta direttamente nella teglia molto calda. Ho provato l'altro metodo di cottura per la pizza al piatto di Antonietta.
Allargate il disco di pasta come descritto sopra, tirate fuori la teglia dal forno, stendete il disco di pasta senza oliare e conditelo subito a piacere. Infornate immediatamente nella parte più bassa del forno per circa 5 minuti, poi trasferitelo nella parte più alta fino a doratura.
L’ultima, fuori gara, è cotta direttamente nella teglia molto calda. Ho provato l'altro metodo di cottura per la pizza al piatto di Antonietta.
Allargate il disco di pasta come descritto sopra, tirate fuori la teglia dal forno, stendete il disco di pasta senza oliare e conditelo subito a piacere. Infornate immediatamente nella parte più bassa del forno per circa 5 minuti, poi trasferitelo nella parte più alta fino a doratura.
Con questo metodo
viene bene se si ha una buona teglia e un buon forno.
Nel mio caso ho
preferito di gran lunga il metodo con la padella. Perché il bordo si è gonfiato
di meno e non si è dorato abbastanza.
Quinta pizza, che la gara non la deve nemmeno nominare.
Questo è invece lo
stesso impasto di prima steso direttamente in teglia, fatto riposare, condito e
cotto in forno. In realtà Antonietta ci ha insegnato un impasto perfetto anche
per la pizza in teglia, con una lunga e doppia lievitazione, prima in frigo,
poi a temperatura ambiente. La proverò sicuramente.
Questa ultima
pizza è solo figlia della fretta e della serie di contrattempi che spesso si
mettono di traverso. Volevo rifare la pizza al piatto, ma invece di 2 ore sono
dovuta uscire ho lasciato l’impasto nella ciotola 4-5 ore a temperatura ambiente.
Fortuna che non faceva ancora caldo. Ad ogni modo è arrivata quasi l’ora di
cena.
Così ho tirato la
pasta con le mani cercando di farla più sottile possibile, proprio pochi millimetri,
l’ho stesa in tre teglie tonde da 32cm di diametro leggermente oliate e ho
lasciato riposare per un’altra ora coperta con un telo pulito.
Nel frattempo ho
scaldato il forno alla massima temperatura (per me 230°C circa),
ho condito le
pizze e le ho infornate, prima 5-6 minuti nella parte più bassa poi in alto
fino a doratura. Ovviamente una alla volta.
Forse è rimasta un
po’ più spessa del dovuto, perché in teglia ha continuato a crescere, ma anche
in questo caso è stata spazzolata in un amen, perché l’impasto è leggero e
gustoso.
Le foto sono state
fatte per puro dovere di cronaca e per abitudine, per dimostrare che questo
impasto può creare dipendenza e per dar la colpa a Antonietta del mio sicuro
fallimento della prova costume (no, non ti preoccupare, avevo già perso in
partenza).
Inoltre ho
fotografato quella che potrebbe ritorcermisi contro, l’onta di ogni foodblogger
gourmet, mamma responsabile e aspirante pizzaiola: “la pizza trucida”.
Ovvero comune
mozzarella, olive verdi e wurstel, tutto rigorosamente del supermercato più
vicino. Ma ci credete che era buonissima lo stesso?
Per espiare le mie
colpe la prossima volta preparerò la pizza in teglia col metodo diretto di
Antonietta, sarà un
sacrificio.
"Il Voldemort dei forni" ti lovvo!!
RispondiEliminaQuest'impasto è fantastico, l'ho fatto proprio stasera (con lievito madre..), incuriosita dalle vostre molteplici meraviglie...bè è stato un vero successo :-)
RispondiEliminaLe tue varie farciture sono una più golosa dell'altra e tutte da sperimentare, complimenti Manu e felice we <3<3<3
Ah ah ah... non pensare di essere sola a dimenarti fra forni che non fanno il loro dovere e paure di tutti i tipi...mi sa che i segreti che ci ha reglato Antonietta usuperano tutte le difficoltà...le tue pizze fanno avvero gola...
RispondiEliminaUn abbraccio e buon fine settimana!!!
Bel post e belle pizze.
RispondiEliminaCredo che di forni che nn fanno il loro dovere ce ne siano tanti a giro....ma io da quando uso la pietra refrattaria mi è cambiata la vita.....brava e le tue pizze sono fatte alla perfezione
RispondiEliminaAnche con un forno ribelle,le tue pizze sono perfette....e non mi pare proprio che le foto siano brutte! Anzi, a me mettono appetito! 😀
RispondiEliminaAnche con un forno ribelle,le tue pizze sono perfette....e non mi pare proprio che le foto siano brutte! Anzi, a me mettono appetito! 😀
RispondiEliminaCara Manu, nonostante i capricci dell'Innominato mi sembra che queste pizze siano venuto proprio bene! Il bello della pizza è che con uno stesso impasto puoi fare 3-4 pizze diverse; le tue sono appetitosissime!
RispondiEliminaCarissima ti ho lasciato un messaggio sugli hangouts di g+, ma non so se lo usi....potresti invece scrivermi su pinkopanko04@libero.it???
RispondiEliminaAdoro la pizza e queste tue sono una meglio dell'altra, bravissima!!!!
RispondiEliminaLa pizza, come gli impasti in generale, ha bisogno di tempo, pazienza e presenza. Penso che questa sia la chiave per una buona riuscita e magari ciò che ti ha fatto ottenere un ottima pizza.
RispondiEliminaFarciture diverse ma tutte, anche se semplici, molto gustose
Adoro le pizze<3 un bel post, complimenti:)
RispondiEliminaTi saluto da Levico Terme, Sara.
sersiVque_o_2000 Natalie Hall https://marketplace.visualstudio.com/items?itemName=4planexoppe.Descargar-CityWarHeroes-VR-gratuita-2022
RispondiEliminaliemethahu
VliadiuZcuizo_1996 Garren Johnson https://www.bec2nature.com.au/profile/jaineladalburtdalburt/profile
RispondiEliminaclicurgaictas
AtuceMnarhi Ashley Davis Firefox browser
RispondiEliminaFirefox browser
Fraps
gornewsrefdo
clamichZvieri-Manchester Carol Collins There
RispondiEliminaget
tadartestda