Terza
e purtroppo ultima puntata del #PRChef2015.
Perché
questo gioco mi è piaciuto così tanto che mi sono venute in mente almeno altre
5 o 6 ricette.
Ma
non è detto che non le faccia anche a concorso finito.
Ormai
sono entrata in modalità 4-ingredienti-4.
È
divertente pensare a un piatto, magari un piatto notissimo o consueto, togliere
tutto quello che è superfluo e rimanere solo con l’essenziale.
In
questo modo il piatto diventa un’altra cosa, ma l’idea di partenza, l’essenza
di quel piatto, rimane.
Per
questa ultima proposta mi sono fatta ispirare alla cucina della mia Liguria.
All’essenza stessa della cucina ligure: il pesto di basilico alla ligure.
Dico
ligure e non genovese, perché questo è un piatto che è nel cuore e nel sangue
di tutti i liguri, di levante e di ponente allo stesso modo.
Anche
perché è una ricetta che si trova in tutta la regione, sempre fedele a se
stessa da anni immemorabili. Possono variare, da zona a zona o addirittura da
casa a casa, le proporzioni di alcuni ingredienti, ma quelli restano.
Basilico,
pinoli, sale e olio d’oliva ligure sono
il punto fermo imprescindibile, insieme all’aglio che può essercene di più o di
meno ma comunque non deve mancare mai, ci tengo a ribadirlo.
Poi
c’è il formaggio che è un misto di pecorino e parmigiano, e qui le proporzioni
variano fino alla completa predominanza di quest’ultimo a discapito dell’altro.
Basta.
Non occorre altro.
Non
c’è prezzemolo, non ci sono capperi, acciughe, mandorle e quant’altro. E ripeto c’è
l’aglio.
E
non è vegano, quindi niente tofu. Mi spiace ma è così.
Altrimenti
questo diventa un pesto qualsiasi, magari di basilico e pinoli, magari un
ottimo pesto, ma un pesto e basta. Comunque non è il pesto “alla ligure” o “alla
genovese”.
Se
volete dargli anche il cognome fatelo giusto, come deve essere fatto.
Detto
questo e dopo aver dichiarato eterno amore al pesto ligure, io ho pensato bene
di scomporlo, prendere i singoli ingredienti e utilizzarli separatamente per
creare un piatto che nel profumo e nel sapore lo ricorda, ma ovviamente non è
più lo stesso.
Giustamente
io mi devo contraddire un po’.
Ma
neanche tanto, perché sono stata ben attenta a non usare cognomi a sproposito.
Comunque
l’idea di base è quella.
Dovendo
limitarmi a soli 4 ingredienti cardine ho dovuto giocoforza eliminare il più
possibile.
La farina per la pasta era d’obbligo che ho preparato senza uova.
Il pecorino è stato sacrificato subito, anche perché volevo che il Parmigiano Reggiano fosse il solo protagonista come formaggio. Ne ho fatto una cremina delicata ma saporita che ho usato al posto della besciamella per legare la pasta.
Il pecorino è stato sacrificato subito, anche perché volevo che il Parmigiano Reggiano fosse il solo protagonista come formaggio. Ne ho fatto una cremina delicata ma saporita che ho usato al posto della besciamella per legare la pasta.
I pinoli ovviamente non potevano mancare, ma interi, tostati e croccanti.
Infine
il basilico, a dare il profumo e il colore alla pasta.
Dovendone usare una quantità significativa, temevo che non potesse
più rientrare nella categoria delle erbe aromatiche concesse come ausilio.
Quindi
avrei dovuto per forza sacrificare l’aglio sull’altare del concorso. Ma proprio
non ci sono riuscita. È bastato usare un banalissimo olio aromatizzato
all’aglio, naturalmente liguri entrambi e naturalmente fatto in casa dalla mia
mamma.
Se
non lo trovate aromatizzatelo voi, o insaporite con aglio disidratato in
polvere, tanto non avete il limite di 4 ingredienti.
Permettetemi
di spendere ancora due parole sul basilico.
Ho
voluto ricavare la “clorofilla” di basilico, ossia la sostanza che da il colore
verde intenso della pianta. Mi sembrava una gastro-figata pazzesca. L’ho vista
pure sul libro di Cracco.
Dovevo provare.
La
prima difficoltà è stata trovare una ricetta attendibile. Sul web ce ne sono a
migliaia, tutte con procedimenti diversissimi tra loro. Già a partire dalle
proporzioni tra basilico e acqua che inoltre può essere da ghiacciata a calda. Anche i metodi differiscono. Una Babele.
Cracco
nel suo libro dice di far bollire il basilico 10 minuti in acqua
salata, scolare, lasciar raffreddare e frullare. Poi filtrare e la poltiglia
che rimane è la clorofilla (pag. 112 del libro “Dire, fare, brasare”).
Forse
dovevo fidarmi di lui.
Invece
ho usato un altro metodo che mi ha dato alla fine due cucchiaiate di una
sostanza verde scuro leggermente granulosa che profuma si di basilico e tanto,
ma al gusto sa più di erba.
Insomma sta clorofilla non mi sembra poi sto granché, tranne che è una salsina molto fine e si presta alle guarnizioni del piatto. Lo so, potevo anche non dirvelo e fare quella che la sa lunga, ma lo sapete che io non riesco a tenermi niente sullo stomaco. Magari se la prossima volta provo con un'altro metodo mi viene meglio.
Mi
è rimasta una gran quantità di basilico frullato quasi solido, che io ho usato
per preparare l’impasto, in fondo non si butta via niente. La pasta ha assunto un colore verde scuro, tutta puntinata,
l’odore però è favoloso, molto intenso.
Ok, adesso basta e parto subito con la ricetta.
Con questa ricetta partecipo al concorso 4Cooking Parmigiano Reggiano
Con questa ricetta partecipo al concorso 4Cooking Parmigiano Reggiano
LASAGNETTE VERDI AL PESTO
DI BASILICO SCOMPOSTO
Ingredienti per circa 6
persone:
300g
semola fine,
100g
parmigiano reggiano 14 mesi ( più dolce e si scioglie meglio),
50g
pinoli,
500g
basilico ligure.
Olio
evo (possibilmente aromatizzato all’aglio),
sale,
pepe,
acqua
fredda.
Estratto (clorofilla) di
basilico.
Frullate
il basilico con 2dl di acqua freddissima, colate, passate al setaccio e
strizzare il più possibile. Mettete il liquido ottenuto in una pentola, portare
a circa 60-65°C e abbassate al minimo in modo che arrivi solo a sobbollire.
Raccogliete la parte solida che affiora col cucchiaio o la schiumarola e fatela
colare attraverso una garza, si ottiene una pasta.
Conservate
l’estratto ottenuto in un vasetto di vetro ben chiuso, in frigo. Si conserva
per pochi giorni, conviene coprirlo d’olio o metterlo in freezer.
NON
GETTATE LA PARTE SOLIDA RESIDUA DEL FRULLATO DI BASILICO. Servirà per la pasta.
Pasta fresca verde al
basilico senza uova:
Impastate
la farina con un pizzico di sale, due cucchiai di olio e la parte solida del
frullato di basilico che è rimasta dalla preparazione della clorofilla. Unite
acqua fredda quanto basta per ottenere un impasto omogeneo. Tirate la sfoglia
molto sottile e ricavate delle lasagnette quadrate di circa 10-12cm di lato.
Adagiatele su vassoi infarinati o strofinacci puliti.
Salsa al parmigiano:
sciogliete
il parmigiano grattugiato con due cucchiai di olio e poca acqua di cottura
della pasta.
Composizione del piatto:
lessate le lasagnette,
scolatele al dente e adagiatele su una placca da forno unta d’olio.
Spennellatele con poco olio, spruzzatele con poca acqua di cottura e
infornatele a 200° con il grill acceso per 10 minuti. Toglietele dal forno
quando sono ben dorate e gonfie.
Fate
tostare i pinoli in una piccola padella antiaderente.
Disponete
le lasagnette ben calde nei piatti, alternandole con la salsa al parmigiano
calda, un’emulsione di clorofilla e olio d’oliva all’aglio, pinoli tostati e
scaglie di parmigiano. Completate con crema di parmigiano, qualche pinolo e
qualche goccia di olio all’aglio e clorofilla.
Note:
1- L’olio
all’aglio è facoltativo, se non l’avete potete usare l’olio evo normale. Ma a
essere pedanti l’aglio nel pesto ligure ci va. Potete farlo in casa:
spremete 2-3 spicchi d’aglio freschi, spellati e, in ½ lt di olio evo ligure.
Fatelo intiepidire leggermente e lasciate in infusione per circa una settimana,
in una bottiglia di vetro scuro ben chiuso. Filtrate e conservate al fresco.
2- Se
non volete fare tutta la manfrina della clorofilla al basilico potete
semplicemente sbollentare per qualche secondo il basilico, frullarlo finemente
con pochissima acqua fredda, filtrarlo e utilizzarlo per preparare la pasta e
l’emulsione con l’olio per il condimento. Usate anche il liquido che viene
scolato per impastare la pasta.
3- Il passaggio delle lasagnette in forno è facoltativo, potete lessarle e comporre i piatti semplicemente, magari facendoli gratinare leggermente una volta pronti. Io ho voluto dare al piatto un po’ più di croccantezza.
4- Ho fatto la salsa con solo parmigiano, olio e acqua. Voi potete sostituire l'olio con il burro fuso o altrettanta panna. Sicuramente la salsa sarà più legata e vellutata, tipo una besciamella vera, ma penso che potrebbe appiattirsi un po' il sapore. Magari usate un parmigiano più stagionato.
Che delizioso abbinamento tesoro, complimenti sinceri e in bocca al lupo x il contest!!!
RispondiEliminamanuela quanto sono buone!!!!
RispondiEliminache bontà, complimenti!
un bacione simona
buonissime!!! concordo sul pesto tranne che per l'aglio io lo considero pesto anche senza aglio che non metto perché non digerisco :D
RispondiEliminaHo sempre voluto provare le lasagne al pesto e la tua ricetta mi ispira tantissimo. Hai mai provato a fare la lasagna di pistacchi? Se non l'hai fatta provala è fantastica!
RispondiEliminaMeravigliose le lasagne verdi, le preferisco a quelle tradizionali
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