E se non mi sbrigo rischio pure di perdermelo.
Perché mancano pochi giorni. Poi si passa ad un altro
argomento, un’altra sfida.
Questo mese si parla di canederli all’ampezzana.
Quelli proposti da Monica.
I canederli sono un piatto tipico della cucina
mitteleuropea di origine tedesca e austriaca ma che si sono diffusi anche al di
qua delle Alpi. Quindi si conoscono con tanti nomi diversi e ovviamente anche
le ricette subiscono molte variazioni.
Il comune denominatore è il pane raffermo. Perché i
canederli fanno parte della tradizione contadina e montanara. Quindi sono il
risultato di una cucina povera e attenta a non sprecare nulla di ciò che la
dispensa ha da offrire, ma nello stesso tempo ricca di sapore e sostanziosa.
Con il pane avanzato e pochi altri ingredienti vengono
creati questi grossi gnocchi, cotti poi nel brodo, serviti nel brodo stesso o
asciutti.
Si poteva rimanere fedeli alla ricetta data da Monica,
che li prepara come nella tradizione del suo territorio di origine. Oppure
decidere di tradurla in varianti personali.
L’importante è mantenere invariati l’ingrediente
principale, il pane raffermo, e la tecnica di preparazione.
La cosa sembra facile. Ma in realtà non lo è affatto.
Perché ogni possibile variazione deve essere pensata e calibrata per risaltare
ma nello stesso tempo armonizzarsi nella ricetta.
Per un po’ sono stata nell’imbarazzo totale.
Mi sono venute in mente decine di possibili ricette,
ma ogni volta che pensavo di averla trovata ecco che qualcosa me la faceva
sfumare. O perché alla fine non mi sembrava più tanto una genialata o, se lo
era, qualcuno ci aveva già pensato e l’aveva già preparata.
(Andatevi a fare un giro nella pagina dedicata agli
sfidanti e ne vedrete delle belle e delle buone!)
Confesso che per un attimo avevo pensato di
rinunciare.
Poi improvvisamente un barlume ha lentamente fatto
capolino tra le tenebre.
Ho pensato alla ricetta di Monica e al fatto che sia
legata profondamente alle tradizioni del suo territorio. Così anch’io mi sono
rivolta alle mie tradizioni, alla mia terra d’origine, che pur essendo
piemontese di adozione, rimane sempre la Liguria.
Non solo la Liguria marinara, del pesce fresco e dei
frutti di mare, ma più che altro quella contadina dell’entroterra. Verdure
fresche, erbe aromatiche, olio buono, olive e ogni tanto carne, ma quella degli
animali da cortile, perché mucche e maiali erano troppo preziosi per essere
sacrificati spesso.
Il piatto che forse rappresenta di più questa
tradizione è il coniglio in umido. Cotto con erbe profumate, vino bianco, olive
e pinoli.
Tutto questo ho pensato di metterlo nei miei
canederli. Che ho cotto nel brodo dello stesso coniglio, molto delicato fra
l’altro e quindi non copre il gusto degli altri ingredienti.
Anche per questo mese l’MTCHALLENGE è servito.
CANEDERLI
ALLA LIGURE: CON CONIGLIO, OLIVE TAGGIASCHE E PINOLI.
Per
il brodo:
½ coniglio senza la testa,
1 carota,
1 cipolla piccola,
1 gambo di sedano,
1 foglia di alloro,
2-3 rametti di prezzemolo,
1 rametto di timo fresco,
sale.
Consiglio di farlo il giorno prima. Tagliare il
coniglio in pezzi non troppo piccoli. Pulite bene le verdure, tagliate la
carota e il sedano a tocchetti. Lasciate intera la cipolla, sbucciata, e le
erbe aromatiche.
Mettete carne e odori in una capace pentola con circa
2-3 litri di acqua fredda. Portate a bollore, abbassate il fuoco e fate
sobbollire per almeno un’ora e mezza semi coperto.
Togliete la carne, eliminate gli odori e filtrate il
brodo versandolo attraverso un colino fine in un’altra pentola o in un
contenitore a chiusura ermetica. Fate raffreddare completamente poi mettete in
frigo. Quando sarà ben freddo eliminate l’eventuale grasso che si solidifica in
superficie con l’aiuto di un colino a maglie sottili.
Io non ho chiarificato il brodo. Perché il brodo di
coniglio è già molto delicato e leggero, mi sembrava quasi di rovinarlo.
Per
i canederli:
300g pane secco ( io ho usato un pane a cassetta di
grano duro),
200ml latte intero,
2 uova,
200g polpa di coniglio lessata,
2 cucchiai di olive taggiasche denocciolate,
1 cucchiaio colmo di pinoli,
3-4 steli di erba cipollina,
2 rametti di timo fresco (se secco circa 1 cucchiaino)
2 cucchiai di parmigiano grattugiato,
1 cucchiaio di farina 00,
pangrattato.
Tagliate a dadini molto piccoli e regolari il pane,
circa 1cm, e metteteli in una ciotola capiente. Battete le uova con il latte e
versate il composto sul pane mescolando bene perché si bagni tutto. All’inizio sembra
che il liquido non sia sufficiente ma non aggiungetene altro, lasciate in
infusione per una mezz’ora circa mescolando di tanto in tanto. Alla fine il
pane sarà completamente bagnato e morbido.
Tagliate la polpa di coniglio a pezzetti piccolissimi,
altrettanto fate con le olive ben sgocciolate. Tritate sommariamente anche i
pinoli, potete lasciarne anche qualcuno intero.
Tagliate finemente gli steli di erba cipollina con le
forbici e staccate le foglie dal rametto di timo.
Unite tutti questi ingredienti e il parmigiano al
composto di pane e mescolateli molto bene con le mani per rendere omogeneo l’impasto.
Unite anche la farina e eventualmente un po’ di pangrattato se vi sembra che
sia troppo umido e molle.
Comunque l’impasto deve essere leggermente umido,
morbido e un pochino colloso. Ma non troppo. Vi consiglio di vedere anche il
post di Monica ( QUI) perché il procedimento è spiegato
passo passo.
Con le mani pulite e umide prendete una piccola
porzione di impasto e formate una pallina, compattandola bene. Deve essere di
circa 3-4cm di diametro.
Scaldate il brodo in una capace pentola e portatelo ad
ebollizione.
Provate a cuocere prima una pallina da sola per vedere
se il composto ha la consistenza giusta. Tuffate la pallina e fatela cuocere
nel brodo che sobbolle per 5 minuti (ci vogliono tutti perché il brodo penetri
all’interno e renda umido il centro del canederlo). La pallina non deve
disfarsi, al massimo può perdere una o due bricioline di pane. Se invece tende
a sfaldarsi vuol dire che l’impasto è troppo molle, allora asciugatelo con del
pangrattato e rifate la prova.
Quando le palline sono pronte, tuffatele delicatamente
nel brodo in leggera ebollizione e fatele cuocere pian piano per 5 minuti.
Distribuitele nei piatti con una bella mestolata di
brodo caldo, e a piacere scaglie di grana e erba cipollina tritata.
Siccome
vi avanzerà del coniglio lessato, vi consiglio di preparare il “tonno di coniglio”, preparazione di
origine piemontese che si ritrova anche in molti paesi dell’entroterra ligure.
Ne
avevo già parlato in QUESTO POST con la mia solita carrellata di scempiaggini!!
molto originali! sono curiosa di assaggiarli!
RispondiElimina<3 <3 <3
EliminaQuel brodo di coniglio mi intriga molto, hai avuto un'ottima idea, e quel riciclo della polpa nel canederlo è ben pensato, ed appoggiato dalle olive saporite.
RispondiEliminaPoi vedo il timo e mi pare quasi di sentirlo sotto al naso, e qui ci sta molto bene.
Brava, bella pensata, alternativa e ben fatta con quell'interno variegato che tanto mi piace!
Monica mi hai fatto spremere le mie povere meningi con questa sfida! ma grazie per avermi insegnato un piatto che non credevo così versatile.
EliminaChe bellissima idea, un coniglio alla ligure che si crede un canederlo... ;) Da ligure non posso che apprezzarli.. Anche io ho fatto una ricetta alla ligure! ;)
RispondiEliminaBravissima, sono proprio perfetti!
ho visto la tua ricetta e mi è piaciuta un sacco. La Liguria si sposa benissimo con i canederli! ;-)
EliminaMai rinunciare all'MTC, magari fai una cosa semplice però bisogna esserci! Alla fine hai fatto un piatto molto buono e originale. Mi immagino il profumo invitante del tuo brodo e la bontà dei tuoi canederli al coniglio e tanto altro! Un caro abbraccio
RispondiEliminaHai ragione Andrea ci si deve provare comunque. E' questo il bello del'MTC.
Eliminagrazie per passare sempre da me, lo apprezzo molto.
Hai avuto una grande idea a racchiudere la tua tradizione in un canederlo....io comunque non vado a vedere le altre ricette se non dopo che ho pubblicato...se non le mie idee sembrano sempre insulse....
RispondiEliminaAnch'io di solito non lo faccio. Ma mi frega Facebook. Le vedo da li e se da una parte riesco a essere più partecipe anche nei blog altrui dall'altra poi succede che mi scoraggio ... ma alla fine qualcosa mi viene in mente!
EliminaHai fatto bene a prendere spunto dalla tradizione e a partecipare, perché ti è venuto fuori un bel piatto, per niente scontato. Gli ingredienti mi sembrano ben equilibrati e il coniglio con le olive e il timo sono una garanzia di bontà!
RispondiEliminaAlla fine ha vinto la nostalgia di casa!
EliminaAl coniglio?! Che genialata!!!!! La carne di coniglio mi piace tantissimo ma il Martirio non apprezza. Si scoccia di dover *pulir le ossina* e quindi non riesco mai a farlo, se non facendomelo disossare dal macellaio. Questa soluzione metterebbe d'accordo le capre e... le teste di cavolo!
RispondiEliminaBrava!
Nora
Non so se è una genialata ma posso assicurare che sono piaciuti molto. Io ho il figlio che mugugna per le ossicine, per i nervetti... per il grasso ... nel coniglio!!! Così l'ho fregato. si è mangiato tutto senza battere ciglio. Il brodo no ... "non è mica una minestrina!!" .... un passo alla volta va! Grazie per essere passata. Sono molto contenta.
EliminaGrazie Michela. Sei sempre così carina!
RispondiEliminaWow! Fantastici, bellissima idea e ottima realizzazione!
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