Ho deciso di riprendere
con la rubrica sulle mie letture.
Quando ho aperto il blog
mi ero ripromessa di parlare solo dei libri che mi son piaciuti e abbinare a
ognuno un piatto che in qualche modo mi è stato ispirato da quelle pagine.
Bene.
Stavolta la missione non è
compiuta del tutto.
Nel senso che il libro di
cui vi parlo mi è piaciuto nonostante alcune riserve e il piatto che ho scelto
non c’entra nulla o quasi con la storia che è narrata.
L’unico punto in comune,
se vogliamo, è l’estate, le vacanze e la voglia di leggerezza.
Il libro ci rientra
perché è uno di quelli facili e veloci
che si leggono bene in vacanza, sotto l’ombrellone quando fa troppo caldo per letture impegnate ma si ha voglia di
svagarsi un po’ e sorridere sulle disavventure altrui.
Categoria letteraria che
ultimamente cerco come l’oro, perché di paturnie personali ne ho d’avanzo e un
po’ di leggerezza ci vuole.
L’autrice è Federica
Bosco.
Ho letto tre o quattro
suoi libri e questo è quello che mi è piaciuto di più. Non che gli altri siano
brutti, per carità. Lo stile è moderno e leggero, con bei guizzi di ironia. Le
storie son carine e divertenti.
Ma a volte le protagoniste
non mi hanno convinto, troppo sfigate, troppo Bridget Jones.
Io non so voi, ma dopo la
terza sciagura, la quarta débâcle e l’ennesima gaffe, una in fila all'altra, mi viene il nervoso. Anche Mister Bean ogni tanto ha qualche secondo di tregua,
qualche slancio di dignità.
Ma io non sono una critica
letteraria, non sono all'altezza, per cui prendete le mie opinioni con le
pinze.
Io ragiono e leggo di
pancia, se un libro mi tiene in qualche modo incollata alle pagine e non mi fa
venir voglia di andare a stirare allora è bello.
Questi libri hanno tenuto
desta la mia attenzione se non altro perché volevo vedere fino a che punto si spinge
l’autodistruzione femminile, fin dove poteva arrivare la sfiga, e come
l’autrice sarebbe venuta fuori da tutti i casini da lei orditi. E probabilmente
è quello che voleva lei.
Il libro che vi propongo
oggi è: L’amore non fa per me di Federica Bosco.
La protagonista è Monica,
giovane italiana aspirante scrittrice che vive a New York.
Non si sa bene cosa faccia
in quella città né perché ci sia finita. Forse c’è un prequel che non ho letto,
mi informerò.
La incontriamo alla
vigilia della sua partenza per l’Europa dove, dopo un breve soggiorno a Roma
per incontrare i suoi genitori, si dovrà trasferire in Scozia per raggiungere
il suo fidanzato Edgar, che è anche il suo editore, e coronare in un colpo solo
il suo sogno d’amore di accasarsi col principe azzurro e pubblicare il suo
primo romanzo.
Già dalle prime pagine si
intuisce che non sarà esattamente una passeggiata perché viene indotta in
tentazione dal suo ex fidanzato proprio sulla strada per l’aeroporto. Ex
fidanzato stronzo e fedifrago che l’ha mollata per sposare un’altra, ma
ovviamente è un figo pazzesco.
La ragazza non cede e vola
dritta a Roma, dove l’aspetta la sua famiglia tutt'altro che tranquilla.
Comunque se si aspettava un aiuto psicologico dovrà farne a meno e quindi
accorcia il soggiorno a casa e si precipita finalmente tra le braccia del suo
amato bene, verso una vita rosea di successi lavorativi e non.
Quasi. La realtà è ben
diversa.
La vita che l’aspetta non
è proprio come se l’era immaginata: il paese in cui abita il fidanzato è sperduto
nella brughiera scozzese e tutti sembrano guardarla male e paragonarla di
continuo alla prima moglie di Edgar, morta in un incidente d’auto.
I fantasmi sono già
invadenti di loro anche quando li conosci e sai come evitarli, figuriamoci
quello di qualcuno che sembra essere stato un essere perfetto.
Mettiamoci pure che
l’amabile suocera non è così amabile, che il lavoro che trova non è esattamente
quello che si aspettava, che il principe azzurro non è esattamente così
azzurro, direi piuttosto un grigio un po’ spento (nemmeno una delle 50
sfumature, accidenti).
Ci si mette pure il
redivivo ex newyorchese che non accenna a rinunciare a lanciare messaggi
tentatori, pur dall'altra parte dell’oceano.
Insomma la situazione si
preannuncia catastrofica, ma non tutto è da buttare, inoltre il senso
dell’umorismo della protagonista è molto sviluppato, quindi riesce anche a
vedere il lato comico delle situazioni. Ma ci riuscirà davvero? Riuscirà a far
fronte a tutte queste avversità e coronare il suo sogno d’amore e successo con
l’uomo giusto? Con chi: l’affascinante e maturo editore nella brughiera
scozzese o il bello e impossibile giovanottone a New York?
Io non ve lo dico.
Il libro è carino, molto
scorrevole e scritto con un bel senso dell’ironia. Forse è per questo che gli
si perdonano dei personaggi un po’ troppo esagerati, a volte delle macchiette.
Il finale però non mi ha
convinta del tutto, sembra tronco. Sembra che l’autrice si sia fermata per
andare a far dell’altro. O forse ha voluto lasciare aperta una porta per un
seguito della storia.
Io personalmente a quel
punto alla protagonista avrei fatto dire un sano e liberatorio “ma vaffanculo
va!”.
Il perché scopritelo da
voi.
“la Scozia è straordinaria, verde, tormentata, aspra e magnifica. I
grossi edifici in pietra, austeri e freddi, sono ammorbiditi dal verde e dai
sorrisi della gente allegra e ospitale.
…Lasciamo Edimburgo e prendiamo l’autostrada … Dopo molte pecore,
castelli e corvi arriviamo al paese di Edgar.
Culross. Come farò a dire ai miei che sono andata a vivere a
Culorosso?”
“Lo credo che era innamorato di lei, mi innamorerei anch'io! Alta,
mora, con i capelli pazzi, pelle bianchissima, un sorriso gigantesco delineato
dal rossetto rosso fuoco che sta bene a quattro donne al mondo. A questo
incantevole aspetto aggiungiamo: senso dell’umorismo, intelligenza oltre la
media, innata capacità di accendersi le sigarette con le dita dei piedi e di
compilare la dichiarazione dei redditi, naturalmente una bomba a letto, ed ecco
a voi: la donna perfetta. Sento una fitta di gelosia che parte dalla fine
dell’osso sacro e raggiunge ogni doppia punta che possiedo…”
La ricetta che ho scelto è
un classico piatto da apericena estivo, da fare su una terrazza in riva al
mare, in giardino, in campagna o nel portico di una baita in montagna, poco
importa.
È veloce da preparare, si
può friggere o cuocere in forno. O su una piastra bella calda.
Ma anche mangiare crudo
con una bella salsa saporita.
L’ho accompagnato a un
cocktail, anche questo di facile e rapida preparazione e non richiede nemmeno
ingredienti particolari.
Tutto questo per Idea Menù, che questa volta ha come
tema proprio l’aperitivo in vacanza.
Altre sfiziose proposte le
trovate come sempre da Carla, Consuelo e
Linda.
Veramente ho cucinato ben
due piatti, ma oggi ve ne racconto solo uno. L’altro lo scoprirete magari nel
prossimo post.
Ecco le proposte delle mie amiche:
Consuelo: Involtini di melanzane grigliate con yogurt greco, menta e salmone affumicato
Carla: Rotolini piccanti di spatola
Linda: Aperitivo alla pesca
Ecco le proposte delle mie amiche:
Consuelo: Involtini di melanzane grigliate con yogurt greco, menta e salmone affumicato
Carla: Rotolini piccanti di spatola
Linda: Aperitivo alla pesca
Italian spring rolls - Involtini
primavera-estate all’italiana.
Ingredienti
per 4-6 persone:
12
sfoglie di riso per involtini,
2
zucchine chiare piccole,
1
piccola carota,
5-6
rapanelli,
provola
fresca o scamorza,
2
cipollotti freschi,
2
rametti di maggiorana fresca,
qualche
foglia di menta,
2
rametti di finocchietto,
zenzero
in polvere,
olio
extra vergine d’oliva,
salsa
di soia o aceto balsamico.
Lavate
e grattugiate le verdure con la grattugia a fori grossi o tagliatele a coltello
in una julienne molto fine.
Mettete
tutto insieme in una ciotola con le erbe aromatiche tritate fini. Condite con
poco sale, due cucchiai di olio, una bella spolverata di zenzero e una
spruzzata di salsa di soia o aceto balsamico.
Lasciate
insaporire per mezz’ora.
Ammorbidite
le sfoglie di riso in acqua fredda, tamponatele con uno strofinaccio pulito e
farcitele con una cucchiaiata di verdure e qualche cubetto di provola.
Richiudetele
a saccottino: piegate le due estremità laterali e poi avvolgete a cilindro.
A
questo punto potete procedere in più modi diversi:
disponeteli
in una pirofila unta di olio, spennellateli con poco olio e infornate a 200°
per circa 15 minuti, finché son ben dorati, questo è quello che ho fatto io,
o friggete
gli involtini in abbondante olio di arachidi,
oppure dorateli
da tutti i lati su una piastra ben calda, spennellandoli con poco olio
mischiato con acqua fredda,
oppure
potete mangiarli crudi come gli involtini vietnamiti che ho già preparato QUI, intinti in una salsa a piacere,
come per esempio una semplice emulsione di olio d’oliva, zenzero, peperoncino e
salsa di soia.
Per
una versione vegana o senza lattosio omettete il formaggio.
Il
cocktail che vi propongo è una semplicissima versione del Claret Cobbler:
Claret Cobbler a modo mio:
vino
rosè frizzante o rosso mosso leggero (tipo Lambrusco frizzante),
uno
spruzzo di maraschino,
frutta
di stagione a cubetti,
foglie
di menta,
ghiaccio
tritato,
uno
spruzzo di acqua frizzante ghiacciata se si vuole più leggero.
Direttamente
nel bicchiere mettete due cucchiai di ghiaccio tritato, il maraschino e i
cubetti di frutta. Versate il vino ben freddo, completate con la menta. Se
volete potete aggiungere un goccio di acqua frizzante. Guarnite con uno
spicchio di frutta. Servite subito.
Purtroppo
nel tempo di fare le foto, col caldo che faceva, mi sono giocata le bollicine
del cocktail. Io ho messo poco ghiaccio per evitare che appannasse il
bicchiere, ma voi potete abbondare a piacere.
Come
vedete nelle foto, c’era anche un piatto di zucchine ripiene, antipasto ligure
che non può mancare sulle nostre tavole estive. Ma qui è in una versione molto
più facile e veloce. Ve la racconterò spero presto.
Non sai che darei per fare l'assaggio in questo momento (diciamo un pre merenda??) e carina anche la tua rubrica di consigli-di-lettura :-) in questo periodo non ho tempo nemmeno di respirare ma a settembre mi voglio proprio immergere in qualche bel libro :-)
RispondiEliminaUh che bella tavola imbandita, fa davvero gola...ma come si fa a pertecipare, ci sono le regole da qualche parte?!?!
RispondiEliminaUn abbraccio!!!
Premesso che tutto questo aperitivo vorrei proprio averlo qui davanti e subito, voglio fare una riflessione sui libri. Anche io li leggo di pancia e se c'è una cosa che mi fa impazzire, ma anche nei film o nei lavori teatrali è quando si scopiazza facendola franca, perché leggendo quello che hai scritto, appena sei arrivata alla brughiera e al confronto con una prima moglie spettacolare mi è venuto in mente "Rebecca, la prima moglie", dove la protagonista è perseguitata non dalla suocera ma dalla governante, ma poco importa, il che mi fa dire che non potrò mai leggere il libro di cui parli. Sono molto sofistica lo ammetto :) Un bacione a presto
RispondiEliminaFra l'altro quel libro che era di DuMaurier è diventato un bellissimo film di Hitchcock
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