Presunta perché in Liguria, nel ponente ligure per
la precisione, lo stesso piatto esiste da tempi lontani e prende il nome più
prosaico di “Stoccafisso alla Brandacujun”, dove branda deriva da brandare
ossia scuotere, mescolare e cujun … beh … non c’è bisogno di dire da quale termine
derivi, è abbastanza ovvio e comunque sta a indicare una persona non proprio
sveglia. Cioè il membro della famiglia che, non essendo dotato di molte abilità
, veniva incaricato di mescolare lo stoccafisso nella pentola durante la sua
lunga cottura.
Ma lo stoccafisso mantecato con il latte si trova
anche in Veneto e in Portogallo, pur con qualche differenza. Tutti si
proclamano inventori della ricetta.
Io non credo si potrà mai stabilire la verità, perché
queste ricette, guarda caso sono nate nelle comunità di pescatori o marinai e
con essi hanno viaggiato ovunque, quindi chi ha portato cosa e dove?
Io continuo a prepararlo senza pormi troppe
domande e non solo con lo stoccafisso, ma anche con il baccalà, che è più
facile da reperire e da preparare, ma rende altrettanto bene.
Mi piace anche d’estate, perché anche se la
cottura è un po’ lunghetta, in realtà non richiede troppe preparazioni
complicate e si cuoce da solo a fuoco basso.
Inoltre è buono tiepido, come antipasto o in un
buffet, con crostini, pane tostato, da provare il pane carasau sardo. Anche come
piatto unico con delle verdure a vapore di contorno, o una bella insalata.
L’ho preparato qualche sera fa. Mentre stavo
spellando e pulendo il baccalà si è avvicinato mio figlio, incuriosito. Mi chiede:”
mamma, cosa stai preparando?”
“la Brandade di baccalà”… sguardo perplesso … “Non
so se mi piace, cos’è?”
“Ma si, è baccalà con patate, cotti con aglio e
latte fino a diventare una crema”
“Ah! In pratica un purè di pesce! Ok allora va
bene, lo mangio!”
Ecco. Mio figlio ha il dono della sintesi. Fine
delle contese campaniliste.
Le nuove generazioni fanno ben sperare.
BACCALÀ ALLA
“BRANDACUJUN”.
400g baccalà,
400g circa di patate,2-3 spicchi d’aglio,
latte,
olio extra vergine d’oliva,
pepe, sale.
Dissalate il baccalà lavandolo bene e lasciandolo
in ammollo per 24 ore circa in acqua fredda, cambiantela ogni tanto.
Sbollentate il baccalà in acqua bollente per un
paio di minuti, scolate e spellate bene togliendo tutte le lische. Tagliate il
pesce a pezzettini.
Sbucciate le patate, tagliatele a pezzettini e
cuocetele per qualche minuto nell’acqua dove è stato lessato il baccalà. Scolate
le patate e metterle in un tegame meglio se di coccio con due cucchiai di olio
e il baccalà.
Unite l’aglio tritato o spremuto, rosolate per un
minuto poi aggiungete un bicchiere di latte caldo, qualche cucchiaio di acqua di
cottura del baccalà e abbassate il fuoco al minimo.
Cuocete a fuoco basso per almeno un’ora,
mescolando di tanto in tanto, unendo se occorre dell’altro latte caldo e acqua.
Finché il pesce e le patate si sfaldano e formano un composto cremoso, ma con
ancora qualche pezzetto di patata e pesce, ci si può aiutare con una forchetta,
all’ultimo alzate il fuco e mantecate vigorosamente per farlo asciugare.
Completate con una macinata di pepe e un filo d’olio crudo.
A piacere cospargete di prezzemolo tritato e
guarnite con olive taggiasche snocciolate.
Servite con pane tostato, crackers, focaccia, ma è
buonissimo con il pane carasau sardo.
Tuo figlio è davvero una forza ed anche molto intelligente, in 2 parole è riuscito a riassumere questo gustoso piatto della tradizione!
RispondiEliminaSembra davvero buono..non l'ho mai assaggiato, chissà perchè il baccalà non entra mai nella mia cucina..devo davvero rimediare :-P
Buona domenica <3
la zia COnsu
Io adoro il baccalà, è davvero semplice da preparare e si presta a tante varianti.
EliminaGrazie per essere passata. ora vengo io da te.
Vieni a vedere la ricetta che arriva dalla scozia e che ho pubblicato! un'altra versione di questa brandade... che comunque è proprio buona, baci
RispondiEliminami hai incuriosita arrivo subito!
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