Faccio capolino dopo le feste
per un saluto veloce e per non mancare all’appuntamento con Idea Menù e al pranzo
virtuale (purtroppo solo virtuale) con le mie amiche blogger Consuelo, Carla e
Linda.
Dopo pranzi e cene ricchi e
opulenti potevamo esimerci dal dare indicazioni sul riciclo degli avanzi? Certo
che no.
Infatti vi diamo un intero
menù per l’occasione.
Per me è il turno del primo.
Devo dire che all’inizio mi
ha dato da pensare.
Siamo abituati a pensare ai
primi delle feste ricchi e sontuosi, perfettamente congeniati dall’intingolo al
ripieno, non facili da riciclare in altro modo se non riscaldare semplicemente
in forno o meglio ancora a microonde.
Certo esistono i vari riso al
salto, timballi e gratin. Ma io ero alla
ricerca di qualcosa di particolare ma anche semplice e veloce da fare.
Di solito nei pranzi di festa
non mancano mai brodi, bolliti, carni lessate di vario genere e di solito,
insieme agli arrosti, son le cose che avanzano di più. Forse perché quando
arrivano in tavola siamo tutti già abbondantemente sazi di antipasti e primi.
In realtà per come siamo
abituati in famiglia potrebbero essere sufficienti solo gli antipasti, ma si
può rinunciare ai ravioli della mamma? O alle lasagne della zia. E perché no un
piatto di tortellini rigorosamente in brodo?
Quindi si deve fare il brodo
necessariamente. Quindi poi ci sarà della carne lessata che gira per casa per
giorni, cappone, gallina, manzo o coniglio, la cosa non cambia di molto.
La carne da brodo si sa è
genericamente più asciutta e stoppacciosa, avendo lasciato giustamente tutto il
sapore al brodo. Pare che il vitel tonnè sia nato così, per recuperare questa
carne asciutta e renderla appetibile è stata affettata e ricoperta da una
gustosa salsina. Oggi il vitel tonnè si prepara rigorosamente con il magatello,
molto magro e si fa cuocere dolcemente e per poco tempo in modo che rimanga rosa all’interno e quindi
tenero e succoso, il suo liquido di cottura non si può proprio definire un
brodo a meno di farlo restringere (una volta tolta la carne) e magari
aggiungere anche un bell’osso.
Ma sulla questione brodi,
fondi e ristretti ho in mente di tornare presto perché sto approfondendo
l’argomento (Babbo Natale è stato particolarmente buono con me e mi ha portato
un paio di libri molto interessanti).
Insomma, gli avanzi da
riciclare per me sono brodo e relativa carne.
Mi è venuta ancora una volta
in soccorso la tradizione contadina e montana del Piemonte-Valle d’Aosta, con
quelle zuppe saporite e corroboranti che borbottavano per ore nel paiolo del
caminetto. Ho preso spunto da una zuppa tipica della cucina valdese della Val
Pellice e della Valle Chisone in provincia di Torino: la Supa Barbetta, preparata
con grissini o pane raffermo, brodo di carne speziato, verza e formaggio dei
pascoli montani. Un esempio di piatto di recupero e anti spreco ma che non
manca mai nella tavola delle feste, viene infatti cucinata soprattutto per
ricordare quando nel 1848 il re Carlo Alberto di Savoia finalmente concesse
alla Chiesa Valdese il riconoscimento dei diritti civili e politici, dopo
secoli di persecuzione.
Un’altra zuppa molto simile a
questa si può gustare in Valle D’Aosta, la Seupa a la Valpellinentze, sempre di
origine contadina, sempre a base di pane raffermo, brodo, verza e formaggio, in
questo caso la Fontina DOP, viene preparata in occasione del Natale.
Ecco un modo gustoso e per
niente scontato di utilizzare il brodo avanzato, avanzi di pane o grissini. Io in
più ho aggiunto anche la carne, il lesso avanzato, ridotto in sfilacci.
Naturalmente il formaggio che
può essere la Fontina Dop, la Toma piemontese, ma anche qualsiasi altro
formaggio a pasta fondente ma saporita, anche un mix di formaggi avanzati,
Il primo del Menù del Riciclo
è in tavola.
I resto lo trovate dalle mie
amiche blogger:
Antipasto di Consu Polpette (finto fritto) di salmone e zucchine
Secondo di Linda: Cestini di patate duchessa con purè di lenticchie e cubetti di cotechino
Dolce di Carla: Plum Cake ricco
Zuppetta
di grissini, fontina e bollito in brodo.
Ingredienti:
grissini rubatà o stirati
piemontesi,
10-12 foglie di verza,
200g Fontina o altro
formaggio a pasta fondente,
200-250g di carne lessata
(manzo, pollo o coniglio),
brodo di carne (di manzo,
pollo o coniglio)
noce moscata.
Le dosi sono indicative e non
precise perché dipendono dai piatti o dalle terrine che usate per preparare le
singole porzioni, è meglio preparare la zuppa in monoporzioni.
Lavate e sbollentate le
foglie di verza per pochi secondi, tamponatele con uno strofinaccio o carta da
cucina, poi tagliatele a striscioline.
Distribuite metà delle foglie
di verza in quattro piatti o fondine che possano essere infornate, sopra fate
uno strato di grissini spezzettati.
Distribuite la carne lessata
ridotta a sfilacci con le mani e il formaggio a scaglie, continuate con il
resto della verza e finite con uno strato di grissini.
Sopra completate con la
fontina a fettine sottili.
Versate in ogni terrina un
mestolino di brodo caldo e infornate a 200°C per 20-30 minuti, fate gratinare.
Se il brodo si asciugasse troppo aggiungetene ancora a fine cottura, sempre
molto caldo. Completate con una macinata di noce moscata a piacere.
Se vi piace più brodosa e con
i grissini più morbidi aumentate la quantità di brodo e lasciate qualche minuto
a riposare dopo averla tolta dal forno. Se volete i grissini ancora consistenti
bagnate con poco brodo, fate soltanto gratinare e versate poco brodo caldo in
uscita, servite immediatamente.
Ciao Manu, chissà che meraviglia la tua tavola delle feste :-) la tua descrizione mi ricorda tantissimo i Natali trascorsi a casa della nonna quando ero ancora una bambina :-) mia nonna i giorni successivi faceva delle polpette da sballo con gli avanzi :-P
RispondiEliminaLa tua proposta è davvero interessante e molto invitante ^_^ Complimenti!
Ciao Manu, buon anno! Ma questa è una signora zuppa, altro che avanzi, meriterebbe di essere preparata appositamente ;) Un bacione alla prossima
RispondiEliminait look soo delicious all!
RispondiEliminaPlease visit my Blog!
http://www.alessabernal.com/
Alessa Bernal