Io
adoro Stefania Bertola.
Ho
letto quasi tutti i suoi libri. Perché sono freschi e divertenti.
Mi piacciono i suoi personaggi un po’ ingenui, un po’ surreali, un po’ sopra le righe, a volte persino tonti ma nello stesso tempo credibili. Riescono sempre a ricordarmi qualcuno che conosco.
Mi piacciono i suoi personaggi un po’ ingenui, un po’ surreali, un po’ sopra le righe, a volte persino tonti ma nello stesso tempo credibili. Riescono sempre a ricordarmi qualcuno che conosco.
Le
storie sono azzeccate, mai esagerate ma mai banali. Finiscono nel modo che
dovrebbero finire, non ce ne poteva essere un altro, eppure divertono fino alla
fine.
Mi
piace il suo modo di scrivere, veloce, leggero e ironico, lievemente distaccato
ma coinvolgente e preciso.
Ogni
libro che leggo vorrei averlo scritto io.
In
questi giorni ne ho letto uno che invece avrei anche POTUTO scriverlo io. Se
solo ci avessi pensato prima.
Sembrava
scaturire direttamente dal mio cervello, il che forse non depone molto a favore
della scrittrice, ma è così. Mi sono sentita rappresentata in ogni singola
riga.
Mi
son ritrovata a sorridere pensando, ma quella sono io, ma quella donna la
voglio conoscere assolutamente.
Il volume in questione è “IL GIARDINO DI GUERRIGLIA”.
È
un diario dell’autrice stessa che racconta delle sue battaglie da giardiniera
volenterosa, piena di idee e di progetti grandiosi sul giardino di casa sua, ma
tendenzialmente distratta e frettolosa, troppo impegnata e forse un tantino
pigra.
Praticamente
ME.
O
almeno la versione migliore di me, va detto.
Perché alla fine lei riesce ad avere un giardino degno di questo nome.
Perché
nonostante le piante disubbidienti, i vicini, i passanti, quelli che aspettano
l’autobus di fronte a casa, i cani, i gatti, gli insetti, il tempo inclemente,
le stagioni anarchiche, la Natura Matrigna e persino un paio di volontari della
Protezione Civile non proprio civili, nonostante tutto lei ci riesce. Ha il suo
giardino fiorito.
A me invece le cose vanno diversamente.
Anche
il mio approccio al giardinaggio è piuttosto battagliero, o piuttosto guerrafondaio.
Parto armata di tutto punto, soprattutto progetti e belle speranze bucoliche, che nella realtà si traducono in una landa brulla e incolta che neanche il napalm.
Parto armata di tutto punto, soprattutto progetti e belle speranze bucoliche, che nella realtà si traducono in una landa brulla e incolta che neanche il napalm.
Ogni primavera mi riprometto di prendermi cura del fazzoletto di terra davanti a casa.
Più che altro ci penso, lo vedo bello, colorato e
rigoglioso nei miei pensieri.
Ma si sa che tra dire e il fare.
Allora finisce come sempre, che mi limito a far
tagliare l’erba quando è talmente alta che il cane non riesce più a uscire. Ma
ho un cane piccolo, sia chiaro.
Ogni tanto ci provo, vado al vivaio, compro tante belle piantine, soprattutto aromatiche e per una mattina sembro persino vera. Consapevole di quello che faccio.
Poi boh, mi dimentico di innaffiare, di estirpare
le erbacce tutte intorno, così che non si distinguono le piante dal resto e il
primo decespugliatore che passa fa una strage.
Mi è successo anche con i bulbi dei tulipani. Li ho piantati da brava in autunno per avere la fioritura primaverile. Solo che quando spuntano bisogna tenerli d’occhio, eliminare a mano le erbacce appena accennano ad avvicinarsi, in modo che abbiano spazio e modo di svilupparsi.
Invece niente, me ne sono dimenticata, non sapevo
nemmeno più di averli piantati.
Mi è venuto in mente solo nell'attimo in cui,
rincasando ho visto il prato appena tagliato dal volenteroso vicino ignaro di
tutto.
Veramente li ho piantati non so più quante volte. Gruppi di 10-12 bulbi a formare macchie di colore diverso. Un po’ per tipo, cercando di programmare le fioriture fino a estate inoltrata.
Narcisi, iris, crochi, tulipani, gladioli.
Tutto perfettamente progettato. Nei miei pensieri
più ottimisti e ingenui.
Ne saranno fioriti una decina in tutto, il primo
anno, poi basta.
Mangiati dalle lumache, spariti nel nulla, rapiti
dagli elfi dei boschi e portati in salvo in qualche giardino vero. Dalla vicina
suppongo, che fa concorrenza al Castello di Pralormo.
Per questo quando ho letto che anche lei ha lo
stesso problema coi bulbi mi son sentita capita nel profondo. Una sorta di
sorellanza.
Qualche giorno fa ho deciso che la striscia di terra sul muretto che costeggia il vialetto di ingresso, dove è rimasta solo una rosa eroica, andava ravvivata con qualche piantina.
Mi sono innamorata delle portulache e delle sua sua parente prossima, la Delosperma, quelle piante semi grasse, infestanti, che formano
quei bei cuscini di rametti e foglioline cicciottelle, pieni di fiori fucsia.
Quelle che in teoria non hanno bisogno di nulla, poca acqua ogni tanto,
l’erbaccia se la soffocano da sole e non dovrebbero piacere molto alle lumache.
Quelle che qui dove abito io sono ovunque, persino nell'asfalto, sui muri, nella sabbia, che d’inverno superano gelo e neve e
d’estate rispuntano da sole, senza doverle nemmeno convincere e fioriscono
coloratissime e rigogliose per tutta l’estate.
Le ho piantate, ancora piccine e timide, un po’
distanti fra loro come vivaista comanda, e ora non mi resta che pregarle e supplicarle
di attecchire, di fare il loro dovere di piante rustiche e autosufficienti, di
spandersi in lungo e in largo coerenti con la loro qualifica di infestanti.
Vi saprò dire.
Intanto vi presento un piatto che ho trovato nel libro. L’autrice lo prepara in occasione di un pic-nic in giardino e ho deciso di rifarlo, un po’ a modo mio, in onore di questo libro e di chi l’ha scritto ma anche perché capita a fagiolo per l’appuntamento con Idea Menù.
Questa volta il tema è “piatti senza cottura” e io
che devo fare il primo ho pensato a un Tabbuleh di ispirazione mediorientale.
Ossia bulghur precotto, pomodoro, cipollotti,
menta e prezzemolo, olio e limone.
Nel libro l’autrice sostituisce le cipolle con
erba cipollina e aggiunge erba limoncina, io ho ulteriormente aggiunto un tocco
personale mettendo olive snocciolate, rapanelli e qualche cubetto di primo
sale.
Una piccola variante ligure-piemontese che non
guasta.
Ecco il resto del menù:
L'antipasto di Consuelo: Cous cous crudista
Il secondo di Linda: Tartare di salmone affumicato e verdure.
Dolce di Carla: Soufflè gelato
Tabbuleh
alle verdure.
Ingredienti per 5-6 persone:
250g bulghur o couscous precotto*,
2 cipollotti freschi,
olive verdi denocciolate,
olive nere taggiasche denocciolate,
1 pomodoro cuor di bue,
4-5 rapanelli,
150g primo sale o formaggetta fresca di Langa,
1
mazzetto di prezzemolo,
1
rametto di menta,
erba
cipollina, basilico, maggiorana e erba limoncina a piacere,
olio
extra vergine d’oliva,
2
cucchiai di succo di limone.
Il
bulghur precotto, come il couscous, va solo reidratato per 5 minuti con poca
acqua calda o tiepida, secondo le indicazioni della scatola. In commercio si
trova più facilmente il bulghur da cuocere, facendolo semplicemente bollire in
acqua salata come il riso.
Una
volta pronto fatelo raffreddare bene e conditelo con olio e una spruzzata di
succo di limone.
Lavate
le erbe aromatiche, staccate tutte le foglie
e tritatele finemente con un coltello, mescolatele al bulghur.
Tagliate
il pomodoro a cubetti piccoli e salateli leggermente, tagliate a rondelle le
olive e i rapanelli. Tritate finemente i cipollotti.
Tagliate
a dadini anche il formaggio.
Mescolate
tutto al bulghur, aggiustate di sale e olio e lasciate insaporire un’ora a
temperatura ambiente. Servite freddo.
Potete
anche prepararlo in anticipo il giorno prima, in questo modo i sapori si
amalgamano di più. Aggiungendo anche del tonno sott’olio, del pollo grigliato a
dadini o legumi lessati, per esempio ceci, diventa un piatto unico completo.
La mia esperienza con il giardinaggio è ancora più disastrosa e nonostante questo non perdo la speranza e ogni primavera pianto qualcosa..x poi doverla sradicare a fine anno (se non prima)..sono negata :-( pensa che riesco a far morire anche le piante grasse O_o
RispondiEliminaGolosissimo piatto, perfettamente nelle mie corde ^_^
Buona giornata e a presto con buone notizie fiorite ^_*
Sei troppo forte Manu, mi fai morire dal ridere. Lo so che tu riderai meno ma i tuoi racconti mi mettono allegria. So di non essere l'unica fatta come te! In compenso il tuo piatto senza cottura è buono e davvero stuzzicante. Un bacione a presto :)
RispondiEliminaPer fortuna, se così si può dire, il problema del giardino e, volendo allargarci ancor più, dell'orto che sarebbero i miei sogni, sono stati stroncati fin da subito abitando in un appartamento di città dove alla fine non riesco a gestire tanto bene neppure 2-3 piantine aromatiche....e quindi capisco e condivido!!!
RispondiEliminaCome apprezzo e condivido questo fresco e colorato piatto molto sfizioso!!!
Baci
che bontà questo tabbuleh, perfetto per il caldo di questi giorni!
RispondiEliminaWow davvero appetitoso, grazie per questa fantastica ricetta!
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