Ovvero “The crêpe is the new Black”
L’ultimo
nato in casa MTC è uscito solo da
poco più di un mese ed è già andato a ruba, d'altronde non poteva che essere
così, visto il successo dei precedenti.
Potrò essere
anche di parte, e lo sono, ma questo libro è davvero favoloso.
Come tutti
quelli che lo hanno preceduto anche questo è un libro monotematico, ma non per
questo meno ricco. L’argomento sono le crêpes, crespelle e cialde e tutte le
loro sorelle, cugine e parenti varie sparse per il mondo.
Un tour
gastronomico completo a colpi di spatole e padelle. Con tutto il bagaglio di
ripieni, creme, salse sciroppi che queste preparazioni necessitano, per
diventare antipasti sfiziosi, primi robusti, piatti unici, dolci voluttuosi, ma
anche merende e colazioni un po’ diverse dal solito cappuccino e brioche.
Le ricette
della community Mtc, sempre collaudate e approvate, sono illustrate da una
impareggiabile Mai Esteve, la super
grafica che ci regala ogni mese fantastici banner, e arricchite dagli scatti un
grandissimo fotografo, Paolo Picciotto.
Il tutto sotto la regia attenta e sagace della nostra capa indiscussa, Alessandra Gennaro, che poi è la mente
(diabolica) dietro a tutto questo.
Per chi come
me ha avuto l’onore di comparire nei libri dell’MTC è bene ricordare che il
nostro impegno è consistito in pochi minuti di lavoro al PC.
Ovviamente non
parlo della realizzazione delle ricette, quelle di solito sono state già fatte
e pubblicate nei blog precedentemente. Mi riferisco al momento in cui si viene
coinvolti di persona per i libri. La cosa di solito funziona così: arriva una
mail di Alessandra, o di una collaboratrice, che informa che la tal ricetta è
stata scelta per essere inserita nel libro: va bene? Si ovviamente si, con tutto il cuore si.
Segue
allegato con la bozza della ricetta e richiesta di revisione: controllare
eventuali errori di copiatura, dosaggi sbagliati, nome corretto del blog e nome
e cognome senza storpiature. Quanto ci vuole in tutto? Cinque minuti tra
leggere, correggere e rinviare. Bon, finito lì. Si può tornare ai nostri soliti
tran tran quotidiani. Ci si può scordare del libro fino all’annuncio ufficiale
della pubblicazione.
Il grosso
del lavoro però deve ancora venire: bisogna
scrivere, correggere, riscrivere e controllare di nuovo e questo mal di
pancia tocca ad Ale, compreso litigare, pardon discutere con casa editrice,
blogger ansiose e isteriche e l’universo mondo, perché il libro veda la luce
nei tempi stabiliti e nel modo migliore.
La palla poi
passa a Mai e alle sue mani creative, ogni volta si pensa che è stata
superlativa e quella dopo si supera nuovamente.
Poi arriva
il momento delle fotografie e se qualcuno qui sa che lavoro infame può essere
fotografare del cibo, contando tutta la fila di santini richiamati in aiuto,
quella sono io. Io sto alla food photography come l’orlo della gonna alle
ginocchia di M.me Macron. Apprezzo una fotografia fatta bene, con il piatto che
invita letteralmente a essere mangiato. Comprendo anche l’importanza e
l’impatto delle immagini se ci si occupa di cibo “virtuale” su carta o web,
seppur per hobby come me. Io ci provo anche, ma la dura realtà è che proprio
non sono capace e non ho pazienza: sposto cose, metto e tolgo suppellettili
varie, zoomo, cerco la luce giusta, sbuffo, impreco, sacramento in ostrogoto
poi finisco per scattare un centinaio di foto tutte simili nella loro banalità e
nessuna che si avvicini lontanamente a quello che avevo in mente. Mi arrendo.
Per fortuna
che l’MTC ha un fotografo professionista, Paolo, che sa cosa vuole fare e come
farlo. Infatti le sue foto sono perfette.
Ma c’è anche
chi prepara il set, croce e delizia di ogni food blogger che si rispetti,
perché di props, tovagliette, posatine e suppellettili non ce n’è mai
abbastanza.
“E se ci
mettessi anche un nastrino? O un paio di fiori secchi?” che poi non ci
azzeccano nulla con il piatto in questione ma tant’è un tocco rustico-chic non
lo si nega mai. Posso solo immaginare il poveruomo, circondato da donne blogger.
Va detto che
le suddette si sono anche prese la briga di cucinare i piatti per le
fotografie, preparando anche ricette altrui, cercando magari ingredienti
particolari che mannaggia al lemon grass e al pepe di Sichuan. Di tutto il
gruppetto cito Vittoria Traversa
come portavoce per i miei ringraziamenti.
Un grazie doveroso va anche ai membri della redazione dell’MTChallenge che ogni mese fanno correre una macchina sempre più perfetta, con tutto quello che comporta in termini di impegno e tempo sottratto magari alla famiglia, alle proprie vicende personali e al proprio blog. Ne cito una su tutti, Giulia Robert di Alterkitchen.
Perché tutti questi ringraziamenti? Perché si. Perché mi va di farli e non per piaggeria, non ne hanno bisogno, ma perché lo trovo giusto. E se per questo qualcuno mi riterrà una lecchina, pazienza, problemi suoi. Chi mi conosce sa che sono un orso che non si perde in smancerie e quando mi allargo vuol dire che ci tengo davvero.
Alla fine il
libro arriva dove deve arrivare: nelle cucine di chi vuol preparare qualcosa di
nuovo, sfizioso, da porca figura insomma.
È
esattamente un mese che ho il libro tra le mani, l’ho sfogliato tutto, ho messo
post-it praticamente in ogni pagina, non sapevo da cosa iniziare.
Sono stata
fortemente attratta dalle ricette esotiche: l’ Okonomiyaki giapponese, la Aloo
Paratha indiana, ma anche la Arepa venezuelana ha il suo perché. Mi sono
buttata subito sui Banh xeo vietnamiti, a metà tra crepe e omelette, senza
glutine, senza latte e senza uova, ma incredibilmente buoni, però non ho fatto in tempo a fotografarli
perché erano già spariti.
Per
partecipare all’MTC Summer Edition occorre
realizzare una ricetta del libro.
Per togliermi
dall’impaccio della scelta mio marito ha usato un metodo altamente scientifico:
ha preso il libro e ha aperto a caso. Il CNR sta pensando di assumerlo.
Che poi non
so quanto sia stato il caso, visto che questi pancake li aveva già adocchiati
da tempo. Forse il caso avrà avuto un piccolo aiuto.
Vada per gli
Scallion pancake, uno street food molto amato in Cina, sorta di piadine
sfogliate, arricchite con cipollotto. Si mangiano caldissime, da sole o
accompagnate con salsa di soia. Io le ho servite con un semplice patè di
melanzane, che poi è una delle mie ricette che compare nel libro.
La scelta oltretutto
non poteva essere più azzeccata visto che viene dal blog e dalle manine sante
della nostra Mai Esteve.
Ultima cosa
da dire e poi cuciniamo sul serio: i proventi di questo libro, come per tutti
gli altri dell’MTC, andranno a sostenere l’associazione “Piazza dei Mestieri” di Torino, ma recentemente presente anche in
altre città italiane, che si prefigge di inserire nel mondo del lavoro tutti
quei ragazzi che hanno per vari motivi abbandonato precocemente gli studi,
fornendo diplomi e titoli professionali. Il sostegno è volto a creare borse di
studio. Ci tenevo in modo particolare a ricordarlo.
Bando alle
ciance, scaldiamo le padelle e si cucina.
Scallion Pancake made in Taiwan
Di Mai Esteve. Dal libro “The crêpes is the new
black”.
Ingredienti per
circa 6 pancake:
180g di farina
bianca,
100-120 ml
di acqua,
1 cucchiaino
di sale,
olio di
sesamo o di altri semi,
3 cipollotti
freschi o un mazzetto di erba cipollina.
Preparazione:
tritate
finemente i cipollotti, compresa la parte verde più tenera o l’erba cipollina.
Mischiate la
farina con il sale in una ciotola. Scaldate l’acqua fin quasi al bollore e
versatela pian piano sulla farina mescolando con un cucchiaio di legno per non
bruciarvi. Quando avrete un impasto omogeneo versatelo sulla spianatoia ben
infarinata e lavorate con le mani fino ad avere un impasto liscio, setoso e non
più appiccicoso.
Dividete
l’impasto in sei palline uguali. Stendete una pallina col mattarello in un
cerchio molto sottile, un paio di mm. Spennellatelo con poco olio di semi,
arrotolatelo a sigaretta non troppo stretta e poi a spirale. Spianatelo
nuovamente
Distribuite
sul disco di pasta un cucchiaio di cipollotto tritato, arrotolatelo ancora a
sigaretta e poi a spirale. Non arrotolatelo troppo stretto
Fate lo
stesso per tutte le palline di pasta, ottenendo sei spirali.
Se non le
cuocete subito adagiatele su un vassoio leggermente infarinato e copritele con
un canovaccio pulito.
Stendete le
spirali di pasta schiacciando delicatamente col mattarello, ottenendo dei
dischi di circa 10 cm di spessore.
Scaldate 2-3
cucchiai di olio di semi in una padella pesante, friggete i dischi uno alla
volta, facendoli dorare bene da ogni lato.
Serviteli
subito.
Note:
Non schiacciate troppo la pasta col mattarello all’ultimo
step per formare i pancake, così non esce l’aria dalle varie piegature che li
rende poi friabili e croccanti, quasi sfogliati, in cottura.
Si possono cuocere immediatamente, ma come per le
nostre piadine trovo che giovino di una mezz'oretta di riposo, non so se è un caso
ma gonfiano di più in cottura.
Adagiateli nella padella ben calda, ma poi
abbassate il fuoco in modo che cuociano bene anche all'interno senza bruciare
subito in superficie, caso mai rialzate il fuoco alla fine per rosolarli.
Questi pancake
possono essere gustati in purezza o intinti nella onnipresente salsa di soia o
qualche derivata.
Ma nulla
vieta di accompagnarli con quello che la fantasia suggerisce.
Tipo un
mediterraneo patè di melanzane.
Una mia
versione, facile e “casalinga”, ispirata
al mediorientale Babaganouch, che è
presente nel libro.
Patè di melanzane.
Ingredienti:
2 melanzane
viola grandi,
1 spicchio
d’aglio,
peperoncino,
origano secco,
il succo di
½ limone,
1 cucchiaio
di Tahina (crema al sesamo, facoltativa),
prezzemolo
tritato,
olio extra
vergine d’oliva,
sale.
Tagliate le
melanzane a dadini: se volete un patè più fine e omogeneo togliete la pelle, se
lo volete più saporito e ruvido lasciatela. Mettete i dadini in uno scolapasta,
cospargeteli di sale e lasciatelo sgocciolare per mezz’ora circa, sciacquateli
sotto l’acqua corrente e fateli stufare in una larga padella antiaderente con
lo spicchio d’aglio spellato e due cucchiai di olio. Mescolate di tanto in
tanto.
Insaporite
con peperoncino e origano. Frullatele, eventualmente eliminate l’aglio, con la
tahina, il succo del limone e un filo d’olio fino ad ottenere una crema.
Regolate di sale e peperoncino. Servite con prezzemolo tritato.
Che meraviglia Manu! Direi che non puoi proprio lamentarti del risultato ^_*
RispondiEliminaBuon inizio settimana e a presto <3