Ma
sbagliata. E ti pareva se stavolta mi andava tutto liscio.
E
pensare che io credevo di saperla fare una terrina (e ben mi sta!).
L’ultima
quando è stata? E figuriamoci, anni e anni fa a un corso di cucina all’Alberghiero
di Finale Ligure.
Prima
e ultima. Venuta tanto bene per carità (sarà perché avevo lo chef che incombeva
dietro le spalle come un tutor del Cepu?) ma poi più niente.
In
tutti questi anni è sparita dalla mia cucina.
Mi
chiedo perché, scherzi a parte credo sia davvero un piatto molto interessante e
versatile.
Poi
è arrivata Giuliana del blog “La gallina vintage” che è vinto la
scorsa sfida di MTChallenge e che ha
proposto le terrine. Piatto succulento, elegante e rustico insieme, difficile,
insidioso, di sapore antico ma pieno di fascino. Sa proprio di Scuola di
Cucina, con le maiuscole.
Per tornare a fare i conti con me stessa e con questo blog che da un po’ non ha più senso di esistere, perché se una cosa nata per divertimento diventa un peso, che senso ha.
Però
forse riesco ad acchiappare ancora un briciolo dello spirito curioso, desideroso
di sperimentare ma anche goliardico di
quando ho aperto il blog e di quando ho iniziato l’avventura all’MTC.
Perché
l’MTC, l’ho detto tante volte, è un gioco tra blogger, una gara dove c’è chi
vince, ma chi perde in realtà guadagna in sapere ed esperienza. Dove si imparano
cose totalmente nuove mai fatte prima, si prova a fare cose in maniera diversa
dalla solita, si scoprono nuovi trucchi, oppure si riscoprono cose di cui ci si
era dimenticati.
Come
la terrina, nel mio caso.
Colpo
al cuore. Ricordi di gioventù.
Ecco
perché, se devo ripresentarmi su questi schermi dopo quasi due mesi di buio, lo
devo fare con questo piatto. Anche se poi mi vado a complicare le cose da sola
scegliendo una versione mai provata prima, con la crosta di pasta, con la
mousseline di pesce e la gelatina.
Perché
questo istinto primordiale di darsi la zappa sui piedi da sola?
Perché
lo stampo per la vera terrina è nella casa in Liguria, regalo del matrimonio e
mai usato, perché per la terrina in crosta bastava quello da plum cake, perché
“che ci vuole, quella in crosta è come l’altra solo con la pasta in più” (e ben
mi sta di nuovo).
Comunque
alla fine l’ho fatta. L’ho pensata, l’ho studiata, l’ho pure disegnata e infine
l’ho fatta.
Solo
che le cose non sono andate come previsto.
Innanzi
tutto la cottura: non cuoceva mai, sembrava sempre cruda. Penso che la pasta
abbia risentito un po’ dell’umidità della farcia. La farcia dapprima si è
gonfiata molto e sembrava perfetta così attaccata alla crosta, poi si è
afflosciata come un sufflè e ho dovuto aggiungere gelatina per riempire lo
spazio vuoto. Poco male non fosse che la mia
Altra
nota dolente: avevo immaginato la mia terrina con gli strati ben definiti,
simmetrici, con il filetto di pesce rosa bello visibile nella farcia bianca.
Insomma una cosa fine ed elegante.
Invece
nella foga ho distribuito male i composti e l’eleganza è andata a farsi un
giro.
Ma
la ciliegina sulla torta, l’errore grossolano e madornale che mi fa andare
fuori concorso, è la copertura tra la farcia e la pasta. Doveva essere una
bella copertura di foglie di porro, messe in modo da giocare anche con i
colori: parte bianca vicino alla farcia rosa, parte verde vicino alla farcia
bianca, una figata.
Solo
che la crosta di porri non c’è. È inutile che vi racconti che non si vede
nascosta dalla farcia, NON c’è proprio. Sapete perché? Perché l’ho dimenticata.
Ho
preparato i porri, ho sbollentato le foglie, le ho tamponate con carta da
cucina, disposte bene in un piatto, messo il piatto in frigo (perché mentre
cucino devo fare anche cento altre cose contemporaneamente e non ho più l’età
del multi tasking, mannaggia) e lì son rimaste.
Ho
preparato la terrina, l’ho chiusa nella pasta, fatto il camino, spennellato con
l’uovo, infornata, aperto il frigo per riporre non so più cosa e le foglie di
porro erano lì, mi guardavano e ridevano.
Eppure
ho studiato tutto per benino, ho girato per giorni con le stampe del meraviglioso
post di Giuliana e delle regoledell’MTC in borsa. Le ho pure appese al frigo. Peccato che non l’ho aperto.
L’unica
spiegazione a mia discolpa è un inizio di Alzheimer.
Per
cui chiedo scusa alle due giudici, Giuliana
e Alessandra, che devono pure venir
qui a perder tempo con i miei pasticci, ma le voglio anche ringraziare, per
avermi invogliato a rimettermi in gioco e a sperimentare cose nuove, nonostante
gli inconvenienti, le cose che si mettono di traverso, la mia inettitudine.
Veniamo
alla terrina: di pesce ma d’acqua dolce, trota salmonata e salmerino. Carni
sapide, un po’ grasse, le ho accostate con un vino bianco aromatico piemontese,
l’Arneis e delle verdure molto profumate e minerali, i carciofi e i porri (fate
come se ci fossero ve ne prego). Ho insaporito con del timo e maggiorana
fresca.
Sempre
con un piede in Piemonte e l’altro in Liguria.
L’ho
accompagnata con una salsa molto semplice, presa direttamente dai vecchi
ricettari di una volta: la Salsa Vellutata al vino bianco, aromatizzata
soltanto con erbe aromatiche fresche.
Come
secondo accompagnamento patate e funghi champignon saltati in padella. Banale
ma meglio rimanere in acque sicure, a sto punto la carta della stupidità me
l’ero già giocata.
Comunque
per me l’MTC non si smentisce mai, ogni volta mi sembra di essere in una
puntata di Mission Impossible. Stavolta ho fatto più detriti in cucina che
neanche ai tempi dei baci al cioccolato, e già quella è stata una bella
battaglia.
Per
la cronaca, i porri son finiti degnamente in una frittata, anche se l’istinto è
stato quello di gettarli dalla finestra come si getta il riso agli sposi.
Nessuna foglia di porro è stata maltrattata durante la stesura di questo post.
Ma la frittata è risultata un po’ indigesta.
TERRINA DI TROTA E CARCIOFI ALL’ARNEIS.
Pâte a foncer
Ricetta
del libro MTC “Torte Salate”, consigliata da Giuliana.
500g
farina,
250g
burro freddo a tocchetti,
2
uovo medie,
80ml
acqua fredda,
2
cucchiaini di zucchero,
2
cucchiaini di sale.
Mescolate
la farina con sale e zucchero, fate una fontana e impastate con il burro a
dadini piccoli formando grosse briciole. Unite le uova e l’acqua fredda e
lavorate velocemente me in modo energico la pasta in modo che diventi bella
liscia e omogenea. Avvolgetela nella pellicola per alimenti e mettetela in
frigo per almeno un paio d’ore. Io l’ho fatta la sera e l’ho usata il
pomeriggio seguente, prima di stenderla l’ho lasciata circa mezz’ora a
temperatura ambiente.
Farcia mousseline alla trota salmonata marinata all’Arneis e erbe aromatiche.
(Ho
modificato leggermente la ricetta di Giuliana per adattarla alla quantità dei
miei ingredienti)
700g
circa di filetti di trota salmonata privi di pelle,
1
bicchiere di Arneis,
2
rametti di timo,
qualche
foglia di salvia,
2
rametti di maggiorana,
pepe,
sale,
1
albume grande,
100ml
panna fresca.
Lavate
bene i filetti di trota ed eliminate ogni spina con una pinzetta, metteteli in
un contenitore di vetro col coperchio, unite 1 rametto di maggiorana, 1 di timo
e la salvia. Bagnate con il vino e lasciate a marinare un’ora circa in frigo.
Sgocciolate
bene i filetti di trota. Pareggiatene due in modo che stiano di misura nello
stampo e teneteli ancora un po’ nella marinata al fresco. Il resto (circa 350g)
sgocciolatelo bene e frullatelo con l’albume, la panna, le foglie di un rametto
di timo e maggiorana e una bella macinata di pepe. Aggiustate di sale e tenete
da parte al fresco.
Farcia mousseline alla trota bianca o
salmerino
350-400g
filetti di trota bianca o salmerino,
1
albume grande,
100ml
panna fresca,
1
bicchiere di Arneis,
timo,
salvia, maggiorana,
sale
,pepe e noce moscata.
Pulite
bene i filetti dalle spine e fateli marinare nel vino bianco e erbe aromatiche
esattamente come per la trota salmonata. Sgocciolate il pesce e frullatelo
sempre con l’albume, la panna, un po’ di timo e maggiorana, pepe e noce
moscata. Dovete ottenere una crema soda e omogenea, aggiustate di sale.
Julienne di carciofi saltati al burro
con vino bianco e scalogno
3
carciofi,
1
piccolo scalogno,
olio
d’oliva,
vino
banco,
sale.
Pulite
i carciofi eliminando le foglie esterne più dure, tagliateli in quattro ed eliminate
anche il fieno interno poi tagliateli a julienne molto sottile. Di solito io
utilizzo anche qualche centimetro del gambo, quello più vicino al carciofo, se
tenero, spellandolo delicatamente e tagliandolo a rondelle sottili.
Fateli
rosolare in una padella con tre cucchiai di olio e lo scalogno tritato molto
finemente, spruzzateli con poco vino bianco e fate evaporare. Fate cuocere per
circa 8-10 minuti, i carciofi devono essere a metà cottura.
Per completare la terrina:
un
piccolo porro o cipollotti freschi,
3
fogli di gelatina,
1/2
lt di fumetto di pesce,
200
ml di Arneis.
Preparazione della terrina.
Stendete
la pasta in una sfoglia sottile e rivestite uno stampo da plum cake ben
imburrato. Lasciate un po’ di pasta tutto intorno per poter sigillare la
terrina.
Per
togliere più facilmente la terrina dallo stampo potete mettere un foglio di
carta forno grande quanto i lati lunghi dello stampo e fatelo leggermente
sbordare, imburrate pure quello. Imburrate poi molto bene i due lati stretti
senza carta.
Pulite
il porro e ricavate delle strisce larghe, sbollentate e tamponatele con la
carta assorbente. Disponetele sulla pasta sovrapponendole leggermente in modo
che la ricoprano. Per un effetto cromatico mettete la parte più bianca sul
fondo e lasciate sbordare quella verde (passaggio che io ho completamente
dimenticato di fare, ho preparato le foglie di porro in anticipo e le ho messe
in frigo e li sono rimaste)
Sul
fondo della terrina versate uno strato di farcia alla trota salmonata.
Coprite
con i carciofi ben sgocciolati dall’eventuale fondo di cottura.
Disponete
al centro i due filetti di trota salmonata interi tenuti da parte, dopo averli
sgocciolati dalla marinata e asciugati con carta assorbente.
Coprite
con la farcia alla trota bianca.
Chiudete
il tutto con le foglie di porro rimaste ( come se l’avessi fatto).
Tirate
la pasta rimasta, ritagliate un rettangolo poco più grande dello stampo e
praticate un foro al centro ( io ne ho fatti tre non tanto grandi). Coprite la
terrina con il coperchio di pasta e sigillatelo formando un cordoncino
tutt’attorno. Potete guarnire la superficie della terrina con decori fatti con
ritagli di carta.
Nel
foro mettete un conetto di carta o un piccolo coppa pasta in modo che in
cottura la pasta non si gonfi chiudendo il buco. Io ho lasciato la terrina pronta in frigo per un’ora circa, perché nel
frattempo ho avuto un contrattempo e non potevo infornarla subito, in questo
modo la pasta si è indurita e cuocendosi non si è gonfiata molto e i fori sono
rimasti tali e quali anche senza il coppa pasta (forse è stato un caso)
Infornare
a 180° per circa 30 minuti, poi abbassare il forno a 160° e cuocere ancora per
45-50 minuti, secondo indicazione di Giuliana.
Nel mio caso ho dovuto prolungare
la cottura di altri 20 minuti rialzando la temperatura a 180° e fasciando la
superficie della terrina con dell’alluminio: sopra era già bella dorata ma
dalle parti si vedeva che la pasta era ancora molto bianca. (non oso pensare
che il forno inizi a perdere colpi, può anche darsi che abbia faticato di più a
cuocersi per via del passaggio in frigo prima della cottura)
Sfornate
la terrina e lasciatela intiepidire leggermente, poi versate la gelatina preparata con del fumetto di pesce
aromatizzato con vino bianco.
Portate
ad ebollizione ½ litro di fumetto, unite il vino e fate restringere della metà
unite la gelatina ammollata e strizzata. Fate intiepidire prima di utilizzare.
Deve avere una consistenza sciropposa.
All’inizio la mia terrina sembrava
bella piena e gonfia, non richiedeva gelatina. Dopo un’ora circa, quando
iniziava a raffreddarsi la farcia sotto si era compattata e si era formato un
piccolo spazio sotto alla pasta, allora ho versato la gelatina dai buchini
della pasta. Ho messo poi in frigo perché si solidificasse bene.
Salsa vellutata alle erbe e vino bianco
300ml
fumetto di pesce,
200ml
vino bianco Arneis,
30g
burro,
1
cucchiaio di farina o maizena,
3
cucchiai di pana liquida fresca,
1
tuorlo (facoltativo),
pepe,
noce moscata,
un
cucchiaio di foglie di prezzemolo,
1
rametto di maggiorana fresca,
un
mazzettino di erba cipollina.
Versate
il vino e il fumetto di pesce in un pentolino, portate a bollore e fate
restringere di 1/3.
Preparate
un roux chiaro sciogliendo la farina nel burro fuso, unite a filo il ristretto
di brodo e fate addensare a fuoco dolce mescolando. Quando la salsa inizia a
velare il cucchiaio incorporate la panna e il tuorlo, fate cuocere ancora un
paio di minuti, aggiustate di sale, pepe e noce moscata e spegnete.
Quando
la salsa è tiepida incorporate le erbe aromatiche tritate.
Sauté di champignon e patate.
4
patate medie
300g
champignon bianchi,
1
spicchio d’aglio,
1
foglia di alloro,
1
rametto di timo,
vino
bianco,
sale,
pepe,
burro.
Pelate
le patate e tagliateli a dadi di circa 2cm di lato. Fateli rosolare in padella
con una noce di burro e una foglia di alloro. Quando sono dorati abbassate il
fuoco e copriteli con il coperchio, fate cuocere ancora 5 minuti. Devono essere
tenere ma ancora consistenti.
Intanto
pulite bene i funghi e affettateli. Rosolateli in un’altra padella con poco
burro, lo spicchio d’aglio in camicia. Aggiungete una spruzzata di vino e fate
evaporare. Bagnateli con un cucchiaio di acqua e fate cuocere 10 minuti a fuoco
moderato. Eliminate l’aglio e unite le foglioline di timo.
Versate
i funghi nella padella delle patate e fate saltare a fuco vivo per qualche
minuto, aggiustate di sale e servite.
ma è una bella terrina!! E quell'Arneis! Poco male se hai dimenticato i porri, si sarebbero visti poco comunque, invece la nota verde ce l'hai già coi carciofi. La assaggerei volentieri, credimi. Salsa al vino e funghi e patate compresi. Un abbraccio.
RispondiEliminaManu, per me e' una delle terrine migliori della gara. Non ha vinto, ma se l'e' giocata fino in fondo. E gli accompagnamenti sono stati il valore aggiunto. Davvero un lavorone- e capisco il tuo occhio da perfezionista, peche' piu' si diventa bravi e meno si e' contenti. Ma ti assicuro che e' veramente una meraviglia. Bravissima.
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