mercoledì 18 giugno 2014

LE PIADINE PER L’MTC.

Appena ho letto l’argomento della sfida di giugno dell’MTChallenge ho esultato.
Con tanto di ola in famiglia.
La piadina. Evvai!
Ma qui si sfonda una porta aperta.

A casa nostra non dico che si mangiano una volta la settimana ma quasi. Nella bella stagione poi sono un must. Hanno risolto molte cene improvvisate con amici perché sono semplici da fare, non richiedono un impasto complicato, doppie lievitazioni, teglie e forno acceso.
Bastano due padelle piatte e pesanti, un po’ di manualità col mattarello, ma neanche tanta, e un bel vassoio di affettati e formaggi da cui attingere.

La ricetta che conoscevo io della piadina infatti non prevede l’uso di alcun genere di lieviti, basta quindi un’oretta di riposo, anche meno e si può procedere alla cottura.
Lo strutto viene di solito sostituito con l’olio extra-vergine d’oliva, per ragioni pratiche di immediata reperibilità più che per un fatto di leggerezza. Anche perché l’olio dell’impasto non si può certo centellinare visto cosa va a sostituire. Inoltre non si può certo stare a contare i grassi del contenitore quando il contenuto consiste in ogni sorta di golosità.
Del piadina day ne avevo già parlato l’anno scorso in questo post, quando ho dato la mia ricetta.

Questa volta invece ho seguito passo passo la ricetta di Tiziana del blog “L’ombelico di Venere”, che è la vincitrice della sfida di maggio e quindi ha proposto l’argomento e la ricetta di questa.
La sua ricetta è un po’ più articolata e ricca di quella che conoscevo io. Contiene latte e lievito istantaneo e prevede un tempo di riposo di 24, meglio 48 ore.
Io sono quella delle cose decise all’ultimo momento. Una che si accorge che per la ricetta che aveva in mente manca sempre qualcosa e quindi cambia idea in coso d’opera.
Una che cerca sempre di accorciare i tempi. Anche perché sono sempre in ritardo su tutto.
Quindi l’idea di una piada “da meditazione” ha un po’ scosso le mie certezze: ma come, anche il mio salva cena preferito in realtà ha bisogno di tempi lunghi come un lievitato? Allora io ho sempre sbagliato tutto?
In realtà ho scoperto, con un certo sollievo, che esistono molte versioni della piadina. Come del resto per quasi tutte le ricette tradizionali. La tradizione è nella famiglia che prepara il piatto da anni e anni.

Ma questa deve essere la piada di Tiziana. E così sia. Mi sono messa d’impegno. Facendo violenza alla mia indole disorganizzata e ho impastato con tutto il tempo necessario davanti.
Anche questo è un merito dell’MTC. Ogni mese una sfida nuova, una ricetta nuova da imparare e una piccola scossa al nostro solito modo di cucinare.
Per quanto riguarda la farcitura, invece abbiamo libertà assoluta.
Questa cosa mi ha galvanizzato. Ma poi come al solito mi sono un filino preoccupata, anche perché in pochi giorni sono arrivate già un sacco di proposte. Per non parlare del “Piadamundial”, altra trovata geniale di Alessandra, qui non vi dico altro, andatevelo a guardare e ne vedrete delle belle.

Sull’onda della febbre del calcio, mi sono lasciata trascinare anche io.
Mi sono fatta coinvolgere dall’atmosfera e mi è venuto in mente subito il paese che per tanti rappresenta un po’ il calcio per eccellenza: l’Argentina.
Poi con un figlio di nome Diego, che altro posso fare!
Mettiamoci anche che molti miei parenti e paesani sono emigrati in Argentina e Uruguay, qualcuno ritornando, anche solo per brevi visite, ha poi portato con se i piatti tipici.

Uno di questi sono state le Empanadas. Assaggiate da bambina ogni volta che dei cugini di mia mamma venivano a trovarci: immancabilmente organizzavano cene a base di “asado” e “empanadas”.

Preparare un vero asado richiede tempo, carne giusta e fuoco come si deve.
Per le empanadas è più semplice. La ricetta che ho è quella dei miei parenti.
Ma l’Argentina è grande e le varianti sono innumerevoli, sia per il ripieno che per la pasta.
Le empanadas sono dei fagottini di pasta sottile fatta di solito con farina, acqua e grasso (olio o strutto in genere), ripieni di carne, formaggio, cipolle e quant’altro e poi fritte o cotte al forno.
Assomigliano di fatto ai crescioni emiliani, che sono delle piadine farcite da crude e piegate in due, cotte ovviamente sulla padella apposita.
Quindi ho messo insieme le due cose ed ecco che mi sono venute le “empapiadas”.

 


 


 

“EMPA-PIADAS”: PIADINE FARCITE COME LE EMPANADAS ARGENTINE.

Per il ripieno delle empanadas:

300g carne macinata di manzo,
100g di salsiccia,
1 cipolla grande,
2-3 rametti di maggiorana,
2 cucchiai di uvetta sultanina,
2 uova sode,
1 cucchiaio di olive nere snocciolate,
olio extravergine d’oliva,
½ bicchiere di vino bianco o rosso,
sale, pepe, paprika o peperoncino in polvere a piacere.

Tritate finemente la cipolla e fatela rosolare in 2 cucchiai di olio a fuoco dolce, bagnatela con poca acqua e fatela asciugare pian piano, in modo che la cipolla si ammorbidisca.
Unite la carne e la salsiccia sbriciolata, fatele rosolare un minuto a fuoco vivace, bagnate con il vino e fate cuocere per 10 minuti. Finchè il vino è tutto evaporato. Aggiustate di sale, pepe e spezie a piacere, unite le foglie di maggiorana tritate e l’uvetta ammollata e strizzata.
Mescolate fate insaporire un minuto, poi spegnete e lasciate intiepidire.

 


Per le piadine:
ricetta e procedimento provengono direttamente dal blog di Tiziana con solo una piccola modifica.

500 g di farina 00 (io 400g farina 00 e 100g farina integrale)
125 g di acqua
125 g di latte parzialmente scremato fresco
100 g di strutto
15 g di lievito per torte salate
10 g di sale fine
1 pizzico di bicarbonato di sodio.

Fate scaldare al microonde il latte e l'acqua per pochi secondi in modo che siano tiepidi. Lasciate ammorbidire lo strutto mezz'ora circa fuori dal frigorifero. Su di un tagliere disponete la farina e fate un buco al centro con la mano. All'interno mettete lo strutto a pezzetti con il lievito, il bicarbonato e il sale, schiacciatelo con la forchetta per ammorbidirlo, aggiungete l'acqua e il latte. La consistenza inizialmente potrebbe essere un pochino appiccicosa e la pasta si attaccherà al tagliere ma impastando per una decina di minuti, cambierà staccandosi e diventando molto morbida e liscia. Se il liquido è troppo poco si sfalda e risulta un po' dura.
Mettete l'impasto in una ciotola e coprite con la pellicola per alimenti. Lasciate riposare 48 ore al fresco, massimo 20°C, se fosse più caldo potete lasciare riposare la pasta in frigorifero e metterla a temperatura ambiente 2 ore prima dell'uso.
La pasta ottenuta sarà circa 850 grammi, dividetela in 6 pezzi da 140 grammi circa e formate delle palline, lasciatele riposare almeno mezz'ora. Infarinate appena il tagliere e disponetevi una pallina d'impasto, schiacciatela con la punta delle dita, stendete la piadina con il mattarello girandola spesso in modo che rimanga rotonda. Avrà un diametro di circa 20 centimetri e uno spessore di 0,5 centimetri.
Scaldate il testo o l'apposita teglia di terracotta, su un fornello a doppia fiamma, con sotto uno spargifiamma. Se non avete nessuna di queste teglie utilizzate una padella antiaderente piuttosto larga. La temperatura non dovrà essere troppo alta altrimenti la piadina si brucia fuori e rimane cruda all'interno, ma nemmeno troppo bassa. Potete fare una prova con un piccolo pezzetto di pasta per regolare la giusta temperatura. Cuocete pochi minuti per lato, controllate sempre alzando la piadina con una paletta. Disponete le piadine una sull'altra in modo che rimangano calde mentre le cuocete.
L'impasto può essere preparato con l'impastatrice, viene benissimo, basterà mettere tutti gli ingredienti assieme e lavorarli con il gancio impastatore per 7/8 minuti fin quando il composto risulterà omogeneo.


Io ho preparato piccole palle di impasto di circa 100g, le ho stese piuttosto sottili, mi sono venuti dei dischi del diametro di circa 10-12cm.
Le ho farcite con il composto di carne e cipolla, le ho guarnite con olive snocciolate tritate e uova sode a pezzetti.


Le ho sigillate bene e le ho cotte nella padella ben calda, per circa due minuti da un lato, poi per altri due minuti dall’altro. Per mantenerle morbide e farle cuocere bene ho abbassato la fiamma al minimo, ho messo un coperchio e le ho lasciate cuocere ancora un minuto.
Eccole pronte,calde e gustose.







Si gustano semplicemente così, anche perché il ripieno è bello ricco.
Ma è concessa un po’ di maionese o salsa piccante.


 
 
 
 



 

7 commenti:

  1. Troppo buone, hai avuto una bellissima idea, e naturalmente faccio il tifo per te!!! bacioni e grazie per essere passata, spero che tu ti riprenda presto e torni con le tue squisite ricettine, un abbraccio :)

    RispondiElimina
  2. Ti sono venute un vero spettacolo O_O complimenti!!!
    ps: l'espressione "piada da meditazione" mi ha fatto scompisciare dalle risate..6 troppo forte :_P

    RispondiElimina
  3. Wow Manu, le empapiadas sono troppo simpatiche e belle,un 'ideona complimenti!!
    Anche noi le abbiamo sempre fatte col metodo veloce, dovremo provare questa versione con riposo così lungo.... Di certo il risultato è fenomenale!!!

    RispondiElimina
  4. Bellissima idea quella di unire due tradizioni così diverse! Anche io come te ho una ricetta di famiglia per la piadina, che non prevede tempi lunghi o lieviti...ma come dici tu a MTC ci siamo per imparare e condividere prima di tutto e questa ricetta di Tiziana è una bella alternativa! Per lo strutto, se mai ci volessi provare, appena lo acquiati lo suddividi in contenitori e metti in freezer e tieni in frigo solo quello che pensi di utilizzare....e dura tantissimo se è un ottimo strutto, perchè è anche un conservante naturale ;) ...buona giornata Flavia

    RispondiElimina
  5. Bravissima...questa tua proposta è davvero stuzzicante, per il ripieno e la forma....è un'ottima alternativa anche per un pranzo fuori..ma bellissima sopratutto l'idea di unire due tradizioni così lontane....io ci stò ancora "meditando" su....
    A presto!!!

    RispondiElimina
  6. Empa-padas è proprio un nome tanto carino!!! Lo so che esistono tantissime versioni della piadina e sicuramente quasi tutte sono ottime, è come dici tu, le ricette tradizionali sono così, variano di casa in casa. Io ho voluto condividere con voi quella che a mio parere è la migliore che ho provato, lo so che il riposo di 48 ore può destabilizzare la cena last second ma ti garantisco che se ne prepari tante e le congeli puoi anche scaldarle passando direttamente dal freezer alla padella e saranno come appena fatte!!! Ma andiamo alla tua ricetta, semplicemente fantastica!!! La cucina argentina è senza dubbio ottima e le empanadas ne sono un grande simbolo. Farcire un crescione con questo ripieno è un'onore per la "mia" piada campagnola e provinciale!!! Adoro questo ripieno e i tuoi crescioni piccolini sono deliziosi!! grazie!!!

    RispondiElimina
  7. neppure io sono da "piada da meditazione" e infatti ho subito barato, facendo le piadine senza farle riposare. Ottimo risultato, me felice, etc etc. Poi, però, per la solita faccenda del diavolo che fa le pentole, ma non i coperchi, mi son trovata costretta a rifarle il giorno dopo- con l'impasto del giorno prima-e mi si è aperto un mondo: una pasta elasticissima, che si tirava senza difficoltà e che ha consentito una cottura perfetta, in pochissimi secondi. A quel punto, mi son convertita alla meditazione e ho aspettato le 48 ore canoniche- e non ti dico che ero in paradiso, ma quasi. Il che conferma ulteriormente la fondatezza delle tue riflessioni iniziali: ogni ricetta ha la sua storia e ben vengano le menti aperte come la tua, disposte a mettere da parte la strada vecchia per sondare la nuova. Uno degli scopi dell'mtc è proprio questo, il permettere confronti anche con quello che già si possiede e poi, da lì, di decidere il da farsi. Dove invece non ci sono alternative è sul ripieno di questa empa-padas che è assolutamente da urlo: anch'io avrei pensato alle empanadas, per una rielaborazione nella Pampas e questa tua ricetta è tanto fedele quanto straordinariamente appetitosa. Una grande idea, una grande interpretazione, un'ottima esecuzione- e un bel "bravissima!" non te lo toglie nessuno!

    RispondiElimina

Spero vi siate divertiti qui da me. La mia porta è sempre aperta a tutti quelli che vogliono condividere con me la passione per la cucina e i libri. In amicizia e serenità. Sarò felicissima se mi lascerete un commento, un'opinione, un consiglio ...anche solo un saluto! Fa davero piacere avere un segno del vostro passaggo qui.