Ovvero quando tutto si ostina ad andare storto.
Perché secondo la legge di Murphy, se qualcosa può andare storto
sicuramente lo farà.
Quando decidi di fare una cosa e per tutta una serie di
congiunture astrali e soprattutto terrene quella cosa non si riesce a fare. Almeno
non bene come si vorrebbe.
Allora non bisogna perdersi d’animo ma far scattare il piano B.
Se c’è, altrimenti bisogna inventarselo sul momento.
Questa è la storia di un piano A nato male già in partenza e di un
piano B che forse alla fine è anche meglio del piano A, di un dolce che doveva
essere una cosa e invece è diventato altro e di una foodblogger che si ostina a
chiamarsi tale ma che in realtà è solo una campionessa mondiale di cialtronate,
cintura nera di ricette modificate in corso d’opera, medaglia d’oro di pasticci
recuperati per miracolo.
Adesso vi racconto.
All’inizio di tutto c’era la Dacquoise.
La vedevo già, chiara e perfetta nella mia testolina
alluvionata.
Avvolta in quella luce bianca, morbida e sfumata delle
fotografie che si vedono nei blog seri.
Con la fetta precisa, tagliata con la spada laser di un maestro
Jedi, con tutti gli strati ben definiti. Messa leggermente in sbieco sull’alzatina
pastello, con la forchetta vintage perfettamente in bolla e il tovagliolino
stropicciato ad arte, non una pieghina in più non una di meno. In controluce un
filo di salsa fatto cadere da una brocca, magari tenuta da una piccola manina
paffutella. Roba da mettersi a leccare lo schermo.
Nella mia testa le foto che faccio sono tutte così, poi non so
cosa succeda nel passaggio tra pensiero e azione. Boh. Per cui toglietevi
subito quelle immagini dalla testa perché qui non le vedrete di certo.
Comunque dicevo, la Dacquoise.
Per chi non la conoscesse si tratta di un dolce formato da
strati di meringa morbida alle mandorle e crema al burro. Il nome deriva dalla
città di Dax, in Francia, dove pare sia stata inventata. Se è rettangolare si chiama anche Marjolane.
Adesso col termine Dacquoise si indica anche la cialda di
meringa di cui è composto, anche perché ha una consistenza particolare: è più
morbida rispetto alla meringa normale e quindi meno friabile. Alla meringa vengono
aggiunte mandorle in polvere o nocciole, recentemente si vedono versioni anche
con pistacchi, cocco disidratato, aromatizzate agli agrumi, al cacao o al
caffè. È abbastanza facile e veloce da fare, soprattutto da cuocere. Almeno in
teoria.
Basta avere la ricetta giusta e soprattutto seguirla senza
cercare abbreviazioni e scorciatoie come qualcuno che conosco.
Intanto la ricetta giusta non è mica così semplice da trovare. Io
ne ho almeno sei tutte diverse: un paio di Luca Montersino, una di Iginio Massari, un’altra
di Maurizio Santin più un altro paio prese da riviste varie. Tutte con porzioni
tra gli ingredienti diverse tra loro e procedimenti altrettanto diversi.
Io naturalmente ho scelto di seguire quella che mi sembrava più semplice e rapida, senza
troppe ciotole, spatole e termometri, e anche una delle poche che indicava gli
albumi a numero e non a peso, ma soprattutto non dava le grammature degli ingredienti
con due numeri dopo la virgola. D’accordo che la pasticceria è una scienza
esatta ma a tutto c’è un limite.
Così mi sono fatta ispirare da un dolce apparso su un vecchio
numero di Sale e Pepe: Dacquoise al pistacchio con yogurt e salsa al caramello.
Si ma non l’ho mica fatta precisa a quella, e figuriamoci se io
inizio a seguire una ricetta davvero. Innanzi tutto non avevo e non ho trovato
i pistacchi, quindi li ho sostituiti in parte con le mandorle e il resto con il
cocco disidratato, anche perché in una ricetta Montersino lo usa creando uno
dei suoi capolavori. (Lui, per me la storia è andata diversamente)
Inoltre ho diminuito un po’ le dosi e per farlo ho dovuto
ricalcolare tutti gli ingredienti, anche a fronte delle sostituzioni. Insomma mi
è venuto fuori tutt’altro.
E ho pure l’impressione che forse avrei dovuto anche modificare
le misure della teglia perché la cialda mi è venuta troppo sottile, sebbene sia
rimasta morbida. Comunque è vero che si fa presto a fare e non dà grossi
problemi in cottura, almeno quello.
Altro tasto dolente è stata la crema. Ho optato per una semplice
mousse allo yogurt che ho fato decine di volte, invece stavolta devo aver
calcolato male la quantità di gelatina, o forse sarà stata la marca diversa, o
non ho rispettato bene i tempi di raffreddamento o più semplicemente è solo
sfiga, fatto sta che la crema è rimasta troppo molle e in fase di assemblaggio
scappava da tutte le parti. Quindi addio dolce a strati con tutti gli strati
precisi e ordinati. Si è un po’ salvata con un passaggio in freezer.
Terzo mistero doloroso, già che siamo nel periodo, la salsa la
caramello: devo aver acquistato una partita di zucchero ignifugo, resistente al
calore, che all’inizio sembra sciogliersi ma poi si raggruma in un composto
sabbioso, appiccicoso e biancastro.
Ho provato con un po’ d’acqua, senza, a mescolare, a scuotere, a
lasciarlo li al suo destino. Niente. Alla fine dopo vari tentativi, vari
pentolini incrostati e altrettante imprecazioni più o meno colorite, ci sono riuscita
e ho fatto la tanto sospirata salsa mou che mi è rimasta più solida del
previsto.
Per la cronaca, non era la prima volta che facevo il caramello,
ho già fatto più volte il croccante, eppure stavolta c’era qualcosa di diverso.
La sfiga. What else.
Comunque il dolce è di una goduria indescrivibile anche se dall'aspetto sembra sia stato calpestato da un animale grosso e arrabbiato.
Questo era il piano A con tutte le complicanze.
Per il piano B si tratta semplicemente di utilizzare i
componenti del dolce in maniera diversa, sfruttandone i difetti. Ho preparato
delle semplici coppe di mousse allo yogurt con muesli croccante, scaglie di
cioccolato e salsa mou. Se non avessi già usato la cialda per la torta potevo
spezzettarla e metterla a strati con la crema e il cioccolato nella coppa.
Avrei potuto risparmiarvi tutta la via crucis e passare
direttamente al piano B spacciandovelo come piano A. Invece no. Siamo in
penitenza e quindi vi beccate entrambe le ricette.
Ma niente paura, seguite tranquillamente la ricetta perché a voi
verrà sicuramente meglio.
Tutto questo per Idea Menù
e nello specifico per il Menù di Pasqua.
Volevo un dolce facile, veloce, non troppo pesante, vista la sicura presenza di
uova di cioccolato, colombe, pastiere e quant'altro.
Ma soprattutto un dolce di effetto. Ah si, di sicuro questo fa effetto.
Antipasto di Linda: Torta pasqualina ai
carciofi
http://unafamigliaaifornelli.blogspot.com/2016/03/torta-pasqualina-ai-carciofi.html
http://unafamigliaaifornelli.blogspot.com/2016/03/torta-pasqualina-ai-carciofi.html
Primo di Carla: Tortelli di
coniglio ai carciofi
Secondo di Tania/Agnese: Ossobuco
di agnello in slow cooker
E qui c’è il dolce:
Dacquoise al cocco con
mousse allo yogurt e salsa al caramello (il piano A):
Per la
cialda al cocco e mandorle:
4
albumi (circa 160g),
100g
zucchero semolato,
60g
mandorle pelate,
50g
cocco rapè,
10g
amido di mais,
poche
gocce di succo di limone.
Tritate
finemente nel mixer le mandorle con 20g di zucchero, unite il cocco e frullate
ancora un minuto in modo da avere una farina fine (io il cocco non l’ho
frullato perché avevo il frullatore piccolo, ma mi è venuta lo stesso), unite l’amido.
Montate
gli albumi a neve ferma, con due o tre gocce di limone e lo zucchero rimasto,
unite pian piano il composto di mandorle e cocco, incorporandolo delicatamente
senza smontare gli albumi.
Stendete
il composto in una placca rettangolare di circa 26x34cm foderata con carta
forno (la mia era più larga e infatti la cialda è rimasta troppo sottile). Livellate
bene il composto con una spatola ad uno spessore di circa 2cm.
Infornate
a 180°C per circa 15 minuti, deve dorarsi leggermente.
Sfornate
e fate raffreddare, poi eliminate la carta delicatamente, attenzione che la
cialda può rompersi.
Per la mousse allo yogurt
e formaggio cremoso.
170g
yogurt greco bianco e compatto,
250g
formaggio cremoso spalmabile,
3
tuorli,
200ml
latte intero,
5
cucchiai rasi di zucchero,
200ml
panna da montare,
5g
gelatina in fogli (io ne ho usati solo 3g ma sono pochi)
scorza
di arancia grattugiata,
essenza
di vaniglia.
Sbattete
i tuorli con tre cucchiai di zucchero in un pentolino. Scaldate il latte con la
scorza di limone grattugiata senza farlo bollire, versatelo a filo sulle uova
mescolando.
Fate
cuocere a fuoco bassissimo per un paio di minuti sempre mescolando, finché la
salsa inizia ad addensarsi e velare il cucchiaio.
Fuori
dal fuoco unite la gelatina ammollata e strizzata e l’essenza di vaniglia.
Fate
raffreddare a temperatura ambiente, mescolando di tanto in tanto per evitare
che si indurisca troppo.
Lavorate
lo yogurt e il formaggio cremoso con lo zucchero rimanente. Incorporate la
crema fredda. Montate a neve la panna e incorporatela delicatamente al
composto.
Mettete
in frigo a raffreddare per almeno 2 ore.
Per la salsa
Mou.
250g
zucchero semolato,
100ml
panna fresca,
30g
burro possibilmente salato (la rende più saporita, se non l’avete usate burro
normale e un pizzico di sale fino).
Mettete
lo zucchero in un pentolino dal fondo pesante, unite un cucchiaio di acqua e
fate scaldare, mescolate velocemente pe alcuni istanti, poi lasciate che lo
zucchero finisca di sciogliersi e lasciatelo cuocere a fuoco moderato finché diventa
di un bel color biondo scuro.
Scaldate
la panna con il burro e versateli nello zucchero in una volta sola. Fate attenzione
perché lo zucchero inizia a bollire e sfrigolare e potrebbe schizzare, è molto
ustionante.
Mescolate
il composto in modo da ottenere una salsa fluida e omogenea.
Tenetela
al caldo.
Se
si raffredda tende a solidificarsi un pochino, comunque si conserva bene in un
vasetto di vetro a chiusura ermetica.
Per completare: cioccolato fondente
grattugiato grossolanamente.
Assemblaggio
del dolce.
Dividete
la cialda in tre strisce uguali di circa 26x11, pareggiando un po’ i bordi.
Mettete
una cialda su un vassoio di portata, copritela con uno strato di crema e
cospargete con cioccolato fondente tritato.
Coprite
con un seconda cialda e un altro strato di crema e cioccolato a scaglie,
ultimate con la cialda e guarnite con i coccolato.
Mettete
in frigo almeno due ore. Servite con una generosa colata di salsa Mou fatta
scendere con una frusta da pasticcere in modo che formi dei fili sottili.
Potete
tagliare la cialda con un coppa pasta e fare delle piccole tortine monoporzione
direttamente nei piattini di servizio ma la crema deve essere ben fredda e piuttosto
compatta.
Al
posto del cioccolato, se la stagione lo permette, vanno altrettanto bene
fragole e frutti di bosco o una dadolata di frutta fresca mista al naturale o condita con pochissimo zucchero
e limone.
Il piano B: coppetta con
mousse yogurt, cioccolato e muesli.
Mousse
allo yogurt e formaggio cremoso,
cioccolato
fondente a scaglie,
muesli
o cereali soffiati,
cocco
rapè,
salsa
mou.
Mescolate
qualche cucchiaiata di muesli, con del cocco rapè e le scaglie di cioccolato
fondente nella proporzione che desiderate. Distribuitele sul fondo di bicchieri
o coppette di vetro, riempite con la mousse e mettete in frigo a raffreddare
bene per almeno un’ora.
Completate
con la salsa mou.
Anche
in questo caso si può sostituire il coccolato e il cocco con della frutta
fresca a dadini.
Il
muesli e i cereali soffiati si possono sostituire con briciole di biscotti o di
meringhe.
Oppure
si possono fare strati di crema e cialda dacquoise, finite sempre con la salsa
mou.
Ah Manu, leggerti fa passare tutte le malinconie! E non preoccuparti che le cose che racconti capitano a tutti, ma gli altri non le raccontano!!!! L'ultima volta che dovevo portare un dolce in casa di persone ho confezionato una schifezza a vedersi, a mangiarsi era buono, ma la vista era catastrofica. Ce lo siamo mangiato lo stesso, per la cronaca. Comunque anche qui si mangia tutto: lato A e lato B. Buonissima Pasqua, a presto
RispondiEliminaahahah..passare da te è sempre terapeutico..sto ridendo da sola davanti allo schermo :-P Sei una potenza, una bomba di ironia :-)
RispondiEliminaCmq direi che l'aspetto è davvero golosissimo in entrambe le versioni..e cmq quella legge di Murphy andrebbe bannata dalla faccia della terra!!!
Sto raccogliendo le lacrime perché ho riso così tanto che il pavimento e' allagato
RispondiEliminaGià che sei foca come me nel fare i dolci -ormai è certificato- verresti ad aiutarmi col parquet?
Ciao Manuela!
RispondiElimina"una foodblogger che si ostina a chiamarsi tale ma che in realtà è solo una campionessa mondiale di cialtronate, cintura nera di ricette modificate in corso d’opera, medaglia d’oro di pasticci recuperati per miracolo", mi hai fatto morire!!
Comunque, so che può essere noioso pesare ogni singolo grammo di un ingrediente, ma credimi che è quello che fa la differenza. Le ricette dei pasticceri veri sono bilanciate perfettamente seguendo delle proporzioni, se le si cambia di anche solo un 1% è la fine. Quindi, ti consiglio davvero di seguire alla lettera dosi e procedimento delle ricette dei grandi pasticceri e vedrai che non dovrai fare nessun salto mortale e il risultato sarà sempre spettacolare!
La dacquoise, la adoro. Io seguo solo una ricetta, la ricetta che ho fatto ad Alma, perfetta. Alla scuola ce l'hanno fatta dressare in cerchi concentrici con il sac à poche ed è una bella soluzione per essere sicuri di avere sempre la stessa altezza in ogni punto (certo c'è l'ostacolo sac à poche!).
Ad ogni modo, l'importante è che sia venuto buono! La prossima volta sono certa che farai meno peripezie! Le prime volte sono sempre un'incognita!
Agnese
beh posso confessarti che io mangerei senza problemi sia il piano A che il B?! Mi ispira tantissimo, deve essere una super golosità!
RispondiElimina