Io adoro leggere. Qualsiasi cosa. Lo avrete già capito.
Adoro le librerie. L’odore di carta nuova e inchiostro. Tutte quelle copertine invitanti e piene di promesse. Ci starei interi pomeriggi. A girare per gli scaffali. Curiosare le ultime uscite, ma anche i libri nascosti negli angolini fuori mano. Li si trova sempre qualcosa di interessante.
Ne adocchio uno, lo prendo e leggo subito la trama sul retro copertina. Se mi interessa lo sfoglio, leggo qualche frase qua le la, tasto la carta, lo annuso anche.
A volte lo poso, faccio il giro completo del negozio e poi ritorno. Allora di solito lo acquisto.
Io non scelgo un libro è lui che sceglie me.
Il fatto è
che non mi limito a esplorare solo il reparto della narrativa, dei romanzi
gialli o dei manuali di cucina … nossignori io giro ovunque, curioso anche tra
i saggi di filologia romanza, per dire. Caso mai mi sfuggisse qualcosa.
Questo fa indispettire
tantissimo chi è con me, a meno che condivida la mia passione. Tipo uno a caso:
mio marito. Diciamo che lui non ama molto la lettura.Solo Giorgio Faletti, che Dio l’abbia in gloria, è riuscito a fargli leggere qualche romanzo per intero. E i suoi non sono nemmeno tanto brevi.
Fortunatamente
mio figlio in questo ha preso da me. O sfortunatamente per papino, che si trova
in minoranza e rimane a ciondolare in giro per la gli scaffali con fare
rassegnato, mentre noi siamo preda del sacro fuoco della ricerca: non lo consideriamo
più finchè non riemergiamo soddisfatti con in mano il nostro Sacro Graal di
turno.
Ultimamente
se ne va per conto suo, credo si vada a rifugiare da Brico, e ritorna dopo un
ora, giusto per vedere se siamo ancora vivi.Forse un po’ ha anche ragione. Un filo esasperanti lo siamo.
Adoro anche
le biblioteche. Fare la bibliotecaria sarebbe il mio lavoro ideale.
Solo che poi
mi arrabbierei tantissimo con quelli che trattano male i libri, li prendono e
poi li rimettono nel posto sbagliato, ma soprattutto con chi non li
restituisce.Io non sopporto questi individui.
Anche perché
sono gelosissima dei miei libri. Prestare un libro mi sconvolge tantissimo. Mi
destabilizza. Perché poi non riesco mai a dire di no, nell’entusiasmo di condividere
con qualcuno il piacere della lettura. Ma mi pento subito dopo. Appena la “mia
creatura” esce da casa.
Il fatto è
che nella maggior parte dei casi si rischia davvero di non rivederli più o te
li ritrovi conciati neanche fossero stati masticati da un cane.Quando io chiedo un libro in prestito lo leggo subito e lo restituisco il prima possibile, cercando di fare attenzione a non rovinarlo.
Invece c’è gente che chiede un libro e poi lo tiene li, in giro per casa. Forse pensa che si legga per osmosi. Poi se va bene se ne dimentica e lo restituisce dopo mesi. Ma dopo averglielo chiesto tre o quattro volte. Qualcuno ti guarda anche stranito “ ma che fretta c’è, tanto lo hai già letto!!” . Si, ma è mio, mi manca e lo rivoglio.
Per non
parlare di quelli che te lo restituiscono rovinato, sgualcito, sporco e con le
orecchie o con appunti scritti a margine. Dolore immenso.
Ma i
peggiori di tutti sono quelli che li riprestano
a terzi: “ posso darlo un attimo alla mia collega che vorrebbe tanto leggerlo!”
Che se lo compri, come ho fatto io.Invece non vuoi passare per quella micragnosa e accetti seppur a denti stretti, sapendo che si tratta di un addio definitivo. Perché il libro scompare in questi passaggi di mano. Nessuno si ricorda più di averlo avuto in prestito e da chi. Solo io mi ricordo benissimo e soffro.
Uno dei miei libri preferiti se n’è andato così. Per sempre.
Si tratta di
“HOTEL BONCARDO” di Bruno Paolo Astori.
È un romanzo
giallo, scritto benissimo, molto avvincente e ben congeniato dall’inizio alla
fine. È ambientato principalmente a Finale Ligure, infatti l’Hotel del titolo è un albergo molto conosciuto di Finale; ma la storia si dipana anche tra Savona e Albenga. Praticamente i miei luoghi di origine. Come posso non amarlo. Poi è davvero una bella storia.
L’autore,
purtroppo deceduto prematuramente nel 2013, era conosciuto nell’ambiente
artistico per essere stato organizzatore di eventi e manifestazioni teatrali da
Bordighera a Genova; tra le quali vorrei ricordare il festival “Voci nell’ombra”
dedicato al doppiaggio tenutesi a Finale
Ligure per molti anni. Il festival aveva una rilevanza nazionale, tanto che ha
visto tra i premiati nel corso delle edizioni voci del calibro di Massimo Lopez
e Francesco Pannofino, solo per citare i primi due che mi vengono in mente.
Insomma questo
libro non c’è più: l’ho prestato a qualcuno che non si ricorda più di averlo
avuto, probabilmente l’ho ha dato a sua volta senza per altro nemmeno averlo
letto e puff … sparito! Per il momento non riesco nemmeno a ricomprarlo, perché si
tratta di una edizione limitata di una piccola casa editrice indipendente, che
fa capo a una libreria di Finale Ligure.
Ma mi hanno assicurato
che è in corso la ristampa e io attendo fiduciosa. Intanto ogni volta che passo
da li faccio capolino giusto per ricordarlo … speriamo che non mi denuncino per
stalking.
Comunque è deciso da ora in avanti non presto più libri
… vabbè solo alle amiche fidate … ma faccio compilare una scheda promemoria col
sangue!
Intanto veniamo
alla ricetta. Dato che ho letto questo romanzo da tempo e che non posso averlo
sottomano (ah che dolore!) non so se ci siano riferimenti precisi a qualche
piatto particolare. Per cui mi limito a proporre qualcosa della mia regione in
generale.
La Liguria è
una regione di mare, ma in realtà la sua cucina ha anche molti ingredienti di
terra come verdure, formaggi, cacciagione e funghi.Visto che mi hanno regalato qualche porcino, ho pensato di farne un sughetto “alla Ligure”. Cioè al verde, senza pomodoro. E condirci i tagliolini liguri, quelli senza uova. Che si sposano anche col pesce.
TAGLIOLINI
SENZA UOVA CON SUGO DI FUNGHI.
Per 3-4
persone:
200g farina
00, più un po’ per la lavorazione,150g semola fine,
½ bicchiere di vino bianco secco (io Lumassina del Finale),
acqua q.b.
sale fino un pizzico.
3-4 funghi
porcini grandi,
1 spicchio d’aglio,4-5 rametti di prezzemolo,
2 rametti di timo fresco o santoreggia,
olio extra vergine d’oliva,
vino bianco secco,
sale.
Pulite i
funghi delicatamente ma molto bene. Eliminate la terra, le parti dure e mangiucchiate dagli insetti.
Non si dovrebbero lavare sotto l’acqua del rubinetto perché essendo spugnosi ne
assorbirebbero troppa. Ma se vengono fatti cuocere subito una sciacquatina
veloce si può dare, poi si asciugano in cottura. Non è vero che perdono il
sapore. Senz’altro ci guadagnano in pulizia. A volte ci si crea delle fisime
per niente.
Tagliate i
funghi, compresi i gambi, a dadini di 1cm. Scaldate due cucchiai di olio in una
padella (abbastanza grande da contenere anche i tagliolini) e fate rosolare a
fuoco dolce lo spicchio d’aglio spellato. Unite i funghi e farli cuocere a
fuoco vivo per 5 minuti, unire un rametto di timo, spruzzate con poco vino bianco e fate
evaporare. I funghi devono essere cotti ma non mollicci. Aggiustate di sale e
unire il prezzemolo tritato e qualche fogliolina di timo fresco. Eliminate l’aglio e il rametto di timo.
Impastate le
farine con il sale fino, il vino bianco aggiungendo acqua tiepida quanto basta
per ottenere un impasto morbido e omogeneo. Qualcuno unisce anche un cucchiaio
di olio d’oliva.
Tirate la
sfoglia con l’apposita macchinetta. Non deve essere troppo sottile. Ricavate dei
tagliolini lunghi circa 25-30cm. Devono avere più o meno una sezione quadrata.Lessateli in abbondante acqua salata per circa 5 minuti. Scolateli al dente e fateli saltare nella padella dei funghi con poca acqua di cottura. In questo modo l'amido lega bene la pasta.
Completate con un filo d’olio a crudo e, se piace, ancora prezzemolo tritato e timo.
La semola rende la pasta gialla senza l'uso di uova e ruvida così assorbe meglio il sugo.
Anch'io amo leggere ma non mi attacco morbosamente al libro..anzi spesso una volta letti li regalo o se posso li prendo già usati così...x il prestito la penso esattamente come te. Bisogna rispettare chi ti ha gentilmente concesso una sua cosa ed averne cura, nonché riconsegnarla in tempi celeri..non sai quante cose penso di avere sparse x il mondo :-P
RispondiEliminaMa torniamo alla cucina, il tuo piatto è troppo goloso..mi hai fatto venire l'acquolina anche a quest'ora :-P
che buoni i funghi, a me piacciono tanto!come stai? tutto bene?un bacione:)
RispondiEliminaSiamo uguali, prestare un libro è togliermi minimo un anno di vita, quindi trovo scuse incredibili per non prestarli, arrivo persino a regalarlo (magari in edizione economica) pur di non separarmi dalla creatura! Anche perché effettivamente, non tornano e se tornano sono irriconoscibili..... Capita però che a me li prestino, perché li tratto benissimo, li curo come neonati prematuri e li restituisco a breve. Per fortuna! Il piatto ligure è super, complimenti. Ora vado a leggere l'altro post ;)
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