mercoledì 4 dicembre 2013

DOVE FATE LA CENA DEGLI AUGURI?

Non il cenone della Vigilia, ben inteso. Nemmeno il pranzo del 25.
Quelli di solito si fanno in casa, con la famiglia riunita. Con zii, cugini, nipoti, nonni.
Magari una volta a casa di uno e l’altra a quella dell’altro.
 
Io parlavo della cena con gli amici o i colleghi, quelli più simpatici è ovvio.
La cena che di solito si svolge qualche giorno prima del Natale vero e proprio, quando ci si scambia gli auguri e magari qualche piccolo dono.
Molto spesso ci si ritrova al ristorante perché tutti in casa è improponibile.
 
 
Io quest’anno la passerò da Ezzelino, il ristorante dell’Hotel Miramonti di Frabosa Soprana, Cuneo.
 
 
Miramonti, family hotel in Piemonte
 
 
 
Il 20 Dicembre ci sarà una serata degustazione dello Champagne DELAMOTTE, con un menù pensato per l’occasione.
Se siete in zona non perdete questo appuntamento.
 
Io come al solito sarò munita di macchina fotografica per poi raccontarvi tutto nei minimi particolari. Chissà se anche stavolta riuscirò a imbucarmi in cucina alle calcagna degli chef Antonio Ietto e Giovanna Tesio.
Magari ruberò qualche segreto … se non mi cacciano prima a pedate!
 
Intanto vi mostro la locandina della serata, tanto per rifarvi gli occhi.
 
 
 
 
 
 
 

lunedì 2 dicembre 2013

FLAMENQUINES….OLÈ!

Oggi vi porto con me in Spagna, più precisamente in Andalusia, per la tappa dell’Abbecedario Culinario Europeo che è ospitata da Francy di Burro e Zucchero fino all’8 Dicembre.

La ricetta che vi propongo infatti, i FLAMENQUINES, è tipica della città di Córdoba, anche se pare che le sue origini debbano risalire al piccolo paese di Andújar nell’osteria di Don Manuel Gavilán Mena.

Il nome viene attribuito al colore dorato del piatto che ricorda i colori dei fiamminghi, giunti in Spagna con Carlo V o più probabilmente deriva dalla parola flamenquìn che significa appunto lungo.

Si tratta di piccoli involtini di carne di maiale, farciti di solito con prosciutto crdo e formaggio, impanati e fritti. Possono essere serviti come secondo piatto con contorno di patatine e salsine varie. Ma se fatti più piccini possono diventare anche un antipastino o un piattino da aperitivo, una delle famosissime TAPAS insomma.

Anche per questa ricetta, come del resto per tutti i piatti popolari, si trovano delle varianti: c’è chi li prepara con il pollo, chi con solo prosciutto cotto e formaggio, chi fa marinare la carne nel vino bianco o nel limone.
Io vi do la ricetta più comune, quella che ho trovato in questo sito di cultura e cucina spagnola  Ricetta Spagnola , da dove ho carpito tutte queste informazioni. Ma è un sito tutto da curiosare.
Intanto gustiamoci questi flamenquines finchè sono belli caldi e croccanti.

 

 
 
 
 
 

FLAMENQUINES.

Ingredienti:
10 fettine sottili di lonza di maiale (lomo de cerdo),
prosciutto crudo (jamon serrano),
fontina (o altro formaggio simile, tipo Edam, Emmental ecc.),
1 uovo,
farina,
pangrattato,
olio di semi per friggere.

Battete le fettine di lonza tra due fogli di carta forno per non romperle, se potete fatele tagliare sottili con l’affettatrice tipo il carpaccio.
Coprite ogni fettina con una fetta di prosciutto crudo e un bastoncino o due di formaggio.
Piegate all’interno leggermente i due lati corti per non fare uscire il formaggio in cottura. Arrotolate  ben stretti gli involtini da un lato lungo.
Devono diventare dei salamini stretti e lunghi, tipo wurstel.
Infarinateli, passateli nell’uovo sbattuto e infine nel pangrattato.
Friggeteli in abbondante olio caldo finchè sono ben dorati e croccanti.
Sgocciolateli sulla carta assorbente e serviteli ancora caldi. Potete anche omettere il sale visto che il ripieno è molto saporito e il pane contiene già il sale. 









venerdì 29 novembre 2013

CENA A BIKINI BOTTOM

Sponge Bob: chi non lo conosce?
Chi ha figli tra i 6 e i 13 anni sicuramente si.

È quella spugna marina gialla e quadrata con un quoziente di intelligenza pari a un organismo monocellulare. Fastidioso e petulante come un herpes. Irritante come l’orticaria.
Vive ovviamente in fondo al mare in una improbabile cittadina di nome Bikini Bottom  (… vi prego di sorvolare) con altrettanto strani abitanti.

Eppure piace tanto ai bambini. E anche a qualche adulto in realtà.

Ma io non faccio testo perché da piccola guardavo gli Snorky, praticamente una sottomarca marinara dei Puffi.
E tutti quei cartoni giapponesi di argomento sportivo assurdi come solo loro possono essere: qualcuno si ricorda le catene ai polsi di Mimi Ayuara quando si allenava a pallavolo?
E la “catapulta infernale dei gemelli Derrik  (serie Holly e Benji) che stavano sospesi in aria puntate intere, con il campo talmente lungo che si vedeva la curvatura terrestre!
Ma potrei continuare all’infinito.

Per cui mi rassegno a Sponge Bob.
 

 

Non so se sapete che la nostra simpatica spugna ogni tanto lavora anche: prepara hamburger, i Krubby Patty,  in un Fast Food. Non solo, questi hamburger hanno una ricetta segretissima, custodita gelosamente da un granchio avido di soldi.

Potevo io resistere alla tentazione di preparare una cena a base di Krubby Patty.
La ricetta segreta non l’ho trovata, lo confesso. Ma il mio cervellino ha iniziato a lavorare.

Krubby … crub … in inglese significa granchio … ma certo le polpette di granchio texane … ho giusto la ricetta sul libro di Laurel Evans.
Solo che c’è un PICCOLO problema: non ho trovato granchi o polpa di granchio in scatola o surgelata.
Però non mi sono certo scoraggiata, del resto anni di cartoni animati giapponesi mi avevano abituata al peggio.

Quindi ho sostituito il raro granchio con i più comuni gamberetti e la rana pescatrice, che si dice abbia un gusto che ricorda il granchio o l’aragosta. Non so se sia vera sta cosa, personalmente non l’ho mai notato, ma l’ho presa per buona, in fondo non pasteggio spesso ad aragosta io.
Insomma alla fine ho fatto di testa mia.

Per i panini, non potevo certo usare quelli del supermercato, anche se buonissimi.
Volevo fare proprio le cose per benino.
Tutto homemade. Anche i burgers buns.
Sono o non sono una foodblogger? (ah ah ah qui mi scappa da ridere!)

Ma come al solito mi sono persa per strada e ho finito per fare dei soffici panini alle patate. Una sorta di pan focaccia mascherato da burgers buns.
Infatti con questo impasto si può fare anche una splendida focaccia.
Il risultato è stato più che soddisfacente.

Non saranno stati i veri Krabby Patty … ma solo perché non ho trovato il latte di medusa!
Oops ho svelato l’ingrediente segreto! Bandita da Bikini Bottom per sempre!

 





 

KRABBY PATTY: HAMBURGER DI PESCE.

Per i panini-focaccette alle patate:
160g patate lessate e spelate,
200g farina 00,
150g semola,
1 bustina di lievito di birra disidratato,
200ml acqua,
1 cucchiaino di zucchero,
1 cucchiaino di sale fino,
olio extra vergine d’oliva,
semi di sesamo.

In una ciotola mischiate il lievito con 80g di farina e lo zucchero, sciogliete tutto con l’acqua tiepida, formate una pastella e fatela lievitare per una mezz’oretta coperta con un telo. Deve formare delle bollicine in superficie.

Schiacciare le patate ancora calde. Mettetele al centro della farina rimasta mischiata con il sale. Unite la pastella lievitata e impastate finchè otterrete un impasto omogeneo e non appiccicoso. Eventualmente unite ancora altra farina.
Lavorate la pasta per 10 minuti, poi mettetela a lievitare in una ciotola capiente leggermente infarinata, coperta con della pellicola.
Fatela lievitare per 2 ore circa, deve raddoppiare di volume.

Formate velocemente i panini rotondi, ne verranno circa 6-7. Appiattiteli leggermente con le mani e disponeteli un po’ distanziati sulla placca coperta di carta forno.
Lasciateli lievitare per un’ora circa.
Spennellateli con una miscela di acqua tiepida e olio d’oliva e cospargeteli di semi di sesamo.
Infornate a 230° per 10 minuti, poi abbassate il forno a 180° e continuate la cottura per altri 15 minuti. A metà cottura spruzzateli con un po’ d’acqua per mantenere la crosta morbida.
Se li volete belli dorati accendete il grill per un paio di minuti.
Toglieteli dal forno e fateli intiepidire coperti con un telo pulito.

Con questo impasto potete fare anche una focaccia: stendete l’impasto nella placca del forno foderata con carta forno, fatela lievitare per un’ora, spennellatela con acqua e olio, fate i buchini con le dita e spolverate con sale grosso.
Infornate a 230° per circa 30 minuti.

Oppure potete preparare dei piccoli focaccini da aperitivo: ricavate dall’impasto tante palline come una noce, allungatele e appiatti tele leggermente, disponetele su dei vassoi appena infarinati e fatele lievitare coperte con un telo per un’ora.
Friggeteli pochi per volta in abbondante olio bollente. Fateli sgocciolare su carta assorbente, salateli leggermente e serviteli caldi.
Potete aromatizzare l’impasto con della cipolla tritata o erbe aromatiche tritate.

 

Hamburger di pesce.
Ingredienti per circa 6-7 hamburger:
300g polpa di pescatrice,
300g gamberetti,
1 scalogno,
1 uovo,
40g di mollica di pane raffermo (circa due fette),
1 cucchiaio di erbe aromatiche tritate (prezzemolo, salvia, origano, maggiorana),
1 cucchiaino di senape dolce,
1 cucchiaino di concentrato di pomodoro (o ketchup),
1 pizzico di peperoncino in polvere,
olio extra vergine d’oliva,
vino bianco secco.

Sbollentate i gamberetti in acqua bollente per un minuto, sgocciolateli e fateli raffreddare.
Cercate di eliminare anche il budellino nero.
Metteteli nel frullatore con il pesce a pezzetti, l’uovo, lo scalogno tritato, il pane sbriciolato, le erbe aromatiche, le salsine e il peperoncino. Frullate bene finchè otterrete un composto ben amalgamato.
Se fosse troppo molle unite ancora del pangrattato. Formate gli hamburger, possibilmente tutti uguali. (Io mi sono comprata un bellissimo stampino per Hamburger che  dovrebbe anche lasciare l'impronta di un'orsetto...dovrebbe!). 
Fateli rosolare in una padella con due cucchiai d’olio d’oliva tre minuti per lato.
Bagnate con due o tre cucchiai di vino bianco e fate asciugare.

 
NOTA BENE: se volete potete sostituire tranquillamente la pescatrice con altro pesce, per esempio filetti di Nasello o Merluzzo. Il procedimento non cambia.

 
Per la “salsa rosa”:
3 cucchiai di maionese possibilmente fatta in casa,
2 cucchiai di salsa rubra (o ketchup con un pizzico di peperoncino).
Mescolare bene.

Per completare:
radicchio rosso tagliato a julienne,
1 finocchio affettato finemente,
glassa all’aceto balsamico.

Farcite i panini ancora tiepidi con un velo di salsa, l’hamburger, il finocchio e il radicchio conditi con poche gocce di glassa al balsamico (facoltativa) e ancora altra salsa.
Chiudete e buon appetito!








IDEA APERITIVO:
Con l’impasto potete fare tante palline, passatele nel pangrattato e friggetele in olio profondo. Oppure fatele dorare in forno a 200° per 10 minuti. Servitele come antipasto o aperitivo insieme ai focaccini o alla focaccia calda a quadratini.

 


 
 
 
 
 
 
 
 

mercoledì 27 novembre 2013

ANCORA CASTAGNE.

Dopo il post di ieri "lievemente" all'insegna dell'esaltazione (no, ero proprio gasata!), mi sono rimessa in careggiata, ho indossato il mio grembiulino e ripreso a cucinare. Confusionaria e pasticciona come al solito. E sempre di fretta. Il pellegrinaggio nella cucina di un grande chef ha dato scarsi risultati ... per ora.

Ancora una ricetta per la sfida di novembre dell’MTChallenge.
L’avevo detto che adoro le castagne e che sono molto versatili, tanto da accompagnare un intero menù. Io ho iniziato dal dessert e sono saltata alla merenda.

Però c’è una ricetta che mi è rimasta sul gozzo (e fra l'altro mi aveva portato già bene!)
Appena ho sentito il tema della sfida mi è venuta subito in mente.
Solo che l’avevo postata un paio di settimane fa e quindi non poteva proprio essere ammessa in gara. Che peccato però!

Ma Serena e le altre giudici mi hanno suggerito di presentare una variante. Magari cambiando il condimento.
Ci ho pensato su. Da una parte non volevo rifare una ricetta seppur modificata, dall’altra le possibili varianti mi hanno iniziato a affollare il cervello.

Così mi sono decisa.
Ho rifatto gli gnocchi di castagne.
Ma questa volta ho usato le castagne secche. Perché quelle fresche le avevo già utilizzate tutte e non ne ho più trovate altre. Con quelle secche il gusto è un po’ più deciso.

Ad essere sincera all’inizio avevo pensato di cambiare ulteriormente la ricetta preparando degli spätzle alla farina di castagne: l’ho mescolata alla farina di grano saraceno per aver un gusto più rustico e cercare di fare qualcosa senza glutine ma … mi è venuto fuori uno schifo pazzesco!! Non mi si è rappresa la pastella ed è diventata una polentina informe, anche il gusto lasciava a desiderare. Così sono tornata su binari più sicuri.
Ma non demordo, credo di aver capito in cosa ho sbagliato e se ho ragione può darsi che la prossima sia la volta buona. Ormai non faccio più in tempo per il contest, ma ci riprovo di sicuro.

Per quanto riguarda il condimento, non potevo usare di nuovo la fonduta di porri, anche se trovo sia perfetta per questi gnocchi. Avevo pensato alla gorgonzola con il radicchio e le noci, ma mi sembrava un po’ classico come condimento.

Certo che i porri …!!!

Qui mi sono giocata il Jolly: quel sant’uomo del mio macellaio ha preparato la salsiccia ai porri! Praticamente mette i porri nell’impasto della salsiccia, che assume un colore leggermente verdognolo , ma il sapore è fenomenale. Però la fa raramente. Quando ha l’ispirazione.
Neanche mi avesse letto nel pensiero! Mia! Subito!

Insieme alla salsiccia ci stavano bene delle cime di rapa, o il cavolo nero, ma il mio verduriere non è stato altrettanto telepatico … così ho optato per i broccoli! Ma non ci stanno affatto male!

Ho completato con un formaggio tipico della mia zona: la Raschera d’alpeggio.
Ma si può sostituire anche con una Toma o della Fontina. Magari non troppo stagionate. Così il loro gusto non prevarica sul resto.

 


 

GNOCCHI DI CASTAGNE CON BROCCOLI, SALSICCIA DI PORRI E RASCHERA.

Ingredienti per gli gnocchi:
300g castagne lessate e sbucciate,
300g patate lessate e pelate,
100g farina integrale,
180g farina00,
1 cucchiaio farina di castagne,
1 uovo.

Per il condimento:
300g salsiccia ai porri (o normale),
birra chiara o vino bianco secco,
1 broccolo calabrese,
80g Raschera d’alpeggio non troppo stagionato.

Passate castagne e patate allo schiacciapatate ancora calde. Fatele intiepidire poi impastatele con l’uovo e le farine. Dovete ottenere un impasto omogeneo ma piuttosto morbido.
Ho usato anche la farina integrale e quella di castagne perché volevo un colore più deciso e una consistenza più ruvida, ma voi potete usare tutta farina bianca.
Con la pasta fate dei rotolini piuttosto sottili e tagliateli a pezzetti regolari, rigateli con l’apposito riga-gnocchi o con una forchetta. Metteteli larghi su vassoi infarinati.
Con questa dose vengono circa 6 porzioni di gnocchi.
Se non li usate tutti, come me, metteteli nel congelatore sui vassoi. Una volta induriti metteteli in un sacchetto di plastica. Durano circa 3 mesi.




Lavate il broccolo e tagliatelo a ciuffetti.  Cuoceteli in abbondante acqua lievemente salata. Scolateli con una schiumarola ancora al dente. La loro acqua di cottura servirà per cuocervi gli gnocchi.

Intanto fate rosolare la salsiccia sbriciolata in una larga padella, sfumatela con 3-4 cucchiai di birra o vino bianco. Unite i broccoletti, due cucchiai di acqua di cottura e fate insaporire 2 minuti.

Lessate gli gnocchi e scolateli man mano che vengono a galla. Uniteli al condimento e fate saltare qualche secondo. Completate con il formaggio a dadini. Il formaggio deve ammorbidirsi ma non fondere del tutto.

Io avevo un formaggio più stagionato che fonde meno ma è molto saporito. Sinceramente penso che ci sarebbe stata meglio una Raschera più giovane.

Non serve aggiungere sale perché gli ingredienti sono già sapidi, nemmeno olio o burro perché è sufficiente il grasso della salsiccia.

 

 

Se non avete le castagne, nemmeno secche, potete usare la farina di castagne con questa ricetta:
600g patate lessate e pelate,
200g farina 00 ( o mista a farina integrale),
100g farina di castagne,
1 uovo.

Il procedimento è esattamente identico. Il gusto assomiglia molto a quello dei gnocchi fatti con le castagne secche. Un po’ più delicato.
 
 
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martedì 26 novembre 2013

UNO SPLENDIDO WEEKEND.

È iniziata un’altra settimana. Ho ripreso la solita routine.
Questa volta è stata più dura del solito.
Perché il week end che ho appena trascorso è stato proprio speciale.

È cominciato benissimo già da venerdì pomeriggio: ho preso un caffè con tante chiacchiere con due nuove amiche. Carla e Rita.
Una di sicuro la conoscerete anche voi è la vulcanica e mai ferma Carla Emilia di “Un’arbanella di basilico.  È venuta a trovarmi con una sua amica, Rita, che adesso è anche mia, spero.
Ci siamo viste al centro commerciale di Mondovì, per un caffè e uno sguardo alle vetrine.
Sorvolerei sul fatto che ci siamo fiondate subito nei negozi di casalinghi curiosando in ogni dove, non ci è sfuggito nemmeno il più piccolo utensile.
È stato bello incontrare di persona qualcuno che si conosceva solo virtualmente e scoprire che le impressioni erano azzeccate. Anzi, devo proprio dire che mi è subito sembrato di conoscerla da sempre. Spero solo di riuscire a ripetere l’incontro al più presto.

Sabato invece sono andata a Quattordio, in provincia di Alessandria, ospite dello splendido Relais Rocca Civalieri, dove ho passato un fantastico fine settimana con mio marito.
Il posto è davvero bellissimo, un antico casale del 1300 interamente restaurato mantenendo però intatto lo stile e lo charme.
Un ringraziamento va a tutto lo staff per la professionalità, la gentilezza e la simpatia.
Sabato ci siamo potuti godere il centro benessere e una splendida cena (di cui non ho fatto fotografie perché la luce non era ottimale, ma fidatevi se vi dico che è stata spettacolare.)

Domenica invece ho partecipato all’evento che ha concluso il contest di Lucia di “… ti cucino così …” (Le verdure di stagione).
Io e le altre vincitrici siamo state invitate ad assistere al cooking show di Lucia e dello Chef Andrea Ribaldone che è stato anche il giudice del contest.

Conoscere Lucia è stata un’altra bella sorpresa: è una ragazza molto carina e gentile, ma soprattutto alla mano, non fa per niente pesare la sua esperienza e preparazione come food blogger. E ne avrebbe pure ragione. Brava Lucia, continua così.

Inutile quasi parlare della soddisfazione che ho avuto nel vedere all’opera, nella sua cucina, lo chef Ribaldone. Pur conoscendolo e apprezzandolo nelle sue apparizioni in tv, a La prova del cuoco, mi sono sentita un po’ in agitazione all’idea di conoscerlo di persona.
Anche perché potevo restare delusa.
Magari uno in tv sembra simpaticissimo e poi di persona …!

Invece ho avuto di fronte una persona cordiale e alla mano, nonostante il suo grande successo in giro per il mondo. Un tipo veramente simpatico e con una bella parlantina.

Davanti ai nostri occhi ci ha preparato due piatti sublimi, in poco tempo, con maestria e rapidità, senza smettere un attimo di raccontare e spiegare tutto nei minimi dettagli. Regalandoci anche molti preziosi consigli.

Per esempio che noi blogger dovremmo essere più attenti alla qualità degli ingredienti, alla loro provenienza. Insomma fare un lavoro più di ricerca dietro alle nostre ricette.

Di sicuro non potrò mai avere un livello di ricercatezza come quello che raggiunge uno chef nell’alta ristorazione. Non posso certo andare a cercare il latte di fava di tonka per il dessert,  il lomo iberico o il tartufo bianco, come fa lui. Lui è uno chef in un grande ristorante ed è il suo lavoro.

Io continuerò a parlare di una cucina del quotidiano, quella di una famiglia che si ritrova a tavola ogni giorno e che deve badare anche al bilancio. Anche perché è questo che so fare.
Ma di certo posso essere più attenta alla qualità di quello che metto in tavola, alla provenienza degli ingredienti, alla filiera, alle tecniche di produzione.
Rispettando la stagionalità dei prodotti, ricercando e promuovendo le eccellenze del nostro paese, che sono tante per fortuna.

Questo non significa essere schiavi del Km 0, che tanto è in voga adesso. Io che abito in Piemonte posso perdermi le bontà che arrivano per esempio dalla Sicilia?
Però non voglio nemmeno essere schiava del tutto in ogni momento solo perché e possibile e di moda.
Certamente uno chef deve fare un passo in più e andare a scovare ingredienti rari e particolari da tutto il mondo, ma questa è alta cucina e la lascio volentieri a lui. Quando vorrò godermi queste prelibatezze lo andrò a trovare. E mi sa che non farò passare tanto tempo.

Il pranzo che è seguito è stato perfetto, in un’atmosfera rilassata e conviviale. Io, Lucia e Elena l’altra blogger vincitrice ci siamo scambiate le nostre impressioni e le nostre esperienze sul web. Io sono la più inesperta e quindi per me è stato un piacevole scambio di idee. Purtroppo Claudia, la terza vincitrice, non è potuta essere presente. Spero di avere un’altra occasione per poterla conoscere.

Adesso, spero di non annoiarvi ulteriormente, vi devo proprio far vedere qualche foto.

 
 Ecco lo chef Andrea Ribaldone all’opera nella sua cucina.

 

 Qui stava preparando La Lombatina di Vitello con Salsa Tonnata. (vitello cotto sottovuoto a 60° per mantenere la carne rosa e molto morbida e saporita)

 
 Questo è il secondo piatto che ci ha preparato: Maiale Brado con Composta di Peperoni e Verdure.

 

 

Ecco Lucia che si occupa del dessert, una sua creazione.
 

 

 
Questo è invece il menù del pranzo:

 

Il Sasso (patata cotta con lattosio e caolino con crema alla robiola)
 

Uovo Pochè, Crema di Cavolfiori e Bottarga.
 
Risotto Zucca e Amaretti.
 
Coscia di Galletto Ripiena e Cime di Rapa.
 

Zuppa di Mela Profumata alla Cannella e Pinoli (questo piatto non l’ho fotografato…era talmente goloso che mi ci sono tuffata subito e mi sono dimenticata!)

 

 


Questa sono io con Lucia e lo Chef.

giovedì 21 novembre 2013

RICCI-POPS senza spine!

La ricetta che vado a proporre è un metodo per riciclare la pasta biscotto che è avanzata dalla torta del post precedente. Infatti con la dose che ho dato ne rimangono circa 200g.
Inoltre è avanzata anche una bella quantità di crema di castagne.

Per questo ho pensato di preparare dei semplici dolcetti: i cake pops.
Questi dolci sono ormai molto di moda, infatti sono ovunque nel web. Si prestano molto a essere decorati con pasta di zucchero colorata e confettini.

Chi ha più manualità di me nel cake design ( e ci vuol poco!) si può sbizzarrire con forme particolari: animaletti, fiori, farfalle. Per questo sono molto adatti per Halloween, Natale e ricorrenze varie.

I bambini impazziscono e secondo voi mio figlio poteva stare tanto tempo senza chiedermeli?
E io potevo deludere la creatura?

Certo che no. Però mi sono fatta aiutare da lui che si è divertito un mondo a sbriciolare, impastare, fare palline e ricoprirle di cioccolato fuso.

Io l’ho lasciato fare. Alla fine abbiamo dovuto ridare il bianco alla cucina, però ci siamo divertiti un sacco.

 

 

CAKE POPS ALLA CASTAGNA:

200g circa di pasta biscotto alla castagna (vedere ricetta precedente),
3 cucchiai di crema di castagne,
1 cucchiaio scarso di nutella,
100g cioccolato fondente,
50g cioccolato al latte,
30g cioccolato bianco,
codette di cioccolato.

Bastoncini da lecca lecca o spedini di legno,
una base di polistirolo o due basi di spugna per composizioni di fiori.

 


Sbriciolate bene la pasta con le mani in una terrina e impastatela con le creme, dovete ottenere un composto umido ma non molle, che non si sbricioli.
Preparate delle palline di circa 3-4cm di diametro, tipo una noce. Disponetele su un vassoio foderato con carta forno e mettetele in freezer per circa 20 minuti.
Fate fondere il cioccolato fondente e quello al latte in un pentolino a bagnomaria.
Intingete la punta dei bastoncini nel cioccolato e infilate le palline, poi immergetele delicatamente nel cioccolato, ricoprendole tutte. Aiutatevi con un cucchiaio.
Fate gocciolare via il cioccolato in eccesso, ruotando delicatamente il dolcetto, poi guarnitelo con le codette.
Infilate man mano i cake pops nella base di polistirolo o sui blocchi di spugna da fioristi (rifasciatele magari con della pellicola per alimenti).
Lasciate asciugare.

Potete dare alle palline anche una forma a piacere. Io per esempio ho tentato di dar loro la forma delle castagne, poi le ho intinte in parte nel cioccolato nero fuso e ho creato il “culetto” chiaro con del cioccolato bianco fuso sporcato con un po’ di cioccolato fondente.










Potete semplicemente creare dei dolcetti e metterli nei pirottini di carta senza usare gli stecchini. È anche più pratico.
Una volta asciutti si ripongono in contenitori ermetici e si tengono in frigo, i cake pops ovviamente vanno sdraiati.

Anche questa ricetta parteciperà alla sfida del mese dell’MTChallenge che ha lanciato Serena di Pici e Castagne . Anche se è quasi una non ricetta. Ma ho avuto un aiutante d’eccezione (anzi per la verità sono stata io ad aiutare lui) e mi ha chiesto espressamente di mandarla al contest.

 
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Anzi già che abbiam fatto 30…
Parteciperemo anche al Colors & Food di Novembre: i toni del rustico.
Questi dolcetti rustici lo sono eccome!!!





E questo è il mio cucciolo al lavoro:
 

mercoledì 20 novembre 2013

MT CHALLENGE: LA SFIDA DI NOVEMBRE!

La sfida dell’MTChallenge di questo mese non è una ricetta particolare ma è incentrata solo su un ingrediente tipico di questa stagione che si può trovare praticamente in tutta Italia: la castagna o il marrone, suo fratello.

Per forza: la sfidante, che  ha vinto la scorsa sfida, è   Serena del blog Pici e Castagne e quale altro tema poteva sceglie che la rappresentasse meglio?

Questa sfida è solo apparentemente facile.
Con la castagna si possono fare moltissimi piatti, praticamente dall’antipasto al dolce.
Le castagne possono essere consumate fresche ma anche secche; per non parlare della farina di castagne che se una volta era l’ingrediente del pane povero di campagna ora è diventato un prodotto gourmand.

Io che adoro questo frutto avevo solo l’imbarazzo della scelta, ma (c’è sempre un ma in questa sfida!!) in realtà non è stato proprio semplicissimo decidere perché la ricetta deve avere la castagna (o la farina) come ingrediente basilare e quindi tutto il resto deve essere bilanciato perché il gusto sia riconoscibile ma nello stesso tempo equilibrato.

Nel post precedente avevo preparato la mia crema di castagne (se volete vedere la versione preparata da Serena e anche altre ricette  golose andate a curiosare QUI ), che è molto versatile per preparare tanti dessert golosi.

Come questa torta semifreddo, fresca e cremosa. Molto facile da preparare, non richiede troppe conoscenze di pasticceria, ma rende benissimo e fa fare bella figura perché si presta a essere decorata in maniera semplice e essenziale … massimo risultato col minimo sforzo, le mie ricette ideali!
Chi ha manualità nella decorazione dei dolci invece saprà senz’altro renderla un capolavoro di alta pasticceria.
Inoltre si può preparare in anticipo. Che è molto comodo quando si deve cucinare un intero menù per tanti ospiti. Magari a base di castagne.
Io ho cominciato dal dolce.

 

 
 
 
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TORTA TARTUFATA.

Base: pasta biscotto al cacao e farina di castagne.
4 uova,
100g fecola (o farina 00),
30g farina di castagne,
70g cacao amaro,
100g zucchero,
1 cucchiaino di bicarbonato,
3 cucchiai di marsala o liquore a piacere (io avevo un liquore alla castagna),
1 pizzico di sale.

Lavorare 2 uova e 2 tuorli con lo zucchero, finchè diventano spumosi, unire poco a poco le farine setacciate con il cacao e il bicarbonato.
Incorporare il liquore e infine gli albumi montati a neve col sale.
Versare in una placca foderata con carta forno. Io ho utilizzato una teglia rotonda a bordi bassi di 30cm di diametro.
Infornare a 160° per 20 minuti.
Sfornare e far raffreddare.

 
Per la crema
250g di crema di castagne al cacao possibilmente casalinga*,
350g cioccolato fondente,
400ml panna da montare,
1 pizzico di sale.

Per bagnare la base:
caffè lievemente zuccherato,
latte,
oppure un liquore a piacere magari diluito con sciroppo di zucchero.
(dipende se il dolce viene mangiato anche dai bambini).

Per guarnire:
cacao amaro,
castagne sciroppate o marron glacè .


* per la crema di castagne vi ridò brevemente la ricetta: riducete in purè 300g di castagne già lessate e sbucciate, mettetele in una pentola con 150g di zucchero, un bicchierino di marsala e 2-3 cucchiai di acqua. fate cuocere dolcemente e mescolando per 20 minuti. Unire mezzo cucchiaio di cacao, mescolare ancora per 5 minuti ed è pronta.  La ricetta dettagliata la trovate QUI

Fondete il cioccolato a bagnomaria con due cucchiai di panna e unitelo alla crema di castagne. Volendo potete aggiungere un cucchiaio di caffè o liquore anche all’impasto. Io ho aggiunto un pochino di liquore alla castagna al cioccolato bollente, così parte dell’alcool è evaporata. Poi ho mescolato alla crema di castagne.
Infine incorporate la panna rimasta montata a neve con il sale, con delicatezza per non smontarla.

Dalla pasta biscotto ritagliate un tondo di circa 22cm di diametro e mettetelo sul fondo di una tortiera a cerniera che sia di misura. È meglio mettere un disco di carta forno sul fondo così poi si sforma meglio.
Bagnate la pasta con del caffè diluito con del latte, lievemente zuccherato. Oppure con liquore diluito con sciroppo di acqua e zucchero. O soltanto del latte.

Versate la crema, distribuitela bene, battendo lievemente lo stampo per riempire i vuoti.
Mettete in frigo per almeno 4 ore. Se volete accelerare i tempi mettete in freezer per 1 ora circa.
Eliminate delicatamente lo stampo e con l’aiuto di un coltello o una spatola fate scivolare la torta sul piatto di portata.
Potete guarnirla con la pasta biscotto tagliata a dadini piccoli, tipo una torta mimosa, oppure semplicemente con del cacao amaro in polvere e qualche castagna sciroppata o marron glacè.








Metodo veloce per le castagne sciroppate: fate bollire per qualche minuto 1 bicchiere d’acqua con 3 cucchiai di zucchero e ½ bicchierino di liquore a piacere, facoltativa l’aggiunta di aromi tipo scorzetta di agrumi, vaniglia o cannella.
Unite una manciata di castagne lessate ma sode e fatele cuocere per 5 minuti. Lasciatele raffreddare nel liquido.
Sono pronte per guarnire gelati e dessert.