Eccoci
qua. Torna l’appuntamento mensile con l’MTC
e tornano le mie solite paturnie. Perché dire pippe mentali non sta bene.
Lo
dico ogni volta perché ogni volta è così, non c’è scampo. Appena si scopre il
tema della sfida vado in paranoia. Perché o non ho idea di cosa fare, o è una
ricetta che non ho mai fatto e mi spaventa, oppure è un classico della cucina
italiana che avrò fatto mille volte ma proprio per questo nasconde mille
insidie. Insomma ne ho sempre una.
Non
fraintendetemi, non ho smanie di vittoria. So benissimo che si tratta di un
bellissimo gioco culinario e ancor più una occasione per imparare e che ci si
deve approcciare con umiltà e voglia di migliorarsi e con una sana dose di
autoironia. Però un po’ di amor proprio, un minimo di orgoglio c’è sempre.
Anche
solo per non sfigurare di fronte alle centinaia di proposte degli altri sfidanti
che ogni mese sommergono i giudici di ricette da acquolina in bocca.
Questo
mese la difficoltà per me è doppia, quindi doppia dose di paturnie.
Non
si tratta né di una ricetta particolare, né di una tecnica di cottura, bensì di
un singolo ingrediente su cui deve ruotare tutto il piatto.
La
cosa in se non sarebbe tanto strana o difficoltosa, dopotutto si era già fatto
per le castagne mesi fa, però stavolta è un ingrediente che a casa mia non è
visto molto bene: il miele.
Come
faccio adesso a creare una ricetta intorno al miele quando è appena tollerato
in caso di raffreddore e mal di gola? Ma soprattutto come faccio a cucinare
sapendo che mi aspetterà al varco tutta la famiglia con aria più che
diffidente?
Il
pericolo fallimento è altissimo. Se azzardo accostamenti troppo audaci rischio
di dovermi mangiare tutto da sola, se però mi limito rasento il banale.
In
più aggiungiamoci che ho già adocchiato qualche altro concorrente che ha tirato
fuori roba da cucine stellate e che mi sento già una scartina in partenza
(ribadisco, tenete d’occhio la PAGINAdegli SFIDANTI).
Chi
devo ringraziare stavolta per la doppia dose di ansia da prestazione? Ma la
super coppia che ha vinto il mese scorso Eleonora
e Michael di Burro e Miele .
No,
ma grazie, grazie mille davvero ragazzi.
In
realtà un grazie lo dovrei dire sul serio, perché senza la loro sfida non avrei
superato questo limite e la mia idiosincrasia per questo ingrediente.
Non
lo dico tanto forte perché non vorrei che si montassero la testa, ma è così. Ma
anche perché in questa ricetta ho davvero fatto il minimo sindacale. Ho affiancato
ingredienti che sono quanto di più banale possa esserci in accostamento al
miele. Ho pure usato un tipo di miele “facile”, non troppo dolce, anzi
leggermente amaro, che si usa già comunemente nei piatti salati, soprattutto
col formaggio.
Infatti
ho scelto un miele di castagno, molto comune dalle mie parti piemontesi, che è
appunto poco dolce, con un retrogusto amarognolo e aromatico. Sta bene con
formaggi di media e elevata stagionatura, con la frutta secca e anche le carni,
soprattutto selvaggina da pelo, agnello e maiale. Soprattutto se affumicate.
Quindi
la scelta non poteva che essere ovvia. Un bell’arrosto di maiale marinato al
miele, con sale affumicato e un po’ di timo. Il timo perché lo adoro.
Nient’altro per non caricare troppo di aromi.
Veramente
avrei voluto un bel cosciotto o stinco di agnello o ancora meglio capriolo, ma
non li ho trovati. Così ho ripiegato sul più comune maiale, con buona pace
della mia famiglia che stava già tremando.
A
completare il quadro ho pensato di aggiungere anche la birra. Una birra scura e
amara, con una buona dose di alcool, possibilmente aromatica.
La
scelta è caduta su una Stout (per esempio la classicissima Guinnes irlandese,
ma è ottima e di tutto rispetto anche la danese Ceres, per citarne due molto facili da trovare), bella corposa e
amarognola, con una tostatura del malto intensa che dovrebbe rilasciare un
sentore di cioccolata, liquirizia e caffè ed esaltare sia la dolcezza del miele
sia il sale affumicato.
Ora
io sinceramente non so se ci ho sentito proprio tutte queste sfumature, forse
mi è sfuggita giusto la liquirizia.
Confesso
che la mia esperienza di degustatrice di birra è piuttosto basilare e
approssimativa, anche se è un argomento che mi affascina quanto quello
dell’enologia e che sto tentando di approfondire. Ad ogni modo per me è buona e
ci stava bene. Finito.
Poi
magari il sentore di liquirizia lo avverto la prossima volta.
Ah! Non potevo dimenticare la magnifica infografica della Dani sui vari tipi di miele e i loro abbinamenti e utilizzi in cucina. La trovate QUI.
Filetto di maiale marinato
al miele, timo e birra con glassa di birra e miele.
Ingredienti
per circa 4 persone:
1
filetto di maiale di circa 600g o un pezzo di lonza,
4
cucchiai di miele di castagno,
timo
fresco o essiccato,
2
bottigliette da 33cl di birra scura (Stout o Trappista scura di alcolicità medio alta),
sale
affumicato,
pepe
nero,
olio
extravergine d’oliva,
1
cucchiaino di burro,
1
cucchiaino di amido di mais.
Staccate
le foglioline a due rametti di timo, se fresco. e mescolatele a tre cucchiai di
miele di castagno con una macinata di pepe nero e una presa generosa di sale
grosso affumicato. Oppure unite un cucchiaino di timo secco.
Con
questo mix massaggiate bene il filetto, mettetelo in un contenitore di vetro,
irroratelo con un bicchiere di birra (circa 150ml), chiudete con un coperchio o
con della pellicola e fatelo marinare per almeno due ore, rigirandolo ogni
tanto nella marinata. Ancora meglio farlo marinare per tutta la notte, soprattutto
nel caso della lonza che è più asciutta.
Sgocciolate
bene il filetto dalla marinata e tenetela da parte. Scaldate due cucchiai di
olio d’oliva in una padella antiaderente a fondo molto spesso che lo contenga
do misura, meglio sarebbe un tegame di pietra o ghisa. Fate rosolare il filetto
da tutti i lati, bagnatelo con la marinata e fate asciugare a fuoco vivace per
3-4 minuti. Unite il resto della bottiglietta di birra (circa 200ml) e appena
prende il bollore fate cuocere a fuoco molto basso per circa 30-40 minuti,
semicoperto col coperchio. Il liquido di cottura deve sobbollire e non deve
asciugarsi del tutto, ogni tanto rigirate l’arrosto.
Non
dovrebbe essere più necessario aggiungere sale e pepe.
A
fine cottura punzecchiate la carne con un forchettone, deve uscire un liquido
chiaro, se è ancora troppo rosa proseguite la cottura per altri 5 minuti.
Oppure se avete un termometro da carne dovete avere al cuore circa 70°C, per
avere una carne rosata ma non al sangue. La carne di maiale andrebbe cotta al
cuore, per questioni igienico-sanitarie, a 65°C per almeno un minuto in modo
che il calore uccida tutti i batteri, a questa temperatura la carne è ancora
rosa e molto sugosa e comunque sicura; se si prolunga la cottura diventa più asciutta
e può risultare stopposa, soprattutto se magra.
Togliete
il filetto dalla padella e tenetelo al caldo avvolto nell’alluminio, fatelo
riposare 5-10 minuti.
Nel
frattempo preparate la glassa alla birra:
Lavorate
il burro con l’amido formando una cremina senza grumi, fatela sciogliere nel
fondo di cottura della carne a fuoco molto dolce. Unite 200 ml di birra e un
cucchiaio di miele, una macinata di pepe e sale affumicato. Fate sobbollire
dolcemente mescolando per almeno 5 minuti, la salsa deve addensarsi e ridursi.
Tagliate
l’arrosto in fette piuttosto sottili e servitele con la glassa.
Servite
con contorno di cipolline borettane in agrodolce, fatte sempre con lo stesso
miele, o un insalata mista di cavolo cappuccio verde e rosso e finocchi, tutto
tagliato finemente e condito con una emulsione di olio d’oliva e poca glassa
appena preparata.
Note:
Questo arrosto si può
preparare anche con la lonza, che avrà più o meno gli stessi tempi di cottura
del filetto, di poco più lunghi.
Oppure con un pezzo di
capocollo, in questo caso è necessaria una marinatura più lunga, di almeno 4-5
ore e anche una cottura più prolungata, se il liquido di cottura si dovesse
asciugare unite altra birra.
Stessa cosa per le costine
di maiale, soprattutto se il carrè è intero. In questo caso, ma anche per gli
altri tagli di carne, dopo la prima rosolatura sul fornello potete proseguire
la cottura in forno a 170°C per circa 45-60 minuti per un chilogrammo di carne.
Se non si fa la rosolatura
in padella negli ultimi 10 minuti di cottura si alza il forno a 200°C con il
grill e si lascia formare una bella crosticina.
Per quanto riguarda lo
stinco i il cosciotto di agnello, si procede sostanzialmente allo stesso modo,
il forno può essere a una temperatura superiore, circa 180-190°C, comunque la
temperatura al cuore deve essere di circa 80°C per una cottura media.
io lo trovo un piatto fantastico e proponibile benissimo per un pranzo dove si vuole far una bella figura.
RispondiEliminaBellissimo piatto, facile, ma con un gran carattere!!!
RispondiEliminami piace molto, un'idea davvero convincente per fare il filetto di maiale.
RispondiEliminavedo che ci tormentiamo tutti con le stesse cose.
alla fine sarebbe meglio partecipare e basta, che come dici giustamente tu si impara così tanto con l'MTC che solo questo basta a ripagarci della fatica. che poi che fatica è?
Be hai osato davvero per essere anche tu una che non ama il miele, quello amaro poi è ancora più terribile perchè risalta il suo gusto in assenza del dolce, ricordo con terrore quando ho assaggiato quello di corbezzolo.....paura...
RispondiEliminaLa tua ricetta mi piace, mi sembra ben equilibrata,la birra deve essere il tocco in più che caratterizza....bravissima!!!
Io mi sto segnando tutti quelli che stanno facendo post così, perchè quando verrò in Italia, passerò a picchiarvi tutti. Ma che stai dicendo? Ma banale cosa? Spiegami, stai usando un ingrediente che non ti piace per la prima volta in cucina e mi tiri fuori un filetto di maiale cotto alla perfezione che a volte manco in un ristorante e una glassa alla birra scura, con quel tocco di sale affumicato che rialza il tutto? Ma sai dove dovresti andare? :-))))))
RispondiEliminaManu, lo trovo un piatto fantastico.
E grazie te lo dico io.
Cara Manuela, capisco la tua ansia da prestazione, che è cosa normalissima per noi comuni mortali, però hai fatto un piatto deliziosissimo, eseguito alla perfezione in tutti i suoi passaggi, con un dosaggio molto equilibrato di tutti i suoi ingredienti. Brava davvero!
RispondiEliminaDirei che abbiamo aggirato entrambe il problema di abbinare un ingrediente che non piace alla grande!
RispondiEliminaQuesto filetto è perfetto... Rosato al punto giusto e dai sapori perfetti!
Cioè, tu, lasciando passare i giorni, ci hai quasi privati di questa ricetta per scadenza dei termini? In punizione! :-)
RispondiEliminaio mi rotolo dal ridere,manu... ma tu devi scrivere un libro-e parlo sul serio. Con le tue ricette che sono sempre spettacolari, anche quando ti sforzi di farci credere il contrario, come in questo caso, ma soprattutto con i tuoi post. Sono il mio raggio di sole in queste giornate di pioggia.. e se fanno bene a me, non possono restare confinate ai soli lettori del tuo blog. Pensaci, davvero, perchè sarei il tuo primo sponsor.Bravissima!
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