Forse sono
ancora in tempo, forse no.
Stavolta mi
merito le bacchettate sulle dita.
Comunque questo
è il mio compito a casa per l’MTC school per il mese di gennaio.
La lezione
stavolta è sul risotto, su due risotti in particolare: quello classico alla
parmigiana, da rifare tale e quale come da lezione e quello allo zafferano, che
deve essere la base per una versione creativa.
Io come al
solito ho preferito volare basso.
Perché non è
per niente semplice preparare un risotto come si deve e quindi ho cercato di
concentrarmi sulla tecnica e lasciare un po’ perdere la fantasia.
Anche se preparo
spesso il risotto questo non vuol dire che sia sicura del fatto mio. Bisogna seguire
certe regole perché sia un vero risotto.
Innanzi tutto
il brodo, deve essere un buon brodo, di verdura, carne pesce ma di certo non di
dado. Poi c’è la tostatura del riso, e il soffritto fatto a parte.
Fin qui devo
dire che ero preparata. Queste regole le conoscevo e le seguivo abbastanza
bene, vabbè confesso che ogni tanto tendo ad accelerare un po’ i tempi.
Però c’è una
cosa che rende il risotto un vero risotto: la mantecatura alla fine col burro
molto freddo. Già per me usare il burro è una cosa eccezionale, poi non sapevo
che bisognasse usare un burro molto freddo e che si dovesse mescolare e scuotere
la pentola con vigore in modo da inglobare aria.
Questo passaggio
non è affatto da sottovalutare perché premette di ottenere un risotto perfettamente
all’onda, cioè morbido ma non scotto, con
in chicchi ben separati ma non crudi, umido ma non brodoso.
E lì casca l’asino.
Cioè io.
Ci ho
provato ma non sono per niente soddisfatta del risultato.
La mantecatura
non mi sembra ancora all’altezza. Probabilmente l’ho lasciato troppo asciutto
in entrambi i casi.
Nel risotto
con lo zafferano poi ho messo poco burro, la mia idiosincrasia ha prevalso.
Mi rimetto
alla clemenza della corte, cioè delle professoresse del risotto, Giuliana, Greta
e Maria Pia, che non potevano fare un lavoro migliore ma quando l’allieva è
testona c’è poco da fare.
Riso alla parmigiana.
Per 4
persone
Per il brodo
di verdure aromatico
2 scalogni
1 carota
1 gambo di
sedano
4-5 gambi di
prezzemolo
2 grani di
pepe
2 rametti di
timo
3 foglie di
salvia
1 foglia di
alloro
Per il
risotto
1 scalogno
300 g di riso
Carnaroli o Arborio
½ bicchiere
di vino bianco secco (io Asti Secco DOCG)
1 litro
circa di brodo
Burro
Parmigiano grattugiato
Sale e pepe
Olio d’oliva
Innanzi
tutto preparate il brodo: pulite tutte le verdure e tagliatele a dadini, legate
insieme le erbe aromatiche e i gambi di prezzemolo. Mettete tutto in una
pentola a bordi alti con circa 4 litri di acqua fredda. Portate ad ebollizione
e fate sobbollire semicoperto per almeno 2 ore.
Filtrate con
un colino maglie fitte o con una garza. Non salate.
Tritate finemente
lo scalogno e fatelo rosolare delicatamente in un padellino con un cucchiaio di
olio, bagnate con due o tre cucchiai di brodo e fate stufare a fuoco basso.
Nel frattempo
fate tostare il riso in una pentola a fondo pesante con un cucchiaio di olio
mescolando attentamente per 2-3 minuti, deve diventare traslucido.
Bagnatelo con
il vino a temperatura ambiente e fatelo evaporare completamente sempre mescolando.
Aggiungete un paio di mestoli di brodo caldo, abbassate il fuoco e fate
assorbire mescolando.
Unite anche
lo scalogno soffritto e portate a cottura il riso aggiungendo pian piano il
brodo caldo, un mestolo alla volta. Salate quasi a fine cottura.
Quando il
riso è cotto ma ancora consistente e leggermente brodoso toglietelo dal fuoco,
fatelo riposare un paio di minuti poi mantecate con qualche fiocchetto di burro
ben freddo e 4 cucchiai di parmigiano grattugiato. Mescolate il burro e il
formaggio al riso mescolando vigorosamente e scuotendo la pentola per un paio
di minuti.
Servite subito.
Risotto allo zafferano con carciofi e gamberi.
Per 4
persone
Per il
fumetto di crostacei
1 scalogno
1 piccola
carota
1 gambo di
sedano
4 gambi di
prezzemolo
1 rametto di
timo
16 grossi
gamberi o mazzancolle interi
1
bicchierino di vino bianco secco (io Asti Secco DOCG)
Per il riso
300 g riso
Carnaroli o Arborio
3 carciofi
di Albenga
1 piccolo
scalogno
1 bustina di
zafferano
½ bicchiere
di vino bianco secco
Olio d’oliva
Burro
Sale e pepe
Fate rosolare
i gamberi in una padella, sfumate col vino bianco e fate evaporare.
Sgusciate i
gamberi e teneteli da parte. Mettete teste e carapaci in una pentola con tutte le
verdure pulite e tagliate a dadini, coprite con 3 litri di acqua fredda e
portate ad ebollizione. Fate sobbollire per 30 minuti- 1 ora, poi filtrate con
una garza.
Pulite i
carciofi e affettateli finemente. Tritate lo scalogno e fatelo rosolare con un
cucchiaio di olio in una padella, unite i carciofi e fate insaporire, spruzzate
con poco vino bianco e fate evaporare, poi bagnate con un mestolo di brodo e portate
quasi a cottura, devono essere quasi cotti ma ancora molto sodi. Aggiustate di
sale.
Nel frattempo
fate tostare il riso con un cucchiaio di olio in una pentola a fondo pesante
per qualche minuto mescolando in continuazione.
Bagnate con
mezzo bicchiere di vino e fate evaporare. Unite il brodo poco per volta
mescolando. A metà cottura unite i carciofi e dopo un paio di minuti i gamberi
tagliati a pezzetti, tenetene 4 interi per decorare il piatto, teneteli al caldo.
Sciogliete lo
zafferano in un mestolino di brodo e aggiungetelo a fine cottura al riso,
mescolate e aggiustate di sale.
Togliete dal
fuoco quando il riso è ancora leggermente al dente e lievemente brodoso, fate
riposare un paio di minuti e mantecate
con un paio di fiocchetti di burro mescolando vigorosamente.
Servite con
i gamberi interi scottati qualche secondo nel brodo e una macinata di pepe.
RispondiEliminaAbsolutely fantastic job you have done here.This is so nice.Thanks for sharing.