giovedì 4 agosto 2016

SAGRA DELLA LUMASSINA E LE BUGIE ALLA FEGLINESE. PERCHÉ COME LE RACCONTIAMO NOI …

O meglio come le facciamo noi.
Parlo di bugie buone.
No, non quelle che si raccontano, nemmeno se a fin di bene. Quelle piccole bugie dette per non offendere gli altri, piccole omissioni, perché a volte la verità non è necessaria.
Tipo quando un’amica chiede cosa pensi del suo nuovo fidanzato e tu fai finta di non aver ben capito la domanda pur di non dire che invece ti sta simpatico come una verruca. Tanto sai che quell’amica poi rinsavirà da sola nel giro di due o tre appuntamenti col soggetto in questione. Magari il tipo è meglio di come sembra.
Oppure quando ricevi un regalo “un po’ originale”, meglio non dire che la tazza da colazione a forma di maiale che grugnisce quando la usi non è esattamente nel tuo stile.
Ora con questo non voglio dire che bisogna mentire. Ma tra la sincerità e la brutalità gratuita a volte il passo è breve. A volte è meglio un educato e lungimirante silenzio.
Sempre che ci si riesca. Perché spesso dove non arrivano le parole ci pensano le espressioni del viso a rivelare i pensieri. Io sto ancora imparando a controllare la mia faccia.
Ma ora voglio parlare di un altro tipo di bugie, quelle che si friggono e si mangiano.





In tutto il resto d’Italia sono tipiche del Carnevale. Hanno nomi diversi ma sono sempre quei ravioloni fritti ripieni di crema o marmellata.
A Feglino, in Liguria, dove sono nata e cresciuta, sono ormai diventate simbolo dell’estate.
Perché sono uno dei piatti immancabili della Sagra del Vino Lumassina che si tiene ogni anno nel primo week end di Agosto. Praticamente mentre state leggendo.
Le sagre liguri, si sa, sono sempre qualcosa di esagerato.
Si prende a pretesto un prodotto tipico locale o un piatto particolare per organizzare una festa. Poi si finisce sempre in un’orgia di cibo che di solito dura almeno un paio di giorni.
In questo caso il pretesto è stato il vino tipico della zona, la Lumassina appunto, un bianco secco leggero e aromatico, leggermente acidulo; verso Noli e Spotorno si chiama Mataossu, nella zona di Quiliano invece prende il nome di Buzzetto, che poi significa acerbo.
Forse per il sapore leggermente aspretto o perché si tende a vendemmiare presto rispetto ad altre uve e il tempo di fermentazione nei tini è piuttosto breve.
Il nome Lumassina indica anche il vitigno che è proprio autoctono, il nome in dialetto significa piccola lumaca, pare perché veniva solitamente accompagnato alle lumache, piatto tipico del finalese, indagherò ancora.
Comunque la sagra è arrivata alla trentanovesima edizione.
Chi organizza è di solito l’Associazione Volontari Feglinese, in pratica la Pro Loco, aiutata dal gruppo locale degli alpini, dal Comune, dai volontari anti incendio, eccetera, fino ad arrivare al parroco con chierichetti e catechisti, e tutti questi coinvolgono parenti, amici, vicini di casa.
In pratica tutta la popolazione. Anche perché il paese è piccolo e tutte queste categorie si intersecano.
Nella piazza principale viene montato lo stand con la cucina, poco distante quello del bar. Vengono “sequestrate” le cucine, tavernette e forni nelle vicinanze e via alle danze.
Si inizia a cucinare, ognuno sa già cosa deve fare.
Si preparano i piatti tipici della cucina ligure: trippe, trenette o trofie al pesto, ravioli, cima, torte di verdura, cinghiale, cundijun, farinata, focaccini salati fritti, pesche alla Lumassina e ovviamente le bugie alla feglinese.
Veramente ogni piatto è “alla feglinese”, perché seguiamo le ricette della zona che sono simili ma un po’ diverse da quelle di Genova. Qui siamo infatti in provincia di Savona, poco sopra Finale Ligure, in piena Terra di Mezzo (della cosa ne avevo parlato ampiamente QUI).
E visto che di solito nei giorni della sagra io faccio parte del gruppo delle signore addette alle bugie, vi voglio dare proprio questa ricetta.
Sono bugie ripiene di crema pasticcera profumata al limone.
La ricetta originale (super segreta) che fa parte ormai della storia della sagra viene da una “nonna” che purtroppo non c’è più, ma tutti la ricordano ancora come una delle colonne del paese.
Poi ovviamente in ogni famiglia ci sono varianti personali.
Io vi do quella della mia famiglia, sempre feglinese doc, quella delle mie nonne e zie.
Anche perchè la ricetta della sagra ha le dosi calibrate per una quantità "da sagra" appunto, e vi assicuro che in tre giorni se ne fanno davvero a chili. Per forza, sono una vera bontà.









BUGIE ALLA FEGLINESE CON CREMA AL LIMONE 
(la mia ricetta)


Per la crema al limone:
1 litro di latte,
4 tuorli,
4 cucchiai di zucchero,
3 cucchiai di farina 00,
1 limone grande non trattato.

Portare ad ebollizione il latte con la scorza del limone grattugiata, spegnere e lasciare in infusione per 5 minuti.
Sbattere i tuorli con lo zucchero, stemperare anche la farina in modo che non faccia grumi. Unire a filo il latte tiepido filtrato. Versare tutto in un pentolino e portare lentamente a bollore mescolando in continuazione. Appena inizia ad addensare levare dal fuoco, versare in un vassoio con i bordi alti, coprire con una pellicola per alimenti e far raffreddare completamente. Poi mettere in frigo per almeno 3 ore, fino al momento di utilizzarla.

Volendo si può ulteriormente aromatizzare la crema con un bicchierino di limoncello, da unire appena prima di togliere la crema dal fuoco in modo che l’alcool abbia il tempo di evaporare.

Per la pasta:
1kg farina 00,
1 uovo grande + 1 tuorlo,
80g burro morbido,
250ml vino bianco secco (può essere anche leggermente frizzante)
1 bicchiere di grappa bianca (circa 100ml),
1 cucchiaio di zucchero (facoltativo),
1 pizzico di sale.

Impastare la farina con l’uovo, il tuorlo, il burro morbido e un pizzico di sale fino. Unire la grappa e il vino e continuare a lavorare fino ad avere un impasto morbido e liscio.
Se occorre unite poca acqua fredda. 
Avvolgere in un canovaccio leggermente inumidito e far riposare per 15-20 minuti.
L’impasto si può aromatizzare con della scorza di limone grattugiata.

Stendere la pasta molto sottile col mattarello o con la macchina apposita. Se usate la macchina fate passare la pasta fino alla penultima tacca.
Distribuite la crema ben fredda sulla pasta a cucchiaini, distanziandola un po’, copritela con latra pasta e create dei ravioloni di almeno cm 6x6.
Disponeteli su dei vassoi leggermente infarinati.




Scaldate abbondante olio per friggere in una ampia padella. Friggete le bugie poche alla volta, facendole dorare da tutte le parti. Fateli sgocciolare su carta assorbente e cospargeteli con zucchero a velo o semolato, come vi piace di più.
Serviteli ancora tiepidi.
Attenzione che la crema all’interno raggiunge temperature elevate.






Allora vi aspetto Sabato 6, Domenica 7 e Lunedì 8 Agosto per brindare con un buon bicchiere di Lumassina. E se riesco vi farò un dettagliato reportage anche dal backstage.
Intanto ecco alcune immagini di Feglino e della sua mitica sagra.



Feglino, panorama - foto presa da QUI




4 commenti:

  1. Il tuo paese ha proprio l'aspetto tipico dei borghi italiani, mi ricorda un pò anche il mio...queste bugie poi sono splendide, belle cicciotte e piene di farcia, golosissime!!
    Un abbraccio!!

    RispondiElimina
  2. ehi,favolosa,mia figlia a mangiato lo schermo,te la amndo così gliene dai qualcuna,mi sono aggiunta ai tuoi lettori,inoltre i nostri blog sono stati scelti per il de tugo,ci conosceremo meglio a presto

    RispondiElimina
  3. ..mi stai tentando..sono stata solo una volta ad una sagra ligure e tra me e mio marito ce la ricordiamo sempre :-P

    RispondiElimina
  4. Mamma mia, che bontà queste bugie, magari averle qua ora.....

    RispondiElimina

Spero vi siate divertiti qui da me. La mia porta è sempre aperta a tutti quelli che vogliono condividere con me la passione per la cucina e i libri. In amicizia e serenità. Sarò felicissima se mi lascerete un commento, un'opinione, un consiglio ...anche solo un saluto! Fa davero piacere avere un segno del vostro passaggo qui.