venerdì 27 giugno 2014

LE VERDURE GRIGLIATE, ATTO II

Uno dei pregi di essere vicino ai miei genitori è che posso attingere a piene mani dall’orto di papà. Purtroppo il tempo inclemente non aiuta molto e le verdure sono ancora un po’ in dietro quest’anno. Ma ci sono già tante belle zucchine con i loro splendidi fiori, i primi pomodorini nella piccola serra e naturalmente tante erbe aromatiche.
Una corsa al mercato ha fatto il resto.

Le verdure grigliate per me sono il vero tormentone dell’estate.
Anche perché quando si hanno grandi quantità di ortaggi questo è il modo più facile e gustodo per utilizzarli. Mantengono intatti i sapori, sono leggere e digeribili (se non si bruciacchiano troppo), poi basta un filo d’olio e sono pronte per essere servite.
Si conservano benissimo per un paio di giorni in frigo, in un contenitore ermetico.
Diventano la base per tanti piatti sfiziosi. Come una bella torta rustica. O crostata salata. O quiche, per dirla in modo elegante e un filino snob.

Questa volta la ricetta è un pochino più articolata. Difficile no. Un po’ più lunga.
Richiede giusto un po’ più di tempo.
Ma fa fare un figurone con gli ospiti, magari per una cena in terrazza o in giardino.

Un profumato ripieno di panna e uova avvolge strati di verdure fresche.
La pasta brisèe è facilissima da fare, altro che sfoglia. Si può utilizzare benissimo il mixer, ma anche a mano ci vogliono tre minuti. Si prepara in anticipo, anche il giorno prima, poi si avvolge nella pellicola e si mette in frigo.
Questa è fatta con la ricotta al posto del burro, così è molto più leggera. Vista la presenza della panna nel ripieno. In tempo di lacrime di coccodrillo versate sulla bilancia …  ma le lacrime del coccodrillo, si sa, asciugano in fretta.
Infatti ho aggiunto un pochino di parmigiano anche nell’impasto che con la farina integrale rende la pasta più rustica e saporita.
Poi si va di verdure. Quindi preparate griglia o piastra, ma anche una padella a fondo spesso, e si comincia.







QUICHE ALLE VERDURE GRIGLIATE E POMODORINI.

Pasta brisè alla ricotta e parmigiano.
250g farina,
100g ricotta,
50g parmigiano grattugiato,
un pizzico di bicarbonato,
un pizzico di sale,
acqua fredda q.b.

Impastare la farina col parmigiano, la ricotta il sale  e il bicarbonato, unendo se occorre poca acqua fredda. Deve risultare un impasto morbido e omogeneo.
Avvolgere la pasta nella pellicola e mettere in frigo per un’ora circa.
 

Per il ripieno:
1 peperone rosso piccolo,
2-3 zucchine piccole,
4 cipollotti freschi,
8 pomodorini datterini,
4 piccoli fiori di zucchina,
3 uova,
1,5dl panna fresca,
2 rametti di maggiorana fresca,
parmigiano grattugiato,
pangrattato,
sale, pepe,

Affettare le zucchine per il lungo sottilmente, grigliare le fette su una piastra ben calda.
Eliminare la parte verde dai cipollotti, affettarli a rondelle e grigliare anche queste.
Tagliare il peperone a falde e grigliarle dalla parte della pelle, quando è ben abbrustolita eliminarla.
Lavare i fiori di zucchina, eliminare i pistilli e dividerli in due.
Lavare e tagliare a metà i pomodorini, salarli leggermente e lasciarli sgocciolare capovolti perché perdano un po’ della loro acqua.

Battere le uova con la panna, 3 cucchiai di parmigiano e le foglie della maggiorana.

Stendere la pasta brisè su un foglio di carta forno, foderare una tortiera rifinendo i bordi e bucherellare la pasta con la forchetta.
Disporre le verdure grigliate sulla pasta e coprire con il composti di uova.

Mescolare un cucchiaio di pangrattato con un cucchiaio di grana e con questo mix coprire bene i pomodorini. Disporli sull’impasto facendoli leggermente affondare.
Negli spazi vuoti disporre i fiori di zucchina.

Spolverare la superficie con il resto del mix di pangrattato.
Infornare a 180° per circa 30 minuti.
Servire tiepida o fredda.

Si può usare ovviamente la pasta brisè classica o la sfoglia.
 
Si possono fare anche piccole tortine mono porzione. Consiglio di utilizzare degli stampi di circa 10cm di diametro. Più piccoli è meglio di no, perchè bisogna tagliare le verdure a pezzetti e quindi si perde un po' l'effetto estetico e si mescolano troppo i sapori.
 
 
 

giovedì 26 giugno 2014

I PROPOSITI DI INIZIO ESTATE

Buon giorno a tutti. Avevo promesso che sarei stata più presente, invece …
Sorvoliamo che è meglio.
Sto postando dalla mia casetta in Liguria, sempre se la connessione non mi abbandona.
Purtroppo il tempo è pessimo in questi giorni per cui niente mare.
Ne sto approfittando per dare un senso al caos che regna in questa casa.
Qui è già tutto un po’ provvisorio perché non abbiamo voluto riempire la casa di troppe cose giusto il necessario per sopravvivere quando ci veniamo.

Doveva essere così. Almeno all’inizio lo è stato. Ma poi si sono accumulati oggetti e suppellettili varie.  Abbiamo anche recuperato alcuni mobili della nonna a cui sono affezionata che però stanno benissimo accanto ai mobiletti più moderni e funzionali, acquistati giusto per non sembrare accampati.

Insomma la casa è già piena così. Ma prima o poi ci verremo a vivere stabilmente e quindi ci saranno anche gli altri mobili da sistemare, quelli della casa in cui abitiamo ora.
Con tutto ciò che contengono.
Inorridisco al pensiero.

Anche perché questa casa è diventata pian piano l’ultimo rifugio degli oggetti inutilizzati, quelli che dispiace buttare ma che non servono più, i vestiti che non entrano nemmeno se ti pialli le anche, quelli fuori moda ma che ci si affeziona e poi chissà magari prima o poi si usano di nuovo, le bomboniere, i souvenir che magari sono brutti da far paura ma li ha portati la zia da quel viaggio e se viene e non li vede …

Senza contare tutte le stoviglie, pentolame e attrezzeria varia che riempie la cucina, perché non si può non avere un doppio di tutto. Non si può stare 15 giorni senza la sac à poche.
Credo che si sia sparsa la voce tra gli oggetti di cucina e che scappino da ogni dove per rifugiarsi in casa mia. Ogni volta che guardo dentro un armadio o nella credenza in cantina ne trovo uno diverso. Anche il servizio bello della nonna non mi sembrava così grande.
Forse, quando non ci siamo, gli oggetti si accoppiano e fanno figli.

Urge un inventario e una cernita severissima seppur dolorosa.
Lo dico ogni anno. Puntualmente.
Non aggiungo altro.

Intanto è iniziato il periodo dei piatti veloci e freschi. Anche leggeri, perché no.
Verdure a volontà. Specialmente grigliate.
Eccovi la prima ricetta della serie.





TORRETTE DI MELANZANE ALLA PIZZAIOLA.

Ingredienti:
2 grosse melanzane,
2 pomodori,
2 mozzarelle,
ricotta stagionata o provolone,
origano,
sale,
olio extra vergine d’oliva.

Tagliare le melanzane a rondelle spesse ½ cm, disponetele in un colapasta cosparse di sale e fatele riposare mezz’ora circa perché perdano il liquido amaro.
Sciacquatele e fatele grigliare su una piastra ben calda.
Tagliate i pomodori a rondelle sottili e salateli leggermente, tagliate anche la mozzarella a fettine sottili oppure stracciatela con le mani, fate sgocciolare tutto.
Su una placca coperta con carta forno disponete una melanzana come base, mettete una fetta di pomodoro, origano, mozzarella, poi ancora melanzana e così via per un totale di 4 strati. Terminate con una fettina di melanzana e cospargete con la ricotta grattugiata grossa.



Preparate tante torrette fino ad esaurimento ingredienti. Infornate a 200° per 10-15 minuti. Devono gratinare leggermente.






Con una fetta di formagetta fresca condita con un filo d’olio e peperoncino diventano un piattino sfizioso. Una bella insalata e il pranzo è servito.
In accompagnamenti i miei bastoni di pane, dei grissini cicciosi e morbidi, che ho infornato poco prima delle melanzane, quindi erano ancora caldi e profumati.
Buon appetito.

giovedì 19 giugno 2014

ALTRA PIADA, ALTRA SQUADRA.

Ma sempre MTChallenge.
Questa volta si torna in patria. Per una sorta di sfida Italia-Argentina. (Chissà!)
In Italia di cibi da serata davanti alla tv c’è l’imbarazzo della scelta.
Adesso vanno tanto di moda le polpette.
Forse perché sono semplici, gustose e rassicuranti.
Hanno il pregio di essere preparate in anticipo e poi ognuno le fa come vuole, con quello che ha in casa, spesso utilizzando gli avanzi.
Piacciono proprio a tutti. Una garanzia.
Come le piadine.
Allora perché non mettere le polpette nella piadina?

La ricetta delle piadine è sempre la stessa, quella di Tiziana, non la sto a riscrivere, andatevi a leggere il post precedente o direttamente il suo nel blog “L’ombelico di Venere”.
Per quanto riguarda le polpette ho voluto presentarle in due versioni. Quella classica della mia mamma, nel sugo di pomodoro e quella fritta, un po’ più da apericena calcistico-televisiva.

 

 
 
 
 
 
 




PIADINE POLPETTOSE
(Per la piadina vedere il post precedente)

Polpette di carne.

400g carne macinata di manzo,
100g di prosciutto cotto o mortadella,
50g di mollica di pane leggermente raffermo,
½ cipolla,
1 uovo grande,
3 cucchiai di grana grattugiato,
2 cucchiai di latte,
pangrattato,
sale,
olio per friggere.

Prepariamo l’impasto delle polpette: tritate la cipolla finemente, fatela appassire in una padella con un cucchiaio d’olio e poca acqua. Quando è trasparente e l’acqua si è asciugata spegnete e fate raffreddare.

Bagnate il pane con il latte, sbriciolatelo e frullatelo con il prosciutto. Unite il composto alla carne, con l’uovo, il grana, la cipolla e la maggiorana tritata. Mescolate bene e se occorre unite del pangrattato per avere un composto sodo.

Fate tante palline delle dimensioni di una noce e passatele nel pangrattato.
Friggetele restanti in abbondante olio di semi ben caldo. Fatele dorare bene e sgocciolatele su carta da cucina prima di servirle.

Preparate le piadine, stendendole sottili col mattarello e cuocendole sulla piastra circa 2 minuti per lato. Farcitele con le polpette, della rucola o songino e abbondante Salsa Rubra.
Ma anche maionese o altro a piacere.








La Salsa Rubra è una salsa tipica Piemontese. È una versione del Bagnet Russ di cui avevo già parlato qui, in un post un po’ surreale, come al solito.
Vi do la ricetta della mia vicina di casa, la signora Anna Maria.

SALSA RUBRA

700g peperoni rossi,
2 kg pomodori maturi,
3 cipolle (meglio rosse),
5 spicchi d’aglio,
4 chiodi di garofano,
½  cucchiaio di senape in polvere,
½ cucchiaio di pepe,
1 peperoncino fresco piccante,
400g zucchero,
½ lt aceto di vino rosso,
1 cucchiaio di sale grosso.

Spellate i pomodori ed eliminate i semi, tagliateli a tocchetti. Pulite i peperoni e fateli a dadini. Tritate grossolanamente le cipolle e l’aglio.
Mettete tutto in una casseruola  con i resto degli ingredienti e cuocete a fuoco basso per 2 ore mescolando di tanto in tanto.
Passate tutto al passaverdure o al mixer ad immersione e invasate la salsa nei vasi ben puliti e asciutti. Chiudete bene, poi sterilizzate mettendo a bollire i vasetti in una pentola ben coperti di acqua per almeno 20 minuti. Fateli raffreddare nell’acqua , poi riponete in un luogo fresco e buio. Durano circa un anno.
Questa salsa è ottima sul bollito ma su tutta la carne in genere, anche sul pesce.

 
 
 
 
 


Per le polpette nel sugo:
composto per polpette vedere sopra,
olio extravergine d’oliva,
maggiorana,
origano,
300g passata di pomodoro,
1 spicchio d’aglio.

Fate scaldare 2 cucchiai di olio in una padella con lo spicchio d’aglio, unite la passata di pomodoro, regolate di sale, aggiungete  peperoncino e origano a piacere e fate cuocere per 5 minuti.
Eliminate l’aglio e unite metà delle polpette. Aspettate 3 minuti poi voltatele delicatamente con un cucchiaio. Cuocete ancora 5 minuti. Unite il basilico spezzettato, mettete il coperchio e fate riposare 2 minuti.

Anche queste polpette sono "piadinabili". Cosa non lo è?
Con il loro sughetto, un pizzico di peperoncino e grana a scaglie. Gnam.

 


Adesso vado a guardare la partita Uruguay-Inghilterra, naturalmente io tifo Uruguay!!
Auguro a tutti uno splendido week end. Io andrò al mare. Nella mia Liguria. (Veramente è iniziato il periodo della spola tra mare e montagna.) Spero che internet non mi tiri brutti scherzi come l’estate scorsa. Vedremo. A presto.
 

 

 

mercoledì 18 giugno 2014

LE PIADINE PER L’MTC.

Appena ho letto l’argomento della sfida di giugno dell’MTChallenge ho esultato.
Con tanto di ola in famiglia.
La piadina. Evvai!
Ma qui si sfonda una porta aperta.

A casa nostra non dico che si mangiano una volta la settimana ma quasi. Nella bella stagione poi sono un must. Hanno risolto molte cene improvvisate con amici perché sono semplici da fare, non richiedono un impasto complicato, doppie lievitazioni, teglie e forno acceso.
Bastano due padelle piatte e pesanti, un po’ di manualità col mattarello, ma neanche tanta, e un bel vassoio di affettati e formaggi da cui attingere.

La ricetta che conoscevo io della piadina infatti non prevede l’uso di alcun genere di lieviti, basta quindi un’oretta di riposo, anche meno e si può procedere alla cottura.
Lo strutto viene di solito sostituito con l’olio extra-vergine d’oliva, per ragioni pratiche di immediata reperibilità più che per un fatto di leggerezza. Anche perché l’olio dell’impasto non si può certo centellinare visto cosa va a sostituire. Inoltre non si può certo stare a contare i grassi del contenitore quando il contenuto consiste in ogni sorta di golosità.
Del piadina day ne avevo già parlato l’anno scorso in questo post, quando ho dato la mia ricetta.

Questa volta invece ho seguito passo passo la ricetta di Tiziana del blog “L’ombelico di Venere”, che è la vincitrice della sfida di maggio e quindi ha proposto l’argomento e la ricetta di questa.
La sua ricetta è un po’ più articolata e ricca di quella che conoscevo io. Contiene latte e lievito istantaneo e prevede un tempo di riposo di 24, meglio 48 ore.
Io sono quella delle cose decise all’ultimo momento. Una che si accorge che per la ricetta che aveva in mente manca sempre qualcosa e quindi cambia idea in coso d’opera.
Una che cerca sempre di accorciare i tempi. Anche perché sono sempre in ritardo su tutto.
Quindi l’idea di una piada “da meditazione” ha un po’ scosso le mie certezze: ma come, anche il mio salva cena preferito in realtà ha bisogno di tempi lunghi come un lievitato? Allora io ho sempre sbagliato tutto?
In realtà ho scoperto, con un certo sollievo, che esistono molte versioni della piadina. Come del resto per quasi tutte le ricette tradizionali. La tradizione è nella famiglia che prepara il piatto da anni e anni.

Ma questa deve essere la piada di Tiziana. E così sia. Mi sono messa d’impegno. Facendo violenza alla mia indole disorganizzata e ho impastato con tutto il tempo necessario davanti.
Anche questo è un merito dell’MTC. Ogni mese una sfida nuova, una ricetta nuova da imparare e una piccola scossa al nostro solito modo di cucinare.
Per quanto riguarda la farcitura, invece abbiamo libertà assoluta.
Questa cosa mi ha galvanizzato. Ma poi come al solito mi sono un filino preoccupata, anche perché in pochi giorni sono arrivate già un sacco di proposte. Per non parlare del “Piadamundial”, altra trovata geniale di Alessandra, qui non vi dico altro, andatevelo a guardare e ne vedrete delle belle.

Sull’onda della febbre del calcio, mi sono lasciata trascinare anche io.
Mi sono fatta coinvolgere dall’atmosfera e mi è venuto in mente subito il paese che per tanti rappresenta un po’ il calcio per eccellenza: l’Argentina.
Poi con un figlio di nome Diego, che altro posso fare!
Mettiamoci anche che molti miei parenti e paesani sono emigrati in Argentina e Uruguay, qualcuno ritornando, anche solo per brevi visite, ha poi portato con se i piatti tipici.

Uno di questi sono state le Empanadas. Assaggiate da bambina ogni volta che dei cugini di mia mamma venivano a trovarci: immancabilmente organizzavano cene a base di “asado” e “empanadas”.

Preparare un vero asado richiede tempo, carne giusta e fuoco come si deve.
Per le empanadas è più semplice. La ricetta che ho è quella dei miei parenti.
Ma l’Argentina è grande e le varianti sono innumerevoli, sia per il ripieno che per la pasta.
Le empanadas sono dei fagottini di pasta sottile fatta di solito con farina, acqua e grasso (olio o strutto in genere), ripieni di carne, formaggio, cipolle e quant’altro e poi fritte o cotte al forno.
Assomigliano di fatto ai crescioni emiliani, che sono delle piadine farcite da crude e piegate in due, cotte ovviamente sulla padella apposita.
Quindi ho messo insieme le due cose ed ecco che mi sono venute le “empapiadas”.

 


 


 

“EMPA-PIADAS”: PIADINE FARCITE COME LE EMPANADAS ARGENTINE.

Per il ripieno delle empanadas:

300g carne macinata di manzo,
100g di salsiccia,
1 cipolla grande,
2-3 rametti di maggiorana,
2 cucchiai di uvetta sultanina,
2 uova sode,
1 cucchiaio di olive nere snocciolate,
olio extravergine d’oliva,
½ bicchiere di vino bianco o rosso,
sale, pepe, paprika o peperoncino in polvere a piacere.

Tritate finemente la cipolla e fatela rosolare in 2 cucchiai di olio a fuoco dolce, bagnatela con poca acqua e fatela asciugare pian piano, in modo che la cipolla si ammorbidisca.
Unite la carne e la salsiccia sbriciolata, fatele rosolare un minuto a fuoco vivace, bagnate con il vino e fate cuocere per 10 minuti. Finchè il vino è tutto evaporato. Aggiustate di sale, pepe e spezie a piacere, unite le foglie di maggiorana tritate e l’uvetta ammollata e strizzata.
Mescolate fate insaporire un minuto, poi spegnete e lasciate intiepidire.

 


Per le piadine:
ricetta e procedimento provengono direttamente dal blog di Tiziana con solo una piccola modifica.

500 g di farina 00 (io 400g farina 00 e 100g farina integrale)
125 g di acqua
125 g di latte parzialmente scremato fresco
100 g di strutto
15 g di lievito per torte salate
10 g di sale fine
1 pizzico di bicarbonato di sodio.

Fate scaldare al microonde il latte e l'acqua per pochi secondi in modo che siano tiepidi. Lasciate ammorbidire lo strutto mezz'ora circa fuori dal frigorifero. Su di un tagliere disponete la farina e fate un buco al centro con la mano. All'interno mettete lo strutto a pezzetti con il lievito, il bicarbonato e il sale, schiacciatelo con la forchetta per ammorbidirlo, aggiungete l'acqua e il latte. La consistenza inizialmente potrebbe essere un pochino appiccicosa e la pasta si attaccherà al tagliere ma impastando per una decina di minuti, cambierà staccandosi e diventando molto morbida e liscia. Se il liquido è troppo poco si sfalda e risulta un po' dura.
Mettete l'impasto in una ciotola e coprite con la pellicola per alimenti. Lasciate riposare 48 ore al fresco, massimo 20°C, se fosse più caldo potete lasciare riposare la pasta in frigorifero e metterla a temperatura ambiente 2 ore prima dell'uso.
La pasta ottenuta sarà circa 850 grammi, dividetela in 6 pezzi da 140 grammi circa e formate delle palline, lasciatele riposare almeno mezz'ora. Infarinate appena il tagliere e disponetevi una pallina d'impasto, schiacciatela con la punta delle dita, stendete la piadina con il mattarello girandola spesso in modo che rimanga rotonda. Avrà un diametro di circa 20 centimetri e uno spessore di 0,5 centimetri.
Scaldate il testo o l'apposita teglia di terracotta, su un fornello a doppia fiamma, con sotto uno spargifiamma. Se non avete nessuna di queste teglie utilizzate una padella antiaderente piuttosto larga. La temperatura non dovrà essere troppo alta altrimenti la piadina si brucia fuori e rimane cruda all'interno, ma nemmeno troppo bassa. Potete fare una prova con un piccolo pezzetto di pasta per regolare la giusta temperatura. Cuocete pochi minuti per lato, controllate sempre alzando la piadina con una paletta. Disponete le piadine una sull'altra in modo che rimangano calde mentre le cuocete.
L'impasto può essere preparato con l'impastatrice, viene benissimo, basterà mettere tutti gli ingredienti assieme e lavorarli con il gancio impastatore per 7/8 minuti fin quando il composto risulterà omogeneo.


Io ho preparato piccole palle di impasto di circa 100g, le ho stese piuttosto sottili, mi sono venuti dei dischi del diametro di circa 10-12cm.
Le ho farcite con il composto di carne e cipolla, le ho guarnite con olive snocciolate tritate e uova sode a pezzetti.


Le ho sigillate bene e le ho cotte nella padella ben calda, per circa due minuti da un lato, poi per altri due minuti dall’altro. Per mantenerle morbide e farle cuocere bene ho abbassato la fiamma al minimo, ho messo un coperchio e le ho lasciate cuocere ancora un minuto.
Eccole pronte,calde e gustose.







Si gustano semplicemente così, anche perché il ripieno è bello ricco.
Ma è concessa un po’ di maionese o salsa piccante.


 
 
 
 



 

lunedì 16 giugno 2014

UN GIORNO SPECIALE

Buona serata a tutti.
Posto dopo un sacco di tempo. Mi rendo conto che come blogger non sono molto affidabile.
Non so davvero come facciano altre “colleghe” a postare con regolarità, addirittura quotidianamente. Per di più destreggiandosi con famiglia e lavoro.
Forse sono io che non mi so organizzare.
O magari voglio fare troppe cose tutte insieme e qualcosa poi ne risente.
Comunque adesso ci sono. Spero.

Veramente non posterò nessuna nuova ricetta, nemmeno oggi.
Volevo solo rendervi partecipi di quello che mi ha tenuta occupata in queste ultime settimane.

Il mio piccolo principe ha perso la Prima Comunione.
L’organizzazione di questo evento ha richiesto più impegno e fatica del previsto.

Immaginatevi 10 mamme da mettere d’accordo su questioni tecniche di vitale importanza tipo i fiori per la chiesa (e fin qui) ... per l'esterno della chiesa (perchè senza una composizione fiorita delle dimensioni di un baobab davanti al portone le foto non vengono bene, no, no!!) ...le bomboniere da dare al coro, eccetera.
Un delirio. Non si finiva mai. Giri di telefonate immensi.
Ed eravamo solo in 10!

Comunque sono sopravvissuta.
Anche alla cerimonia.
Va beh! Confesso: mi sono sciolta in un fiume di lacrime. Stavano per dare l’allerta alla protezione civile.
Ma è stata veramente emozionante.
Il mio cucciolino sta diventando grande.

Dopo la cerimonia abbiamo pranzato in un piccolo ristorante in paese: AL CANTUN di Frabosa Soprana. Menù tipicamente piemontese. Visto che eravamo tutti liguri non poteva essere che così. Purtroppo non ho fatto nessuna foto ai piatti, tutti fantastici e ben presentati.
Ma potete capire che era l’ultimo dei miei pensieri.
Queste foto le ho recuperate da qualche parente. Secondo me esprimono tutta l’emozione di quel giorno. Pur nella loro semplicità.





Momenti di confusione prima della cerimonia.





In attesa che entrino i bimbi.





I festeggiamenti.







L'unico piatto fotografato prima di essere divorato: tagliata di manzo con patate al forno.

 

 

 



 
Vi avevo già accennato che ho voluto realizzare le bomboniere da sola.
Questo è il risultato.




 
Ho preso spunto da un giornale, Cucito Creativo, dove avevo visto questi animaletti in feltro.
Poi però li ho un po’ modificati, riducendoli notevolmente di dimensioni e creando dei piccoli portachiavi e calamite da frigo.












 
 
A montare le scatoline mi ha aiutato mio figlio. Anche a riempirle con i confetti … anche se spesso finivano nel nostro pancino!!
Adesso vado a farmi un giro nei blog amici, che ho trascurato in questo periodo.
A presto con una ricetta.