martedì 27 maggio 2014

UN ALTRO ANNIVERSARIO E ANCORA BABÀ.

Non la farò tanto lunga. Poche parole soltanto per ammettere che ci sono ricascata una seconda volta. Nel vortice del babà.
E pensare che nemmeno mi piaceva tanto. Ma non avevo assaggiato questo.
Quello di Antonietta. Non la ringrazierò mai abbastanza per avermi insegnato un impasto così soffice e saporito che è buono anche da solo, senza bagna, senza liquore senza tante creme.
Basta un velo di marmellata.
Poi volendo si può arricchire l’impasto con uvetta, gocce di cioccolato. Ma anche confezionare piccole briochine farcite con marmellata, nutella o quello che la fantasia e la gola ci suggerisce.
Ma la morte sua è proprio l’inzuppo, alcolico o no.
Poi ci si può sbizzarrire all’infinito con gli accompagnamenti.
Se siete a corto di idee andate a farvi un giretto nella pagina degli sfidanti dell’MTChallenge di questo mese. C’è da restare a bocca aperta … col bavino di acquolina che scende!!!
Io ho dato solo un’occhiata veloce qua e la, ma ci sono veramente cose meravigliose.


Ieri non ho resistito e li ho rifatti. LI, al plurale, perché questa volta ho provato a fare la versione monoporzione. Quelli classici a funghetto.
Non avevo gli stampini appositi. In realtà ero convinta di averli. Poi mi sono ricordata che li ho nella casa al mare (e mai usati) … eh certo, al mare i babà riescono meglio, lo sano tutti!
Così ho usato dei vasetti di terracotta della misura giusta. Semplici vasi da fiori.
Li avevo già usati per fare il pane gallese (QUI trovate il post, se vi va).
Per poterli usare vanno prima pretrattati: vanno lavati molto bene con acqua e sapone di marsiglia, sciacquati bene e lasciati in ammollo per almeno 3 ore (meglio una notte) in acqua pulita.
Poi si spennellano bene dentro e fuori con olio d’oliva e  si fanno asciugare a 200° per 15-20 minuti. Bisogna ripetere spennellatura e cottura ancora un paio di volte.
Questo la prima volta. Poi basta tenerli in ammollo 10 minuti e ungerli bene con olio o burro e sono pronti.

Adesso mettiamoci al lavoro.





BABÀ ALLA CREMA DI RISO E MANDORLE E COMPOSTA DI CILIEGIE AL MARSALA.

Per il babà:
Per gli ingredienti e l’impasto vedere la ricetta del post precedente.
Se siete possessori di lievito madre andate a leggervi il post di Antonietta che prepara i babà sia con lievito di birra che con lievito madre.

Questa volta io ho dimezzato le dosi. In famiglia siamo solo in tre e siamo reduci dall’orgia del babà al mojito precedente.
Però mi sono venuti 7 bei babà soffici soffici.



Bisogna ungere bene di burro gli stampini da babà o nel mio caso i vasetti di terracotta.
In mancanza di entrambi potete usare gli stampini di alluminio usa e getta, sempre ben imburrati. Non rendono bene perché la forma non è la stessa, rimane più una brioche tonda, ma il sapore non cambia e sopperisce la mancanza di stile … poi come dico sempre io in mancanza dei cavalli trottano gli asini!
Visto che l’impasto era molto morbido io per sicurezza li ho foderati anche con carta forno umida e spennellata di burro. Ma non occorreva perché l’unico che ho provato a fare senza è riuscito benissimo.
Quindi si fanno le palline di impasto, si mettono all’interno dei vasetti e si lasciano lievitare per circa due ore o finchè la pasta non ha triplicato il volume e formato il classico funghetto.
Infine si infornano a 200° per circa 20 minuti, abbassando la temperatura a 180° dopo 10 minuti. Visto che si stavano colorando in fretta in superficie li ho coperti con la carta di alluminio e spostati un po’ più in basso. Li ho cotti ancora 5 minuti, poi ho spento il forno, l’ho aperto per metà e li ho lasciati ancora al’interno 5 minuti.
Tolti dal forno, vanno fatti intiepidire prima di poterli sformare.


 


 

Per la composta di ciliegie:
500g ciliegie snocciolate,
100g zucchero,
un pizzico di cannella,
2 cucchiai di Marsala secco.

Snocciolare le ciliegie è davvero noioso, ma inevitabile purtroppo, non è bello mangiare e sputare quando ci si avventa su un dessert godurioso come questo.
Mettete le ciliegie in un pentolino con lo zucchero e il liquore. Portate a bollore e cuocere per circa 30-40 minuti, dipende da quanto sono sode le ciliegie, mescolando delicatamente. A pochi minuti dalla fine unire la cannella.
Per avere qualche ciliegia intera nella composta iniziare a cuocerne 2/3 poi unire le restanti a 10 minuti dalla fine. In questo modo si sfaldano meno. Però la composta va consumata entro pochi giorni e tenuta in frigo.
 

Crema di riso alla mandorla.
300ml latte di riso bio alla mandorla non zuccherato,
3 cucchiaini di farina di riso,
1 cucchiaino di zucchero,
1 foglio di gelatina,
1 cucchiaio di Marsala secco,
qualche goccia di essenza di mandorle (o di vaniglia),
200ml panna fresca da montare.

Ammollate la gelatina in acqua fredda.
Stemperate la farina e lo zucchero con poco latte in modo da non avere grumi. Unire il restante latte, metà della panna e l’essenza di vaniglia.
Portate a bollore, poi abbassate la fiamma e fate sobbollire mescolando continuamente per circa 5 minuti. La crema deve iniziare ad addensarsi e deve velare il cucchiaio, tipo la crema inglese. Sciogliete la gelatina strizzata nel liquore, unitela alla crema ancora calda.
Fate raffreddare coperto, mescolando di tanto in tanto, così non si forma la crosticina in superficie.
Montate la panna rimasta e incorporarla delicatamente alla crema fredda.
Lasciare in frigo fino al momento di usarla.

Per la bagna:
½ litro d’acqua,
200g zucchero,
½ bicchierino di Marsala secco,
una scorzetta di limone (solo la parte gialla).

Portare a bollore l’acqua con lo zucchero e la scorza di limone, quando lo zucchero è sciolto unire il liquore e far sobbollire per 10 minuti.
Se riuscite a recuperare il sughetto lasciato dalle ciliegie durante la snocciolatura potete usarlo per insaporire la bagna e dare un tocco di colore.

Completiamo il dolce:
bagnate i babà, possibilmente ancora tiepidi con lo sciroppo preparato.
Disponeteli nei piatti aperti in mezzo verticalmente.
Lucidate la superficie esterna con un po’ della parte  più liquida della composta di ciliegie, magari sciolta con un paio di cucchiai di sciroppo.
Completare con la crema ben fredda, la composta di ciliegie tiepida e qualche ciliegia fresca.
A parte servire il Marsala secco, da aggiungere a piacere.



Questa che segue è una presentazione del tutto fuori dai canoni.
Non valevole per il contest, ovviamente.
È solo un esempio per un impiattamento diverso.
Ma mi piaceva l’idea di trasformare il babà in un dolce al cucchiaio.
Quindi ci ho provato e ho voluto farvela vedere. Non ha bisogno di tante spiegazioni. Solo di un bel cucchiaino da affondare nel bicchiere. È meglio servirla ben fredda.

 
 
 

Adesso vi saluto.
Vado a festeggiare con tanto di babà il mio anniversario di matrimonio.
Oggi sono 13 anni … volati in un lampo.
Guardando indietro sicuramente cambierei qualcosina, ma non la persona con cui li ho trascorsi e che mi incoraggia in ogni cosa che faccio o che penso di fare.
Anche questo blog, che ogni tanto è un po’ un terzo incomodo.
Grazie maritino mio … so con quale “spirito di sacrificio” e amore coniugale affronti questa avventura del blog e soprattutto le sfide sempre più impegnative dell’MTChallenge!!
Dietro una “grande” food blogger c’è sempre un grande marito … nel senso di sovrappeso e probabilmente con la glicemia alta, visto gli ultimi sviluppi.
 
gli sfidanti

domenica 25 maggio 2014

LA VIDA ES UN CARNAVAL …


“Todo aquel piense che la vida es desigual,

tiene que saber que no es asi,

que la vida es una hermosura, hay que vivirla…

 

Ay, no ha que llorar,

que la vida es un carnaval,

es mas bello vivir cantando.

Oh, oh, oh, ay,

no hay que llorar,

que la vida es un carnaval,

y las penas se van cantando …”

 
Non sono diventata matta, o loca come direbbe appunto Celia Cruz.
Forse un po’ brilla. Troppi mojito mi hanno dato alla testa.
Non pensate male di me eh. Per carità!
Ho dovuto fare delle ricerche, per dovere di cronaca, per amore della verità.

Ma partiamo dall’inizio.

Dovevo fare il babà. Quello vero. Quello napoletano DOC.
Direte voi: ma che c’entra?
C’entra. Perché non bastava fare un babà qualsiasi. Dovevo fare IL babà per l’MTChallenge di maggio. Cioè quello proposto da Antonietta di La trappola golosa.
Poi però come in ogni sfida che si rispetti dovevo anche cercare un accompagnamento diverso, sfizioso, creativo. Una presentazione degna di cotanta sfida.

E qui mi sono cascate le braccia.
Che faccio? Cosa propongo che non abbiano proposto già altre e in maniera eccellente?
Bagna al caffè? Già fatta.
Bagna al tè? Ovviamente un tè aromatizzato e rarissimo … poi rischiavo di dovermelo mangiare tutto da sola.
Crema al cioccolato, al pistacchio, alla rosa canina, alle bacche di … non so cosa!!

Che caspiterina faccio? Panico.

Poi mi è apparsa in sogno lei: Celia Cruz, con la soluzione a ogni problema.
In realtà nel sogno c’ero anche io che ballavo la salsa vestita da creola (io che sono diafana!) con un buffo cappellino di frutta in testa … una Vanda Osiris del Caribe … con tanto di bois cubani intorno … ubriaca si ma scema no eh!
Avrei preferito sognarmi Amaurys Perez … che balla la salsa … con me ovviamente … ma non si può avere tutto!!

Insomma sono stata travolta dal ritmo cubano.
Sarà perché dopo anni di insistenza mio marito ha ceduto e ci siamo iscritti a un corso di balli latino-americani (mancano giusto i ballerini cubani, purtroppo).
Sarà perché ormai in casa nostra non si sente altro che salsa e baciata. Anche in macchina veramente.
Sarà che spolvero al ritmo di 1-2-3 e 5-6-7.
Sarà che grazie al ballo ho perso “addirittura” 3 Kg e dico TRE, evento eccezionale che non capitava da anni!

Insomma un babà ci sta tutto!
Ma un Babà al Mojito con frutta tropicale e crema al cocco ci sta ancora meglio!




Per la crema mi sono fatta ispirare da una ricetta di Omar Busi che ho adattato ai miei gusti diminuendo il cioccolato bianco e aggiungendo il cocco.

Per la gelatina invece ho sperimentato una ricetta di Diego Crosara, anche qui con le eventuali modifiche personali (un tocco di rum non guasta mai).

Per il Mojito è stato più complicato del previsto. Perché ho scoperto che la ricetta che conoscevo non sarebbe quella originale cubana, ma una versione europea. Ho fatto un po’ di ricerche e … sapete com’è, bisogna verificare … poi mi sogno anche Perez che balla la salsa … col cappellino di frutta in testa!!!!
 
 
 
 
Non vi sembra una Rueda ?
 

BABÀ AL MOJITO.

Per il babà (io vi riporto la ricetta di Antonietta esattamente come l’ha scritta lei in corsivo metterò le mie considerazioni personali):

Ingredienti
300 g di farina bio tipo 0 Manitoba
3 uova cat a grandi
100 g di burro
100 g di latte
25 g di zucchero
10 g di lievito di birra
½ cucchiaino di sale fino.

Lievitino
Sciogliere il lievito di birra con 50 g di latte tiepido e 1 cucchiaino di zucchero e impastarli con 70 g di farina, tutti presi dal totale degli ingredienti. Lasciar lievitare fino al raddoppio, coprendo la ciotola con un telo inumidito (circa mezz’ora).

Primo impasto
Versare in una ciotola il resto della farina (230 g), fare la fontana, versarci il lievitino e le tre uova. Impastare schiacciando ripetutamente nella mano l’impasto per amalgamare le uova e aggiungere un cucchiaio alla volta di latte per ammorbidirlo un po’, man mano che se ne senta la necessità, facendo attenzione a non renderlo molle; poi impastare energicamente, sbattendolo verso la ciotola per una decina di minuti. (io praticamente non ne ho quasi più aggiunto perché l’impasto era già molto umido, probabilmente la mia farina assorbiva poca umidità, ho fatto fatica a staccare l’impasto dalle mani, mi sono dovuta aiutare con pochissima farina).
Coprire e lasciar lievitare per 80/90 minuti e comunque fino al raddoppio. (circa 2 ore)

Secondo impasto
In una ciotolina lavorare il burro a pomata, impastandolo con il restante zucchero (20 g) e il sale. Aggiungerlo al primo impasto una cucchiaiata alla volta facendo assorbire bene prima di aggiungere la successiva. Lavorare per 5 minuti nella ciotola, poi ribaltare l’impasto su un piano da lavoro e iniziare a lavorare energicamente piegandolo e sbattendolo più volte per 15/20 minuti. Qui bisogna avere tenacia e resistenza perché questa è quella fase in cui è possibile ottenere un babà spugnoso e morbido, capace di assorbire e trattenere la bagna.
Quando inizierà a staccarsi dalle mani e piegandolo manterrà una forma tondeggiante, senza collassare e vedremo l’accennarsi di bolle d’aria il nostro impasto è pronto.

Tenacia e resistenza davvero!
Perché non so a voi ma  a me l’impasto è venuto molto molle e appiccicoso e si attaccava alle mani e al pano di lavoro come colla. Meno male che avevo seguito il consiglio di Antonietta di non usare la spianatoia di legno, infatti si sarebbe appiccicato troppo. Ho impastato sul ripiano in marmo della mia cucina, ma anche un ripiano in formica va benissimo, purché liscio e non poroso.
Comunque bisogna avere pazienza e lavorare energicamente senza cedere alla tentazione di aggiungere troppa farina, altrimenti si alterano le proporzioni degli ingredienti. Giuro che ne ho aggiunta pochissima, solo un paio di cucchiaini. Ma rischiavo di impazzire!

Per poterlo sistemare agevolmente nello stampo preventivamente imburrato, staccare dalla massa dei pezzi di pasta schiacciandoli con pollice e indice, come volessimo strozzarli, ottenendo così 6 palline.
Una volta completato il giro, con l’indice sigillare gli spazi tra una pallina e l’altra, coprire con un telo umido e lasciar lievitare in forno spento con luce accesa per 2 ore, fino a triplicare di volume.

Io ho usato uno stampo da budino in alluminio, che essendo molto alto e stretto frega un po’, nel senso che mi sembrava che l’impasto ci stesse comodo, invece si è gonfiato talmente che è uscito dai bordi. Sembrava un panettone!
Avrei dovuto metterne meno e cuocere un paio di babà singoli.

 

 
“Lievito…sto lievitando…svulazzo!!”

Accendere il forno a 220°, raggiunta la temperatura infornare, abbassare a 200° e cuocere per 25 minuti.
Dopo circa 10 minuti di cottura coprire con un foglio di alluminio, per evitare che la superficie scurisca.

Il mio forno è un po’ troppo aggressivo e tende a cuocere in fretta in superficie che si secca e poco all’interno, quindi dopo 10 minuti di cottura ho abbassato ulteriormente la temperatura a 180°. Ho prolungato perciò la cottura di altri 5 minuti circa, mettendo lo stampo un po’ più in basso e lasciandolo coperto con l’alluminio, così si è cotto uniformemente anche sotto e dentro.

A cottura ultimata lasciar intiepidire per 15 minuti e capovolgere il babà possibilmente in una ciotola larga e bassa.

Per la bagna al Mojto.
Ingredienti:
1lt acqua,
400g zucchero,
1dl rum chiaro,
2 lime (i miei erano piuttosto piccoli),
½ limone,
1 rametto di menta fresca.

Spremere i lime e il limone, mettere il succo in un bicchiere grande con un cucchiaino di zucchero e le foglie di menta. Mescolare energicamente e unire il rum. Lasciare in infusione per 10 minuti.
Portare a bollore l’acqua con lo zucchero rimanente, unire la miscela di rum filtrandola con un colino. Lasciare che prenda bene il bollore poi abbassare la fiamma e far sobbollire per almeno 10 minuti, anche 20, in modo che l’alcol evapori del tutto e il liquido si riduca un pochino.
Spegnere e unire anche le foglie di menta, far intiepidire.

A questo punto bisogna bagnare il babà. Versare lo sciroppo sul babà ancora tiepido, anche il babà deve essere tipeido. Veramente il mio era freddo perché l’ho preparato la sera prima, una volta cotto e freddo l’ho messo in un contenitore ermetico. Poi la mattina dopo l’ho preparato.
Io avevo qualche remora a usare tutta quella bagna. Non amo molto i dolci troppo inzuppati, che grondano sciroppo a ogni morso, ma mi sono fidata.
In effetti ci vuole, soprattutto se lo si inzuppa da freddo, dopo che si è ulteriormente asciugato.
Ogni 15 minuti circa bisogna raccogliere lo sciroppo che è fuoriuscito dal dolce e irrorarlo nuovamente. Questo finchè il dolce tende a non espellere più liquido. Ci vogliono più o meno un paio d’ore di riposo e “bagnetti” in luogo fresco, poi è pronto per essere servito con la sua cremina di accompagnamento e tutto il resto.

Cremoso allo yogurt, cioccolato bianco e cocco (da una ricetta di Omar Busi).
150g yogurt bianco,
300g cioccolato bianco (io solo 100g),
100g mascarpone (io 200g)
1,5dl panna (io 2dl)
5g gelatina in fogli,
2 cucchiai di cocco rapè.

Ammollare la gelatina in acqua fredda. Sciogliere il cioccolato bianco a bagnomaria co 2 cucchiai di panna.
Frullare lo yogurt con il cocco. Lavorare il mascarpone con un cucchiaio in modo che diventi più cremoso. Incorporare lo yogurt al cocco.
Sciogliere la gelatina strizzata con due cucchiai di panna, lasciare intiepidire e unirla allo yogurt, unire anche il cioccolato fuso tiepido.
Montare la panna rimasta e incorporarla delicatamente al composto.
Lasciare la crema in frigo fino al momento di usarla, comunque almeno mezz’ora.

 
Gelatina di ananas al rum e miele.
300g polpa di ananas fresco,
150g zucchero,
1 cucchiaio di miele d’acacia,
2 cucchiai succo di limone,
2 cucchiai di rum.

Questa si deve preparare il giorno prima.
Frullare la polpa dell’ananas ben pulita con un cucchiaio di zucchero.
Mettere il frullato in un pentolino con lo zucchero, il miele e il succo di limone, portare a bollore, abbassare la fiamma e cuocere a fuoco dolce per almeno mezz’ora mescolando spesso.
Deve sobbollire, meglio usare uno spargi fiamma.
Infine unire il rum e cuocere ancora 5 minuti a fuoco vivo, mescolando.
Questa gelatina non si addensa tantissimo.

 


Completiamo il dolce:

Mettete il babà nel piatto di portata, spennellatelo generosamente con la gelatina sciolta in un pentolino (ma questa non diventa mai troppo soda).
Guarnite con ciuffi di crema e frutta fresca tropicale a fettine: lime, cocco, ananas, melone nel mio caso, ma anche mango, papaia eccetera.
Completate con un rametto di menta.
Servite con la crema e la gelatina in accompagnamento e naturalmente con il rum che gli amanti del babà alcolico aggiungeranno a piacere.


 
 


Ma la vera chicca è irrorare la propria fetta con il Mojito vero e proprio, ovviamente senza il ghiaccio. Poi vai di salsa!!!
 
 
 
 
 






 

Eccovi la ricetta del Mojito, quella originale (pare, secondo Wikipedia) di Attilio De la Fuente, barman della La Bodeguita del medio a L'Avana, inventata addirittura negli anni 20’.
Anche qui vi do la ricetta che ho trovato su Wikipedia.
Ma in giro ce ne sono tantissime un po’ diverse, perché tutti giurano di conoscere la ricetta del vero Mojito.
Quando andrò a Cuba (perché prima o poi ci vado!!) la prima cosa che farò è andare alla Bodeguita del medio e verificare di persona, nel frattempo mi toccherà fare un po’ di sperimentazioni. Per spirito di ricerca, sia chiaro.

Ricetta originale
  • Rum bianco cubano (5cl.)
  • ½ lime;
  • 2 cucchiaini di zucchero di canna raffinato bianco
  • un rametto di menta (6-8 foglie)
  • ghiaccio a cubetti
  • acqua gasata (o acqua di Seltz o soda).
Usare un bicchiere del tipo tumbler alto.
Si prepara ponendo sul fondo del bicchiere due cucchiaini di zucchero di canna bianco e il succo di mezzo lime. Gli ingredienti vanno amalgamati insieme e a questo punto si aggiunge la menta che non deve essere pestata ma solo leggermente premuta e mescolata insieme al succo e allo zucchero (questo accorgimento fa sì che dalla menta non si sprigionino le note amare), successivamente si unisce il ghiaccio, il rum bianco (o Havana Club 3 anni) e infine l'acqua gasata. Il composto ottenuto viene poi servito con una cannuccia e un rametto di menta decorativo.

L'unica opzione permessa a Cuba è l'aggiunta finale di Angostura, si ottiene così un "Mojito criollo".

NB: la hierba buena a Cuba è un'erba spontanea che si trova facilmente, il suo aroma è più delicato e meno persistente della menta selvatica o mentuccia che si trova in Italia.

Ricetta europea
Al di fuori di Cuba il Mojito si è ormai diffuso in una variante non corretta conosciuta come "versione europea" o "Mojito sbagliato" oppure "Mojito pestato".
Si prepara ponendo sul fondo del bicchiere il lime a pezzi e lo zucchero di canna grezzo. A questo punto si amalgama il tutto schiacciando vigorosamente con il pestello (muddler) aggiungendo poi la menta premuta delicatamente, il ghiaccio tritato e infine il Rum bianco. Tecnicamente dunque il cocktail che si ottiene con questo sistema non è un Mojito, bensì una Caipirissima alla menta (però io sapevo che la Caipirissima si fa con la vodka, boh!)

Questo è ciò che insegna Wikipedia.

Secondo altre fonti menta pestata, succo di lime, zucchero e rum ne farebbero un Julep. I Julep sono long drink caratterizzati dalla presenza di menta, un succo di frutta a piacere e un liquore. Si servono in grandi bicchieri colmi di ghiaccio tritato.

Se c’è qualcuno in grado di smentire o confermare tutto questo … e magari fare un po’ di chiarezza in tutta questa confusione … è il benvenuto, nel frattempo voi come me andate per tentativi … ma poi non guidate mi raccomando ;-) !!!

Ballate piuttosto … que la vida es un carnaval!



giovedì 22 maggio 2014

BUON COMPLEANNO NUTELLA.

Sono 50 anni portati magnificamente.
Sempre in forma smagliante e carica di energia positiva.
Perché la Nutella non è semplicemente cioccolato spalmabile alla nocciola, è molto di più!
È il comfort food per eccellenza.
Pronta a consolare dispiaceri, tristezze, problemi, con buona pace dei rotolini sui fianchi. Ma quando ci vuole ci vuole.

Anche un’amante del salato come me non può resistere di fronte a un cucchiaino di questa crema. Quindi ho pensato di unirmi ai festeggiamenti e preparare qualcosa con questo magnifico ingrediente.
Solo che non sapevo decidere cosa, le possibilità sono tantissime: torte, muffins, dolcetti, cioccolatini e via dicendo.

Alla fine ho pensato a qualcosa di semplice e veloce da preparare, perfettamente nel mio stile.
Ho pensato a una bevanda fresca e golosa, per un dopocena estivo.
Però si può realizzare anche nella versione calda, più adatta a una serata invernale, sempre rigorosamente in compagnia di amici.
 


 




CAFFÈ SHAKERATO ALLA NUTELLA.

Ingredienti per 3 persone:
100g Nutella,
100ml latte intero,
100ml panna fresca,
3 tazzine piene di caffè,
crema al whisky o altro liquore a piacere (facoltativo),

per completare:
panna montata,
cacao amaro,
cannella.

Scaldare il latte con la panna, prima che arrivi al bollore unire il caffè caldo e la Nutella, mescolare bene frullando con un mixer a immersione.
Far raffreddare e mettere in frigo per almeno un’ora.
Agitare nello shaker con ghiaccio tritato e 3-4 cucchiaini di liquore a piacere, va benissimo la crema al whisky. Ma si può lasciare anche analcolico.

Il composto di latte, caffè e nutella si può preparare anche il giorno prima e conservata in frigo. Il liquore invece va aggiunto solo all’ultimo momento.

Servire in bicchieri o tazze di vetro, sporcati sul bordo con la nutella e completare con un ciuffo di panna montata.
 
 
 
 
Oppure spolverare la schiumetta in superficie con cacao amaro o cannella.

 







Per la versione calda: portare a bollore il latte e la panna, sciogliervi la nutella e unire il caffè caldo. Versare nelle tazze di vetro, aggiungere 1-2 cucchiaini di liquore in ogni tazza e completare con un ciuffo di panna montata e un pizzico di cannella. Servire subito.

Anche in questo caso il liquore può essere omesso.

 

venerdì 16 maggio 2014

LA “TENERINA” DI OMAR BUSI E UN ANNIVERSARIO!

Torno dopo un sacco di tempo. Quasi due settimane di latitanza.
In questo tempo ho fatto un sacco di cose. Non pensavo che organizzare la comunione del mio bimbo fosse così impegnativo.
Bisogna mettersi d’accordo con le altre mamme, pensare ai fiori per la chiesa, al fotografo, all’organista e poi bisogna ordinare la torta e prenotare il ristorante … e le bomboniere, vi ho già detto che ho avuto la nefasta idea di confezionarle da sola? Eh si!

Ma andiamo avanti, va!

Con tutte queste cose da fare ho trascurato un po’ il mio blog. Proprio adesso che sono arrivata al traguardo del primo anno!
Si è iniziato tutto un anno fa. Ed è passato così in fretta.
Forse è per questo che inconsciamente me ne sono voluta dimenticare.

Anche per non dover fare un bilancio di quello che ho fatto fin’ora, di quello che ha rappresentato per me questo blog e cosa ne voglio fare in futuro.
Non lo so, non ci ho ancora riflettuto e non so se lo farò mai del tutto.
Per il momento voglio prenderlo così come lo avevo iniziato: un gioco, uno svago e un’occasione di incontro e condivisione di quello che mi piace.

Lasciamo stare le riflessioni profonde e concentriamoci sul evento che deve essere degnamente festeggiato. Con un dolcino ovviamente.

Ma non ho tempo per impegnarmi sul serio in una creazione di alta pasticceria … anche perché ho capito che non fa proprio per me: ci vuole precisione e accuratezza nel dosaggio degli ingredienti, nel procedimento, nelle fasi di lavorazione.
Io per natura tendo alla semplificazione, alla ricerca di scorciatoie.

Però questa volta volevo proprio una ricetta di un Maestro Pasticcere, con le maiuscole.
Così mi sono affidata a uno dei più grandi: Omar Busi.

In un mercatino di libri ho trovato alcuni numeri della collana “La grande pasticceria d’autore”, uscita con il Sole 24 Ore un paio d’anni fa. Non ho resistito e me li sono portati a casa.
Roba da urlo, da sbavare sulle fotografie.
Nomi del calibro di Montersino, Knam, Fabbri, Bechoux, Crosara, per citarne solo alcuni, e ovviamente Omar Busi.
Creazioni che non oso nemmeno pensare di poter fare.

Poi mi è caduto l’occhio su questa. Una cosa goduriosissima, con tanto cioccolato (e ne ho ancora di quello delle uova di Pasqua!!).
Apparentemente semplice ma di grande effetto.
Non richiede nemmeno l’uso di termometro, aerografo e fiamma ossidrica!!!

Unico neo: le dosi. Ma perché devono essere 125g di uova, non 120 né 130 ma proprio 125 ?
Non si può avere un peso esatto con le uova. Due pesano meno e tre sono troppe.
Va bene, posso usare l’eccedenza per altre preparazioni, però che noia!
Non sarebbe più semplice pesare le uova e adattare tutto al loro peso.
Che poi è quello che ho fatto io. Omar Busi mi scuserà se non sono proprio un’allieva modello.

Inoltre ho usato anche un ripieno diverso, con il cioccolato bianco invece che con quello al latte (ne avevo da smaltire). Devo dire che con i lamponi ci sta bene, un po’ troppo dolce per i miei gusti forse, certo il ripieno originale è meglio, d’altronde il maestro pasticcere è lui!

 

 
 
 
 
 

TENERINE AI LAMPONI DI OMAR BUSI.

Ingredienti per 8 porzioni.

Per l’impasto delle tortine:
125g di cioccolato fondente,
125g burro,
125g uova,
150g zucchero a velo,
65g farina00,
2g sale.

Per la ganache al caramello e lamponi:
50g zucchero,
15g miele d’acacia,
100g purea di lamponi,
150g cioccolato al latte.

Per la ganache al cioccolato bianco e lamponi (mia variante):
130g cioccolato bianco,
70g lamponi,
30g zucchero.

Preparare la ganache al caramello: sciogliere lo zucchero con il miele in un pentolino mescolando continuamente finchè non avrà raggiunto un colore dorato. Unire la purea di lamponi e mescolare, quindi versare il composto caldo sul cioccolato tritato e mescolare fino ad ottenere un composto omogeneo. Versare la ganache dentro a piccoli stampini di silicone di circa 3cm di diametro, tipo quelli per i cioccolatini e mettere in freezer a rapprendere.

Preparare la ganache al cioccolato bianco allo stesso modo e far raffreddare in freezer negli stampini.






Preparare il composto per i tortini: io ho usato due uova per un peso totale di 110g, ho così ricalcolato tutto su quel peso.
Fondere a bagnomaria il cioccolato tritato con il burro, montare le uova con lo zucchero poi unire il cioccolato fuso. Aggiungere la farina setacciata e il sale. Imburrate degli stampini da muffin e riempiteli per circa ¾.
Togliere dal congelatore le ganache e sformarle, metterne una in ogni stampino.
Infornare a 200° per circa 15 minuti.
Servire caldo.

Vengono meglio se si riempiono gli stampini da muffin fino a metà, poi si mette la ganache e infine si copre con un cucchiaio di composto. In questo modo la ganache sciogliendosi rimane bene all’interno delle tortine.

La ganache al cioccolato bianco si scioglie troppo e tende a uscire fuori rovinando un po’ l’effetto. Se il Maestro non l’ha usato ci sarà pure un motivo!!!

Ho solo una perplessità, dovuta credo alla mia ignoranza in pasticceria: pur avendo lasciato la ganache in freezer per 5 ore, non si è indurita del tutto come pensavo ma è rimasta un po’ gommosa. Infatti pensavo di usare qualche formina come decorazione al piatto ma togliendole dagli stampi si sono deformate tutte. Però quando l’ho messa nell’impasto dei tortini si è sciolta subito, scendendo sul fondo e rimanendo anche attaccata allo stampo (stampini in silicone!!!)
 
 
 
 
 
 
 
 






Con questa ricetta avrei voluto partecipare al Contest “Contrasti” del Blog di Cristina.
Avrei voluto perché ho tergiversato tanto che alla fine sono fuori tempo massimo.
A parte le questioni di tempo e impegni, la realtà è che non mi decidevo mai su cosa preparare.
Perché lei è talmente brava a fare dolci che come si fa a competere!!!
Se per qualche strana ragione vi siete persi questo blog andate subito a vedere … e sognate … e sbavate, con la glicemia alle stelle!!! Ciao Cri. Perdonami!!!


 
 
A proposito di cioccolato, di uova di Pasqua da smaltire, di Contest nati male e di ricordi vi segnalo un post dell'anno scorso in cui mi sono cimentata nell'arte cioccolataia ... con esiti ... giudicate voi!!
Ho pensato di segnalare nella mia home page (vedere il gadget "Amarcord") qualche post vecchio che magari non è stato molto seguito, ma che a me è piaciuto particolarmente.