venerdì 4 aprile 2014

LA TORTA DELLA DOMENICA E LE NONNE.

La classica torta da credenza. Quella della nonna. Semplice e rassicurante.
Poi perché si chiamano torte della nonna?
Non è che abbiamo tutti Nonna Papera, come nonna.

Adesso ci sono nonne sprint, ultra moderne, super impegnate a fare qualsiasi cosa fuorchè cucinare dolci. Le vedi sempre fresche di parrucchiere. Passano dal corso di computer al torneo di scopone scientifico in un lampo. Quando non partecipano alla gara di merengue.

Poi ci sono quelle che appena i nipoti varcano la soglia di casa li pesano con uno sguardo e decidono invariabilmente che sono troppo gracilini e sciupati, anche se hanno quasi raggiunto il quintale, quindi li ingozzano come tacchini prima di Natale.

Mia nonna Ersilia, che purtroppo non c’è più, non era ne l’una ne l’altra cosa.
Lei era si sempre indaffarata, ma in campagna, nell’orto e a curare galline e conigli. Era una donna dal carattere molto forte, ma era anche sempre sorridente e gentile.
Non cucinava molto, occupandosi della casa e della campagna, faceva per lo più piatti semplici, contadini, quasi mai dolci. Lei era un tipo sbrigativo e pratico: quando aveva finito di mangiare, si alzava e iniziava a sparecchiare. Chi c’era, c’era. Non aveva tempo da perdere.
A parte la domenica e durante le feste quando allora i pasti potevano durare fino al pomeriggio inoltrato.

Chi cucinava sempre invece era la zia Teresa, la sorella del nonno, che non essendosi mai sposata aveva sempre vissuto in casa col fratello e la cognata. Ed era la cuoca di famiglia.
Aveva un carattere brusco e un po’ austero (malelingue dicevano perché era signorina) ma sotto sotto aveva un gran senso dell’umorismo e il dono dell’ironia e della battuta.
Era proprio brava a cucinare. Se chiudo gli occhi la vedo impastare. Mi ha insegnato a fare i ravioli e la pasta fresca in genere. Mi mettevo vicino a lei, sulla sedia e volevo aiutarla.
Lei ogni volta brontolava perché diceva che le facevo perdere tempo … ma poi mi lasciava fare.
Ma non ricordo fosse una assidua pasticcera, nemmeno lei.

I dolci di casa nostra sono sempre stati semplici e veloci da fare.
E continua a essere così. Anche oggi che sono mamma.

Sono troppo approssimativa e indisciplinata per essere una buona pasticcera.
Soprattutto tendo a semplificare e sveltire le cose (questo forse l’ho preso da nonna).
Da A a B devo arrivarci sempre per la via più breve. Ma questo non vuol dire che sia sempre la strada giusta. In pasticceria non lo è quasi mai.
Bisogna rispettare i passaggi, i procedimenti, i tempi di riposo, le temperature.

Io invidio anche moltissimo chi riesce a fare quelle decorazioni elaborate sulle torte.
Quei presepi di Capodimonte di pasta di zucchero. Quelle sculture che il  direttore del MOMA se le sogna.

Ma non ho pazienza. Mi incasino, cerco di barare e poi mi scoraggio se non mi viene quello che volevo fare. (Chissà come mai!)

Per cui, si va di crostata, che è meglio.

 

 
 
 
 
 
 
 


CROSTATA SBRICIOLATA AI 5 CEREALI E MANDORLE CON COMPOSTA DI MELE.

Per la pasta frolla ai cereali:
80g mandorle pelate,
120g farina 00,
50g farina d’orzo,
50g farina di riso,
50g farina di mais fioretto,
50g crusca d’avena,
180g burro,
160g zucchero,
2 uova,
1 cucchiaino di lievito,
1 pizzico di sale,

Per la composta di mele:
750g mele sbucciate,
200g zucchero di canna,
½ bicchiere di Marsala secco,
cannella a piacere,
un pizzico di sale.

10-12 piccoli amaretti secchi.

Innanzi tutto si prepara la composta di mele, che si può fare tranquillamente il giorno prima e conservare in frigo. Bisogna tagliare a dadini le mele sbucciate e metterle in una pentola con lo zucchero, il sale e il vino. Cuocete a fuoco dolce per almeno 40-35 minuti, mescolando. Le mele si devono disfare, ma non completamente ed essere piuttosto asciutte. Aggiungete la cannella a vostro gusto. Fate raffreddare completamente.

Preparate la frolla. Frullate per prima cosa le mandorle con un cucchiaio o due di zucchero fino a ridurle in farina.
Impastate le farine, lo zucchero, il lievito e il sale con il burro un po’ morbido a dadini e le uova. Lavorate velocemente ma con energia per formare una pasta omogenea.

Lo so che il burro dovrebbe essere freddo, così è scritto in tutti i libri di cucina, ma poi per incorporarlo occorre lavorarlo di più e allora tanto vale … poi sta storia che la frolla impazzisce e si “brucia” … io non ho mai visto impazzire nessuna frolla!
(Che poi la gente si scoraggia in partenza e compra i preparati pronti al supermercato!
Si può utilizzare anche un mixer, tutto dentro, poche frullate ed è fatta.
Avvolgetela nella pellicola e mettetela in frigo 1 ora.

Stendete 2/3 della pasta in una sfoglia sottile 4-5mm. Coprite una teglia da crostate, foderata di carta forno, e rifinite i bordi.
Sbriciolate gli amaretti e distribuiteli sulla pasta. Ricoprite con la composta di mele livellandola bene.

Sbriciolate la pasta rimasta e distribuite le briciole sulla composta. L’operazione risulta più facile se si mette per una decina di minuti la pasta nel freezer, ovviamente con la pellicola.
Infornate a 180° per 30-40 minuti.
Fate raffreddare e servite con una leggera spolverata di zucchero a velo.

Io l’ho dimenticato (ma guarda!), ma si può anche sbriciolare qualche amaretto anche sopra alla composta, prima di mettere le briciole di frolla. In questo modo si sente di più il gusto e la croccantezza.

 


 
 
 
 
 



Dedicata a nonna Ersilia e zia Teresa. Che hanno sbucciato un sacco di mele per me.
 
 
 

4 commenti:

  1. Che nelle queste donne.... così forti...bisogna prendere esempio da loro! Prendo nota della tua buonissima torta....Bacioni e buona domenica! Simona

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  2. Deve essere buonissima la provero' sicuramente,anche io quando faccio le crostate la frolla la sbriciolo per ricoprire la parte di sopra faccio prima e viene benissimo,ciao e grazie per la ricetta.

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  3. Ciao Manu!!!! Anch'io sono un po' come te...troppa pazienza per fare quelle bellissime decorazioni di pasta di zucchero, non ne sarei mai capace!!!:)
    Quanto mi piace questa crostata..la devo provare!!!!! Un bacione cara!

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  4. Ciao Manu, ma che buona questa frolla con tutte quelle farine. Sarai anche poco pasticcera, ma ti assicuro che in questa frolla sei stata davvero brava, e i gnocchetti qui sotto, dove li mettiamo. Spero che la stagione sia finita e che torni a pieno ritmo con le tue belle ricette e i tuoi post, che mi rivelano che i geni della zia teresa si sono riprodotti! Ti voglio bene e spero che nella bella stagione riusciremo a rivederci, un bacione

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