mercoledì 18 dicembre 2013

PERIODO DI BILANCI E SCADENZE…

Siamo quasi alla fine dell’anno: tempo di bilanci … purtroppo non riesco mai ad essere in attivo, non so perché ma c’è sempre qualche nota in rosso che lampeggia disperatamente.

Di solito in questo periodo mi prende la smania del “salviamo il salvabile”: che significa riprendere in mano la lista dei buoni propositi stilata a Gennaio e cercare di metterne in pratica almeno uno giusto negli ultimi 15 giorni di Dicembre.

Perché mai come adesso mi rendo conto del tempo che passa inesorabile: allora inizio a contare le rughe, quelle nuove, a controllare la cellulite, il rotolino che deborda dagli slip, il cedimento che non c’era e qualche capello bianco in  più.

Ok, non sono poi così messa male, ma ci sono momenti in cui queste cose saltano agli occhi. Il mio momento della verità coincide con la fine dell’anno.

Che non è come la smania della prova bikini che mi prende verso il 15 di Maggio e mi spinge a mettermi a dieta e a trangugiare tisane  drenanti “ventre piatto” come un cammello, smania che per altro finisce già intorno al 25 dello stesso mese.

Qui c’è proprio un senso di perdita, di tempo che passa, non so come dire … di scadenza come i latticini nel frigo, ecco!

Così mi parte l’embolo e inizio furiosamente a usare tutte quelle creme e prodotti ultra specifici che mi si sono accumulati durante i 12 mesi precedenti.
Tutti insieme ovviamente. In un mix delirante di erbe e ingredienti esotici.
Anzi ne compro qualcuno in più, perché capita sempre qualche promozione imperdibile al centro commerciale, caso mai non mi bastassero i vasetti che ho.

Inizio a esfoliare, purificare, elasticizzare, drenare, spalmare, massaggiare, impastare, stuccare … il mio bagno diventa una succursale di una beauty farm: prodotti prima, durante e dopo la doccia; creme,maschere, fanghi, oli, gel diversi per ogni singola parte del corpo … impiego più tempo in bagno io ogni volta che faccio la doccia che il Whisky nelle botti di rovere … per una settimana o poco più. Poi basta.

Poi subentra la fase del ridimensionamento ma con buone intenzioni: prometto e riprometto che imparerò a prendermi cura del mio corpo e a contrastare i minacciosi segni del tempo con costanza e metodo. Giurin giuretta!!

Quindi viene subito stilato un dettagliato piano d’azione per i mesi futuri, da seguire pedissequamente, da sottoscrivere col sangue se necessario.
Contratto che viene dimenticato molto prima che inizi il mese di Febbraio.

Qui di solito c’è un improvviso ma momentaneo ritorno di fiamma in concomitanza col mio compleanno. Ma visto che tendo ormai a ignorare quella data, finisco per ignorare anche questo sussulto di buone intenzioni.

Fino al prossimo Dicembre.

Ma questa volta è diverso: questa volta giuro sulla L’Oréal che ogni sera mi darò la crema da notte snellente alle alghe del triangolo delle Bermuda e l’antirughe effetto lifting all’acido non-so-più-quale-forse-muriatico e la mattina prima di uscire l’olio secco rassodante, quello che se non stai attenta ti ritrovi sdraiata a pelle d’orso sul pavimento del bagno (ma i jeans poi entrano fischiando!) e la BB cream con 7 funzioni diverse ( 7 come i nani?)

… e un prodotto per farsi furbe quando lo inventano?

A proposito di latticini in scadenza, oggi ho scoperto di avere una confezione di mascarpone che chiedeva disperatamente di essere usato.
Ovviamente non a crudo. Visto che la data di fine corsa incombeva.
Ho cercato qua e la delle ricette. Poi ho fatto come al solito di testa mia.
Avevo voglia di impastare, in fondo fa bene per rassodare le braccia!
Così ho preparato una pasta brioche con il mascarpone al posto del burro.

 
 
 

 

BRIOCHE AL MASCARPONE E CIOCCOLATO.

300g farina 00,
200g farina 0,
100g farina integrale,
250g mascarpone,
200ml  circa acqua tiepida,
1 uovo,
60g zucchero,
25g lievito di birra fresco o 1 bustina di lievito secco,
2 cucchiai di marsala secco (o altro liquore a piacere),
1 bustina di vanillina (ancora meglio mezza stecca di vaniglia),
1 pizzico di sale,
gocce di cioccolato fondente.

 
Mescolare le farine setacciandole. Sciogliere il lievito nell’acqua tiepida con metà dello zucchero. Unire 200g di farina e formare una pastella morbida e omogenea.
Fatela riposare 30 minuti coperta con un telo, deve raddoppiare di volume e formare delle bollicine in superficie.

Impastare il resto della farina con lo zucchero un pizzico di sale, l’uovo e il mascarpone a temperatura ambiente. Incorporare la pastella lievitata e lavorare energicamente per avere un impasto omogeneo e liscio. Se occorre unire poca farina.

Allargare e ripiegare l’impasto più volte: si allarga un bordo e lo si ripiega al centro, si continua tutt’attorno alla pasta.
Far lievitare l’impasto in una ciotola infarinata, possibilmente chiuso con un coperchio o con della pellicola, per due ore circa. L’impasto deve raddoppiare di volume.

Stendere la pasta in rettangoli alti circa 18-20cm, lunghi più o meno 35-40cm, spessi 1/2 cm.
Distribuire le gocce di cioccolato oppure del cioccolato tritato grossolanamente. Premere un po’ sulla superficie per farle aderire. Arrotolare da un lato lungo.
Tagliare a tronchetti di circa 5cm. Devono essere più bassi della teglia di circa 1cm.

Disporli  in piedi in una teglia imburrata o fasciata con carta forno, leggermente distanziati fra loro. Lasciar lievitare ancora 1 ora e ½ - 2 ore, finchè non sono ben attaccati fra loro e leggermente più alti della teglia.


 
 
 


Spruzzare con acqua tiepida e spolverare a piacere con dello zucchero semolato.
Cuocere a 180° per 10 minuti, poi abbassare il forno a 160° e cuocere ancora 45-50 minuti, alla fine lasciare 5 minuti nel forno spento e leggermente aperto. Quando si toglie la teglia dal forno bisogna farla raffreddare coperta con un telo pulito.

 
 
 

Piccole brioches: disporre i tronchetti sdraiati sulla placca del forno coperta con carta forno.
Far lievitare circa 1 ora e mezza, spennellare con acqua tiepida e spolverare di zucchero, cuocere a 180° per circa 20-25 minuti.

 
 
 
 
 
 
 

Panettoncini: dopo la lievitazione incorporare le gocce di cioccolato all’impasto. Fare tante palline grandi come un mandarancio e metterle nei pirottini di alluminio imburrati, devono riempirli fino a ¾ . Far lievitare 2 ore o finchè non saranno raddoppiati di volume. Infornare a 170° per 40 minuti circa. Togliere dal forno e far raffreddare coperti da un telo.

 
 
 
 
 
 
 

Al posto del cioccolato si può usare frutta candita a dadini o frutta secca tritata grossolanamente.  Oppure uvetta e mele tagliate a dadini piccoli e aromatizzate con zucchero e cannella. Nei rotolini si può spalmare anche della marmellata.
Si può aromatizzare l’impasto con un liquore a piacere e con scorza di agrumi grattugiata.

I panettoncini  e le piccole brioches possono essere un delizioso regalino per grandi e piccoli. La brioche a stella diventa un bel centrotavola per la colazione della mattina di Natale.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

domenica 15 dicembre 2013

QUANDO IL BLINI NON GONFIA…

Con il post di ieri sono entrata in pieno clima natalizio. Oggi però vi voglio dare la ricetta di un antipasto che va bene per la cena della Vigilia, per il pranzo di Natale ma anche per il cenone di Capodanno.
Inoltre è un piatto veloce, che si può preparare in anticipo e assemblare all’ultimo, senza fatica. Pratico quando ci sono tante portate da curare in cucina contemporaneamente.

È un classico della cucina russa: i blinis di grano saraceno.
Sono delle crespelline tipo i pancakes americani, piccole e morbide.
Lì si mangiano prevalentemente col caviale e la panna acida, ma noi non esageriamo, accontentiamoci del meno aristocratico salmone affumicato.
Invece della panna acida ho preparato una crema alla robiola e yogurt, molto veloce e saporita.

Avevo diverse ricette per prepararli. Una prevedeva il lievito di birra, un’altra gli albumi montati a neve, un’altra la panna. Una tutte e tre le cose!
Io ho usato questa che mi sembrava più semplice e rapida, l’ho trovata sul numero di Dicembre de “La Cucina Italiana”. Una garanzia!

Ma in realtà non mi sono venuti proprio perfetti, non so se sia la ricetta o più probabilmente la cuoca, ma sono rimasti sottili proprio come delle crespelle. Invece dovrebbero gonfiare leggermente e restare più soffici. Ma erano deliziosi comunque.
Inoltre l’aspetto sottile mi ha permesso di arrotolarli facilmente come dei cannoli, legati con uno stelo di erba cipollina. Un modo carino per presentarli a tavola. Sembrava fatto apposta!

 

 
 

 
BLINIS DI GRANO SARACENO CON SALMONE E ROBIOLA.

Per 12 blinis:
1 uovo grande,
200ml latte,
50ml acqua,
80g farina di grano saraceno,
70g farina 00,
1 cucchiaino di lievito istantaneo per pizza o bicarbonato,
1 cucchiaino di burro.

Per servire:
salmone affumicato,
robiola fresca,
yogurt bianco,
(aneto o erba cipollina).

Sbattete l’uovo, unite le farine a poco a poco, alternandole con il latte e l’acqua.
Unite anche il lievito e il burro fuso (fatelo fondere nella padellina dove farete cuocere i blinis).
Scaldate una piccola padellina di circa 10cm di diametro, versate due cucchiaiate di pastella e fatela rapprendere. Sulla superficie si formeranno delle bollicine.
Quando è rosolata da una parte e quasi rappresa anche in superficie giratela con una paletta e fatela dorare anche dall’altro lato. Man mano che li preparate teneteli al caldo.

Servite i blinis tiepidi con una cucchiaiata di robiola fresca lavorata con poco yogurt bianco per renderla cremosa e soffice, disponete sopra una fetta di salmone affumicato.
Guarnite con erba cipollina, finocchietto o aneto freschi.
Ci sta benissimo qualche goccia di glassa all’aceto balsamico.
Potete servirli anche con panna acida e uova di lompo.



Idea presentazione: potete arrotolarli tipo un cannolo e legarli con uno stelo di erba cipollina sbollentato.

Potete prepararli anche la sera prima. Li mettete in frigo in un contenitore ermetico. Prima di farcirli li intiepidite leggermente nel forno o nel microonde. Anche la crema si può preparare con qualche ora di anticipo, va tenuta chiusa in un contenitore nel frigo, ricordatevi solo di tenerla a temperatura ambiente almeno mezz’ora prima di mangiarla.




 
Pastella per blinis  N°2
Questa è una ricetta più classica, con il lievito e gli albumi montati. Richiede un pochino di lavoro in più e un periodo di riposo prima della cottura. Però devo dire che quando li ho fatti mi sono venuti meglio.

250ml latte,
2 uova,
100g farina di grano saraceno,
50g farina 00,
4 cucchiai di panna fresca,
7-8g lievito di birra fresco ( circa un cucchiaino di lievito disidratato),
sale.

Sciogliere il lievito nel latte tiepido con un cucchiaio di farina, mescolare e far lievitare la pastella per 30 minuti.
Battere i tuorli con la panna e unirli alla pastella con il resto della farina. Far riposare per circa 15-20 minuti.
Infine unire gli albumi montati a neve con un pizzico di sale.
Cuocere in una padellina antiaderente leggermente imburrata.




sabato 14 dicembre 2013

IL MIO PANETTONE CASALINGO.

Eccomi di nuovo qua. Dopo una settimana un po’ faticosa.
Ho iniziato finalmente a lavorare.  Per il momento solo mezza giornata e nei week end.
Vi ho detto che abito in montagna, vero? Qui d’inverno il paese si anima: aprono le stazioni sciistiche e tutto il mondo che ci ruota attorno prende vita.
Io faccio parte di questo mondo: lavoro nella scuola sci.
No, non sono una maestra. In realtà è già tanto che riesca a non ruzzolare a valle stile slavina.
Sono solo una semplice segretaria.

Per il momento siamo partiti a rilento. Ma prima di Natale è sempre così.
La gente è alle prese con la corsa ai preparativi per i regali e i cenoni, i bambini vanno a scuola, sono pochi quelli che hanno voglia di lanciarsi sulle piste, a parte un po’ la domenica.

Ma da Santo Stefano di solito arriva l’ondata di sciatori, quindi sarò impegnata praticamente tutto il giorno e quando arriverò a casa la sera mi aspettano le incombenze domestiche, marito e figlio che reclamano la giusta attenzione. Per cui prevedo già che probabilmente dovrò sospendere le pubblicazioni per un po’, almeno fino a dopo il 6 Gennaio. Poi di solito la situazione si calma un pochino.

Il weekend dell’Immacolata però è stato abbastanza movimentato, la giornata era splendida e la neve meritava proprio. Io ho avuto molto da fare e sono arrivata a casa praticamente senza voce. Per la gioia di mio marito e di mio figlio sono stata afona per due giorni (ma adesso sono di nuovo in forma).

Anche muta non mi sono fermata un attimo, avevo ancora i regali da finire, la casa da sistemare, l’albero e il Presepe da fare.

Mi sono accorta che non ho ancora postato nulla di natalizio.
Veramente ho già cucinato biscotti e dolcetti vari, ma visto che in giro ce ne sono già tanti non avevo voglia di ripetermi. Così ce li siamo pappati senza lasciare un segno ai posteri.
Ma qualcosa dovevo fare, insomma un po’ di spirito natalizio!

Io ogni anno, dopo l’Immacolata, inizio a sfornare panettoni. Da regalare agli amici, ai colleghi, ai parenti. Al posto di quelli industriali.
Ho iniziato con pochi pezzi, giusto per noi e i famigliari. Poi le richieste sono via via aumentate … adesso faccio concorrenza alla Balocco!

Si tratta dei Pandolci genovesi. Quelli bassi con tanta frutta candita e pinoli. Però non quelli soffici, con il lievito di birra, che si trovano nelle pasticcerie o panetterie.
Proprio quelli casalinghi, bassi e friabili, che sanno di biscotto. Quando si tagliano sono fragranti e un po’ sbriciolosi ma la frutta li mantiene umidi al punto giusto.

Con un bicchierino di Moscato d’Asti vanno giù che è un piacere!! Ma anche con della cioccolata fumante hanno il loro perché!

Ho imparato a farli tanti anni fa, ero una ragazzina. Sono andata a fare un corso serale di cucina con uno chef che insegnava all’Istituto Alberghiero, uno dei primi corsi per apassionati, quando ancora non erano di moda, quindi parecchi anni fa.

Poi però col tempo ho modificato la ricetta. All’inizio non si trovava facilmente la farina manitoba, così io a volte la sostituivo con la farina 0, qualche volta persino mischiata con quella 00 e mi sono sempre venuti benissimo lo stesso.
Inoltre ho eliminato l’arancia e il cedro canditi che proprio non sopporto e li ho sostituiti con un misto di frutta secca e disidratata. Voi fate come volete, l’importante è che manteniate il peso totale della frutta.

Fasciati con un bel fiocco dorato o rosso, un bigliettino fatto a mano, sono uno  splendido regalo.

 

 

PANDOLCE GENOVESE BASSO E FRIABILE.

Ingredienti per 4 panettoni da circa 750g:

1kg farina 0 o manitoba ( o un misto tra le due),
300g zucchero,
300g burro,
4 uova medie,
400g uvetta sultanina (io ne ho messa solo 300g),
400g arancia e cedro canditi (io ho messo 500g di frutta secca e disidratata mista: noci, fichi secchi, datteri, albicocche, papaia e ananas disidratate)
100g pinoli,
2 bustine di lievito per dolci,
100ml di marsala secco,
aroma vaniglia o limone,
1 pizzico di sale.

Sciacquate l’uvetta e mettetela in una ciotola con il marsala. Tagliate la frutta secca e candita a dadini piccoli come l’uvetta.
Fate una fontana con la farina, il lievito e il sale. Mettete al centro, lo zucchero il burro morbido a dadini e le uova.

Iniziate a impastare le uova con il burro e lo zucchero, unite la frutta, l’uvetta con il marsala e l’aroma di vaniglia, a piacere unite della scorza di limone grattugiata.
Impastate tutti gli ingredienti inglobando man mano anche la farina.
Lavorate energicamente, all’inizio sembra che il composto non voglia rimanere unito insieme, se occorre unite uno o due cucchiai di latte freddo.

Quando avrete un composto sodo e compatto, dividetelo in quattro parti dello stesso peso, più o meno di 750g.
Date a ogni pandolce una forma arrotondata ma piatta, spessa circa 3 dita. Devono assomigliare a delle forme di formaggio.





Disponeteli su una placca foderata di carta forno inumidita, distanziati fra loro.
Infornateli a 170° per circa 45-50 minuti, devono avere un bel colore dorato scuro. In cottura si alzeranno e faranno delle crepe in superficie, che devono rimanere più chiare.

Controllate la cottura con uno spiedino: deve uscire pulito e asciutto. Al tatto devono essere ancora un po’ morbidi ma non molli, state solo attenti di non cuocerli troppo perché rimangono troppo asciutti.
Spegnete il forno e lasciateli per 5 minuti nel forno aperto. Poi toglieteli e fateli raffreddare nella placca coperti da un telo.


 



Io, per fare prima, li metto tutte e quattro sulla leccarda del forno e li cuocio insieme, ma tendono a crescere e finiscono per toccarsi assumendo a volte una forma un po’ quadrata. Voi potete cuocerli due per volta.

Volendo potete dividere l’impasto solo in tre parti o in due e fare dei panettoni più grandi, ma dovete cuocerli a una temperatura più bassa e per maggior tempo (tipo 1 ora a 150°).
Viceversa se fate delle pezzature più piccole dovete aumentare un po’ la temperatura e diminuire il tempo.

Quando sono ben raffreddati potete fasciarli con pellicola per alimenti o metterli nei sacchetti di plastica trasparente.
Si conservano molto bene per parecchi giorni.

Adesso vi do qualche idea presentazione. Così vi faccio anche vedere le mie piccole creazioni natalizie che ho realizzato negli anni per abbellire la mia casetta o per fare un piccolo dono.




 
 
 
 
 
 
Si possono confezionare in una bella scatolina 
 
 
 
 
Oppure legati con un fiocco e un piccolo addobbo per l'albero, vi piace?
 
 
 
 
 
 
 
 
Questo è il folletto Natalino che aspetta Babbo Natale dalla finestra!!! Magari gradisce anche lui una fetta di pandolce!!

 
 
Con questa ricetta partecipo al contest di Simona (Love cooking)
 
 
 
 

lunedì 9 dicembre 2013

GRADITE UN CAFFÈ?

In realtà il caffè lo vorrei offrire idealmente a Elena (Zibaldone Culinario) e Cinzia(Cinzia ai fornelli) che hanno ideato il contest TUTTI I SAPORI DEL CAFFÈ.

Il caffè si presta molto per aromatizzare i dolci, soprattutto nell’accoppiata col cioccolato. Infatti avevo un sacco di ricette adatte all’occasione.
Ma a me piace trovar sempre soluzioni diverse, così ho pensato a qualcosa di salato.

A dirla tutta avevo già utilizzato il caffè per un piatto salato, quando ho preparato le Costolette d’agnello marinate al caffè in crosta di pistacchi. Se vi va di vederle sono QUI.

Tra l’altro è una delle mie primissime ricette, forse proprio la prima, quando ho aperto il blog qualche mese fa. Proprio  in occasione del mio primo contest. Ero così inesperta di tutto!! Non che adesso sia una hacker!!

Volevo riproporla, rifacendola curando un po’ di più l'impiattamento e le foto.
Ma non mi piace ripetermi, così ho studiato una variante.
Sempre carne, ma questa volta maiale, con una marinatura più delicata.
In accompagnamento ho optato per un semplice purè di sedano rapa, molto di stagione.

 





 

LONZA DI MAIALE MARINATO AL CAFFÈ CON PURÈ DI SEDANO RAPA.

Ingredienti per 4 persone:
600 -700g di lonza di maiale in un solo pezzo,
2 cucchiaini colmi di caffè in polvere,
2 cucchiaini colmi di zucchero di canna,
2 cucchiaini colmi di sale grosso (io ho usato un misto di sale classico e sale affumicato)










Mischiate il caffè con lo zucchero e il sale, con questa mistura massaggiate la carne. Mettetela in una pirofila, coperta con della pellicola e fatela marinare per almeno un’ora.

Sciacquatela sotto l’acqua corrente e asciugatela con la carta da cucina.
Fatela rosolare in una padella antiaderente senza condimenti per 6-8 minuti, deve essere bella colorata da tutti i lati.

Mettetela in una teglia e fatela cuocere in forno a 180° per 15 minuti circa. L’interno deve essere cotto ma non asciutto. Bucandolo con uno spiedino deve uscire del liquido biancastro, lievemente rosato. Toglietela dal forno, avvolgetela in un foglio d’alluminio e fatela riposare per 5-10 minuti, così i succhi si ridistribuiscono in tutto il pezzo di carne.

In realtà se avete la fortuna di trovare carne di maiale allevato allo stato brado o almeno senza troppi mangimi chimici, potete dimezzare i tempi di cottura lasciando la carne rosa all’interno come per il roastbeef. Ma siccome non è sempre così facile, conviene cuocerla un po’ di più, ma senza esagerare per non ritrovarsi con la carne asciutta e stoppacciosa.

Affettate la carne in fette non troppo sottili.
Disponetele nei piatti con un filo d’olio d’oliva crudo e il purè di sedano rapa.

Volendo potete aggiungere qualche goccia di glassa all’aceto balsamico.

 

 

Per il purè di sedano rapa:
1 sedano rapa (circa 500g pulito),
1 patata grande (circa 200g pulita),
200ml latte intero,
1 noce di burro,
2 cucchiai di gran grattugiato,
noce moscata.

Pelate e affettate il sedano rapa e la patata. Fateli lessare in abbondante acqua salata finchè sono teneri. Scolate e metteteli in una pentola con il latte tiepido.
Fate cuocere a fuoco lento mescolando finchè tutto il latte si è assorbito e la verdura si è quasi sfatta. Frullate con il mixer a immersione.
Mantecate con una noce di burro e due cucchiai colmi di grana grattugiati, insaporite con una grattata di noce moscata e servite.



 
 
 
 
 
 

Per recuperare gli avanzi: soufflé di sedano rapa agli albumi.

250g purè di sedano rapa avanzato,
2 albumi,
2 cucchiai di grana grattugiato.

Mescolare il grana al purè, incorporare anche gli albumi a neve. Versare negli stampini imburrati.
Infornare a 170° per 20 minuti circa, devono essere ben gonfi e dorati.





sabato 7 dicembre 2013

L’ULTIMO GIORNO IN SPAGNA …

Ancora una ricetta per l’ABC culinario europeo e devo anche fare in fretta perché domani è l’ultimo giorno della tappa spagnola, ospitata da Francesca di Burro e Zucchero.
Lunedì saremo già ripartiti per un’altra destinazione.

La ricetta che propongo è molto semplice e sfiziosa.
Può essere un secondo piatto ma anche un’antipastino, ovvero una TAPAS: uno di quei piattini che si spizzicano con un buon bicchiere di vino fresco.

In Spagna sono maestri in queste cose, ci sono localini specializzati in tapas, alcuni ne servono solo due o tre tipi: si mangia, si beve un bicchierino e poi si va in un altro locale, verso altri piattini e altri bicchieri e così via. Non è meraviglioso tutto ciò?

In realtà anche qui in Piemonte esiste una cosa simile, da prima che fosse di moda l’aperi-cena: la “merenda sinoira”, che inizia come una merenda, con pane, salame e formaggio di malga ma poi degenera, pian piano iniziano a spuntare sott’oli e sottaceti, frittate, verdure con la bagna caoda, fettine di vitel tonnè, bruschette, crostini di polenta col bruss e a volte persino ravioli. Tutto innaffiato da un buon vino robusto.
Non sarà originale come andar per tapas ma vi assicuro che questa aperi-cena rustica ha il suo fascino!

Ma torniamo alla ricetta. In effetti è per palati robusti che sopportano l’aglio, quindi liguri e piemontesi sono già avvantaggiati. Naturalmente si può mitigare il sapore diminuendone le quantità ma non sarebbe più la stessa cosa.

 

 

GAMBAS AL AJILLO (GAMBERI ALL'AGLIO)

Ricetta per 4 persone
300 g gamberi o mazzancolle crudi (con il guscio),
2 peperoncini rossi (freschi o secchi),
6-8 spicchi d'aglio,
1 cucchiaio di prezzemolo tritato,
vino bianco secco,
olio extra vergine d'oliva,
pepe nero macinato al momento.

Sgusciate i gamberi, incideteli dalla parte del dorso ed eliminate l'intestino. Sciacquateli in acqua fredda ed asciugateli con cura.

Eliminate i semi dai peperoncini, lavateli e tagliateli ad anellini, se freschi, schiacciateli se secchi. Sbucciate gli spicchi d'aglio e tritateli grossolanamente.

Scaldate l'olio in una padella. Unite i peperoncini, l'aglio, e dopo qualche minuto i gamberetti. Salate leggermente, pepate e fate rosolare per 2 o 3 minuti a fiamma vivace, mescolando sempre.

Spruzzate con 2-3 cucchiai di vino bianco e fate evaporare, spolverate con il prezzemolo tritato e mescolate. Servite subito in ciotoline singole, accompagnando con pane e qualche salsina a piacere.
 
 
 
 
 
 
 

giovedì 5 dicembre 2013

...è scoccata L'ORA DEL paTE’





 
Siii!!! Proprio oggi esce nelle librerie il primo libro dell’MTChallenge. Farà parte di una collana, tante monografie che racconteranno ognuna una delle sfide che ogni mese ci coinvolgono sempre più numerosi.
Questo primo numero è dedicato ai patè e a tutto quanto li accompagna degnamente in tavola.
Le ricette sono quelle dei blogger che hanno partecipato alla 17esima sfida, che io mi sono persa perché è solo da poco che faccio parte di questa community (indegnamente, ma ci sono e vi tocca sopportare, sia chiaro!)
In realtà all’epoca non avevo nemmeno iniziato il mio blog, ma ero una delle tante che curiosavo e prendevo spunto per le mie ricette.
Motivo in più per non perdermelo!
Per di più questo è il periodo dei pranzi e cene in compagnia di parenti e amici e il patè è il re degli antipasti, raffinato ma conviviale. Inoltre una bella terrina di patè ben confezionata con i suoi crostini da accompagnamento sono un regalino sfizioso e originale, no?
Ora che ci penso anche il libro è senz’altro un’ottima strenna da mettere sotto l’albero.
Anche perché il regalo in questo caso diventa doppio e nobile: i proventi di questo libro hanno uno scopo benefico molto importante.
Lasciate che vi spieghi:

Con questo libro, la community dell'MTChallenge sostiene il progetto “cuore di bimbi”,della Fondazione“aiutare ibambini”: nata nel 2000, per iniziativa dell'ingegner Goffredo Modena, la fondazione si propone di  dare un aiuto ai bambini poveri, ammalati, senza istruzione, che hanno subito violenze fisiche o morali e garantire loro l'opportunità e la speranza di una vita degna di una persona, nel mondo e in Italia. Sono 71 i Paesi del Mondo in cui  la Fondazione interviene, realizzando progetti mirati, concreti, nati per rispondere a emergenze reali e portati avanti con abnegazione, serietà e competenza. Fra questi, appunto, c'ècuore di bimbi, attivo dal 2005 in 10 Paesi, che ha permesso ad oggi di salvare la vita a 857 bambini altrimenti condannati da gravi cardiopatie congenite, con esiti spesso letali.

La Fondazione opera nella più assoluta trasparenza, nella convinzione che sia doveroso certificare  ogni voce con la massima chiarezza, in un dialogo continuo che unisce chi è desideroso di fare del bene con chi ha la possibilità di farlo in modo concreto, rispettoso e consapevole di muovere nella stessa direzione: quella dell'aiuto alle tante vittime di questo mondo, rese ancora più indifese dall'essere bambini.

Da oggi, anche noi remiamo con Goffredo, con Sara e con gli oltre mille volontari sparsi sul territorio italiano - e lo facciamo con questo libro che è il primo tassello di quella che ci auguriamo possa essere una collaborazione duratura e proficua.

Tutte le copie de L' ORA DEL paTE' contribuiscono alla campagna “cuore di bimbi”, in base ad un progetto che è nato contemporaneamente al libro e si è sviluppato in parallelo: potete trovarle in tutte le librerie d'Italia, su amazon e su Ibs, sul sito della casa editrice (http://www.sagep.it/easyStore/SchedeVedi.asp?SchedaID=208) e sul sito della onlus, a questo indirizzo http://www.aiutareibambini.it/oradelpate.

 
Adesso godetevi qualche anteprima che certo vi ingolosirà:




 
 
 
 
Titolo del libro: L'ORA DEL paTE'

pagine: 144

costo: 18,00 euro

casa editrice :SAGEP EDITORI-Genova www.sagep.it

illustrazioni di Roberta Sapino (Le Chat Egoiste- lechategoiste.blogspot.it)

fotografie di Sabrina de Polo

autori delle ricette: la community dell’MTChallenge.

….41 ricette di paté, 8 di burri composti, 33 fra pani e crackers, grissini, muffins, scones, chips e tutto quanto fa 17esima sfida dell'MTChallenge. Vi basta?